[NFL] Week 14: Il ritorno di McCoy (Buffalo Bills vs Philadelphia Eagles 20-23)

Philadelphia Eagles vs Buffalo Bills, ovvero il ritorno del figliol prodigo LeSean McCoy sul campo che lo aveva visto protagonista per sei stagioni. Ma non solo… La sfida fra Eagles e Bills aveva forti implicazioni in chiave playoff e alla fine nonostante l’impegno del runner col numero 25, gli ospiti hanno dovuto alzare bandiera bianca e dire addio, con ogni probabilità, ad ogni velleità di post season.

Grazie al successo per 23-20 invece gli uomini di Chip Kelly possono continuare a sperare nei playoff in una NFC East che rimane apertissima visto che Eagles, Giants e Redskins sono appaiate al comando, tutte con un record di sei vittorie e sette sconfitte. La gara in realtà è stata piuttosto strana, giocata da due team discontinui, con Buffalo che alla fine ha dominato in fatto di yard (412 a 348) e di tempo di possesso (35 minuti contro neppure 25) ma ha pagato ancora una volta la montagna di penalità subite: i ragazzi di coach Ryan già erano i più penalizzati della Lega e contro Philadelphia hanno aggiunto altre 15 flag per 101 yard.

lesean mccoy bills

Pubblicità

Philadelphia ha sfruttato in attacco una sorta di mostro a tre teste per il rushing game, con il rientrante Mathews, Sproles e Murray che si sono più o meno equamente divisi le portate, ma alla fine l’esperimento non ha fruttato: i verdi di casa hanno abbondantemente superato le 100 yard, arrivando a quota 116, ma in 34 portate, alla media non eccelsa di 3,4 yard a corsa. Del trio il più brillante è stato sicuramente Sproles che ha messo in difficoltà, con la sua elusività, la difesa ospite ed ha portato a casa 41 yard in 7 portate, più una meta.

Meno bene hanno fatto Murray (11 corse, 34 yard) e Mathews (13-38). Il regista Bradford ha alternato belle cose, come un gran passaggio ad Agholor per 53 yard, a molti incompleti, e infatti il rating di 77,4, frutto di 23 completi sui 38 tentati per 247 yard più una meta ed un intercetto, non è certo indimenticabile. L’ex regista dei Rams ha per altro servito ben nove suoi compagni, con il tight end Ertz (5 ricezioni per 98 yard) che svetta nel solito grigiore di un reparto che anche contro Buffalo si è reso protagonista di tre drop e di una lunga serie di incomprensioni con lo stesso Bradford.

La difesa di Philadelphia ha invece retto egregiamente l’urto di una delle più solide linee offensive della NFL e di un McCoy reduce da 6 gare in cui aveva conquistato oltre 100 yard fra corse e ricezioni: Curry, Cox, Logan e Graham hanno tutti disputato un’ottima partita contro la corsa e sovente hanno dato la caccia ad un Taylor che pur essendo stato “saccato” solo una volta, è stato messo sotto pressione in più del 40 per cento dei lanci.

Per McCoy il pomeriggio era iniziato con un bacio al terreno del Lincoln Financial Field e l’abbraccio al proprietario degli Eagles, Jeffrey Lurie, ma poi la gara non è andata come sperato: il runner da Pittsburgh è partito piuttosto bene, soprattutto grazie ad una serie di corse larghe sulla destra, poi però è stato ben contenuto dalla linea degli Eagles, la quale ha dominato soprattutto la parte destra dell’attacco, quella presidiata da Miller e Mills, ed ha concesso a quello che tutt’ora è il leader della storia di Philadelpia per yard guadagnate su corsa e media per portata, appena 74 yard in 20 corse.
Taylor, che tutto sommato non è certo conosciuto per le sue doti atletiche, ha aggiunto ben 66 yard alla causa di Buffalo, ma un apporto importante è arrivato pure dallo “sconosciuto” runner Gilleslee, promosso appena una settimana prima dalla practice squad, che ha dato vita ad una delle azioni più belle della giornata: una corsa da 19 yard per il touchdown del 20 pari.

Anche Tyrod Taylor, che in questo momento con 100,9 ha il miglior rating della storia dei QB di Buffalo per una stagione, è partito molto bene poi si è un po’ perso e, al pari del collega dall’altra parte del campo, ha alternato belle cose a lanci opinabili, chiudendo infatti poco sopra il 50% di completi (19 su 36) per 268 yard con un touchdown e un intercetto. Fra i ricevitori, buona prova di Woods (5 ricezioni, 106 yard) mentre la prestazione di Watkins ha seguito quella del regista ospite: molto bene in avvio poi decisamente incolore, anche se sono comunque arrivate 81 yard.

In difesa ottimo rendimento dei due tackle Bryant e Dareus, mentre hanno faticato, soprattutto nel rushing game, i linebacker Preston e Lawson, chiamati a chiudere i buchi al centro della linea ma spesso non in grado di evitare i blocchi della linea offensiva degli Eagles. Fra i defensive backs, solita grande prestazione del rookie Darby che ha concesso appena tre ricezioni su sette lanci nella sua direzione, per 28 yard, mentre dalla parte opposta McKelvin, chiamato a sostituire l’infortunato Gilmore, non è stato altrettanto efficace, permettendo 56 yard di ricezione ma soprattutto l’azione da 41 yard a Ertz decisiva nel dare ai padroni di casa il field goal del 23-20 finale.

