[NFL] Preview 2015: Indianapolis Colts

Gli amici di “Quel che passa lo sport” hanno deciso di inaugurare il nuovo e bellissimo sito con le preview delle 32 squadre NFL. Abbiamo chiesto di poterle ripubblicare su Huddle Magazine aggiungendo i voti ad attacco, difesa, coaching staff e offrendo anche a voi la possibilità di votare.

Il primo anno di Luck ai Colts fu molto particolare, causa anche la lotta contro un tumore di coach Pagano e l’interim di Arians, con diverse partite vinte in rimonta sul finire della gara, potremmo definirlo senz’offesa “fortunato”, ed il relativo record e l’arrivo ai playoff sembravano abbastanza un caso  e la netta sconfitta contro i Ravens pareva confermarlo. L’anno dopo il GM Ryan Grigson iniziò a fare una serie di mosse, in free agency e con trade aggressive, che in molti, se non tutti, giudicavano errate: anche se alla fine quasi tutte queste mosse si sono rivelate proprio così, i Colts sono comunque arrivati ai playoff, e nonostante la vittoria nella wild card contro i Chiefs, la successiva pesante sconfitta contro i Patriots pareva confermare l’impressione generale che alla fine fosse sempre questione di caso o fortuna, chiamatela voi come volete.

Altro anno, altre scelte di Grigson poco comprensibili, anche dai tifosi stessi (la trade per Richardson se la porterà dietro per molti anni il buon Ryan…), ma alla fine altro playoff con un nuovo passo in avanti: vittoria al divisional contro i Broncos dell’ex Manning e sconfitta pesante, sempre contro i Patriots, alla finale di Conference. In pratica, volendo banalmente riassumere la situazione, ogni anno si criticano le mosse degli Indianapolis Colts, queste si rivelano quasi sempre sbagliate, ma loro non se ne curano e da 3 anni, costantemente, migliorano il risultato finale e spernacchiano il resto della lega: ma non è che avranno semplicemente ragione loro?

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Seguendo questa strano progressione geometrico-footballistica questo dovrebbe essere l’anno dell’approdo al Super Bowl (con sconfitta però cari amici Colts, per l’anello bisognerà aspettare un altro anno), e visto che la favorevole finestra concessa dal contratto da rookie di Luck si sta chiudendo, il management di Indianapolis sembra proprio aver agito per cercare di sfruttarla al massimo puntando sull’usato sicuro e sui colpi di…Luck!

OFFENSE

E’ scontato e banale dirlo, ma in attacco, come forse si dovrebbe dire per tutti i Colts, ogni cosa nasce da Andrew Luck e dalla sua innata capacità di tirar fuori la giocata in qualsiasi momento e contro qualsiasi difesa. Eppure Luck non è certo ancora arrivato alla sua piena maturazione, anzi fa ancora tanti, forse troppi, errori, non da lui o quantomeno da quello che ci si aspetterebbe, ma l’ex QB di Stanford ha quell’abilità che distingue tutti i grandi giocatori: la capacità di cancellare immediatamente le brutture e ripartire come se nulla fosse. Questa, secondo me, può essere veramente la stagione della sua consacrazione, quella in cui potrebbe fare l’ingresso definitivo tra i top del ruolo NFL e far chiudere definitivamente tutti i discorsi sul fatto che sia o meno veramento un talento come se ne vedono pochi. I compagni poi sembrano seguirlo senza alcuna remore, d’altronde i giocatori sanno distinguere il talento e sanno quando gli conviene seguire qualcuno perché sono consapevoli che è più facile vincere avendo come riferimento un Andrew Luck, piuttosto che un Jamarcus Russell. A fargli da backup ci sarà ancora il buon Matt Hasselbeck, che ovviamente, pur con tutto il rispetto, i tifosi di Indianapolis non si augurano mai di vedere troppo in campo.

Le ultime stagione dei Colts, o forse dovremmo dire tutte quelli seguenti all’addio di Edgerrin James, sono state caratterizzate da un gioco di corsa che sembrava più una fastidiosa perdita di tempo e un doveroso intervallo tra 2 lanci che una vera e propria strategia, e per cercare di porvi rimedio il management ha deciso di puntare sull’usato sicuro se non proprio sicurissimo: dai 49ers è arrivato il 31enne Frank Gore, veterano di mille battaglie di cui Luck si è già innamorato tanto da dire che “conosce meglio lui che è arrivato da un paio di mesi il nostro attacco che tanti che ci stanno da diversi anni”. Certo, Gore ha un discreto chilometraggio a referto e la carta d’identità segna quella pericolosa fase per un RB in cui tutto sembra velocizzarsi intorno e quei buchi che si vedano prima ora non si vedono più, ma negli ultimi 4 anni il buon Frank ha superato sempre le 1000 yards corse, ed il suo stile non ha mai fatto troppo affidamento sulle qualità fisiche quanto sulle capacità di letture e di sfruttare al meglio ogni linea offensiva che si è trovata davanti (e quelle dei primi anni ai niners erano veramente orrende). E poi, diciamo la verità, quanto ti sei abituato a Trent Richardson anche una motozappa ti sempre un netto passo in avanti. Per dargli riposo, e ce ne sarà bisogno, specie in regular season, se si vuole cercare di non spremere troppo il motore di Gore, ci saranno a roster Dan Herron, positivo l’anno scorso, Vick Ballard ma soprattutto il rookie Josh Robinson che è un nome da tenere d’occhio.

