[NFL] Week 15: Prescott e Elliott affondano i Bucs (Tampa Bay Buccaneers vs Dallas Cowboys 20-26)

I Dallas Cowboys centrano contro Tampa Bay la dodicesima vittoria di questa loro impressionante stagione e dopo essersi assicurati l’accesso alla post season, sono ad un solo successo dal vincere la division e dall’assicurarsi il vantaggio casalingo durante tutta la post season.

Il k.o. dei Bucs interrompe invece una serie di cinque vittorie consecutive e fa perdere a Tampa Bay il primato nella NFC South che ora appartiene agli Atlanta Falcons. Gli uomini di Koetter  sono ora appaiati ai Green Bay Packers al sesto e ultimo posto buono per la post season, ma se il campionato finisse oggi sarebbero le cheeseheads a disputare i playoff.

Nonostante lo stop, i Bucs hanno confermato di essere un osso duro per tutti, e dopo tre quarti erano addirittura avanti contro il team che vanta nettamente il miglior record della NFC.

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Tornando invece a Dallas, una settimana dopo la deludente prova contro i Giants, i Cowboys hanno dimostrato di aver voltato pagina molto rapidamente, e le statistiche offensive dei Cowboys contro una difesa arcigna come quella dei Bucs sono impressionanti, con le 159 yard corse da Elliott, record della sua giovane carriera, e l’88,9% di passaggi completati da Prescott, seconda prestazione della storia della NFL in una gara con minimo 30 lanci tentati (il record nel caso vi interessi è di Rich Gannon dei Raiders, che nel 2002 a Denver completò 34 passaggi su 38 per 352 yard e tre mete).

Lla prestazione monstre dei Cowboys assume ancora più spessore se si tiene conto che nelle ultime 4 settimane Tampa Bay vantava la difesa meno battuta della NFL con 12,8 punti subiti a partita, ed un rating dei qb avversari di 62,5, anche qui miglior prestazione della Grande Lega.

In realtà in avvio di gara Elliott non era neppure partito benissimo, visto che dopo 30 minuti il suo score parlava di 48 yard guadagnate, ma nella seconda frazione l’ex Ohio State si è scatenato seminando il panico nella difesa ospite. Anche l’altro rookie d’oro, il quarterback Prescott, continua a stupire in positivo: vero, il passing game di Dallas non é troppo “verticale” ma quando completi quasi il 90 per cento dei lanci e porti a casa 279 yard senza errori si può chiudere un occhio.

Jameis Winston Buccaneers

Terminale preferito di Prescott è stato il veterano tight end Witten che ha chiuso la gara con 10 palloni catturati per 51 yard. Witten ha sulla coscienza un fumble perso che poteva costare caro ai texani ma, soprattutto nel primo tempo, è stato assolutamente inarrestabile, con 8 palle catturate.

Il leading receiver in fatto di yard è stato invece Bryant, che dopo l’incubo di New York (dieci palle lanciate nella sua direzione con una sola ricezione per 10 yard), è stato coinvolto sin da subito nell’attacco dei Cowboys e lui ha risposto con 8 ricezioni per 83 yard. Un buon contributo è arrivato comunque anche da Beasley che ha aggiunto 48 yard.

Sulla linea di attacco dei Cowboys si è ormai già detto e scritto di tutto ma, onestamente, le cinque guardie del corpo di Prescott hanno faticato a tratti contro l’ottima pass rush degli ospiti, però, soprattutto sul lato destro, la coppia Martin e Free è stata devastante contro le corse, ben supportata anche dal centro Frederick.

La difesa ha invece annullato il rushing game ospite (appena 52 le yard corse dai Bucs), con il linebacker Lee che è sembrato essere veramente dappertutto. In linea il defensive end di riserva Irving ha disputato una gara quasi mostruosa: in 40 giochi ha fatto registrare due sack e quattro hurries, mettendo in costante imbarazzo la povera guardia Cherilus. Non solo, ma la palla errante intercettata nel quarto finale da Heath ha visto ancora Irving come protagonista, in quanto suo è stato il tocco al braccio di Winston da cui è uscita una palla con traiettoria assolutamente errata.

Nel secondario bene le due safety Byron Jones e Barry Church, mentre ha faticato il cornerback Carr che ha concesso quattro ricezioni per 83 yard e una meta più una penalità, e per due volte è stato graziato da Winston perché era stato battuto dai receiver dei Bucs.

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Cambiando lato della palla, se si guardasse solo alle statistiche, sarebbe un mistero come Tampa Bay sia rimasta in partita con un attacco privo di rushing game, un regista che ha completato meno del 50% dei lanci e ben 4 palle perse contro una.

