[NFL] (TOP &) FLOP della stagione 2015: Detroit Lions

Essere un tifoso presuppone, almeno in teoria, pazienza e forza d’animo nel superare le avversità. Essere un tifoso dei Lions, però, metterebbe senz’altro a dura prova chiunque. Non ritrovarsi almeno in un Divisional Round dal lontano 1991 indubbiamente rende l’ambiente stressante e carico di incertezze. La tensione senz’altro è salita alle stelle dopo l’ultima deludente stagione vissuta da Detroit. La squadra è tornata ad un record negativo e ha mancato l’obiettivo playoff, conquistato ad inizio 2014 appena per la seconda volta negli ultimi 15 anni. E la notizia del ritiro di Calvin Johnson, arrivata ieri, potrebbe aprire una voragine incolmabile in un ambiente ora con la tensione alle stelle.

Il fattore che più degli altri ha spostato gli equilibri della squadra nella scorsa offseason è stato senza dubbio la partenza di Ndamukong Suh verso la Florida. Se è vero che il suo impatto ai Dolphins è stato inferiore alle previsioni, è anche vero che i Lions non hanno trovato una soluzione adatta a sostituirlo, visto che Haloti Ngata, autore di appena 24 tackle e 2.5 sack nelle 14 partite disputate, non è riuscito ad essere altrettanto decisivo.

La difesa, in generale, ha vissuto una stagione sotto la media, in cui ha subito 349.6 yard a partita, ma soprattutto la bellezza di 25 punti di media, 400 in totale. Deludente anche il dato di 5.6 yard concesse per ogni azione, ma soprattutto la copertura sui lanci avversari, che ha procurato appena 66 pass deflected e 9 intercetti, oltre che una media di 236.6 yard a partita per mano dei quarterback avversari, capaci di festeggiare ben 27 touchdown pass in totale. Sul breve raggio la questione è stata meno traumatica, grazie ai 43 sack e ai 1.013 tackle totali di squadra, oltre che ai 9 fumble recuperati su 17 forzati.

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L’individualità che più ha fatto la differenza in assenza di Suh risponde al nome di Ezekiel Ansah, vero e proprio incubo per i quarterback avversari, che ha messo a terra per un totale di 14.5 sack e 99 yard di guadagno. Stephen Tullock, che è rientrato a pieno ritmo nel front seven dopo aver giocato soltanto le prime tre partite l’anno passato, ha messo insieme numeri importanti, quali 107 tackle, 8 tackle for loss e 2 fumble recuperati. Il linebacker è apparso ancora a livelli eccellenti contro le corse, ma in netta crisi in coverage.

stephen tulloch detroit lions

Quattro dei nove intercetti totali di squadra rispondono al nome di Glover Quin, unico a riuscire a riportarne uno nella end zone avversaria ed autore anche di 67 tackle e 5 pass deflected, mentre il compagno nel ruolo di strong safety, James Ihedigbo ha deluso le attese, collezionando appena un intercetto e 2 pass deflected. In quest’ultimo dato il leader è stato un ottimo Darius Slay, salito a quota 13 con 2 intercetti. È pesata come un macigno l’assenza di un DeAndre Levy a livelli spaventosi nelle ultime due stagioni e fermato alla vigilia di quest’annata da un brutto infortunio all’anca.

Se la difesa non è stata all’altezza della situazione, peggio ha fatto senza dubbio l’attacco, a partire da un gioco di corse che ha tragicamente chiuso all’ultimo posto assoluto per produzione offensiva. La misera cifra di 1.335 yard in totale (150 in meno del solo Adrian Peterson) rende perfettamente l’idea di quanto scarso sia stato l’apporto di Ameer Abdullah e Joique Bell su tutti, aiutati da Matthew Stafford per 159 yard ed un touchdown. In totale, dunque, appena 83.4 yard a partita e soli 7 touchdown, tanti quanti sono stati i fumble persi.

Il rookie da Nebraska, 54esima scelta assoluta dello scorso Draft, dopo aver messo a segno un touchdown nel suo primo drive in NFL contro i Chargers, ha deluso le tante attese scatenate da quella segnatura fulminea chiudendo con sole 597 yard totali in 143 portate (4.2 yard di media) e 2 touchdown, oltre a ben 4 fumble, di cui 2 persi. Peggio ha fatto Bell, autore di appena 311 yard in 90 portate (3.5 di media), sebbene capace di regalarsi almeno quattro viaggi in end zone ed una sola palla persa.

La maggior parte dei 358 punti e delle 346.7 yard a partita totalizzati dai Lions, dunque, hanno come protagonista il loro quarterback, che però non è esente da colpe. Nelle prime cinque partite stagionali, in cui i Detroit Lions hanno messo insieme la striscia negativa di sconfitte consecutive che, di fatto, ne ha compromesso irreparabilmente la stagione, il nativo di Tampa Bay ha collezionato la miseria di 6 touchdown pass a fronte di 8 intercetti, con prestazioni tanto negative da pregiudicare il suo posto al timone della squadra, passato temporaneamente al non certo straordinario Dan Orlovsky.

Matthew Stafford Detroit Lions

Stafford si è poi ripreso in maniera straordinaria e ha guidato il team ad un record di 7-4 grazie a ben 26 TD pass ed appena 5 intercetti, alzando il proprio fatturato in termini di yard a ben 4.262 totali, con un quarterback rating di 97. Ciò nonostante, l’inizio a dir poco altalenante è costato non poco alla squadra, anche se Stafford non è di certo l’unico colpevole nella franchigia di Motown.

