[NFL] Week 16: La vendetta dei Falchi (Carolina Panthers vs Atlanta Falcons 13-20)

I Carolina Panthers abbandonano il sogno di completare la “perfect season” e, nella bolgia del Georgia Dome, concedono agli Atlanta Falcons l’acclamata vendetta.
Solo 2 settimane prima infatti, davanti al loro pubblico, i ragazzi di Ron Rivera avevano umiliato i rivali in quello che somigliava più a un massacro che a una partita di football.
Il risultato finale era stato un impietoso 38 a 0 che di per sé chiudeva ogni discussione tra le 2 squadre; quella di Atlanta vedeva per la prima volta il proprio record scendere in negativo (6-7); mentre quella di Charlotte continuava la sua cavalcata perfetta verso il titolo, mantenendo a 0 la casellina relativa alle sconfitte.

I Panthers, forti del 14-0, non solo si presentavano come miglior squadra della lega, ma, almeno sulla carta, erano il team perfetto per annullare i punti di forza degli storici rivali.
Quella della quattordicesima giornata era stata una dimostrazione di superiorità tale da far perdere ogni rilevanza al fatto che il rematch si giocasse in un Georgia Dome, che per Carolina si è sempre rivelato quanto mai ostico; alla stessa maniera, nulla importava che i Falcons arrivassero da una vittoria a Jacksonville che, riaccendendo una (pur minima) chance di qualificazione playoff, aveva ridato morale ad una piazza sfiduciata.
Malgrado i Panthers fossero atterrati all’Hartsfield-Jackson Airport di Atlanta con la spavalderia di chi gode di tutti i favori del pronostico, nel football ogni partita fa storia a sé e, specialmente se si parla di scontri divisionali, le sorprese sono dietro l’angolo.

I Falcons, come si suol dire, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e hanno sfoderato una prestazione immensa, colmando le enormi lacune con gli avversari, con qualcosa che non può essere spiegato con i tatticismi.
La ragione di questa vittoria va probabilmente ricercata nella voglia di rivalsa dei singoli che, unendo le proprie motivazioni, si sono fatti portatori della frustrazione di una città che, esattamente come la squadra, era partita con aspettative enormi, crollate poi definitivamente proprio in quel 38 a 0.

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Carolina Panthers

La realtà dei fatti è che Falcons-Panthers è una delle rivalità più accese dell’intera NFL; una di quelle il cui risultato può salvare una stagione o renderla ancor più amara e, in questi contesti, lo stadio diventa un santuario che i giocatori sono chiamati a difendere ad ogni costo per concedere ai propri “fedeli” un’ultima piccola possibilità di consolazione.

La partita, ad onor del vero, è iniziata completamente nel segno dei Panthers che, nel primissimo possesso, hanno impiegato pochi minuti a realizzare il 7 a 0 con il solito TD rush di Newton (8° in stagione).
La risposta degli Atlanta Falcons è stata disastrosa: fumble sul primo snap (ricoperto da Freeman); incomplete e drop incredibile proprio del 24 sul quale però Tillman, in contrasto con la sua enorme esperienza, commette una violenza non necessaria che regala ai falchi il primo down e la fiducia necessaria per ingranare un drive che si concluderà 9 minuti e 80 yard dopo con il 7 pari ancora di Freeman.
Da qui in poi la partita cambierà rotta e, snap dopo snap, i ragazzi di Dan Quinn si convinceranno di poter compiere l’impresa e rovinare i piani perfetti dei rivali.

Julio Jones è stato semplicemente inarrestabile e ha dominato l’attesissimo matchup con Josh Norman che, reduce da una prestazione straordinaria contro Odell Beckham Jr, si presentava in uno stato di forma sensazionale.

Jones Norman

La serrante copertura di quello che può tranquillamente essere considerato il miglior corner back della stagione, nulla ha potuto contro le incredibili skills dell’11 rosso che, nel solo confronto diretto, si è impossessato di 7 degli 8 palloni lanciati nella sua zona per un guadagno di 91 yard.
Agli ovali catturati a scapito di Norman vanno aggiunte altre 2 ricezioni, l’ultima delle quali si è aggiudicata l’onore di “impact moment of the match” e, da sola, è valsa il prezzo del biglietto.
Situazione di 3rd e 13 sulle 30 dei Falcons; Ryan lancia una bomba profonda per Jones; l’11 brucia la marcatura di Coleman e batte la doppia copertura di Kuechly agguantando l’ovale da sopra la sua testa e, dopo essere atterrato miracolosamente in piedi, sfreccia indisturbato verso la end zone per firmare il 14-10.

break
Al telecronista, dopo aver scherzosamente gridato “what a catch by Randy Moss” non resta che ammettere che “the catch is simply ridiculous”.
In totale Julio chiuderà con 9 ricezioni per 178 yard che, oltre a valergli la palma di MVP della partita, lo catapultano al comando di tutte le statistiche stagionali relative ai ricevitori.
Il paragone con Moss ad oggi è ancora un po’ azzardato ma una cosa è certa: questo ragazzo è una forza della natura.

Degna di nota è stata anche la prestazione di un Roddy White che, fino a qualche settimana prima era relegato ai margini del roster, ma che incarna l’anima di questa squadra e da buon veterano ha sfoderato una straordinaria prova di carattere completando 5 ricezioni cruciali per 67 yard.

