[NFL] Week 15: Winning season (San Francisco 49ers vs Atlanta Falcons 13-41)

Gli Atlanta Falcons salgono a bordo del treno Freeman e, travolgendo i malcapitati Niners, raggiungono puntuali la stazione “9W”, centrando il primo vero obiettivo stagionale.
Dan Quinn a inizio anno, a fronte dello scetticismo generale e di una schedule apparentemente proibitiva, aveva insistito con la sua filosofia del “continuous improvement step by step”, fissando l’obiettivo stagionale ad un “miglioramento rispetto all’annata precedente”.

Questo, se letto in senso stretto, significava migliorare lo scorso record di 8-8 e quindi, di fatto puntare ai playoff ma, in caso di annata sciagurata, poteva anche adattarsi a scenari peggiori come “abbiamo finito 0-16 ma i sack sono saliti da 19 a 20!”.

Scherzi a parte, comunque l’abbia intesa il buon Dan, l’obiettivo è raggiunto (e con ben 2 giornate d’anticipo!) perché, mal che vada, i Falcons chiuderanno la stagione con il record di 9-7 che, nell’accezione più comune, significa winning season.

Pubblicità

Da copione, tra i rossi di Atlanta e questa agognata nona vittoria, dovevano frapporsi i 49ers che però, si sono rivelati un ostacolo tanto credibile, quanto lo è una foglia che si adagia sui binari per fermare un treno in corsa.

Con la compagine di San Francisco reduce da 11 sconfitte consecutive e quella atlantina in piena corsa playoff, i pronostici erano apertamente schierati a favore dei padroni di casa al punto che, l’insidia maggiore, sembrava essere rappresentata proprio dall’eccessiva sicurezza che, stando a social e carta stampata, imponeva come unico esito possibile dell’incontro, una schiacciante vittoria della squadra piumata.

49ers Falcons Football

Invece, malgrado le numerose assenze che falcidiavano le fila rosso-nere, le attese sono state più che rispettate e i Falcons si sono sbarazzati dei rivali con una facilità a tratti disarmante, confermando la stessa cattiveria e determinazione dimostrata contro i Rams 7 giorni prima.

Se già l’agile vittoria per 42 a 14 a Los Angeles aveva generato dei timidi mormorii dalle parti di Seattle, la recente lezione impartita agli arci-nemici rosso-oro aveva fatto trapelare alcune teorie complottiste che accusavano i rivali di divisione dei Seahawks, di essersi (per usare un termine di moda nel calcio oggi) “scansati” mettendo a rischio il 2nd seed in vista playoff.

Certamente sia i Rams che i 49ers non si sono dimostrati all’altezza dei “dirty birds” di Atlanta ma i motivi si possono ricercare in normali situazioni di gioco senza dover scomodare la moralità di uno sport che fa della correttezza uno dei suoi capisaldi.

La brutta prestazione dei ragazzi di Chip Kelly può avere varie radici; sicuramente ha influito il diverso approccio alla partita tra una squadra che si giocava mezzo ingresso ai playoff davanti al suo pubblico, e un’altra che, invece poteva pensare alla post-season solo in termini di draft e riorganizzazione societaria; sicuramente va considerata l’evidente differenza tra i due organici, con quello atlantino che, malgrado non possa essere considerato di prima fascia, quando in fiducia ha dimostrato di poter mettere in imbarazzo squadre ben più attrezzate dei 49ers; e, probabilmente, anche la voglia di rivalsa dei Falcons dopo la cocente eliminazione subita ad opera di Kaepernick e soci nel Championship di 4 anni fa, ha avuto un suo peso nel rendere ancor più netto il passivo finale.

Il largo vantaggio iniziale accumulato dai falchi rientra quindi in un’ottica di normalità e le colpe di una difesa estremamente farraginosa si sommano ai meriti di un attacco che ha saputo sopperire alle assenze di Julio Jones e del lungodegente Jacob Tamme in modo egregio.

Gran parte degli onori va senz’altro attribuita all’ennesimo Ryan formato MVP della stagione, al quale sono bastati 3 quarti a suon di traiettorie millimetriche per completare la 53ima partita consecutiva da 200+ yard lanciate.
Per l’esattezza alla fine saranno 286 con il 74% di passaggi recapitati correttamente e 2 TD.