Nelson Agholor Philadelphia Eagles

Venendo alla cronaca, gli Eagles sono stati i primi ad andare sul tabellone: dopo un drive inconcludente di Buffalo infatti, i padroni di casa prendevano di infilata la difesa ospite soprattutto grazie alle corse, con tutti e tre i runner a disposizione di coach Kelly, chiamati in causa. Dopo una lancio a lunga gittata droppato dal receiver Cooper, erano infatti prima Mathews, poi Murrau, quindi Sproles a trascinare i verdi di casa, con quest’ultimo che dopo una bella corsa da 15 yard, metteva a referto i primi punti con una tranquilla portata da una yard.

La risposta di Buffalo era però immediata, Taylor pescava prima Woods con un passaggio da 32 yard, poi Watkins che, nonostante la doppia copertura, catturava l’ovale e lo portava in meta dopo una galoppata da 47 yard. Dopo i fuochi d’artificio, il resto del primo quarto e l’avvio del secondo trascorrevano fra passaggi incompleti e corse dal guadagno minimo. Quindi, improvvisamente si riaccendeva la miccia: Philadelphia si trovava a giocare un primo e trenta a causa di due penalità di holding consecutive chiamate alla guardia Kelly. Al primo down gli Eagles guadagnavano 4 yard con Sproles, poi Bradford faceva partire un siluro per il rookie Agholor che aveva tagliato verso il centro del campo ed era già davanti a tutti i defensive backs di Buffalo: ricezione da 57 yard e prima meta in carriera per il prodotto da USC.

Pubblicità

Anche stavolta la replica dei Bills era immediata: Taylor trovava prima Woods quindi McCoy, rispettivamente per 18 e 7 yard, poi lo stesso runner infilava la miglior corsa della sua partita con un guadagno di 24 yard, quindi ancora Taylor lo imitava per 15. Sulle 20 degli Eagles il drive andava in stallo, ma grazie al piede di Carpenter arrivavano comunque tre punti. Una penalità contro il tackle Peters faceva naufragare il drive seguente di Philadelphia ma, pur partendo da un’ottima posizione (le proprie 38) i Bills, complice un’altra flag alla linea offensiva, non segnavano altri punti. Philadelphia aveva invece un’ultima serie a disposizione prima dell’intervallo e un ispirato Bradford faceva 8 su 9 per 53 yard, permettendo a Sturgis un calcio discretamente comodo da 45 yard che l‘ex Dolphins metteva fra i pali per il 17-10 con cui si andava al riposo.

In avvio di terzo quarto gli Eagles provavano nuovamente a sfruttare al massimo il rushing game: a parte un incompleto ad Agholor ed un bel passaggio completato ad Ertz per 18 yard il resto erano infatti tutte corse del “mostro a tre teste” che guadagnava 34 yard. Sulle 22 di Buffalo però Mathews veniva respinto per -1 e sul terzo down il passaggio di Bradford a Ertz cadeva incompleto. Ancora Sturgis si incaricava di aumentare il vantaggio dei padroni di casa che salivano sul 20-10. Però, dopo aver messo a referto 10 punti in due quarti, Buffalo ne segnava altrettanti in due drive consecutivi.

Ed Reynolds Philadelphia Eagles

Era ancora Taylor il protagonista della prima serie del secondo tempo dei Bills con due pregevoli passaggi a Woods per 37 yard e a McCoy per 9. La red zone di Philadelphia rimaneva però una zona inesplorata perché l’ennesima penalità, stavolta a Thigpen, costringeva Buffalo a giocarsi un secondo e poi, dopo l’incompleto a Hogan, un terzo e 7, che però non veniva trasformato perché Watkins riceveva l’ovale da Taylor ma veniva bloccato praticamente subito dall’ottimo Jenkins. Dalle 22 di Philadelphia, Carpenter non sbagliava ed era 13-20.

Buffalo però tornava alla carica poco dopo e stavolta andava finalmente in meta: un’altra bella corsa di Taylor in scramble portava i Bills sulle 19 e da qui Gillislee ripagava la fiducia datagli dai suoi coach, prendeva di infilata la difesa di casa grazie anche all’errore del linebacker Alonso che sovrareagiva alla portata dell’ex Florida e segnava la meta del pareggio.  L’ultimo quarto si apriva invece con una grossa occasione sciupata da Philadelphia: Bradford trovava con un lancio lungo il tight end Celek, che mentre atterrava dopo la ricezione si vedeva letteralmente scippare la palla da McKelvin, per quello che a tutti gli effetti andava a referto come un intercetto.

Buffalo ripartiva dalle proprie 5 ma non riusciva neppure ad arrivare sulle 25 che doveva restituire palla ai padroni di casa. La posizione di campo era stavolta decisamente ghiotta per gli uomini di Kelly ma tre incompleti di Bradford costringevano Philadelphia al punt. Anche il drive di Buffalo stavolta non andava da nessuna parte soprattutto grazie ad una giocata super dell’end Cox che fermava McCoy per un clamoroso -10 yard.

Gli Eagles recuperavano il pallone e grazie a due ottime ricezioni di Ertz da 7 e soprattuto da 41 yard arrivavano sulle 18 avversarie. Qui in tre giochi Philadelphia guadagnava ben 1 yarda, ma il piede di Sturgis non tradiva dalle 12 di Buffalo. A questo punto mancavano ancora tre minuti e mezzo e Buffalo era sotto solo di 3, ma il drive veniva bloccato dalla solita, terribile flat per holding a Incognito. I Bills avevano comunque ancora una chance all’interno del two minutes warning dalle loro 38, ma il passaggio lungo di Taylor a Woods veniva intercettato dalla safety di riserva Reynolds, rookie da Stanford, che siglava il primo “pick” della sua carriera, mettendo fine al match e, con ogni probabilità, alle chance di post season degli ospiti.

Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.