[NFL] (TOP &) FLOP della stagione 2014: San Diego Chargers

Negli ultimi cinque anni i San Diego Chargers hanno sempre vissuto stagioni sul filo del rasoio. Record simili e spesso non abbastanza efficaci per raggiungere i playoff: 9-7 nel 2010, 8-8 nel 2011, 7-9 nel 2012 e in nessuno di questi tre casi è arrivato il ticket per volare in post-season. Poi, ecco di nuovo 9 vittorie l’anno passato, soltanto grazie al field goal sbagliato da Ryan Succop da 41 yard allo scadere dell’ultima e decisiva sfida di regular season contro i Chiefs, che ha concesso overtime, successo e Wild Card Game a San Diego. Quest’anno, la squadra della California, dopo un avvio di stagione scoppiettante, invece di premurarsi di arrivare tranquilla all’ultimo scontro stagionale, vi è giunta con l’ansia di dover nuovamente superare Kansas City, in modo da poter finalmente ottenere 10 fatidiche vittorie ed un nuovo viaggio ai playoff. Un rischio troppo grande, però, che i Chargers questa volta hanno pagato a carissimo prezzo.

Gioie e dolori convivono, a San Diego, necessariamente a seconda della vena di Philip Rivers. Opinione quanto mai veritiera quest’anno, in cui il quarterback da North Carolina ha vissuto una prima parte di annata meravigliosa e ai limiti della perfezione, salvo poi ritrovarsi a combattere con sé stesso prima ancora che contro i suoi avversari. Dopo un esordio positivo, ma perdente contro i Cardinals, Rivers scrive cinque partite da leggenda, primo nella storia NFL ad andare oltre quota 120 di quarterback rating per una strisci di sfide tanto ampia, superando Johnny Unitas e Kurt Warner fermi a quattro.

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Fenomenale il modo in cui abbia completato 117 lanci su 163 tentati (71.8%) per 1.518 yard con 14 touchdown pass ed un solo intercetto. Le due sconfitte che seguono sporcano il ruolino di marcia suo e della squadra, ma è nella seconda metà di stagione che i numeri si fanno tragici: la percentuale di completi crolla a quota 64%, il classe ’81 raccoglie oltre 2.000 yard, ma appena 11 TD pass a fronte di ben 13 intercetti. Chiuderà la stagione con uno score di 379 lanci completati su 570 tentati (66.5%), per 4.286 yard con 31 touchdown pass e 18 intercetti, parte di un quarterback rating di 93.8 di media. Ottimi numeri, che, però, avrebbero potuto essere ancora e di molto migliori e permettere ai Chargers di sognare in grande.

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Antonio Gates ChargersNel parco ricevitori di San Diego, ricchissimo di ottimi giocatori, il nome altisonante è sempre lo stesso da anni: Antonio Gates. Per il 34enne originario di Detroit sono arrivate 69 ricezioni su 99 target per 821 yard e la fantastica cifra di 12 touchdown, utili ad arrivare a quota 99 in carriera, secondo tight-end di sempre alle spalle del mitico Tony Gonzalez, fermo a quota 111. Leader in termini di yard macinate è stato un ottimo Malcom Floyd, capace di trasformare ognuna delle sue 52 ricezioni in una media di ben 16.5 yard, per un totale di 856, con 6 touchdown, in stagione. Eddie Royal, invece, si è specializzato in viaggi nelle end zone avversarie, ben 7 al termine di una regular season da 778 yard in 62 ricezioni. Ad aver giocato parzialmente sotto le aspettative è stato l’Offensive Rookie of the Year dell’anno passato, Keenan Allen. Per lui 77 ricezioni, ma in ben 121 target, per 783 yard di guadagno (10.2 di media) e con appena 4 touchdown e 6 giocate da oltre 20 yard all’attivo.

Una grande sventura per la stagione dei Chargers è stata la perdita di Ryan Mathews per infortunio, disponibile per appena sei gare complessivamente in stagione. Il runningback da Fresno State ha scritto numeri importanti ed è arrivato a quota 330 yard in 74 portate (4.5 di media) con 3 touchdown all’attivo. Statistiche simili a quelle che è riuscito a mettere insieme Branden Oliver in tutto il resto dell’anno, anche se francamente era difficile poter chiedere di più all’undrafted rookie da Buffalo. Per lui, comunque, 160 portate e 582 yard di guadagno, con 3 segnature a fare da modesto corredo. Praticamente assente ed inutile, invece, l’apporto dell’ex Colts Donald Brown, relegato a 223 yard in 85 portate (2.6 di media) e senza gioie nelle end zone avversarie.

Numeri tutt’altro che eclatanti, dunque, per l’attacco dei Chargers, che chiude la stagione al 18esimo posto per yard guadagnate a partita (341.6), 5.4 di media nelle 1.009 scrimmage plays totali, e mette a tabellone 348 punti, 21.8 di media. Incredibile, ma vero, San Diego ha subito lo stesso numero di punti che ha segnato, concludendo dunque in perfetta parità di plus/minus. Nelle 988 azioni subite dagli avversari ha lasciato campo per 338.3 yard a partita, 5.5 a giocata.

