[NCAA] Il riassunto della terza settimana

Con un calendario che presentava tantissimi incontri di cartello, ci si aspettava una terza settimana di college football all’insegna delle sorprese e delle conferme. Per molte squadre infatti questa giornata rappresentava un crocevia importante per la stagione e, visti alcuni risultati, possiamo già escludere qualche nome dalla lista playoff.

Nella sfida più importante della giornata, Alabama riesce a scacciare l’incubo Ole Miss e dopo due sconfitte consecutive contro i Rebels, esce vittoriosa da Oxford grazie ad una partita spettacolare e giocata a viso aperto da entrambe le squadre; con questa vittoria i Crimson Tide conservano saldamente il primo posto del ranking e avvicinano ancora di più l’obiettivo dei PO.

La prima sorpresa però è quella del pomeriggio dove Louisville demolisce Florida State con un perentorio 63-20. Per la squadra di Petrino, che agguanta il terzo posto del ranking, si tratta di una vittoria netta e senza appello che pone i Cardinals come una seria candidata alla post season. I ragazzi di Jimbo Fisher invece, escono completamente ridimensionati e il traguardo del National Championship è sempre più lontano.

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Al secondo posto passa dunque Ohio State, che nell’altra sfida di cartello vince, e convince, in casa contro Oklahoma, che nonostante abbia un record di 1-2 continua ad occupare un posto nel ranking non senza qualche polemica.

[NCAA] I disegni della terza settimana

Si confermano al 4, 5, 6 e 7 posto Michigan, Clemson, Houston e Stanford che vincono le rispettive sfide contro Colorado, South Carolina State, Cincinnati e USC mentre fa un bel balzo in avanti Michigan State che vince in casa di Notre Dame, in una delle rivalità più sentite della NCAA.

Anche Texas A&M sembra essersi ritrovata in questo inizio stagione e la vittoria contro Auburn vale per gli Aggies un posto nella top ten, così come Georgia che recupera posizioni grazie alla vittoria sul fino di lana contro Missouri.

Nella seconda metà del ranking, grossi exploit di Miami, Baylor e Arkansas che avanzano a grandi falcate verso le posizioni che contano mentre cedono il passo Texas, sconfitta da CAL in una partita spettacolare, Iowa che viene battuta da un FG negli ultimi secondi di North Dakota State e Oregon che perde nella sfida di Lincoln contro Nebraska; entrano invece per la prima volta in classifica quest’anno, San Diego State, vincente contro NIU, Utah che batte a domicilio San Jose State ed appunto Nebraska che entra direttamente alla posizione 20.

Alabama vs Ole Miss 48-43

Quella che era la partita di cartello della terza giornata di college football, non ha tradito le attese e, dopo una sfida spettacolare, sono i Crimson Tide ad uscire vittoriosi dal gridiron di Oxford. Per la squadra di Nick Saban si può dire così concluso l’incubo Ole Miss, che agitava le notti dell’HC già da due anni fa; nonostante la difesa, il vero punto forte di Alabama, abbia concesso fin troppe yard all’attacco di casa, alla fine il maggior talento e la maggior profondità di roster hanno avuto la meglio.

Per i Tide si tratta di un’affermazione che ha il sapore dei playoff; per Alabama infatti le insidie maggiori arrivano da Tennessee e LSU, due squadre che non stanno certo convincendo, ed anche se dovesse arrivare una sconfitta, difficilmente i ‘Tide verranno scalzati da una delle 4 posizioni che contano.

I Rebels invece non hanno nulla da rimproverarsi perché anche quest’anno hanno rischiato di vincere contro la più forte della nazione; tuttavia dopo essere andati in vantaggio anche di 21 punti, i ragazzi di Hugh Freeze hanno mollato la presa, consentendo così il ritorno degli avversari, che quando hanno preso il comando non l’hanno più lasciato; anche Chad Kelly, che è stato comunque uno dei migliori, si è lasciato andare come contro Florida State e da due suoi turnover sono scaturiti altrettanti TD per la difesa in maglia bianca.

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E’ la squadra di casa a fare la partita ed infatti al primo possesso Ole Miss passa in vantaggio grazie ad una corsa di Judd per 23 yard dopo appena 1 minuto e 50 secondi. Alabama all’inizio fa fatica a muovere l’ovale anche perché la difesa dei Rebels è schierata alla perfezione e non permette margini di manovra; solo un FG di Griffith infatti, aggiunge punti al tabellone per i ‘Tide nel primo quarto.

Al primo cambio di campo, i padroni di casa sono ancora più determinati e segnano in rapida successione un FG, un TD di Engram su passaggio di Kelly e riportano in endzone un fumble di Hurts con Youngblood. Gli ospiti sembrano scossi ma prima dell’intervallo lungo riescono a riportarsi ad un solo possesso di svantaggio in soli due minuti; prima una corsa di Ridley, poi un punt ritornato per 85 yard da Eddy Jackson chiudono il primo tempo sul 24 a 17 per Ole Miss.

