[NFL] Week 10: Patriots più forti anche degli infortuni (New England Patriots vs New York Giants 27-26)

I New England Patriots non convincono ma, alla fine, come sempre, vincono.
Questo potrebbe essere un estremo sunto della partita mozzafiato andata in scena domenica a New York, che ha visto la squadra di Boston trionfare con un Field Goal da 54 yard realizzato all’ultimo secondo dall’implacabile Stephen Gostkowski.
Quello che stona nel risultato non è tanto la vittoria di New England, quanto lo stretto margine; “1 solo punto… quindi, una volta tanto, c’è stata partita!” avrà pensato qualcuno leggendo lo score finale.
E c’è stata eccome.

I ragazzi di coach Bill Belichick, che in questa stagione avevano confezionato 9 vittorie in altrettante partite, nelle quali non erano mai scesi sotto i 7 punti di distacco dagli avversari, dovevano fare i conti con un’offensive line decimata e con la pesante assenza del RB Dion Lewis, che aveva iniziato la stagione ai margini del roaster ma che con le sue 622 yard tra corse e ricezioni, condite da 4 TD, era diventato un elemento imprescindibile del playbook.

I Giants, dal canto loro, si presentavano alla 10° giornata di regular season al primo posto di una deludente NFC East con un record positivo di 5-4 e aprivano le porte del grandioso MetLife Stadium determinati a far sì che non si trasformasse in un altare per l’ennesimo sacrificio di Brady e co.
Se da un lato i pronostici pre-gara erano fortemente sbilanciati a favore dei patrioti di Boston, dall’altro i ragazzi di Tom Coughlin vantavano, contro i Patriots, un filotto di precedenti incredibile cominciato nel 2008, quando i sottovalutati newyorkesi si dimostrarono degli autentici giganti interrompendo la stagione perfetta dei rivali (18 vittorie e 0 sconfitte) battendoli 17-14 nel Superbowl XLII.

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Odell Beckham Jr New York Giants

La sfida si ripropose in un incontro di regular season del 2011 dal quale uscirono nuovamente vittoriosi i Giants ma, per i Patriots, la vera chance di vendetta si presentò al Super Bowl XLVI del 2012 dove ancora una volta Manning e soci sovvertirono le attese trionfando 21-17.
In soldoni, il match anteponeva una New England per cui vincere sembrava essere diventato una regola e una New York, quella di sponda rosso-blu, che aveva tutte le intenzioni di essere la famosa eccezione.

Per riuscire nell’impresa di fermare l’attacco più forte della lega (almeno per quanto riguarda i punti segnati), ai Giants, peggior difesa nel ranking NFL, serviva una prestazione eccezionale e, come dichiarato dal defensive coordinator Steve Spagnuolo, “a couple of breaks”.

La partita comincia nel clima surreale del minuto di raccoglimento effettuato in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi di qualche ora prima.
Se il terrorismo aveva deciso di iniziare gli attacchi colpendo il cuore dello sport francese, la potenza del silenzio di quel minuto, i tricolori blu bianchi e rossi issati ovunque, i volti dei giocatori, delle persone hanno dimostrato che lo sport è più forte di ogni fanatismo.

Nel primo possesso della partita Brady incarna subito l’ideale di un attacco privo di “prime donne” e votato al collettivo che ha reso coach Belichick così vincente.
In poco più di 5 minuti la sesta scelta del draft del 2000 coinvolge 5 ricevitori diversi e con un drive da 5/6 per 39 yards, al quale si aggiunge una sua corsa 10 yards, porta i Pats su 1 yard avversaria, palla lanciata nel mezzo e a Scott Chandler non resta che esultare.