Denver Broncos vs the San Diego ChargersPer la squadra californiana a deludere è stata, senza alcun dubbio, la difesa sulle corse avversarie, settima peggiore complessivamente in NFL con un totale di ben 1.986 lasciate alle scorribande dei runningback opposti. In 438 attacchi, dunque, San Diego ha concesso ben 4.5 yard a giocata, 124.1 a partita ed 11 touchdown. Fortuna che la retroguardia ha forzato almeno 16 fumble, di cui 11 recuperati per 3 touchdown, numero massimo in stagione nella Lega. Assolutamente fenomenale, invece, la secondaria dei Chargers, in grado di essere la quarta miglior difesa sui lanci dei quarterback avversari, cui ha concesso appena 3.605 yard totali in 320 lanci, 225.3 a partita. I TD pass subiti, però, sono stati ben 24, mentre gli intercetti appena 7, secondo peggior score in NFL l’anno passato.

Non che in termini di sack San Diego si difenda meglio, avendone raccolti appena 26, quart’ultimo risultato nella Lega dopo Bengals (20), Raiders e Falcons (22). Anche in termini di pass deflected il numero è insufficiente (63) e nessuno dei pochi intercetti è stato riportato nelle end zone avversarie. A livello individuale spicca la straordinaria staigone di Eric Weddle, in grado di mettere insieme 114 tackle, di cui 91 in solitaria, 8 pass deflected, 1 intercetto e 2 fumble forzati, insieme a quella dell’ex Chiefs Brandon Flowers, un fattore importante nella secondaria dei Chargers con 10 pass deflected e 3 intercetti. Se Donald Butler sorprende con 73 tackle e 3 fumble recuperati, la squadra manca di un sack man, dato che Corey Liuget, leader nella statistica, si ferma ad appena 4.5.

La stagione dei Chargers si apre con una sagra degli errori contro i Cardinals in una partita dominata nei primi tre quarti di gioco e buttata al vento nel finale, per la gioia del pubblico di Arizona, che applaude Kurt Warner ed il suo ormai ritirato numero 13. Meraviglia delle meraviglie, San Diego supera, invece, i Seahawks nella seconda uscita stagionale, grazie alla prima delle prestazioni mostruose di Rivers e ai 3 touchdown del giovanotto di nome Antonio Gates. Contro i Bills basta una grande prestazione di Royal ed il gioco è fatto. Il nativo di Alexandria replica, aiutato da Allen e illuminato dallo splendente Rivers, contro i Jaguars e la squadra californiana rovina l’esordio in NFL di Blake Bortles.
Contro i Jets basta definire i punti della squadra di casa (31) e quelli degli uomini in trasferta (0) per far capire l’andamento della partita, mentre contro i Raiders la vittoria è ben più sudata e firmata da un touchdown di Oliver. San Diego sembra lanciata verso una stagione fenomenale, ma la prima parte dell’anno si chiude con due sconfitte: la squadra è poco incisiva contro i Chiefs e subisce il field goal della vittoria da Cairo Santos, mentre sono 3 touchdown di Emmanuel Sanders e 2 di Juwan Thompson a piegare le gambe ai Chargers contro i Broncos. Cinque vittorie e tre sconfitte, un bilancio che poteva anche essere migliore.

Keenan Allen ChargersLa peggior prestazione stagionale di Rivers coincide con la migliore di Tannehill e i Dolphins passeggiano 37-0, demolendo i californiani. San Diego non gioca granché meglio contro i Raiders da nove sconfitte e nessuna gioia, ma riesce comunque a conquistare un sofferto successo. Mathews e Allen aiutano un’ottima difesa ad aver ragione dei combattivi Rams, mentre contro i Ravens, dopo un inizio pessimo di gara, la vittoria è tutta di Rivers e del suo estro, che lancia, per ultimo, Royal in end zone per festeggiare l’ottavo successo stagionale, che sembra decisivo per i playoff. I Chargers, però, si fanno piccoli contro le grandi squadre e perdono contro Patriots, senza essere mai davvero in partita, e Broncos, aiutati da ben 5 field goal di uno scatenato Connor Barth.
Un disastroso Colin Kaepernick apre la strada ad una vittoria fondamentale per i californiani, fissata nei supplementari dal field goal di Nick Novak. Basterà vincere l’ultima partita contro i Chiefs, per festeggiare la post-season. Peccato che Kansas City quest’anno non approvino la batosta casalinga e trasformino Arrowhead in un inferno. Travis Kelce chiude una stagione da rookie fenomenale, Justin Houston mette insieme 4 sack per arrivare a 22 stagionali e Rivers sembra aver perso la bussola, anche in un finale concitato che sembra poter premiare San Diego. La stagione dei Chargers, però, finisce nel Kansas.

L’estate porta consiglio e ha portato in città un grande innesto come Orlando Franklin dai rivali divisionali con base a Denver, oltre a Stevie Johnson e Jacoby Jones per dar man forte all’attacco e a Jimmy Wilson e Patrick Robinson, oltre alla fondamentale estensione del contratto di Flowers, nella retroguardia. Dal Draft è arrivato, al primo giro, Melvin Gordon, il secondo miglior runningback del lotto, a dare man forte ad un backfield impoverito dalla partenza di Mathews verso Philadelphia. Ottimo anche l’innesto di Denzel Perryman, prospetto da tardo primo giro, al secondo giorno di scelte. Si è parlato molto di un possibile arrivo di Marcus Mariota a San Diego, con relativa partenza di Rivers verso nuovi lidi, ma lo scambio è rimasto soltanto pura utopia. Chissà che Philip non abbia, per questo, ancor più voglia di dimostrare il suo valore e possa, finalmente, diventare un quarterback vincente.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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