E in effetti i numeri sono piuttosto impietosi: Doug Martin ha portato palla 16 volte per 42 yard, media 2,6, la stessa di tutto il rushing game dei Bucs. Winston ha invece terminato la partita completando 17 passaggi su 35 per 247 yard, due mete e tre intercetti. Facile a questo punto svelare l’arcano: la difesa ha tenuto in partita gli ospiti almeno nel primo tempo, poi nel terzo quarto Winston ha giocato alla grande, permettendo al suo team la rimonta e quindi il sorpasso, salvo poi sparire nuovamente, e con lui naturalmente tutto l’attacco, nella frazione conclusiva.

dez bryant dallas cowboys

Winston ha avuto il merito di tentare qualche passaggio lungo in più rispetto al collega Prescott, ha segnato due volte su passaggio, ma ha anche regalato quattro palloni agli avversari, anche se un paio onestamente sono stati ininfluenti. Il prodotto da Florida State ha sofferto non poco la pass rush dei locali e nel complesso comunque ha peccato di precisione un po’ in tutto il match.

 Fra i suoi terminali, benissimo Brate, autore di 5 ricezioni per 73 yard, che si sta confermando fra i migliori della nuova leva di tight end, mentre Evans è stato meno devastante del solito ed ha chiuso con 4 palle catturate per 59 yard. Ancora da sottolineare le 49 yard portate a casa da Humphries, di cui 42 arrivate con un solo long di Winston e la complicità del cornerback Carr.

La difesa, pur non ripetendo le prestazioni monstre dell’ultimo mese, ha tenuto a galla i Bucs finchè ha potuto. Un po’ tutto il secondario, da Grimes a Hargreaves a Elliot, alle due safety Tandy e McDougald ha messo la museruola al passing game verticale dei Cowboys che, purtroppo per i Bucs, hanno invece trovato terreno fertile in mezzo al campo, dove i linebacker Alexander e David hanno concesso 14 ricezioni per 120 yard vanificando il buon lavoro in pass rush di Ayers e Gholston. Il problema principale per Tampa Bay è stata però la difesa contro le corse che ha concesso un mostruoso 5,6 yard a portata        

Venendo alla storia del match, Dallas è partita bene soprattutto grazie a tre corse di Elliott che ha portato a casa ben 25 yard, poi sulle 29 dei Bucs prima una penalità di holding contro Mayle poi un sack di Gholston costringevano i Cowboys ad andare al field goal da 56 yard che Bailey sbagliava poiché la palla cadeva prima dei pali.

Il primo drive dei Bucs partiva dunque quasi da metà campo e in più arrivava, su un terzo down, una penalità di pass interference contro Carr che faceva approdare gli ospiti sulle 25 dei Cowboys. Qui tre corse di Martin consentivano a Tampa di chiudere il down, poi una buona ricezione di Humphries li portava fin sulle 7 dei Cowboys ma poi una grande difesa di Byron Jones su Brate costringeva anche gli uomini di Koetter al field goal, per altro molto più agevole di quello di Dallas, che Aguayo metteva fra i pali.

Dallas ripartiva poi dalle sue 26 e stavolta era Prescott il protagonista della serie: il rookie da Mississippi State trovava in rapida successione Witten con un gran lancio in corsa (lo stesso Prescott e Winston sono i migliori qb della NFL come lanci fuori dalla “tasca”), poi Beasley e Elliott per un totale di 41 yard. Quindi dopo una breve corsa di Elliott, ancora Prescott serviva con un bel passaggio il runner Dunbar su un terzo e 6, e arrivavano così altre 15 yard, ma poi un brutto passaggio ed un face mask fischiato a Free portavano ad un nuovo field goal che stavolta Bailey non sbagliava.

In avvio di secondo quarto si assisteva poi alla prima svolta del match, con McClain che batteva agevolmente il centro dei Bucs Hawley e strippava il pallone dalle mani di Winston. Dallas recuperava così l’ovale già sulle 14 avversarie e dopo 4 giochi Elliott sfruttava gli impressionanti blocchi della linea di attacco e segnava il 10-3 andandosi poi a”tuffare” in un grandissimo pentolone rosso con lo stemma della Salvation Army, racimolando così 15 yard di penalità onestamente eccessive.

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I Bucs si producevano poi in un “tre e fuori” in quello che era probabilmente il peggior momento del loro attacco, mentre i Cowboys colpivano ancora. Prima l’asse Prescott-Witten confezionava 3 completi per 18 yard, quindi ancora il quarterback di casa giocava una play action perfetta per poi trovare Butler che veniva spinto fuori dal campo dopo aver però guadagnato 21 yard. Sul primo e goal era lo stesso Prescott a segnare la meta del 17-3.

