[NFL] Week 14: Houston, problema risolto (Houston Texans vs Indianapolis Colts 22-17)

Missione compiuta… Gli Houston Texans tornano da Indianapolis con una preziosissima vittoria 22-17 che li mantiene in vetta alla AFC South, seppur in coabitazione con i sorprendenti Tennessee Titans, e si scrollano di dosso gli stessi Colts, che ora arrancano alle spalle della coppia di testa seppur con una sola gara di ritardo.

Con il successo di domenica non solo Houston ha battuto per la prima volta nella storia della franchigia due volte nella stessa annata i Colts, ma in più ora gli uomini di coach O’Brien hanno nettamente il miglior record nelle partite all’interno della division, un elemento prezioso in caso di arrivo a pari vittorie.

Onestamente la sfida del Lucas Oil Stadium non è stata una grande partita, con due attacchi che hanno faticato e due difese buone, soprattutto quella di Houston, ma non certo spettacolari. E alla fine sono stati proprio gli errori a condannare, giustamente, i Colts contro un team che arrivava da tre sconfitte consecutive ma che ha offerto una prova di carattere in un momento delicato della stagione.

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Osweiler era atteso ad una prova che in qualche modo sbugiardasse la fama di grande discontinuità che si porta dietro dall’inizio della stagione e se è vero che l’ex Broncos non ha fatto molto per scrollarsi di dosso questa nomea, è anche vero che ha commesso un solo errore ed ha svolto diligentemente il suo compitino, leggi  non perdere la partita, ed il 14 su 24 per 147 yard è lì a dimostrarlo.

Fra i terminali preferiti di Osweiler ancora una volta spiccano i tight end Fiedorowicz e Griffin che insieme hanno messo a segno cinque ricezioni per 55 yard. Non molto direte voi, ma con un regista che lancia per nemmeno 150 yard bisogna accontentarsi. E proprio l’intesa fra Osweiler ed i tight end è uno dei leit motiv di questa stagione per Houston il cui attacco è passato dall’essere allergico ai tight end nel 2015, al dipendere pesantemente da loro, grazie anche all’incredibile miglioramento nel correre le tracce e ricevere i palloni proprio di Fiedorowicz che fino a pochi mesi fa era visto quasi esclusivamente come un bloccatore aggiunto.

A Indianapolis è invece proseguita la stagione frustrante per DeAndre Hopkins: il funambolo da Clemson ha ricevuto appena due palloni per 33 yard, portando il suo totale stagionale a 60 ricezioni per 701 yard, alla media di 11,7 yard per catch, ben lontano sia dal bottino di 111 palle catturate dello scorso anno, sia da quel 15,9 che era la media per ricezione nella stagione 2014.

Buon per i Texans allora che ancora una volta il gioco sulla terra non abbia tradito: Lamar Miller è stato utilizzato col contagocce in avvio di match poi però dal secondo quarto in poi l’ex Dolphins ha passeggiato sulla difesa di casa ed ha chiuso con 21 portate per 107 yard e l’unica meta dell’attacco ospite.

Lamar Miller Texans

L’altro runner, Alfred Blue, è servito per far stancare in avvio la difesa dei Colts ed ha comunque contribuito con 55 yard in 16 portate. E credo sia giusto assegnare parte del merito anche alla linea, soprattutto nella persona del tackle di sinistra Brown, visto che dalla sua parte la media a portata per Houston è stata di 7 yard e mezzo.

La difesa dei Texans era priva non solo del lungodegente  J.J. Watt, ma anche del forte cornerback Johnathan Joseph ma ha contenuto benissimo il rushing game di casa, soprattutto grazie al lavoro di McKinney e Cushing.

A livello di pass rush la coppia Clowney e Mercilus è stata una spina nel fianco costante per Luck e soci, con Mercilus autore di tre hit e quattro hurries più un passaggio deviato mentre Clowney ha aggiunto due hits, tre hurries ed un sack con fumble assolutamente fondamentale perchè arrivato ad una manciata di yard dalla linea di meta dei Texans. A livello di secondario invece bene le safety Demps e Hal, autori di un intercetto a testa.                   

Indianapolis ha invece pagato a caro prezzo gli errori di un attacco che non è mai riuscito a trovare un minimo di ritmo. Con due rookie nel ruolo di centro (Kelly) e di guardia destra (Haeg), la linea è stata spesso in balia dei dirimpettai di Houston, soprattutto sul lato destro, mentre la navigata coppia Castonzo-Mewhort non ha demeritato su quello sinistro.

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Il rushing game dei Colts è stato quasi nullo: se si eccettua una corsa da 33 yard di Luck ad inizio gara, la portata più lunga è stata di 13 yard di Gore che nelle altre nove corse non ha neppure raggiunto le 30 yard.

