[NFL] Preview 2015: Carolina Panthers

Gli amici di “Quel che passa lo sport” hanno deciso di inaugurare il nuovo e bellissimo sito con le preview delle 32 squadre NFL. Abbiamo chiesto di poterle ripubblicare su Huddle Magazine aggiungendo i voti ad attacco, difesa, coaching staff e offrendo anche a voi la possibilità di votare.

I Carolina Panthers sono stati una delle anomalie più divertenti (da esterno) della scorsa stagione: playoff acciuffati con un record perdente (7-8-1) e wild card game vinto in casa contro una squadra costretta a far giocare un venditore di hot dog come QB.

La offseason di quest’anno non lasciava molto spazio a voli pindarici di acquisti o rafforzamenti, il cap era leggermente messo meglio rispetto a quanto visto l’anno scorso, ma c’era da prolungare Cam Newton e c’è ancora da pensare al contratto che firmerà Luke Kuechly. Una volta sistemati questi rinnovi (e ripulito il cap da contratti sconsiderati come sono stati quelli dati a ben due RB) l’anno prossimo si farà la conta delle risorse ancora a disposizione e si agirà di conseguenza. I Panthers sono comunque forti del fatto di giocare in una division comunque pazza e consci che con una difesa del genere ed un QB così completo come Newton la lotta per la postseason è sempre aperta, nonostante il roster non possa essere modificato un granché al momento.

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OFFENSE

Cam Newton ha rinnovato. Il contratto è da top QB della lega e sostanzialmente è giusto che sia così: 118 milioni complessivi, per i prossimi 6 anni, di cui ben 60 garantiti. Siamo davanti al QB atleticamente più dominante della lega; la passata stagione, pur pesantemente limitato da problemi fisici di varia natura e da una linea disastrosa, ha sempre trovato il modo per dare una chance al suo attacco. Nei prossimi 6 anni oltre che sfruttare le sue qualità atletiche dovrà completare il suo gioco per rendersi ancora più duraturo in carriera, ma questo processo è molto più avanzato di quanto si possa credere. Da notare a roster, oltre che Derek Anderson perfetto nel ruolo di backup, anche Joe Webb: l’avevamo lasciato in campo in un playoff game di qualche anno fa, in maglia Vikings, mentre cercava di colpire la luna con un lancio, da quel giorno non si è più ripreso (non che prima…..), a lui va comunque un pensiero affettuoso, sempre.

Come già detto, il vero punto debole di questa squadra è stato la linea offensiva. Non a caso le poche mosse “onerose” in attacco sono arrivate proprio in questo reparto. La perdita di Byron Bell è stata festeggiata con tanto di Barolo Riserva del 1964, al suo posto erano stati firmati Michael Oher e Johnatan Martin: bisogna usare un tempo passato perché proprio negli ultimi giorni Martin ha deciso di ritirarsi, per problemi fisici. Dopo essere stato al centro del caso bullismo in quel di Miami, pur se come vittima, non aveva avuto molto fortuna e in sostanza era una sorta di scommessa per Carolina. Tutto sommato, fatte le debite proporzioni, anche la carriera di Oher è molto simile a quella di Martin, con una notorietà arrivata per motivi esterni al campo (nel suo caso ovviamente mi riferisco al film “The blind side”), che per certi versi è stata nociva poi per la carriera sportiva (almeno così ha riferito lui stesso). A parte un primo anno molto positivo, Oher non ha mai reso su standard accettabili, né a destra né a sinistra. Dopo una stagione deludente ai Titans, l’approdo ai Panthers è una sorta di nozze con fichi secchi: da una parte una squadra con disperato bisogno di cambiare qualcosa nel reparto ma con poche disponibilità economiche, dall’altra un giocatore caduto in disgrazia che solo una squadra disperata può ancora tentare di rilanciare. Potrebbe anche andar miracolosamente bene, ma il finale da separati in casa prima e divorzio poi è dietro l’angolo.

Per i tackle quindi c’è molta confusione, qualche certezza in più nei ruoli interni, con Andrew Norwell e Trai Turner che dovrebbero essere i prescelti tra le guardie ed ovviamente Ryan Kalil a giocare nel ruolo di centro. Amini Silatolu dovrebbe aver esaurito il bonus derivante da una scelta di secondo giro ed ormai è visto più come backup che come àncora attorno alla quale costruire qualcosa.

Potendo sfruttare un QB come Newton, amante delle option, il running game in questi anni è stato il barometro di questo attacco. In questa offseason si è fatto un po’ di ordine nel reparto dei RB: si è ringraziato DeAngelo Williams per le ottime stagioni in coppia con Jonathan Stewart, la qualità non è mai mancata (4.8 di media in carriera), la quantità per un utilizzo non sempre forzatamente basso invece ha lasciato a desiderare. Stewart, che ora si trova come titolare fisso, dovrà restare lontano dagli acciacchi fisici e per la seconda volta in carriera dovrà scollinare le 200 portate totali. Dietro a lui sono in tanti a sgomitare per qualche portata in più a partire dal rookie da Auburn, Cameron Artis-Payne, che ancor prima di iniziare con il training camp sembra aver preso del margine su Fozzy Whittaker e Jordan Todman, tutta gente che lambisce l’NFL da qualche anno, ma che non ha mai impressionato nessuno.

