[NFL] Preview 2015: Houston Texans

Gli amici di “Quel che passa lo sport” hanno deciso di inaugurare il nuovo e bellissimo sito con le preview delle 32 squadre NFL. Abbiamo chiesto di poterle ripubblicare su Huddle Magazine aggiungendo i voti ad attacco, difesa, coaching staff e offrendo anche a voi la possibilità di votare.

Alla fine ce l’ha fatta: dopo anni di lamentele in off season, richieste di contratti onerosi accontentate e successive lamentele di essere costretto in una squadra “perdente”, Andre Johnson ha fatto le valigie e giocherà per il titolo ai Colts. Certo, in campo non s’è mai tirato indietro ed entra di diritto tra i migliori 2 3 giocatori di questa giovane franchigia, non sarà facile sostituirlo, ma era giusto per entrambe le parti andare in direzioni diverse e credo che ai Texans i problemi fossero e siano altri.

Guardando alla scorsa stagione, al di là dei giocatori, bisognerà evitare quei blackout che hanno influito pesantemente sul record finale, il 24 a zero subito nel primo quarto della partita casalinga contro i Colts, come i 21 punti subiti in 2 minuti a fine secondo quarto la settimana successiva contro gli Steelers, sono la fotografia dei limiti di Houston 2014 e sono arrivati contro due rivali dirette, una per la division, l’altra per la lotta per la wild card.

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La passata stagione i Texans hanno incontrato 5 squadre che hanno poi fatto i playoff, il record con esse è stato di 1 vittoria (Baltimora) e 5 sconfitte (Dallas, Pittsburgh, Cincinnati e 2 volte Indianapolis), il salto di qualità va fatto sotto questo aspetto, altrimenti si resterà sempre una squadra forte con i deboli e debole con i forti che finisce 8-8 o giù di lì.

OFFENSE

Non è facile trovare il QB al quale affidare il proprio attacco (ragion per cui, quando uno lo trova poi finisce per strapagarlo) ed Houston, da quando Schaub ha visto crollare il suo rendimento, si guarda in giro disperatamente alla ricerca di un faro nella posizione. La lotta per questa stagione non comprende più Case Keenum e Ryan Fitzpatrick, ma di certezze ne restano comunque poche: il posto se lo giocheranno Ryan Mallett e Brian Hoyer. Il primo è arrivato via trade a fine scorsa offseason ed è stato rifirmato, quasi al buio, dopo essersi infortunato 2 partite dopo aver debuttato: i 7 milioni in 2 anni sono tutto sommato un contratto onesto. Il secondo sappiamo già non sarà mai un titolare fisso in NFL, ma come backup (benché il suo contratto sia leggeremente più alto di quello di Mallett: 10 milioni in 2 anni) o come QB “ponte” può ancora dire la sua, come fatto a Cleveland. Curioso è che entrambi siano partiti come riserva di Brady e teoricamente sarebbe un duro colpo per i piani della squadra vedere il giocatore di prospettiva (Mallett) farsi battere nel training camp da un “tappabuchi”. Poi c’è Tom Savage: nessuno (o quasi) l’ha visto giocare al college, nessuno (o quasi) l’ha visto giocare in NFL, resta l’impressione di una scelta enigmatica.

Tom Savage come non l'avete (quasi) mai visto

Detto dei dubbi che pervadono la posizione “centrale” dell’attacco, ce ne sono anche su chi dovrà consegnargli la palla ad ogni inizio azione: non toccherà più a Chris Myers che è stato rilasciato e non s’è fatto nulla per sostituirlo. Numericamente il suo posto sarà preso da Su’a-Filo (2° giro 2014), che però nel primo anno ha giocato molto poco. L’inserimento del prodotto di UCLA potrebbe spostare Ben Jones da guardia a centro. Nel complesso comunque parliamo di un reparto di medio-alto livello, tra i migliori in fatto di sack concessi (solo 26) ed ottimo anche nell’aprire varchi per il running game (sesti per il rating di PFF), forse manca di profondità, ma s’è visto di peggio. La lotta più importante tra gli uomini di linea però la sta facendo David Quessenberry, giocatore a cui un anno fa era stato diagnosticato un tumore: il suo ritorno in campo non è ancora una possibilità, ma sapere che la malattia è in fase remissiva è già una gran vittoria.

