Super Bowl XXXII: John Elway did it!

Come ormai tutti voi saprete, domenica 7 Febbraio Denver Broncos e Carolina Panthers si giocheranno il Super Bowl, e con esso, la possibilità di entrare nell’albo d’oro della NFL.

Le due squadre arrivano da un passato completamente diverso, i primi, una storica franchigia dai tempi della AFL, i secondi, uno degli ultimi expansion team che portarono l’attuale NFL ad avere 32 squadre.

Cosa più importante però, sono i due quarterback, da una parte Peyton Manning, probabilmente al sua canto del cigno, dall’altra Cam Newton, giovane ed esuberante astro nascente della lega, che nel 2015 ha azzeccato la stagione della vita.
Ma in questo articolo, non vogliamo parlarvi di loro, vogliamo solo sfruttare un piccolo punto in comune, per parlare di un Super Bowl del passato.

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Partiamo da lontano, da una considerazione semplice: chi di noi non ha mai desiderato di avere una seconda occasione nella vita, magari per potere tornare indietro e rimangiarsi una frase di troppo, o per non commettere un errore fatale per la propria esistenza, oppure più semplicemente, come nel nostro caso, per rigiocare una partita che avrebbe potuto farti mettere un anello al dito.

Nella NFL a volte ci troviamo in presenza di giocatori che questa seconda occasione non l’hanno mai avuta, citiamo a memoria: Dan Marino, Fran Tarkenton e Jim Kelly, grandissimi giocatori, ma che per varie ragioni non sono mai riusciti a vincere un titolo NFL, Marino ebbe una sola occasione ad inizio carriera e si trovò di fronte Joe Montana ed i suoi 49ers, Tarkenton e Kelly ebbero più di una partecipazione al Super Bowl, ma non riuscirono mai a farcela.

Miami Dolphins quarterback Dan Marino Frank Tarkenton Jim Kelly #12

E poi, beh… è poi c’è John Elway.

Nella sua lunga carriera John Elway ha forse dato il meglio di sè nel periodo tra il 1986 ed il 1995, ma purtroppo per lui, 3 partecipazioni al Super Bowl si conclusero con 3 brucianti sconfitte contro New York  Giants, Washington Redskins ed i soliti 49ers di Joe Montana.
Quest’ultima sconfitta fu particolarmente pesante (55-10) ed in molti pensarono che le speranze di titolo per Elway ed i suoi Broncos fossero definitivamente dissolte.
Infatti con quella partita si può dire che si concluse un ciclo per Denver, e per qualche anno a seguire non riuscirono più a tornare al vertice della NFL.

Iniziò così un periodo di ricostruzione nel quale però Elway fu sempre presente al comando delle operazioni in campo, infatti il posto di QB titolare fu sempre saldo nelle sue mani.
Le cose cominciarono a cambiare nel 1995, quando al comando a bordo campo, arrivò Mike Shanahan, che in precedenza era stato l’offensive coordinator negli anni dei 3 Super Bowl persi.

Shanahan Elway

Shanahan esordisce alla guida dei Broncos con un colpo di grande astuzia tattica andando a selezionare all’annuale college draft, al sesto giro per quella che era la 196-esima scelta assoluta, un semisconosciuto running back, tale Terrell Davis.

Quella che all’epoca sembrò una scelta minore e di secondo piano, si rivelerà invece decisiva per dare ad Elway quella seconda occasione che lui tanto desiderava.
Infatti nella sua prima stagione alla guida dei Broncos, Shanahan riesce a riportare la squadra a galla con un record accettabile (8-8) , ma soprattutto con un Davis che mette a referto ben 1117 yard corse, nel suo anno da matricola.

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Nell’anno successivo si compie un altro passo avanti, i Broncos tornano ad essere la prima squadra della NFL come total offense (5791 yard), realizzando il miglior record della AFC con 13-3 e ritornando finalmente ai playoff, per venire però clamorosamente sconfitti in casa per 30-27 dai Jacksonville Jaguars, una franchigia che all’epoca era solo al suo secondo anno di vita.

Questa sconfitta per fortuna non fermò Elway e compagni , i quali tornarono più forti di prima nella stagione 1997, realizzando un record di 12-4, con una total offense di 5872 yard.
Paradossalmente questo non bastò a fare di loro la migliore squadra della NFL, perchè vennero superati dai rivali divisionali, i Kansas City Chiefs, che chiusero la regular season con il record di 13-3.

John Elway aveva già 37 anni, ma questo non gli impedì di stabilire una stagione da Pro Bowl, con 3675 yard, 27 touchdown e solo 11 intercetti, inoltre, a differenza della squadra degli anni ’80, questi Broncos non avevano solo Elway come arma offensiva, il già citato Terrell Davis, realizzò nel 1997 un totale di ben 1750 yard su corsa, con 15 mete realizzate.
Inoltre occorre anche citare il migliore ricevitore di quella squadra che paradossalmente non era un Wide Receiver, ma bensì il tight end, Shannon Sharpe, che chiuse la regular season con 72 ricezioni per 1107 yard.

