[NFL] NFC Championship Game: il ruggito delle pantere (Arizona Cardinals vs Carolina Panthers 15-49)
Tra i due Championship games domenicali si pensava che quello più equilibrato sarebbe stato l’incontro tra gli Arizona Cardinals ed i Carolina Panthers; sull’altro fronte praticamente nessuno dava Denver vincente, mentre il match del Bank of America Stadium di Charlotte si prospettava in bilico ed incerto, con entrambe le squadre in grado di portare a casa una vittoria.
Ma le partite non si giocano sulla carta ed infatti i verdetti raccontano una storia molto diversa dalle previsioni pre-partita. La diciassettesima edizione della Brady-Mannig saga si è risolta in favore dei Broncos solo negli ultimi secondi di un match combattuto e volto in favore dei padroni di casa grazie ad una prestazione feroce della difesa; invece lo scontro tra i due migliori attacchi della Lega ne ha visto uno sbocciare e l’altro appassire sempre più con l’andare dei minuti, determinando un risultato finale che ben rappresenta nei numeri la disfatta cui sono andati incontro i Cardinals, travolti infine dai Panthers per 49-15.
Fin dalle prime battute hanno cominciato ad accumularsi gli indizi di quello che sarebbe stato il match nel suo prosieguo; già nel primo quarto la compagine guidata da Ron Rivera è riuscita a prendere il largo, con un parziale di 17-0 aperto dal field goal calciato tra i pali dalle 45 da Graham Gano e seguito da due spettacolari Td’s. Il primo è stato il frutto di un flip pass di Newton per Ted Ginn Jr. che ha totalmente sorpreso la difesa avversaria. Il receiver ha trovato spazio sulla sinistra, e una volta saltato il primo uomo è stato in grado di tagliare tutto il campo in diagonale ed entrare indisturbato nella End Zone. La seconda segnatura da sei punti è ad oggi l’azione con maggior numero di yards guadagnate nella storia della franchigia della Carolina nella post-season; su un terzo & 8 dalle proprie 14 Newton ha trovato Corey Brown a metà campo, che una volta liberatosi di Rashad Johnson si è involato verso la meta per siglare un Td da 86 yards che dopo il PAT ha allargato il divario a tre possessi di distanza.
Un primo quarto quindi completamente dominato da Carolina, che ha proseguito nell’abitudine stagionale di prendere ampio margine nelle prime frazioni di gioco (ultimo esempio la sfida con i Seahawks della scorsa settimana, quando il primo tempo era stato chiuso sul 31-0). Dall’altro lato i biancorossi sono parsi in grande difficoltà tanto che in questa fase non sono mai riusciti a superare la metà campo, anche per via di un Palmer brutta copia di se stesso, condizionato dalla forte pressione apportata dalla difesa avversaria. La manifesta confusione nella compagine guidata da Coach Bruce Arians è riassumibile in un tentativo di lancio da parte di Larry Fitzgerald su un trick play con cui Arizona ha tentato di sorprendere la controparte, ma finito in un incompleto spentosi ben lontano da qualunque ricevitore.
Non certo migliore l’avvio di secondo quarto con Palmer che ha messo a referto il primo dei sei turnover della sua disastrosa partita (alla fine 23-40 per 235 yards, 1 Td e 4 intercetti), in questo caso un fumble derivato da un sack di Kawann Short e recuperato dall’onnipresente Luke Kuelchy. Resta il dubbio che la prestazione del Qb possa essere stata influenzata dall’infortunio all’indice della mano destra che lo ha accompagnato nelle ultime settimane, ma è innegabile che il veterano sia in ogni caso parso ben poco a suo agio, e che abbia compiuto nel corso della serata diverse scelte discutibili.
Certo non è stato molto aiutato dai suoi compagni; dopo un Td su corsa di David Johnson che ha permesso di diminuire lo svantaggio a dieci punti, e con l’attacco dei Panthers in una fase di poca lucidità in avvio di secondo quarto, i Cardinals non sono riusciti a sfruttare diverse occasioni, che se realizzate avrebbero potuto comportare un andamento molto diverso della partita. E’ stato prima Patrick Peterson, una delle stelle del Team, a commettere un grave errore su un punt return; nel tentativo di strafare, e cercando di ricevere l’ovale in piena corsa, ha finito col non controllarlo e perderlo, permettendo a Carolina di recuperarlo e avviare il seguente drive in profondità nel territorio dei suoi. Pochi snap ed è stato direttamente Newton, con una qb sneak, ad annullare il breve momentum degli ospiti e allungare nuovamente sul più 17.
