[NFL] Week 1: Buona la prima per i 49ers (Los Angeles Rams vs San Francisco 49ers 0-28)

Il palcoscenico per il ritorno dei Los Angeles Rams nella NFL era perfetto: prima partita a San Francisco, tanto per rinverdire la vecchia rivalità tra California del Nord e del Sud che nel ventennio passato dai Rams a St.Louis si era un po’ sopita, Monday Night game, con tutti gli occhi della nazione puntati sull’ultima partita della giornata, un quarterback californiano scelto con la prima assoluta come protagonista predestinato.

Già prima della partita, però, qualcuno iniziava a fare modifiche sostanziali alla sceneggiatura, relegando il novello Golden Boy non solo in panchina ma addirittura nella lista dei giocatori non attivi, ed invece di essere la sua serata indimenticabile, questa prima di campionato per Jared Goff diventava la giornata in cui, per la prima volta nella storia, un quarterback scelto con il numero uno veniva relegato al terzo posto nella depth chart del proprio ruolo, non ottenendo nemmeno la misera soddisfazione di tenere la cartelletta al quarterback partente, quel Case Keenum che lo scorso anno fece decidere al management dei Rams che era necessario cambiare tutto nella posizione dietro al centro, se la squadra voleva avere un futuro.

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L’esordio, peraltro, era tra i più morbidi che ci si potesse aspettare se è vero, come è vero, che i 49ers nei power rankings prestagionali raramente erano classificati meglio del 30esimo posto globale su 32 squadre, alle prese con il terzo head coach in tre anni, una quarterback controversy risolta, almeno temporaneamente in favore di Blaine Gabbert (avessi detto Joe Montana…) ed una squadra tutta da testare.

Con queste premesse, ed una preseason tutto sommato decente, i Rams erano attesi ad una partita che aveva tutto predisposto per celebrare il trionfale ritorno del football a Los Angeles. Invece si è rivelato un disastro, con la peggiore prestazione non solo dell’era Fisher ma almeno degli ultimi vent’anni.

Si è visto un sacco di football spazzatura in questi anni in casa Rams, ma sinceramente una prestazione così imbarazzante fatichiamo a ricordarcela, nemmeno quando dietro il centro c’era Tony Banks ed a portare palla ci pensava Amp Lee.
Snoccioliamo qualche numero per far comprendere meglio l’agonia che ha rappresentato questa partita per i tifosi dei Rams.

13 drive: 1 turnover on downs, 2 intercetti, 10 punt.

Keenum: 17/35 per 130 yd e 2 intercetti per un quarterback rating di 34.2 e meno di quattro yard di media per tentativo di passaggio. Gurley: 2,8 yard di guadagno a portata. Austin: 13 palloni verso di lui, 4 ricevuti per 12 yard. 3 conversioni di terzo down su 15 tentativi. Necessita continuare?

I Rams sono stati ineffettivi per quattro quarti, incapaci di muovere la palla in attacco ed assolutamente inetti in difesa, dove la tanto decantata linea difensiva non è mai riuscita a mettere le mani addosso a Gabbert, e l’unica volta che lo ha fatto si è presa una penalità per violenza non necessaria.

San Francisco non si è dovuta dannare più di tanto per segnare quattro touchdown e controllare l’attacco avversario.
Chip Kelly ha riproposto la sua up-tempo offense con alcune variazioni che, almeno in questa occasione, hanno dato i loro frutti, con Gabberto praticamente mai obbligato ad andare sul profondo, prediligendo gli screen e le zone corte, aiutato anche da un running game che, grazie a Hyde ed allo stesso Gabbert, autore di alcuni scramble interessanti, non ha mai dato l’impressione di patire la difesa avversaria.

Incomprensibile, ad essere gentili, il playcalling dell’offensive coordinator dei Rams Rob Boras, che ha passato tutto il tempo a dare palla a Gurley per poi provare a chiudere il successivo terzo e lungo con dei passaggi corti. Emblematica la chiamata ad inizio di terzo quarto su un terzo e nove, con Keenum che lanciava a Brian Quick praticamente sulla linea di scrimmage.

Numerosi i lanci fuori misura da parte di Keenum, non si capisce bene se per errori suoi di lettura o di esecuzione delle tracce da parte dei ricevitori. Sta di fatto che più di una volta si è vista la palla da una parte ed il ricevitrore dall’altra, finchè uno di questi passaggi fuori bersaglio non è finito tra le braccia di Ray ray Armstrong (si, tra tutti proprio il linebacker che quando giocava nei Rams riusciva sempre a commettere stupide penalità che annullavano ottima azioni).

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I Niners hanno avuto vita facile, con un gioco di passaggi che raramente superava le cinque yard, ad ammassare la maggior parte dei difensori nel box rendendo praticamente impossibile a Gurley trovare spiragli per correre. Chiaramente una tattica di questo genere si espone al gioco di passaggi avversario, e spesso i ricevitori erano anche liberi, ma Keenum, come detto, ha avuto qualche problema di mira per tutta la serata.

San Francisco alla fine non ha fatto nulla di straordinario, ma piazzando un touchdown per quarto (quasi) con Hyde, Draughn, McDonald ed ancora Hyde si è portata a casa la prima vittoria stagionale contro molti pronostici.

Gabbert non ha dovuto inventarsi nulla altro oltre a non commettere errori grossolani per finire con uno score di tutto rispetto che lo vede autore di un bel 22/35 per 170 yard ed 1 touchdown, a cui si aggiungono nove corse per 43 yard che hanno spesso tolto le castagne dal fuoco ai Niners nei terzi down.

La frustrazione dei Rams sta tutta nell’espulsione di Aaron Donald, avvenuta verso la fine del quarto quarto per aver tolto il casco ad un avversario con una manata a gioco fermo dopo un placcaggio su Gabbert sul quale si sono accesi un po’ gli animi.

Questa vittoria è una bella iniezione di fiducia per i Niners che, come divcevamo, non godevano di molto credito da parte degli addetti ai lavori. Magari cadranno in picchiata già a cominciare da domenica prossima, ma per il momento hanno dato l’impressione di essere una squadra solida, senza fronzoli, determinata e con le idee chiare, soprattutto in sideline.

Lo stesso non si può dire dei Rams, invece. Ci piacerebbe archiviare questa sconfitta come un errore di percorso, ma temiamo che sia piuttosto un assaggio di quello che aspetterà i tifosi losangelini nel proseguio della stagione 2016.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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