Shannon Sharpe

Fedeli al vecchio detto del football: “L’attacco vende i biglietti, ma la difesa vince le partite” anche il reparto difensivo di quei Broncos era di prim’ordine, citiamo tra tutti il linebacker Bill Romanowsky e la coppia di defensive back Steve Atwater e Tyrone Braxton.

Denver si qualificò quindi ai playoff come wild card team nel 1997, ed iniziò la sua corsa al Vince Lombardi Trophy incontrando proprio i Jacksonville Jaguars che li eliminarono clamorosamente l’anno prima.
Stavolta la storia fu ben diversa, Denver vinse 42-17 con 511 yard di total offense delle quali 184 corse dal solo Terrell Davis che realizzò anche due touchdown.

La settimana successiva segnò la svolta della storia di Elway e compagni, infatti per via delle posizioni in regular season, i Broncos dovettero affrontare i rivali Chiefs proprio nella tana del lupo, il famoso Arrowhead Stadium di Kansas City, ed anche qui, sarà Terrell Davis a risultare decisivo, correndo per oltre 100 yard e segnando le due mete che permetteranno ai Broncos di qualificarsi per il turno successivo, vincendo così per 14-10 in trasferta.

Essendo i Broncos il wild card team, la loro strada continua ad essere in trasferta anche nella domenica successiva, quando Denver deve di nuovo affrontare gli avversari nel loro stadio, in questo caso il vecchio Three Rivers Stadium di Pittsburgh.

Questa volta sarà la difesa a giocare un ruolo cruciale, rendendo impossibile la vita al quarterback avversario, Kordell Stewart, intercettandolo 3 volte e ponendo le basi per il 24-21 finale a favore dei Broncos con il quale Elway ottiene finalmente la seconda occasione di cui parlavamo all’inizio, ovvero tornare a giocare il Super Bowl.

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E così, il 25 Gennaio del 1998 al Qualcomm Stadium di San Diego, i Denver Broncos tornano a giocarsi il titolo della NFL e si trovano di fronte i campioni in carica, ovvero i Green Bay Packers di Brett Favre.

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I temi dominanti della vigilia furono essenzialmente due, ed entrambi incentrati sui Broncos, nel primo caso, c’era la curiosità di rivedere al Super Bowl l’ex giovane talento John Elway, ormai verso la fine della propria carriera, che pareva avere ritrovato la giovinezza in una stagione da favola, ed il secondo era relativo alla ipotizzata debolezza della AFC che non vinceva una finale dal 1984 quando ad imporsi furono i Los Angeles Raiders contro i Washington Redskins.

Da allora, era sempre stata la rappresentate della NFC ad aggiudicarsi il Vince Lombardi Trophy.
Con queste premesse, i pronostici della vigilia erano tutti a favore dei Packers, sia perchè erano i campioni in carica ed avevano fatto una regular season migliore, sia per i già citati 13 anni di dominio della NFC al Super Bowl.

La partita iniziò subito in salita per i Broncos, infatti l’attacco dei Packers guidato da Favre, macinò subito yards su yards, arrivando facilmente in meta sul drive iniziale.
I timori dell’ennesimo massacro subito da Elway e compagni, svaniscono però nel successivo possesso di Denver, dove Elway, aiutato anche da un holding difensivo dopo un incompleto su un terzo down, riesce a portare la propria squadra nella red zone avversaria e da li sarà poi un gioco da ragazzi per Terrell Davis, andare a segnare il TD del pareggio, e sarà anche la prima volta nella storia del Super Bowl che entrambe le squadre riescono ad andare in meta sul possesso iniziale della partita.

terrell davis broncos

Il primo colpo di scena avviene sul successivo possesso di Green Bay, quando Favre viene intercettato da Braxton sulle 45 yard dei Packers e, sul successivo possesso dei Broncos, con 5 corse, Davis mette tutti in riga e porta la sua squadra ad una yard dalla meta, ed è poi John Elway con una corsa, a segnare il TD del vantaggio, all’inizio del secondo quarto di gioco.

Le cose non si mettono bene per Green Bay, perchè nel drive successivo Favre viene placcato duramente e perde il possesso dell’ovale che viene recuperato da Denver, che torna così in attacco, riuscendo poi a mettere ulteriori 3 punti sul tabellone con un field goal da 51 yard del kicker Jason Elam, aumentando il vantaggio sul 17-7.