Al rientro dagli spogliatoi però è un monologo di Alabama che prima pareggia con Payne, che recupera un fumble di Kelly, poi si porta in vantaggio grazie ad un FG di Griffith e poi allunga con Bo Scarborough e la sua corsa in regime di goal line. All’inizio dell’ultimo quarto Ole Miss prova a non perdere contatto con gli avversari grazie al FG di Wunderlich ma la voglia di vincere di Alabama è più forte di tutto e, grazie alla corsa di Hurts e all’intercetto di Allen riportato in TD, la squadra di Saban si porta sul +18.
Gli ultimi 3 minuti di forcing disperato dei Rebels portano Stringfellow e Brown a segnare dopo due passaggi di Kelly ma con il tempo a disposizione ormai terminato, i ragazzi di Freeze devono alzare bandiera bianca.

Oklahoma vs Ohio State 24-45

Vittoria meritata, e secondo posto nel ranking, per la squadra di Urban Meyer che si libera dell’insidiosa Oklahoma, in quella che era un’altra delle sfide di cartello di questa giornata di college football. Per Ohio State si è trattato di una partita insidiosa solo sulla carta poiché i Sooners sono sembrati veramente poca roba rispetto alla squadra dell’anno scorso. I Buckeyes infatti hanno dominato il campo in lungo e in largo, riuscendo a contenere Mayfield in quella che era la sua arma principale e cioè il gioco su passaggio; 226 yard rappresentano infatti un magro bottino per un ragazzo che ci aveva abituato a ben altre prestazioni ed anche i turnover di cui è stato vittima, hanno contribuito ad una prestazione scialba.

Nonostante questa sconfitta i Sooners, che hanno confermato le perplessità viste contro Houston, si trovano ancora in classifica e proprio per questo hanno suscitato qualche polemica sull’effettiva utilità del ranking in questo determinato scorcio di stagione.

Ohio State invece si gode questo ottimo momento di forma (sopratutto quello di J.T. Barrett) e nonostante le numerose perdite in sede di draft, i Buckeyes, grazie anche al lavoro di recruiting di Meyer, si sono confermati come una squadra tosta anche se imbottita di freshman e sophomore. E’ importante per Ohio State non perdere il treno proprio adesso anche perché la schedule presenta delle insidie solo nel finale di stagione; mantenere la concentrazione alta e non perdere la voglia di vincere sarà quindi prioritario per la squadra di Meyer.

La partita in realtà è rimasta in bilico soltanto nel primo quarto quando un solo possesso divideva le due squadre; Ohio State infatti, dopo qualche minuto di studio, andava a segno per ben due volte con una corsa di Samuel da 36 yard e con l’intercetto di Baker ai danni di Mayfield poi riportato in endzone. Il ritorno di kick off per 97 yard di Mixon riportava sotto i Sooners ma i padroni di casa allungavano ad inizio secondo quarto con il primo dei 4 TD di Brown.

Gli ospiti, completamente in bambola, provavano a riordinare le idee con il FG di Seibert e il TD di Miller ma la premiata ditta Barrett-Brown andava a segno altre due volte prima della chiusura del primo tempo.
Con un vantaggio di ben 18 punti, i padroni di casa aprivano il secondo tempo con il quarto sigillo personale di Brown mentre Oklahoma difficilmente riusciva a superare la propria metà campo; solamente alla fine del terzo quarto il #6 completava per Andrews e il FG di Durbin, nel garbage time dell’ultimo periodo, fissava definitivamente il punteggio.

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Florida State vs Louisville 20-63

Alzi la mano chi si aspettava un risultato del genere alla vigilia di questa partita. Nessuno, probabilmente neanche i più ottimisti, si sarebbero sognati una Louisville così determinata, così cinica, così spietata al cospetto di Florida State. Certo, la W dei Cardinals era ampiamente pronosticabile ma quello che è successo in Kentucky va ben oltre la semplice vittoria; coach Petrino infatti, ha messo in campo una squadra che ha annichilito gli avversari e cosa più importante ha dato lezioni di football ad uno come Fisher, che non è proprio l’ultimo arrivato. La preparazione alla partita, la cura maniacale per i dettagli, l’approccio mentale e la preparazione atletica di Louisville hanno prevalso su una squadra che è stata l’ombra di se stessa; zero idee, zero grinta, ed un gioco confuso e frammentario hanno decretato anzitempo la sconfitta dei Seminoles.

La squadra di Fisher adesso è chiamata al compito più difficile e cioè ricostruire, e in fretta, i pezzi che sono andati distrutti durante questa disfatta; il coach di Clarksburg è indubbiamente la persona giusta per questo compito ma dovrà fare i conti con quelli che sono gli stati d’animo dei giocatori.
Dall’altra parte invece i Cardinals si godono questa vittoria ed un Lamar Jackson da Heisman Trophy; il #8 infatti è il leader incontrastato di un attacco spaziale, che ora come ora è impossibile fermare. Vedremo tra due settimane, quando Louisville andrà a fare visita a Clemson in quella che sarà una partita da dentro o fuori, se almeno i Tigers saranno in grado di mettere un freno a quello che è indiscutibilmente il miglior giocatore della NCAA.

