[NFL] Week 5: Big Ben fantascientifico (New York Jets vs Pittsburgh Steelers 13-31)

Vittoria facile quella ottenuta dagli Steelers, guidati da un Ben Roethlisberger capace di ripetersi e postare numeri fantascientifici per la seconda settimana consecutiva, aiutato dalle 139 yard di Sammie Coates (career high) e da una partita clamorosa di Levon Bell (9 ricezioni per lui, anche qui massimo in carriera).

I Jets, arrivati all’ Heinze Field tra mille problemi offensivi e senza Darrell Revis hanno retto un tempo, quello necessario a Pitt per prendere un po’ di ritmo e portare a casa la quarta W stagionale.

I Jets, come spesso è successo in questa stagione, giocano un buon primo drive offensivo, mixando a dovere gioco di corsa e di passaggio e vanno avanti 3-0.

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La risposta dei padroni di casa non si fa attendere. Big Ben spara il primo bombolone di giornata, Sammy Coates si fuma Marcus Williams e le 72 yard tra lui e delirio dei fan e Pittsburgh è avanti 7-3.

Dopo i primi due drive scendono sul gridiron anche le difese e inaspettatamente, almeno da parte Steelers, la partita si riduce a qualche primo down e tanti punt che permettono ai Jets di portarsi a -1 grazie ad una delle poche buone corse di Forte e ad una ricezione di Enunwa, in campo per la seconda settimana consecutiva come vice Decker.

Steelers Arthur Moats Put Pressure of Jets QB Ryan Fitzpatrick

Pittsburgh non aiuta la propria causa quando dopo un buon drive decide di non accontentarsi del FG e provare il fake con l’unico risultato di restituire possesso e fiducia a degli increduli Jets. Fitzpatrick trova in serie Powell, Enunwa e Marshall e appena prima del 2MW lancia una preghiera verso lo stesso WR #15 che trasforma un intercetto nel 13-7 NY.

Pittsburgh usa bene i due minuti che separano gli Steelers dal riposo lungo e risale il campo affidandosi prima a Bell e poi Brown che porta i padroni i suoi in redzone convertendo un fondamentale 3° down. Sul 1&goal Coates droppa un TD già fatto ma la segnatura è solo rimandata e un liberissimo Jessie James riceve lo sferoide che porta il punteggio sul 14-13 con cui si va al riposo.

La prima scossa del secondo tempo arriva sul punt che segue il primo drive offensivo dei Jets e  che Antonio Brown sembra poter riportare direttamente in endzone se non fosse per il miracolo di Pryor che si libera all’ ultimo del blocco e porta a terra il #84. Nonostante la posizione favorevole di campo il drive degli Steelers non si sviluppa e Pitt si deve accontentare di 3 punti.

I Jets, già poco brillanti offensivamente nel primo tempo, escono completamente di scena nel secondo e così sono ancora i padroni di casa a colpire, ed allungare, a cavallo tra terzo e quarto periodo in un drive che inizia con l’ennesimo screen per Bell, prosegue con una catch di Coates e si chiude con il TD di Antonio Brown che vale il +11.

Gli Steelers potrebbero chiudere la contesa poco dopo ma una magia di Sheldon Williams, con i suoi spalle al muro in redzone, regala un ultima possibilità alla gang green. Sul primo gioco arrivano 8 yard, poi però i Jets si trovano ad affrontare un 4&2, sulle proprie 37 e con 7 minuti sul cronometro. La scelta che segue assomiglia ad una resa perché invece di giocarsi l’ultima possibilità il coaching staff decide di puntare e di affidare alla propria difesa (sotto di 11!!!) il destino della partita. Il drive che segue è un lungo alternarsi di primi down che portano Pitt a mettere il TD, firmato Coates, del definitivo 31-13.

New York continua a faticare enormemente in attacco ed è poco incisiva anche in difesa dove il problema delle secondarie è tutt’altro che secondario (mi perdonerete il bisticcio). L’assenza di Decker sta pesando forse più del previsto ma il grande assente è il gioco di corsa, lo stesso che nelle prime due partite aveva permesso ai Jets di nascondere i limiti del proprio signal caller, gestire il cronometro e tenere la partita ad un certo ritmo.

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steelers vs jets

La capacità di portare pressione e i continui mismatch proposti dovevano essere invece il punto di forza della D di Todd Bowles, ma anche in questo caso fatta eccezione per le prime due partite si è visto poco di quanto ipotizzato mentre i dubbi sulle secondarie sono diventati “certezze”. Servono idee e un po’ di coraggio perché pensare di vincere a livello NFL puntando sotto di 11 a 7 minuti dalla fine sfugge ad ogni tipo di logica agonistica.

Pittsburgh vince la seconda in fila e, “sfruttando” la sconfitta dei Ravens, che hanno appena annunciato il licenziamento di Trestman, si prende la testa solitaria della AFC North. Gli Steelers sono partiti forti andando a segno nel primo drive dopo solo tre giochi, hanno sfruttato a loro vantaggio la pressione portata dalla difesa mandando Bell fuori a ricevere ma hanno comunque impiegato due quarti a capire che se non si fossero messi a fare sul serio avrebbero rischiato anche contro questa versione della gang green.

Coates ha mostrato il buono, pure speed, è il cattivo, drop, che c’è lui, Antonio Brown ha chiarito alla lega che non saranno un paio di scarpe a impedirgli di mettere la propria impronta sulla partita e qualcuno deve ancora trovare un modo per fermare Levon Bell.

Il punto interrogativo è quello su una D che ha sì tenuto a 13 punti i propri avversari ma che statisticamente sta concedendo su tutti i fronti e difficilmente riesce ad incidere sulla partita. Se la storia insegna Pittsburgh dovrà trovare una dimensione difensiva differente per poter provare ad andare avanti in post season

Jets attesi al MNF con i Cardinals mentre Pittsburgh vola a Miami per consolidare il primato nella division.

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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