Anche il passing game in ogni caso non ha entusiasmato, con Luck, alla prima sconfitta casalinga della sua carriera nel mese di dicembre in regular season, che ha infilato un’altra prestazione non certo indimenticabile, in cui ha alternato cose decisamente pregevoli ad errori inusuali per lui. Alla fine per via aerea sono arrivate 274 yard, bottino di tutto rispetto, ma con poco più del 50% di completi (24 su 45), due mete e due intercetti, per un rating di appena 68,4.

Fra i ricevitori spicca la prestazione di Hilton che ha chiuso con 9 ricezioni per 115 yard. L’ex receiver di Florida International è stato spesso raddoppiato e in effetti in avvio di gara ha faticato ad essere efficace, poi i coach dei Colts hanno iniziato a “spostarlo” nelle varie formazioni e per i Texans sono stati dolori. Dopo di lui bene anche il tight end Doyle con 5 ricezioni per 55 yard ed il runner Turbin (4-33).

Tutta da dimenticare invece la prestazione della coppia Dorsett e Moncrief con il primo che ha ricevuto solo 3 degli 8 palloni lanciati nella sua direzione per  19 yard e il secondo che è stato autore di un terribile 0 su 4 con almeno un paio di drop piuttosto clamorosi. Ancora più grave è la mancanza di apporto dei due se si tiene conto che tutte le attenzione della difesa di Houston erano concentrate, come detto, su Hilton.

In difesa in Colts erano privi dello specialista della pass rush Robert Mathis e del cornerback Peterson, ma il problema più grosso per il reparto di coach Monachino è stato il contenere la corsa dei Texans, con il tackle Parry gestito con facilità dal centro avversario Mancz ed i linebacker largamente inefficaci. L’unico a salvarsi del front seven è stato il linebacker Ayers, autore anche dell’unico intercetto di giornata, mentre nel secondario la palma di migliore spetta a Rashaan Melvin che ha quasi annullato il talentuoso rookie Fuller.       

Venendo alla cronaca della partita, Houston aveva il primo possesso della gara, ma il drive di apertura dei Texans durava poco: gli ospiti chiudevano un down grazie alla ricezione di Mumphery ma poi erano costretti al punt, mentre dall’altra parte i Colts sembravano iniziare alla grande, prima con una corsa da 11 yard di Gore, poi con una super finta di Luck che in read option riusciva ad ingannare tutta la difesa dei Texans ed a portare la palla per 33 yard, record in carriera per l’ex Stanford.

Luck pescava ancora Hilton per 17 yard, poi però in red zone aumentava la pressione della pass rush ospite e sul terzo e otto, il regista di casa non riusciva ad imbeccare Moncrief con i Colts costretti al field goal che comunque Vinatieri trasformava in tre punti. 

Sul rovesciamento di fronte un bel sack di Ridgeway su Osweiler faceva naufragare il secondo drive di Houston, ma subito dopo arrivava il primo errore dell’attacco di Indianapolis, anche se sarebbe forse più corretto parlare pure di sfortuna: il tight end Allen scivolava mentre stava correndo la sua traiettoria ed il lancio di Luck, partito per altro molto dopo lo scivolone del compagno, arrivava dove sarebbe dovuto esserci Allen ed invece c’era la safety Demps che ringraziava e portava la palla fin sulle 16 dei Colts.

I Texans iniziavano dunque il drive da posizione favorevolissima, ma faticavano tremendamente ad avanzare il pallone: tre corse consecutive di Blue fruttavano 13 yard, poi su un secondo e goal dalle 3 il cornerback Butler impediva con un grande intervento la ricezione al runner Grimes, mentre sul terzo down era il linebacker Walden a forzare il lancio di Osweiler che cadeva incompleto.

Così anche Houston doveva accontentarsi dei tre punti con il kicker Novak che inaugurava il suo super pomeriggio. Il secondo quarto iniziava con i Texans in possesso dell’ovale e grazie alla ricezione del tight end Griffin e ad un pass interference fischiato a Vontae Davis, gli ospiti approdavano a metà campo. Qui ancora Blue, preferito nella prima parte di gara a Miller, guadagnava nove yard in due tentativi, ma sul terzo e 1 un grande intervento di Ayers che intercettava Osweiler ridava palla agli ospiti.

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Dal replay si notava chiaramente Ayers indietreggiare per spostarsi in zona e “pizzicare” Osweiler che cercava di servire Fiedorowicz che arrivava dalla parte opposta del campo con una traiettoria ad attraversare il terreno di gioco. I Colts avevano così palla già nella metà campo ospite, ma una penalità di holding fischiata al rookie Haeg li costringeva a giocarsi un secondo e poi un terzo e 20, e alla fine si andava nuovamente al punt.