La reazione di New York arriva veemente; Eli Manning lancia senza paura la sua prima palla della partita nella zona presidiata dalla double coverage dei due migliori DB dei New England Patriots, il destinatario è Odell Beckham che dopo aver bruciato Butler accelera ulteriormente per raggiungere l’ovale leggermente lungo e lo agguanta con la punta delle dita; il cambio di passo mette fuori tempo la safety Devin McCourty che non può più intervenire; campo aperto, TD da 87 yard (più lungo in carriera per Odell), ed esultanza con saluto militare in onore del mese dedicato alle truppe americane.
Sono passati appena 51 secondi e la partita è di nuovo in parità.

New England Patriots v New York Giants

Nei drive successivi le difese reggono bene e per New England comincia a sentirsi l’assenza delle ottime mani di Dion Lewis nel convertire i 3rd down; senza di lui gli screen sono improduttivi, la marcatura su Gronkowsky viene sempre (almeno) raddoppiata e la linea non concede a Brady il tempo necessario per mettere in moto i suoi ricevitori.
La situazione si aggrava quando su un 3rd e 3 il 12 bianco si affida a Julian Edelman che con le sue 4 ricezioni per 53 yards è senza dubbio l’uomo più in ritmo; la palla viene tenuta e portata in Field Goal range ma il suo piede rimane sotto il corpo del placcatore e il miglior ricevitore dei Patriots viene accompagnato fuori a braccia.

Il contraccolpo è evidente; l’attacco dei New England Patriots fatica a mantenere il possesso della palla e la difesa, continuamente chiamata in campo, inizia a dare segni di stanchezza che si tramutano in un crollo totale nell’ultimo possesso del primo tempo, quando Manning, con 1’09” da giocare, guida senza troppa opposizione un drive da 74 yards e, con un TD pass da 1 yard per Dwayne Harris, conduce i Giants a riposo sul meritato risultato di 17-10.
Manning dimostra di essere sempre “on fire” contro i Patriots segnando il suo record personale di yards lanciate a metà incontro (251)

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Il secondo tempo porta subito i New York Giants a mettere a segno altri 3 punti portandosi sul 20-10.
Al massimo svantaggio stagionale dei Patriots, si aggiunge la notizia che Edelman non sarà in grado di tornare in campo.
New York sembra in controllo ma non riesce a mettere a segno il colpo del definitivo KO e il saggio Bill sa che se riescono a rimanere aggrappati alla partita prima o poi si presenterà una chance di ribaltarla.
Ed è esattamente ciò che accade, e per ben 2 volte!

Landon Collins New York Giants

Prima Amendola con un punt return incredibile sfugge a tutto lo special team avversario e, dopo una corsa di 82 yards, viene sgambettato da un suo compagno di squadra sulla linea delle 7 yard avversarie.
La faccia di Belichick su quel goffo intervento di Harmon vale da sola il prezzo del biglietto ma per sua fortuna (e per fortuna del 30 in maglia bianca) LeGarrette Blount riesce a sfondare il muro di maglie blu poste a difesa della end zone portando a casa 7 preziosissimi punti.

Poi è la giocata del fenomeno che ristabilisce le gerarchie nella partita; traccia centrale e profonda di Gronkowsky che agguanta la palla perfetta di Brady e, dopo aver resistito al tackle di Dahl, può bruciare le yards che lo separano dall’inevitabile TD e scaraventare a terra la palla del sorpasso: Patriots 24 – Giants 23
Come per Odell, anche per Gronk si tratta del TD più lungo in carriera (76 yards).

Dopo il punt di New York è di nuovo il 12 bianco a gestire la palla; la ricerca del ricevitore libero richiede più tempo di quello che la linea è grado di offrigli e R.Ayers irrompe dal lato cieco toccando il QB sul braccio e forzando il suo secondo fumble; la palla carambola impazzita e il fato decide di premiare i Patriots.
Dopo un rischio simile chiunque avrebbe optato per un gioco “sicuro”, e invece Brady lancia per una bomba di 54 yard che termina docile nelle mani di LaFell.
Qualche snap dopo, con un’ottima lettura, McBride intercetta la palla diretta ancora verso il 19 bianco ridando speranza ai Giants.