Quanto gli sta male questa maglia...

E’ vero che Luck sembra proprio essere uno di quei QB che fanno fare bella figura, più delle reali qualità, ai ricevitori con cui giocano, ma per non rischiare nulla i Colts gli hanno ampliato le armi a disposizione e quindi ora, di fianco aT.Y. Hilton (per lui è pronto il rinnovo a cifre da top della lega o no?) e Donte Moncrief, ci saranno anche il veterano Andre Johnson (il ricevitore di possesso e di fisico che tanto mancava a questa squadra), anche lui in là con gli anni ma anche lui che non da cenni di cedimento, la promessa dalla CFL Duron Carter (nonché figlio d’arte, ma papà Chris sembrava un’altra cosa…) ed il rookie velocissimo Phillip Dorsett. Se a questi ci si aggiungono anche due tight end talentuosi, ma finora un po’ troppo discontinui, come Dwayne Allene Coby Fleener, si capisce come mettere la palla per aria non sarà mai un problema per questi Colts.

La linea offensiva di Indianapolis è stata spesso un punto interrogativo in questi anni: forte in protezione per merito sua o grazie alle capacità di Luck? Scarsa sulle corse per sue caratteristiche o perchè dietro aveva degli asini a correre? La giuria è ancora in camera di consiglio per deliberare ma intanto, per non saper nè leggere nè scrivere, il management ha deciso di rinforzarla puntando su un altro veterano: Todd Herremans da Philadelhia, giocatore molto versatile e abbastanza affidabile che dovrebbe prendere il posto di guardia destra titolare ma che all’occorrenza può svariare per tutto il fronte della linea offensiva ad eccezione di quello di centro dove il titolare dovrebbe essere Khaled Holmes. Gli altri titolari dovrebbero essere Anthony Castonzocome LT, Donal Thomas come LG e Jack Mewhort come RT, mentre tra i backup abbiamo l’ex Detroit Gosder Cherilus, Hugh Thorton, Ulrick John ed il semi-sconosciuti rookie da Mars Hill (si, esiste veramente questo college…sulla terra eh!) Denzelle Good, giocatore che definire un prospetto a lungo termine è dir poco.

A calciare i field goal ci sarà ancora l’inossidabile paisà Adam Vinatieri, che oramai fà praticamente coppia fissa in campo con il punter Pat McAfee, mentre come ritornare dovremmo poter apprezzare sin da subito le capacità velocistiche del rookie Phillip Dorsett!

DEFENSE

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La difesa non è mai stato il punto di forza dei Colts, ma come il titolo vinto e i tanti persi hanno dimostrato, senza una difesa per lo meno dignitosa la tua collezione di anelli si può ampliare solo comprando pacchi di patatine con sorpresa. Se in attacco la filosofia di rafforzamento ha puntato sull’usato sicuro, in difesa invece, specie dopo le tante topiche prese negli ultimi 3 anni, si è puntato, finalmente, più sul draft non disdegnando comunque qualche visita agli antiquariati di classe.

Vontae Davis e poi?

Posto che la difesa base dovrebbe rimanere sempre la solita 3-4, la linea difensiva è stata rinforzata, specie contro le corse, con l’arrivo dell’inossidabile veterano Kendall Langford, che prenderà il posto di Cory Redding come left defensive end, mentre come NT si punta sui progressi di Josh Chapman ed a destra su Arthur Jones, ma il nome da tenere d’occhio si spera essere il rookie da Stanford Henry Andreson, ottimo contro le corse e fit ideale, sembra, come end per una difesa fronte dispari. Sempre da Stanford è arrivato anche David Parry che in prospettiva potrebbe rubare il posto a Chapman.

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Dopo che avrai letto tutto il preview guarda i voti che abbiamo assegnato ad offense, defense e coaching staff ed esprimi la tua valutazione sui Colts 2015.

[review]

I voti di Dario Michielini

Offense - 90%
Defense - 65%
Coaching Staff - 65%

73%

Quella che vedete a destra è la media matematica dei due reparti più coaching staff. Dopo aver letto tutto l'articolo votate anche voi, da 1 a 10 decimali inclusi, per dirci qual'è il valore dei Colts 2015 oppure lasciate un commento con la vostra opinione.

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“Datemi un divano e vi racconterò il mondo (sportivo)” o ancor meglio “un corpo immerso in un evento sportivo riceve una forza uguale e contraria che lo spinge a dire necessariamente la sua opinione a riguardo”.

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