Con 9:45 da giocare nel primo tempo Houston recuperava il possesso e coach O’Brien decideva di spingere sull’acceleratore col rushing game: Miller portava palla quattro volte consecutive per 19 yard, quindi su un terzo e 4 c’era una ricezione capolavoro di Hopkins da 22 yard, ma poi era nuovamente tutto corsa. Su un terzo e 5 un’ottima finta di Osweiler facilitava una gran corsa del runner Akeem Hunt che guadagnava altre 19 yard, quindi ancora due corse di Miller portavano i Texans sulle 8 avversarie.

TY Hilton Colts

Fiedorowicz si produceva poi in un numero assolutamente pregevole catturando una palla in allungo per un guadagno di 6 yard e a Miller era sufficiente un gioco per segnare la meta del 10-3. Quello che succedeva poi all’interno del two minutes warning del primo tempo era un po’ l’emblema dell’intero match: i Colts marciavano dalle loro venticinque fino alle trentasette di Houston salvo poi sbagliare il field goal da 55 yard con Vinatieri. I Texans invece con due completi di Osweiler per 22 yard totali approdavano fin sulle 33 del team di casa da dove Novak centrava i pali per il 13-3.

Il secondo tempo iniziava poi nel peggiore dei modi per Indianapolis, con Luck che subiva il secondo intercetto di giornata, stavolta ad opera della safety Hal. I Texans partivano così di nuovo da una grandissima posizione di campo, sulle 18 avversarie, ma Osweiler era parecchio fortunato a non essere intercettato in meta da Morris che non riusciva a trattenere una palla intesa per Fiedorowicz. Alla fine ancora grazie al piede di Novak, arrivavano altri tre punti e Houston si trovava così a +13.

Il vantaggio di due segnature degli ospiti però durava poco: Nelson veniva penalizzato per un pass interference da 41 yard, e dalle 18 avversarie Luck trovava Gore che grazie ai blocchi del centro e delle due guardie, sprintava verso la meta del 18-10. Houston si produceva poi in un altro tre e fuori, mentre sul rovesciamento di fronte Indianapolis arrivava vicinissima ad impattare la gara ma invece commetteva l’ennesimo pasticcio.

Tre bei passaggi di Luck fruttavano 45 yard, poi un’ottima corsa di Gore altre 15 yard. Il cornerback Nelson veniva nuovamente penalizzato per pass interference, e la palla veniva così posizionata sulle 5 dei Texans. Qui Turbin guadagnava 3 yard, Gore ne perdeva una, ma sul terzo e goal Clowney polverizzava il tight end Allen, lasciato incomprensibilmente da solo a bloccare uno dei più atletici defensive end dell’intera NFL, e poi placcava Luck con relativa perdita della palla, ricoperta da Mercilus.

Ancora Lamar Miller era invece il protagonista del drive successivo: l’ex Dolphins portava palla 5 volte per 41 yard, e grazie anche alla ricezione da 20 yard di Fiedorowicz, Houston arrivava fin sulle 17 avversarie. Qui il veteranissimo Trent Cole metteva a terra Osweiler e i Texans andavano nuovamente al field goal, ancora una volta trasformato dal cecchino Novak.

A questo punto mancavano meno di dodici minuti al termine, ma Indianapolis non si dava per vinta ed accorciava ancora, grazie anche all’aiuto della dea bandata: su un terzo e dieci a metà campo, Luck lanciava mentre due difensori dei Texans lo usavano stile prosciutto nel toast, la palla veniva alzata da altri due giocatori ospiti che si scontravano e finiva nelle mani di Hilton che veniva fermato dopo 14 yard.

Gore guadagnava quindi 4 yard, poi  Luck faceva partire un gran passaggio per Hilton direttamente in meta e si era 19-17. Poco dopo però la fortuna restituiva a Houston ciò che gli aveva tolto: Blue veniva placcato da McNary e perdeva l’ovale, ma il replay richiesto da coach Pagano non era decisivo nello stabilire chi avesse recuperato la palla ed il possesso restava agli ospiti.

Houston si trovava anche a giocare per ben due volte un primo e 20, ma in entrambi i casi gli ospiti riuscivano a chiudere il down col drive che si arenava però sulle 18 dei Colts. Novak era così chiamato in causa per la quinta volta e il kicker metteva a segno la “manita” eguagliando il suo record in carriera datato 2011 quando era ancora un membro dei Chargers.

A questo punto mancavano ancora quasi tre minuti e Indianapolis era sotto di appena 5 punti, in più il drive iniziava bene per i Colts con due bei completi a Hilton e Turbin per 14 e 10 yard. Un bel placcaggio di Cushing su Hilton costringeva però i locali a giocarsi un quarto e 1, ma il passaggio di Luck e Turbin cadeva incompleto, facendo scendere i titoli di coda sul match e con ogni probabilità sulle residue speranze di playoff dei ragazzi di coach Pagano.             

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