Nel drive seguente Manning affetta la difesa di New England e con un paio di passaggi profondi porta New York alle porte della end zone avversaria.
1st e goal sulle 5; l’MVP dei due Super Bowl cerca Beckham con una traccia esterna, il ricevitore si separa dal CB e sale in cielo a prendere il pallone ma quando i piedi toccano l’erba Butler gli schiaffeggia la mano che tiene il pallone facendolo finire out of bounds.
Le braccia degli arbitri si alzano parallele segnalando il TD ma essendo negli ultimi 2 minuti di partita l’azione andrà riesaminata ai monitor; dopo un breve consulto l’altoparlante annuncia che la ricezione non era completa e che la chiamata viene cambiata in incomplete pass.
Su questa giocata anche i telecronisti sono in disaccordo e lo stesso Beckham a fine partita affermerà di non conoscere perfettamente la regola in questione ma che “should have caught the ball” (avrei dovuto tenere quella palla).

Rob Gronkowski New England Patriots

Con meno di 2 minuti rimasti sul cronometro e New England senza time out forse la scelta più saggia sarebbe quella correre un paio di volte per poi eventualmente calciare un semplice field goal lasciando Brady con una manciata di secondi per compiere l’impresa ma, come Coughlin rilascerà a fine match “u cannot beat the Pats with field goals”; quindi palla in mano a Manning e lancio per Harris difeso ancora una volta in maniera esemplare da Butler.
Sul terzo tentativo il QB non se la sente di rischiare e quindi tocca a Josh Brown rimettere nuovamente davanti i suoi; 29 yards sono uno scherzo per il kicker che realizza il 23esimo field goal su 23 fissando il punteggio sul 24-26

Con 1’47” remasti e senza TO Brady è chiamato a dimostrare ancora una volta (non che ce ne sia bisogno) di essere il miglior QB della lega; l’attacco a onor del vero non è dei migliori e la palla raggiunge Amendola solo al quarto tentativo.
I Pats vengono fermati poco oltre la metà campo, distanza che per la maggior parte dei kicker sarebbe quasi proibitiva, ma che per l’infallibile Stephen Gostkowski è più che sufficiente; a nulla serve il disperato tentativo di distrazione di Coughlin che chiama il suo ultimo time out appena prima del calcio; al rientro in campo la gamba si distende e la palla vola precisa e potente tra i pali gialli: 27-26.

Patriots che si dimostrano più forti di tutti.
Più forti degli infortuni che ne hanno decimato l’attacco, con il QB più forte di tutti (forse di tutti i tempi? Lascio a voi il dibattito), con un TE semplicemente infermabile, che anche in una partita dove è stato ben contenuto ha registrato 5 ricezioni per 113 yards e 1 TD, con un coach che legge e studia gli avversari come nessun altro adeguando il proprio gioco alle loro debolezze.

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Malgrado la delusione che Coughlin non ha saputo celare davanti alle telecamere, affermando in breve che la sua squadra non è in grado di chiudere le partite; i Giants escono a testa altissima da quest’incontro e nonostante il 5-5 comandano ancora la NFC East. Certo servirà un finale di stagione fenomenale per accedere ai playoff ma la squadra mostrata contro i Patriots può essere all’altezza di chiunque.
A tutto ciò va aggiunto il ritorno del DE Jason Pierre Paul che gradatamente sta recuperando il ritmo partita dopo l’incidente con un fuoco d’artificio che aveva provocato l’amputazione dell’indice destro quest’estate. Resta da chiarire se la menomazione gli permetterà di tornare ad essere dominante come negli anni passati.

Dando uno sguardo alla schedule dei Patriots, non è follia pensare che possano ripetere la stagione (quasi) perfetta del 2008, e chissà che, a febbraio, non approdino al Levi’s Stadium di San Francisco per difendere il titolo conquistato l’anno scorso, magari proprio contro i Giants dando vita al terzo capitolo dell’avvincente saga Coughlin-Belichick (o Manning-Brady se preferite) che diventerebbe epica.

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Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

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