A questo punto eravamo a metà secondo quarto ed il bottino in fatto di terreno guadagnato sul passing game per Tampa Bay diceva 7 yard…  Finalmente però anche Winston iniziava a svegliarsi: due completi a Evans fruttavano 29 yard, poi una corsa di Martin ed una dello stesso Winston altre 12. Sul gioco seguente Winston trovava Martino con un bel lancio da 25 yard ma poi il buon Jameis pensava bene di colpire con una lieve testata un avversario (entrambi indossavano il casco), guadagnandosi una sacrosanta penalità da 15 yard. Alla fine comunque i Bucs approdavano fin sulle 16 avversarie da dove Aguayo non poteva sbagliare il field goal del 6-17.

Poco dopo il two minutes warning Dallas aveva nuovamente il possesso della palla, e Prescott metteva su un altro clinic di passing game corto ma metodico, con 4 passaggi completati per 32 yard. Una penalità di holding di Leary costringeva poi Dallas ad un primo e venti ma Prescott non si scomponeva minimamente e trovava Bryant per un completo da 23 yard. Un sack di David faceva nuovamente indietreggiare i Cowboys che quasi allo scadere provavano un nuovo field goal da 52 yard con Bailey che però ancora una volta non centrava i pali.

Il terzo quarto era decisamente il momento migliore per i Bucs che nel primo drive con due corse di Martin e due passaggi corti di Winston arrivavano fin oltre la metà campo. Poi su un terzo e 1 dalle 42, i coach dei Bucs andavano per l’azzardo e venivano ripagati: Winston usciva dalla tasca e lanciava un tracciante per Humphries, tallonato da Carr; la palla era leggermente corta, ma Carr la teneva in vita cercando l’intercetto e favorendo invece un grandissimo catch di Humphries per la meta del 13-17.

Dallas restituiva quasi subito palla a Tampa Bay che operava addirittura il sorpasso: un passaggio a Shepard fruttava 19 yard quindi una ricezione da fantascienza a una mano di Brate con Lee che lo marcava stretto dava altre 17 yard agli ospiti, poi un’altra ricezione di Brate li faceva approdare fin sulle 23 di Dallas. Una corsa di Sims livellato da Mayowa faceva perdere 4 yard agli ospiti, ma ancora Winston pescava prima Evans per 17 yard poi Brate per la meta del 20-17.

Proprio quando sembrava però che l’inerzia stesse passando decisamente dalla parte del team della Florida, Dallas piano piano rimetteva le mani sulla partita: i Cowboys aprivano l’ultimo quarto con il field goal del pareggio di Bailey che stavolta metteva la palla fra i pali da 40 yard. Poi sul drive seguente dei Bucs, un grande intervento di Irving che toccava il braccio di Winston in fase di lancio, permetteva a Heath di intercettare l’ovale.

Sul rovesciamento di fronte un’altra penalità, stavolta di Tyron Smith, impediva a Dallas di chiudere il down ma gli uomini con la stella sul casco erano già a distanza di field goal e il piede di Bailey di nuovo non tradiva dalle 38. A quel punto mancavano ancora più di nove minuti, ma ormai l’attacco ospite era in riserva. Un tre e fuori, complice uno screen a Sims fallito per i pessimi blocchi della linea, ridava palla a Dallas che però commetteva l’unico vero errore della serata in attacco, con il fumble perso da Witten, appena il secondo negli ultimi 5 anni.

Ma nemmeno l’ottima posizione di campo dava la sveglia a Winston e compagni, che nuovamente si producevano in un tre e fuori. Se non altro la posizione di partenza del drive di Dallas era piuttosto scomoda, le proprie 4, ma ci pensava Elliott a togliere le castagne dal fuoco ai Cowboys con una grandiosa galoppata da 42 yard, favorita dai grandi blocchi della parte destra della linea offensiva, seguita poi da una da 10.

Nella red zone dei Bucs il drive andava in stallo, ma il field goal di Bailey da 33 yard portava i Cowboys a +6. L’ultimo, disperato tentativo di recupero di Tampa veniva bloccato dall’intercetto di Scandrick che regalava a coach Garrett la sua seconda stagione con almeno 12 successi, in attesa di provare ad agganciare e magari battere il record assoluto di vittorie in una stagione per un coach dei Cowboys che appartiene a Jimmy Johnson, con 13 successi nella stagione 1992. 

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