Pubblicità

Con Jones relegato in sideline e Sanu non al 100% i palloni importanti sono finiti nelle mani di Robinson e del sorprendente Gabriel che, dai margini del roster, si sta ritagliando un ruolo sempre più centrale negli schemi di Shanahan.

Le yard complessive per il primo saranno 111 in 4 ricezioni mentre il folletto in maglia 18 chiuderà la sua partita con 60 yard in 3 prese, impreziositi dal TD del +14.
Ben che il gioco aereo abbia funzionato a meraviglia, la scena è stata prepotentemente strappata dalla prestazione mostruosa di DeVonta Freeman.

Il 24 rosso, dopo aver aperto le danze, concludendo il primo drive in piena end zone, ha disputato una seconda metà da autentico mattatore, chiudendo la sua incredibile partita con 139 yard in 20 portate e ben 3 segnature.

La sua prestazione è stata rovinata dalla sua prima (e unica) distrazione di stagione che lo ha portato a perdere una palla a pochi centimetri dalla goal-line avversaria.
Se però l’errore di per sé ha macchiato una partita altrimenti perfetta, esemplare è stata la sua reazione, che lo ha portato a correre in faccia ai rivali, con una cattiveria più propria di chi sta disputando un superbowl che non di chi sta aspettando il termine di una partita ormai chiusa.

49ers Falcons Football

Le yard complessivamente corse con l’apporto del suo compagno di scorribande Coleman ammonteranno a 197 ma, malgrado la pessima figura, la difesa rosso-oro vanterà la magra consolazione di aver interrotto la striscia senza fumbles della coppia atlantina a 381 portate.
L’altra difesa, quella falconiana per intenderci, ha disputato un’altra partita ad alto livello e, escludendo un lieve calo di concentrazione nella parte centrale del match, che ha permesso ai rivali di portarsi sul 28-13, si è dimostrata solida ed affidabile.

Dan Quinn pare aver trovato l’amalgama giusta per esaltare un sistema di gioco indipendente dai singoli, in grado di ammortizzare assenze di giocatori chiave come Trufant e Clayborne, ed al contempo esaltare le caratteristiche dei tanti giovani ormai perfettamente integrati negli schemi.

Su tutti è spiccato il solito Vic Beasley, autore di altri 3 sacks che, sommati ai precedenti 11,5, lo portano solo al comando dell’NFL per quanto riguarda i placcaggi sui QB.
Per quanto riguarda il team di Chip Kelly c’è ben poco da salvare e le quotazioni dello stesso coach sembrano ormai essere in caduta libera.

Kaepernick è stato l’ultimo ad abbandonare la barca domenica ma, malgrado sia riuscito a non commettere sbavature, la sua prestazione è lontana anni luce da quelle del 2012 e, alla fine, anche i suoi capelli sono affondati negli abissi di una squadra inconsistente.

I 49ers avranno ancora due scontri divisionali, l’ultimo dei quali in casa proprio contro i Seahawks, per togliersi qualche sassolino dalle scarpe prima di mettere finalmente la parola end a questa annata tremenda.

Pubblicità

In casa Falcons invece la preoccupazione maggiore riguarda l’infermeria che, per uno che dimette, ne deve accogliere altri due.
Giovedì tornerà ad allenarsi Julio Jones e c’è ottimismo riguardo al suo recupero così come attorno a quello di Hooper, che aveva abbandonato il campo dopo il TD del 21-0.

Ancora incerte le condizioni di Campbell, anch’egli infortunatosi domenica, mentre ci sono poche possibilità di rivedere in campo gli assenti di lungo corso.

Arrivati a questo punto, il team di Atlanta è ad un passo dal rendere davvero vincente questa stagione perché, in caso di mancata conquista dei playoff, difficilmente si potrà parlare di winning season.

Grazie alla vittoria di Dallas contro i Bucs nel Sunday Night, a Ryan e soci basterà una vittoria in Carolina per garantirsi un posto tra le 12 grandi e, se il 1° gennaio falchi iniziassero l’anno nuovo onorando con una vittoria contro i Saints l’ultima partita che si disputerà tra le mura del Georgia Dome, perfino il secondo posto della NFC sarebbe tutt’altro che utopistico.

[clear] [graphiq id=”4JhTeHts4mN” title=”Game Recap” width=”800″ height=”747″ url=”https://w.graphiq.com/w/4JhTeHts4mN” ] [ad id=”29269″]
Merchandising Merchandising

Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.