La perdita di Andre Johnson ha un effetto immediato sulla responsabilizzazione di DeAndre Hopkins, che troppo spesso tende a sparire dalle partite (e non sempre per colpa dei vari QB che si sono alternati in cabina di lancio), un passo avanti in fatto di continuità renderà la dipartita di Johnson molto meno pesante, anche perché le qualità atletiche di certo non mancano al nuovo target principale dell’attacco texano. Cecil Shorts al giusto prezzo (6 milioni in 2 anni lo è) può rappresentare un acquisto molto intelligente, giocatore che è in grado di schierarsi sia esterno che nello slot e che già conosce le difese in division. L’aver aggiunto oltre al versatile Shorts, il veterano Nate Washington, renderà più soft l’inserimento in squadra del rookie, pescato al terzo giro, Jaelen Strong, un WR che ha tutte le caratteristiche per giocare outside e che faceva parte di quella classe di ricevitori di cui si parlava un gran bene in sede di draft e che va a completarsi alla perfezione con le caratteristiche di Hopkins, che fatica un po’ quando il campo si accorcia.

Il resto del passing game non potrà fare molto affidamento sui TE (a meno che non si chiamino J.J. Watt…), è da capire quanto sia dovuto ad una visione dell’HC O’Brien e quanto invece dipenda dalla dipartita di Owen Daniels due stagioni or sono e dalle scarse qualità in fase di ricezione dei vari Garrett Graham (che comunque una buona stagione due anni fa l’aveva avuta), C.J. Fiedorowicz e Ryan Griffin che dovevano raccogliere la sua eredità.

Stando ai dubbi che ci sono sul QB, è ovvio che molto del successo offensivo passerà da Arian Foster, principalmente dalla sua salute. Ormai è evidente che ci siano dei Texans con Arian e dei Texans senza di lui. Due anni fa i secondi hanno dovuto giocare metà stagione ed hanno conquistato la prima scelta assoluta. L’anno scorso, le 3 partite saltate, hanno portato 2 sconfitte (contro NYG e CIN) ed una vittoria (contro CLE) che alla fine hanno avuto il loro peso sulla rincorsa alla post season mancata. Foster ha 28 anni e viene da due stagioni rispettivamente da 121 e 260 portate, l’anno prossimo il suo numero sarà chiamato molto spesso e sarà lui il vero barometro dell’attacco di Houston, mentre nel ruolo di quelli che dovranno evitare di farlo arrivare troppo presto a 300 portate ci saranno Alfred Blue (positivo ed utile nel ruolo di backup già nel suo primo anno) e Chris Polk (RB molto interessante che si spera di vedere all’opera con maggiore costanza, prima o poi, dopo aver girovagato già un paio di squadre).

DEFENSE

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L’urlo che spaventa l’occidente e l’Indiana

Ci sono buoni giocatori, campioni, giocatori dominanti e poi c’è J.J. Watt. Con buona pace di una manciata di QB, il miglior giocatore della passata stagione, ma senza stare a discutere o spiegare il perché. Houston anche quest’anno costruirà la propria difesa partendo dalle sue prestazioni, uno che ha ridefinito gli standard per i DE a fronte dispari (ma anche quelli a fronte pari). Attorno a lui il front 7 ha comunque subito delle migliorie. Innanzitutto sarà uno spettacolo vederlo collaborare con Vince Wilfork. I Texans sono anni che cercano un NT in grado di rendere ancora più devastante il resto della linea, il tentativo fatto con Ryan Pickett l’anno scorso non è stato molto fortunato, con il veterano ex GB che è stato centellinato nelle presenze in campo, l’obiettivo ora è che dietro alle imponenti spalle di Wilfork possa finalmente crescere Louis Nix, terzo giro molto interessante da Notre Dame dell’anno scorso, il quale però ha dovuto saltare tutta la sua stagione da rookie.

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Dopo che avrai letto tutto il preview guarda i voti che abbiamo assegnato ad offense, defense e coaching staff ed esprimi la tua valutazione sui Texans 2015.

[review]

I voti di Gabriele Balzarotti

Offense - 65%
Defense - 75%
Coaching Staff - 70%

70%

Quella che vedete a destra è la media matematica dei due reparti più coaching staff. Dopo aver letto tutto l'articolo votate anche voi, da 1 a 10 decimali inclusi, per dirci qual'è il valore dei Texans 2015 oppure lasciate un commento con la vostra opinione.

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“Datemi un divano e vi racconterò il mondo (sportivo)” o ancor meglio “un corpo immerso in un evento sportivo riceve una forza uguale e contraria che lo spinge a dire necessariamente la sua opinione a riguardo”.

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