[NFL] Preview 2015: Miami Dolphins

Gli amici di “Quel che passa lo sport” hanno deciso di inaugurare il nuovo e bellissimo sito con le preview delle 32 squadre NFL. Abbiamo chiesto di poterle ripubblicare su Huddle Magazine aggiungendo i voti ad attacco, difesa, coaching staff e offrendo anche a voi la possibilità di votare.

Nonostante non raggiungano almeno 10 vittorie dal 2008, unico anno in cui hanno anche conquistato la postseason negli ultimi 13 tentativi, i Miami Dolphins sono tra le squadra in maggiore ascesa: tassello dopo tassello hanno costruito una squadra sempre più completa e con margini di crescita, dal 2015 però bisognerà iniziare a raccogliere i primi frutti di questa semina, per non restare la solita squadra incompiuta.

Ecco, al di là dell’analisi del roster, l’aspetto che maggiormente deve migliorare è proprio quello della mentalità e della gestione delle partite, specie quelle decisive: in questi anni ai Dolphins è mancato quel killer instinct che a dicembre spesso fa la differenza tra giocarsi una wild card o trovarsi a cambiare allenatore. La squadra della Florida di opportunità ne ha sempre avute, ma quando poi c’era lo scontro divisionale da vincere o gli ultimi passi da fare, si sono sempre sciolti.

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OFFENSE

In un paio di mosse a Miami hanno costruito uno dei reparti di ricevitori più giovane, più completo e più forte della lega. Lasciato andare Mike Wallace (che mal si accoppiava con le caratteristiche tecniche di Tannehill), sono stati aggiunti Kenny Stills (simile a Wallace, magari meno forte, ma anche meno monodimensionale), Greg Jennings (che potrebbe fare da chioccia) e soprattutto il primo giro DeVante Parker. Le novità per i target nel gioco aereo però non finiscono qui, con Jordan Cameron che spera di curare i suoi acciacchi fisici al caldo della Florida dove potrebbe ritornare quel TE da quasi 1000 yard a stagione, come abbiamo intravisto a Cleveland.

Ovviamente non ci siamo dimenticati del miglior ricevitore di questa squadra: sia a livello quantitativo che qualitativo, Jarvis Landry è stata l’autentica sorpresa ed arma in più della scorsa stagione. In breve tempo, sin dal training camp, è passato da “buon ricevitore con buone mani” ad autentico go-to-guy, “a match made in heaven” con Tannehill. A prescindere da dove si schiera ad inizio azione, è lui il WR1 ed è attraverso le sue ricezioni che il QB ex Texas A&M sta continuando il suo percorso di crescita.

Sin dalla preseason...

Ryan Tannehill nei suoi primi 3 anni è andato in costante ascesa per quel che riguarda la percentuale di completi (58, 60 e 66), il numero di TD (12, 24, 27) e rating (76, 82, 93), si può sottolineare che il suo campo continua ad essere piuttosto corto (non si arriva alle 7 yard per tentativo), ma non si può negare che il ragazzo sta crescendo e non poco nelle cose che gli chiedono e che è in grado di fare. Ha bisogno di un sistema offensivo che mascheri le sue mancanze sul profondo e forse questo alla lunga può rivelarsi una limitazione non da poco, ma quanto meno oltre ad averlo ricoperto d’oro (firmato in primavera il prolungamento da quasi 100 milioni di dollari in 6 anni e 45 garantiti) il front office dei Dolphins ha continuato ad operare nella direzione di metterlo a suo agio (e visto come sono stati trattati altri QB in giro per la lega, non mi pare una cosa di poco conto.)

Interessante anche quanto si sta facendo nel reparto dei RB: dopo averlo alternato con loschi personaggi come Daniel Thomas o Knowshon Moreno, Lamar Miller si è lentamente guadagnato il ruolo del RB titolare con merito (5,1 di media a portata e 8 TD la passata stagione). L’obiettivo però è evitare di portarlo ad un utilizzo troppo estensivo, per questo motivo ci si aspetta qualcosa dall’undrafted 2014 Damien Williams, uscito da Oklahoma e soprattutto dal quinto giro Jay Ajayi, scivolato così in basso sia per una classe molto profondo sia per dei problemi alle ginocchia che potrebbero comprometterne la carriera tra i pro. Dovesse superare questo dubbio fisico il RB ex Boise St. può addirittura insidiare nel breve/medio termine il ruolo di titolare a Miller. Il reparto è poi completato dalla velocità di LaMichael James e di Mike Gillislee, se mai gli allenatori riusciranno a farla rendere su un campo da football professionistico.

Il più grosso punto debole di questo attacco resta la linea offensiva già in difficoltà prima della querelle Incognito/Martin e non del tutto ripresasi da quello scossone distante ormai un paio d’anni. L’unico a salvarsi è il LT Branden Albert, per il resto è un mix difficilmente districabile tra rookie scelti al quarto giro (Jamil Douglas), giocatori giovani ma sinora deludenti (Dallas Thomas e Ja’Wuan James), backup girovaghi (J.D. Walton e Jeff Linkenbach), personaggi ancora ignoti (Billy Turner) e potenziali star che escono da una stagione disastrosa (Mike Pouncey): trovare la miscela giusta non sarà per nulla facile.

DEFENSE

Koa Misi al centro

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In una difesa già di livello medio/alto, inserire nel suo mezzo il giocatore più pagato di questa free agency e tra i più dominanti dell’intera NFL, al di là delle considerazioni economiche, è un colpo non da poco. Quanto inciderà Ndamukong Suh nelle prestazioni di questi Dolphins? Il riferimento più pessimistico che abbiamo letto in questi mesi è quello di Albert Haynesworth (che firmò un contratto molto simile ai Redskins, nel 2009, dopo 7 stagioni a Tennessee). Il rischio che un giocatore letteralmente si spiaggi sopra questa montagna di soldi c’è sempre, ma non bisogna per forza pensare male. Suh è un devastatore di linee avversarie, affianco a lui gente già buona come Cameron Wake può diventare dominante anche a 33 anni e ci si aspetta uno step up anche da parte di Olivier Vernon. Earl Mitchell, il nuovo arrivo, ex Detroit anche lui, C.J. Mosley e il secondo giro Jordan Phillips completano una linea a cui manca solo un po’ di profondità sugli esterni, anche perché Dion Jordan, terza scelta assoluta del 2013, è stato colto per l’ennesima volta non a posto con i controlli antidoping, avremo un anno per cercare di capire per cosa si dopasse, viste le pessime e sparute apparizioni in campo.

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Dopo che avrai letto tutto il preview guarda i voti che abbiamo assegnato ad offense, defense e coaching staff ed esprimi la tua valutazione sui Miami Dolphins 2015.

[review]

I voti di Gabriele Balzarotti

Offense - 70%
Defense - 75%
Coaching Staff - 60%

68%

Quella che vedete a destra è la media matematica dei due reparti più coaching staff. Dopo aver letto tutto l'articolo votate anche voi, da 1 a 10 decimali inclusi, per dirci qual'è il valore dei Dolphins 2015 oppure lasciate un commento.

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“Datemi un divano e vi racconterò il mondo (sportivo)” o ancor meglio “un corpo immerso in un evento sportivo riceve una forza uguale e contraria che lo spinge a dire necessariamente la sua opinione a riguardo”.

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