L’attacco di Carolina ha avuto le polveri bagnate e, primo drive a parte, non è più riuscita a mettere piede nella red zone avversaria.
Cam Newton ha giocato una partita discreta, senza sbavature, ma sicuramente ben lontana dalle prestazioni da supereroe offerte nelle scorse weeks.
La primissima scelta del draft 2011 ha cominciato alla perfezione, mettendo in mostra l’aspetto su cui è effettivamente migliorato incredibilmente in quest’ultimo anno: la lettura della difesa.
Nel primo drive, in particolare, ha approfittato di ogni varco lasciato dalla retroguardia atlantina e il 7 a 0 è stato inevitabile.

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Da Superman ci si aspettano giocate spettacolari ogni possesso ma, a parte una corsa disumana su un 3rd e 8, nella quale è riuscito a chiudere il down dopo aver resistito a (ben) 5 tackles, la sua prestazione va impoverendosi con il passare del tempo.
Gli ultimi possessi della partita, conclusi con un lancio in terra di nessuno su un 4th down e con un fumble ricoperto da Clayborne con 90 secondi da giocare, gettano un po’ di ombre sulla sua partita ma sicuramente non minano la sua meritatissima candidatura a MVP della stagione.
Sicuramente va considerata la perdita per infortunio nel primo quarto del primo ricevitore Tedd Ginn e la scarsa prestazione del TE Greg Olsen che ha sulla coscienza un paio di drops che normalmente non appartengono al suo repertorio.
Newton chiuderà con 17/30 per 142 yard a cui si aggiungono le 46 yard (con 1 TD) su corsa.

È stata invece spettacolare la partita di Matt Ryan che, con una prestazione da campione vero, ha totalmente spazzato via le (sacrosante) critiche che lo imputavano come massimo colpevole per la pessima striscia di 6 sconfitte consecutive.
Il QB ha chiuso con 23/30 per 306 yard, 1 TD e soprattutto nessun intercetto ma la sua prova va ben oltre le singole statistiche.

matt ryan atlanta falcons

Queste, infatti, sono fortemente affette dall’incredibile TD pass per Jones da 70 yard, che, in realtà però, non è altro che un azzardo andato a buon fine grazie all’abilità del WR di annichilire una double coverage.
Quello che i numeri non dicono è il carattere mostrato da Ryan quando, nel primo quarto, ha chiuso un terzo down correndo in faccia alla fortissima difesa dei Panthers, subendo poi un colpo durissimo al fianco inferto da Coleman, che si sarebbe risparmiato se avesse deciso di scivolare invece di lottare per qualche pollice in più.
E ancora, quello che non trapela dai dati è l’atteggiamento da leader che, malgrado il dolore al fianco, che lo ha afflitto per il resto della partita, lo ha portato a ritardare i lanci il più possibile lasciandolo però esposto a ulteriori botte.

Infine il capitolo più importante riguarda senza dubbio le due difese.
Da un lato quella dei Panthers è stata il solito muro e se non fosse stato per la crepa mostrata in occasione del TD di Jones avrebbe concluso un’altra partita subendo al massimo 1 TD.
La linea ha messo una pressione estenuante a Ryan che non ha portato i frutti dell’andata, dove aveva collezionato 6 sacks, solo a causa della ritrovata mobilità del 2 rosso e del buon lavoro della OL.
Kawann Short si è dimostrato ancora una volta inarginabile mettendo a segno 7 tackles, tra i quali spiccano gli unici 2 sacks targati Carolina.
Una sua penetrazione ha inoltre consentito al co-reparto Star Lotulelei di smanacciare un pallone calciato da Shayne Graham, negando così i 3 punti ai falchi.

Se la difesa dei Panthers ha giocato come suo solito, da quella degli Atlanta Falcons, priva della safety William Moore e del LB capitano Paul Worrilow, nessuno si sarebbe atteso una prestazione come quella mostrata domenica.
Le veci di guida e ispiratore sono toccate al veterano Justin Durant, che malgrado sia arrivato solo la scorsa estate dalla free agency, si è imposto come riferimento difensivo.
Inoltre, la fragilissima pass rush di Dan Quinn aveva il compito di sfondare l’ottima OL dei Panthers per mettere pressione al passing game di Newton, stando però attenta a non aprire varchi per le sue galoppate.
Ed è stata proprio in fase di pressione che Atlanta ha fatto la differenza.
Vic Beasley ha finalmente giocato da BEASTley registrando 4 tackles tra cui il sack che, tramutato in fumble, ha tolto a Carolina ogni speranza di come back.
I 13 punti concessi ai Panthers, che non scendevano sotto i 24 punti da 13 partite consecutive, rappresentano il record minimo di una squadra che non perdeva dal 30 novembre 2014 in Minnesota.

Questo trionfo, a livello di standings, significa poco per i Falcons ma infastidisce i Panthers che, se avessero potuto scegliere una partita qualsiasi da perdere, sicuramente non avrebbero scelto quella ad Atlanta.
Lo stesso Newton in conferenza si è dimostrato alquanto piccato e, al termine dell’incontro, ha detto:

“That’s unacceptable, particularly at this time of the year, we’re 14-1 now, We put ourselves in a situation that we can use this as fuel to the fire”.

Dopo la vittoria notturna dei Vikings, che hanno passeggiato sui Giants (49-17), Dan Quinn e soci hanno dovuto matematicamente dire addio a quell’1.26% di possibilità che avevano di prender parte ai playoff e domenica prossima, con la partita interna contro i Saints, chiuderanno una stagione che avrebbe potuto regalare ben altre gioie.
I Panthers invece avranno bisogno di una vittoria casalinga contro i Bucs per mantenere il primo spot e godere del vantaggio di poter ospitare tutti i playoff al Bank of America Stadium di Charlotte.

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Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

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