[ad id=”29259″]L’inerzia favorevole ai Panthers è stata poi confermata dalla serie di eventi verificatisi nelle fasi immediatamente successive. I Cards sono subito andati incontro al terzo turnover della serata, per via di un pallone forzato fuori dalla mano di Palmer da Charles Johnson. Newton non è tuttavia riuscito a convertire in punti il favorevole drive, avendo lanciato un brutto intercetto riportato proprio da Peterson fino alle 22 nella metà opposta del campo da gioco. Ed è qui che Arizona ha sprecato quella che è probabilmente stata l’ultima opportunità di rientrare nel match. Nel primo snap del drive, prendendo una pessima decisione, Palmer si è fatto a sua volta intercettare da Kurt Coleman nella End Zone. Il primo tempo si è quindi chiuso sul 24 a 7, con i padroni di casa in pieno controllo di una partita che da quel momento non è più stata tale.
Nel primo drive del terzo quarto i Panthers hanno bruciato ben 7 minuti sul cronometro, confermando un trend costante per tutta la serata, che li ha portati in conclusione a mantenere il possesso molto più a lungo dei rivali, e per un tempo nettamente sbilanciato in loro favore (quasi 37 minuti, contro 23). L’attacco di Arizona ha invece continuato a non girare, e persino Fitzgerald ha finito col compiere un paio di drop, evento quanto mai raro. E’ solo nell’ultimo quarto che la squadra di Phoenix è riuscita ad aggiungere altri punti sul tabellino, grazie ad un Td del tight end Darren Fells, seguito da una conversione da due punti.
Ma nel mentre il distacco si è sempre più allargato ed anche in seguito i Panthers hanno continuato a mettere a segno punti, 25 nel secondo tempo. Newton ha prima sfruttato nuovamente la sua incredibile stazza per firmare l’ennesimo Td stagionale su corsa (i due di giornata conditi da 335 yards lanciate tramite 28 tentativi, 2 Td’s e l’intercetto), entrando in volo nella End Zone, con capriola annessa. Sono poi stati Funchess su ricezione e Kuelchy con una pick six in pieno garbage time a portare a 49 il numero di punti totali, record dell’NFC Championship Game nell’era del Superbowl (da primato anche i 7 turnovers degli ospiti, il massimo nei playoffs in una singola partita dal 2001, quando i Packers ne collezionarono 8 in un match contro i Rams).
Nel complesso è stata una vera e propria prova di forza da parte dei Carolina Panthers, che ad una solida difesa sono in grado di aggiungere un attacco a tratti inarrestabile, sopratutto grazie a Cam Newton, probabile MVP di questa stagione e ormai leader assoluto ed indiscusso della squadra (pare che nell’intervallo abbia tenuto un discorso ai compagni, del quale non si conosce il contenuto, ma sicuramente efficace nel far si che nel secondo tempo non calasse l’attenzione come accaduto nella partita di Divisional Round contro Seattle). La serenità e la sincera allegria che il Qb ha mostrato per tutto l’anno ha sicuramente contribuito ai risultati della franchigia, creando un clima di coesione all’interno dello spogliatoio. Che piaccia o meno come giocatore, o che siritengano o meno eccessive le sue esultanze, Cam è indubbiamente una delle faccie positive della NFL (si pensi all’ormai stabile tradizione che ha introdotto di regalare i palloni dopo i touchdowns ai bambini in tribuna) ed un giocatore che negli ultimi tempi è molto migliorato anche sotto l’aspetto tecnico e tattico.
Nel Superbowl del 7 Febbraio dall’altra parte della barricata troverà Peyton Manning, un altro che per motivi differenti ha vissuto una stagione sicuramente fuori dalla norma e che potrebbe essere arrivato all’ultima partita della sua carriera. Si tratterà di uno scontro tra quarterback dalle caratteristiche molto differenti, e della prima volta assoluta in cui ad affrontarsi in un Superbowl saranno due signal callers selezionati con la #1 scelta assoluta all’interno di un Draft NFL (1998 e 2011).
I Cardinals hanno chiuso nel peggiore dei modi una stagione che tuttavia non può che essere considerata più che positiva; resta una squadra completa, senza particolari mancanze all’interno del roster e l’anno prossimo tornerà sicuramente ad essere tra i Team più competitivi, potendo contare anche sui ritorni di Tyrann Mathieu e Alex Okafor tra i loro migliori difensori.
I Panthers entrano invece in due settimane di frenetica attesa per il gran ballo; quella del Superbowl 50 sarà la seconda apparizione del Team all’evento, dopo che nell’edizione del 2003 furono sconfitti dai New England Patriots per 32 a 29. Sicuro è che i festeggiamenti per il secondo titolo di campioni NFC della loro storia non dureranno a lungo, perchè come ricordato da Newton alla fine della partita con Arizona: “It’s not over yet”.