Lo shock provocato dal ritiro di Johnson non sarà molto diverso da quello nel vedere l’attacco di Detroit privo della sua stella assoluta l’anno prossimo. Megatron sembrava non trovarsi più a suo agio in una franchigia che non gli avrebbe dato alcuna garanzia per il futuro ed ha lasciato a soli 30 anni, dopo 731 ricezioni, 11.619 yard e 83 touchown. Pur essendo andato ben oltre le 1.000 yard (1.214), non è stato autore della propria miglior stagione per chiudere la carriera, considerando che soltanto in due occasioni ha superato quota 100 in partita e 3 dei 9 touchdown totali li ha siglati nel fragoroso successo contro gli Eagles.
Le 16 giocate da oltre 20 yard costituiscono il numero più cospicuo in un parco ricevitori capace di appena 52 azioni del genere, ma sono stati ben 62 i target andati a vuoto e diretti a Megatron, che ha ricevuto comunque 88 palloni.

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Un reparto ricchissimo di talento ha prodotto per lo più flop. Golden Tate si è fermato a 813 yard in 90 ricezioni (9 di media), siglando 6 touchdown, mentre Eric Ebron ha confermato soltanto di non aver meritato per il momento una decima scelta al Draft. Il tight-end ha raggiunto appena le 537 yard in 47 ricezioni, donando perlomeno alla causa 5 touchdown. Se è stato scarso l’apporto in ricezione dei due runningback sopra citati, strepitoso invece è stato Theo Riddick, con appena 19 target mancati (80/99) e ben 697 yard in totale.

Eric Ebron Detroit Lions

Come detto, la stagione dei Lions comincia come peggio non potrebbe, facendo dimenticare quanto di buono visto l’anno passato fino al combattuto Wild Card Game perso contro i Cowboys. Stafford si spegne alla distanza, proprio mentre Rivers scalda il proprio motore a diesel ed il match d’esordio sfugge di mano alla franchigia di Motown, mentre non c’è storia contro i Vikings, portati sulle spalle da un Adrian Peterson tornato dominatore del backfield. Le tante buone individualità non creano per forza un meccanismo di squadra altrettanto efficace e la dimostrazione ulteriore arriva nel successivo KO subito dai Broncos, che lasciano i Lions ad un numero di yard offensive totali inferiore a quello del solo Peyton Manning.

I tanti problemi offensivi non possono che continuare contro una difesa solida come quella dei Seahawks, dominata da un Kam Chancellor capace di annullare Megatron. La quinta partita stagionale, da unica squadra ancora senza successi, è il crollo definitivo, soprattutto per Stafford, demolito dalla difesa dei Cardinals e nel confronto con Carson Palmer, persino ridicolo da porre in quel momento.

Il quarterback, però, non molla la presa e, grazie all’aiuto di un Johnson tornato straordinario, piega la resistenza dei Bears al supplementare. I tanti field goal di Blair Walsh decidono un match combattuto e perso lottando contro i Vikings, mentre l’aria europea fa tornare i Detroit Lions nel baratro contro una squadra in rapida ascesa come i Chiefs.

La situazione, a metà stagione, è già compromessa e Detroit, con una sola vittoria e 7 sconfitte, di fatto è fuori da ogni discussione per i playoff. Una partita carica di errori garantisce perlomeno il primo successo al Lambeau Field dal 1991 e la serie prosegue contro Raiders, in una sfida nuovamente a basso punteggio decisa dalla difesa, ed Eagles, devastati invece dallo strapotere di Stafford e dal Megatron versione Thanksgiving, da sempre una certezza a Detroit per godersi il tacchino.

L’insensato hail mary di Aaron Rodgers a tempo scaduto è un missile che distrugge le fievoli speranze dei Lions, traditi da una difesa che si dispone come peggio non potrebbe in end zone. È il simbolo della distratta, deludente, tragica stagione di una squadra insicura. La sconfitta contro i Rams e le successive vittorie contro Saints, 49ers e Bears hanno davvero poca importanza, se non per definire un record finale deludente a quota 7-9.

Ora che la regular season è alle spalle bisogna pensare a come rendere l’offseason un terreno fertile per costruire un futuro oggi quanto mai difficile da prevedere. Sembra probabile la partenza in trade di Tullock e dell’offesive tackle Reiff, per liberare 14 milioni di cap space che si andranno ad aggiungere ai 24 liberati dal ritiro di Johnson. Senz’altro servirà aggiungere esperienza ad una linea offensiva che dovrebbe rafforzarsi anche al Draft, tanto quanto quella difensiva, come detto ancora avara di risorse dopo la partenza di Suh.

Ihedigbo ha deluso le attese e quasi certamente non rimarrà a Motown, lasciando un altro ruolo da coprire con una scelta oculata tra quelle a disposizione. Una luce in fondo al tunnel dovrebbe poter esistere anche per i Lions, ma sembra nascondersi anno dopo anno nel buio più nero.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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Un Commento

  1. Da tifoso lions mi trovo d accordo con tutto, avrei fatto solo una precisazione , ovvero che da quando quel maledetto di Lombardi se ne è andato abbiamo fatto una buona stagione in un campionato comunque abbastanza difficile,vincendo oltretutto in casa dei formaggiari (non succedeva dal 92) . Quindi scrivo io l’ultima cosa che manca all’articolo .

    FOTTITI LOMBARDI

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