Il primo segno di riscatto da parte dei campioni in carica, arriva proprio nel momento in cui sembrano con le spalle al muro: con il pallone posizionato sulle proprie 5 yard con 7:58 al termine del primo tempo, Favre e compagni realizzano uno dei migliori drive mai visti nella storia del Super Bowl, macinando tutte e 95 le yard che li separano dalla linea di meta, ed andando a segnare con un TD pass di Favre per il TE, Mark Chmura, a 12 secondi dalla fine del primo tempo.

Alla ripresa delle operazioni, questa volta è la difesa di Green Bay a forzare un fumble su Terrell Davis ed a recuperare la palla sulle 26 yard di Denver per poi andare a realizzare un field goal pareggiando così la partita sul 17-17.

Verso la fine del terzo quarto il punter dei Packers riesce a posizionare la palla sulle 8 yard avversarie, ma questo non riuscirà a fermare i Broncos, che emuleranno il drive precedente di Favre, andando a guadagnare 92 yard per portarsi così in vantaggio, ma negli occhi di tutti i tifosi, resterà l’immagine di un John Elway che in questo drive su un 3 down sulle 12 yard avversarie, al posto di passare il pallone, preferisce andare in scramble verso destra e, vedendosi arrivare addosso gli avversari, al posto di scivolare a piedi in avanti per non farsi colpire, come fanno tutti i QB, preferisce tuffarsi in avanti, guadagnando il primo down e volando letteralmente in aria girandosi su se stesso come un elicottero, a seguito dei duri colpi ricevuti dai difensori di Green Bay.

Una dimostrazione di coraggio che ancora oggi viene vista come il segno del valore di John Elway, che nel momento decisivo della partita e forse della sua carriera non si è tirato indietro, momento che è passato alla storia come “The Dive”, che ha anche una certa assonanza con “The Drive” altro capolavoro di Elway entrato nella leggenda della NFL.

Tornando alla cronaca della partita, è inutile dire che è stato poi il solito Terrell Davis a suggellare questo drive, con una corsa per il TD del vantaggio per 24-17.
La partita sembra finita quando sul successivo kickoff return, Green Bay perde la palla che viene prontamente recuperata da Denver, ma Elway si fa intercettare in end zone, ridando possesso di palla e speranze ai Packers.

Dopo questo intercetto, i Packers guadagnano 85 yard in soli 4 giochi, andando di nuovo a pareggiare il punteggio sul 24-24 con un TD pass di Favre per Antonio Freeman.
Dopo un paio di possessi finiti con un punt, i Broncos si ritrovano sulle 49 yard avversarie con 3:27 rimasti da giocare, ed iniziano benissimo il proprio drive, grazie ad una penalità di face mask commessa dalla difesa dei Packers, mentre placcavano Davis su una corsa a guadagno pressochè nullo.

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Questa penalità infonde una grossa spinta ai Broncos, i quali riescono successivamente a portarsi ad una yard dalla metà con 1:47 da giocare.
Chiunque abbia visto quella partita, ricorderà che i Broncos segnarono facilmente sul successivo down, con una corsa centrale del solito Davis, questo perchè, come si seppe nel dopo partita, l’Head Coach di Green Bay, decise di farli segnare subito per avere più tempo a disposizione sul successivo possesso, per tentare di pareggiare.

Purtroppo per lui le cose non gli andarono bene, i Packers riuscirono a portarsi nella red zone avversaria, in quell’ultimo disperato drive, ma quando, su un quarto down, il passaggio di Favre venne deviato a terra, il miracolo si era compiuto: dopo 13 anni una squadra della AFC riusciva finalmente a vincere il Super Bowl e soprattutto, uno dei più grandi QB che abbia mai giocato in NFL riceveva il premio che gli era sempre sfuggito nei suoi anni migliori: l’anello di campione del mondo.

John-Elway super bowl

Grazie all’ottima gestione tecnica della dirigenza di Denver, John Elway ha avuto la sua seconda occasione e non se l’è lasciata sfuggire, guadagnandosi di diritto un posto tra gli immortali nella Hall Of Fame di Canton, Ohio.

Qual è il nesso con la partita di domenica, vi chiederete?

Semplice, John Elway ora è a tutti gli effetti, il boss di Peyton Manning, che domenica scenderà anche lui in campo, per la sua seconda, ed ultima occasione.
Lui ha già vinto un anello, contro i Bears nel Gennaio del 2007, ma chi conosce il football, sa che meriterebbe di chiudere in bellezza la carriera, con un secondo trionfo.
Noi, non possiamo certo conoscere il futuro, ma ci auguriamo che la partita di domenica, sia intensa ed emozionante, come quella di quel Gennaio del 1998 che consacrò definitivamente John Elway nell’Olimpo della NFL.

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Gabriele Garoldi

Appassionato di Sport USA, baseball e football in particolare, fin dai lontani anni '80, con tifo sfegatato per i nativi americani.

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