La partita è un dominio assoluto dei padroni di casa già dalle prime battute ed infatti Lamar Jackson ci mette poco per far capire agli ospiti quale sarà la trama della partita; con due corse in situazione di redzone, il QB in maglia rossa perfora una delle migliori difese in circolazione per il 14-0. La timida reazione degli ospiti è affidata al piede di Ricky Aguayo e al TD pass di Francois per Tate ma dura però molto poco; tempo 3 minuti e Louisville allunga il risultato con un’altra corsa, stavolta di Smith, ed un TD pass, sempre per Smith, scaturito da un fumble del QB di Florida State. Prima della chiusura del primo tempo ci sarà il tempo per Jackson di mettere a segno il suo terzo sigillo personale.

Alla ripresa delle ostilità la situazione non cambia ed anzi i padroni di casa ne approfittano per dilagare; un punt return di Alexander per 69 yard ed il terzo score di Smith allungano la forbice tra le due squadre nel terzo quarto mentre nell’ultimo periodo ci sarà tempo per l’ultima corsa personale di Jackson da 47 yard, il TD di Radcliffe in regime di goal line e il secondo TD di Tate su passaggio del backup Cosentino.

Michigan State vs Notre Dame 36-28

In una delle rivalità più sentite di tutta la NCAA, giocata nel catino infuocato di South Bend, gli Spartans riescono a sconfiggere i padroni di casa di Notre Dame grazie ad una vittoria convincente ed una prova autoritaria.

La squadra di Dantonio rimane così in corsa per un posto nei playoff, grazie ad una difesa veramente impenetrabile contro le corse ed un attacco ben bilanciato, guidato da un Tyler O’Connor che ha ben figurato. Il calendario di Michigan State, tolte le sfide difficili con i “cugini” di Michigan, Ohio State e Wisconsin, è agevole, e quindi per i bianco-verdi, sarà necessario mantenere alta la concentrazione per tutti i 60 minuti se vogliono cullare sogni di playoff.

I Fighting Irish invece pagano a caro prezzo il fatto di aver giocato solo per un quarto e devono dire addio ai sogni di playoff; la squadra di coach Kelly, inesistente nel running game, si è affidata troppo a DeShone Kizer, che non ha sfigurato ma che da solo non poteva fare molto di più. Per Notre Dame questa sconfitta è costata anche la posizione #18 del ranking e, sommata alla debacle contro Texas, lascia con l’amaro in bocca tutti quelli che avevano prospettato ben altri risultati per la squadra.

La partita stenta a decollare per via delle difese molto chiuse e degli attacchi che non riescono a muovere l’ovale; solo un lampo di Kizer, che entra in endzone dopo una corsa di 14 yard, illumina la sfida proprio in chiusura di primo quarto. Il TD degli Irish invece di galvanizzare i padroni di casa, sortisce l’effetto opposto e funge da sonnifero; ad approfittarne sono quindi gli Spartans che nel secondo quarto prima passano in vantaggio con Corley (e la successiva 2 point-conversion di Price), poi allungano a venti secondi dalla fine del primo tempo, con un TD pass di O’Connor per Shelton.

Alla ripresa dopo l’intervallo lungo, il copione non cambia e Michigan State, vista l’immobilità della difesa in maglia blu, continua a banchettare in endzone; 2 corse di Holmes, di cui una bellissima da 73 yard, e una di Scott, portano gli ospiti sul +29. A due minuti dalla fine del terzo periodo però, Notre Dame si sveglia dal torpore ed a stretto giro di posta accorcia pericolosamente con un TD di St.Brown, una corsa di Kizer ed un TD pass per Smythe a 6 dalla fine. La difesa degli Spartans tuttavia è un muro e gli ultimi assalti disperati dei padroni di casa, non bastano per agguantare la partita.

Heisman Watch

Nessuna novità per quanto riguarda la corsa all’Heisman Trophy che vede sempre saldamente al comando Lamar Jackson. Il QB di Louisville, con un’altra prestazione super, ha spazzato via la difesa dei Seminoles grazie a 5 TD totali e spodestare adesso il sophomore dalla prima posizione, sarà un impresa molto difficile.

Ci proverà fino alla fine Christian McCaffrey che è il protagonista del “derby” contro USC grazie ad un TD su corsa ed uno su passaggio; per il RB/WR di Stanford, che guida la NCAA per all-purpose yard, sono solo 8 i punti di distacco dal giovane QB.
A debita distanza dal duo di testa troviamo invece J.T. Barrett, che supera Nick Chubb e si issa al terzo posto; il QB di Ohio State ha registrato 4 TD pass (tutti per Brown) nella vittoria contro Oklahoma.

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Al quarto posto la new entry Donnel Pumphrey, RB di San Diego State, che ha trascinato gli Aztec alla vittoria contro NIU grazie a 220 yard e 3 TD su corsa, ricevendo gli elogi di praticamente tutti gli addetti ai lavori mentre chiude la top 5, Greg Ward che ha segnato 3 TD totali nella vittoria di Houston contro Cincinnati.

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Francesco Fele

Ho 29 anni e sono appassionato di sport Usa da 5 anni, seguo sopratutto il football (tifosissimo delle cheesehead) e l'NBA.

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