Stewart sarà importante anche nel passing game, considerando che ha causato placcaggi mancati nel 44,1% delle volte in cui ha ricevuto uno screen pass (il migliore in questo aspetto nella lega). I WR in questi ultimi anni sono stati uno degli aspetti più migliorabili: dopo la perdita di Steve Smith e, per fortuna, la precoce ascesa di Kelvin Benjamin nella passata stagione, quest’anno ci si aspettava qualcosa di più in questo reparto che sostanzialmente ha visto solo l’aggiunta di un secondo giro che inizialmente era considerato un TE: Devin Funchess è un giocatore da scoprire, sicuramente è un mismatch fisico per la gran parte di chi si troverà a coprirlo (non che con Benjamin mancasse questo tipo di ricevitore…), però non sembra essere un receiver naturale, già il fatto che fosse visto inizialmente come TE qualche dubbio lo lascia, sarà interessante vederne l’utilizzo e lo schieramento che ne sarà fatto.

Benjamin guarda verso il futuro
Benjamin guarda verso il futuro

Il resto è una lotta tra poveri e/o vecchi, che l’anno scorso è stata vinta da Jerricho Cotchery, ma che quest’anno è ancora più aperta con l’aggiunta di Jarrett Boykin (ex GB), la crescita di Philly Brown e l’imprevedibilità del cavallo di ritorno Ted Ginn, che solo a Carolina era riuscito a rendersi credibile anche come ricevitore e che per lo meno negli special team avrà l’onore di togliere dal campo la bambola bionda Brenton Bersin. Completano la macedonia Mike Brown (qualche sparuta apparizione ai Jaguars negli ultimi 2 anni) e Stephen Hill (secondo giro 2012 dei New York Jets, poi pressoché invisibile in NFL) il quale però proprio pochi giorni fa prima si è stato arrestato per possesso di un bong (o qualcosa del genere) e poi nei primi allenamenti al training camp si è distrutto il collaterale anteriore, stagione già finita. Anche qui quindi si è cercato di aggiungere più scommesse possibili, a basso costo (perché di meglio non si può fare), con la speranza che qualcosa emerga.

Accanto a Benjamin, che deve migliorare continuità e sicurezza nel ricevere, ma che resta un WR1 con ampi margini di miglioramento, il target principale sarà Greg Olsen, fresco di estensione contrattuale più che meritata (4 anni a 27 milioni complessivi) dopo la sua prima stagione sopra le 1000 yard ricevute. L’anno scorso l’attacco si è aggrappato alle sue spalle ed alle sue tracce più di una volta per uscire dai periodi di secca. Sarà così anche quest’anno.

DEFENSE

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Il front 7 di questa squadra rappresenta l’aspetto più rassicurante per i suoi tifosi: l’aver aggiunto un altro pezzo molto interessante al puzzle lo renderà ancora più dominante, benché non sono pochi quelli che ritenevano più significativo investire il primo giro del draft in altri reparti (OL, WR, DB) anche stando alla impossibilità di firmare free agent di cui si è già ampiamente detto.

Grinta Kuechly
Grinta Kuechly

Ad ogni modo Shaq Thompson era uno dei prospetti attorno al quale le opinioni erano più diversificate: giocatore ibrido, un po’ LB, un po’ CB, un po’ S ed a volte un po’ anche RB, tanto da meritarsi il premio come giocatore più versatile della nazione in fatto di college (Paul Hornung Award). Posto che sarà utilizzato in difesa, poter aggiungere un LB così versatile nel mezzo del campo potrebbe risultare in poco tempo un incubo per i QB avversari, andando a completare un terzetto con Luke Kuechly e Thomas Davis che quando a pieno regime avrà davvero pochi eguali.

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Dopo che avrai letto tutto il preview guarda i voti che abbiamo assegnato ad offense, defense e coaching staff ed esprimi la tua valutazione sui Carolina Panthers 2015.

[review]

I voti di Gabriele Balzarotti

Offense - 65%
Defense - 70%
Coaching Staff - 70%

68%

Quella che vedete a destra è la media matematica dei due reparti più coaching staff. Dopo aver letto tutto l'articolo votate anche voi, da 1 a 10 decimali inclusi, per dirci qual'è il valore dei Panthers 2015 oppure lasciate un commento.

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“Datemi un divano e vi racconterò il mondo (sportivo)” o ancor meglio “un corpo immerso in un evento sportivo riceve una forza uguale e contraria che lo spinge a dire necessariamente la sua opinione a riguardo”.

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