(TOP &) FLOP della stagione 2014: Cleveland Browns

All’alba della tredicesima settimana di gare della scorsa stagione NFL, la AFC North era la Division più scoppiettante della Lega. Non soltanto i soliti Bengals, ormai presenza fissa del recente periodo al Wild Card Game (e soltanto a quello), o i combattivi Ravens, mai lontani dalle zone che contano, o i vincenti Steelers, anche se da qualche tempo lontani dal vertice. Anche i Cleveland Browns. Gli stessi Browns che hanno chiuso le sei stagioni precedenti mai oltre le cinque vittorie, che non conoscono i playoff dal lontano 2002 e che, in quel momento, avevano un record di 7 successi e 4 sconfitte. L’ennesima stagione fallimentare, però, era alle porte.

Johnny Manziel BrownsIl disastro della franchigia dell’Ohio parte dai posti di comando. Johnny Manziel è arrivato a Cleveland tra fuochi d’artificio e dichiarazioni importanti, ma la sua stagione si riassume facilmente nel disastro prodotto contro i Bengals (10/18 per 80 yard e 2 INT), unica gara da titolare da lui giocata, oltre a qualche yard tra Bills e Panthers, ma senza nemmeno la gioia di un touchdown pass. Le speranze legate a Manziel sono dunque andate in fumo ed ora il futuro è quanto mai nella nebbia. Chi ha tenuto il timone per la maggior parte della regular season è stato un altrettanto deludente Brian Hoyer, che ha completato appena 242 lanci su 438 tentati (55.3%). Le yard prodotte sono state 3.326, 7.6 a giocata e 226.1 a partita, con la miseria di 12 TD pass (2.7% delle giocate), addirittura superati nel numero dagli intercetti (13). Il quarterback rating si è fermato a 76.5, numero che, da solo, esprime l’insufficienza di ciò che Hoyer ha espresso quest’anno.

La fortuna, almeno iniziale, dei Browns è stata l’aver trovato un’accoppiata vincente di giovani runningback la scorsa estate, tanto dal Draft quanto da ciò che ne ha fatto seguito: la scelta numero 94, Terrance West, e l’undrafted, Isaiah Crowell, hanno messo insieme la bellezza di 1.280 yard in 319 portate, 4 yard di media a giocata, con 9 azioni da oltre 20 yard ed un ricchissimo contorno di 12 touchdown. Un duo che ad inizio stagione ha messo in difficoltà ogni avversario che si è trovato di fronte, spegnendosi, però, con l’andare dell’annata. L’età ed i margini di miglioramento restano dalla loro parte. Assai deludente, invece, è stato quel Ben Tate fondamentale l’anno passato ai Texans: per lui soltanto 333 yard in 106 portate, con 4 touchdown ed un biglietto di sola andata per Minnesota, dove ha terminato la stagione. Non dimentichiamoci, poi, del touchdown palla alla mano di Manziel contro i Bills. Unico, vero spunto della sua anonima stagione a Cleveland.

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Josh Gordon BrownsIn termini di ricevitori, Cleveland non aveva di che lamentarsi, almeno alla vigilia, e sembrava poter competere ad altissimi livelli. Il 27 agosto arriva, però, la notizia che il fenomenale Josh Gordon, capace, tra gli altri record messi a segno, di marciare per più di 200 yard in due partite consecutive nel 2013 (primato NFL), sarebbe rimasto ai box per tutta la scorsa stagione a causa dei suoi problemi di droga. La squalifica si riduce poi a 10 gare, ma Gordon mette insieme appena 24 ricezioni e 303 yard, senza touchdown, nelle cinque partite cui prende parte. Il nativo di Houston mancherà dai palcoscenici anche per tutto il 2015, dato che ha ricevuto una nuova squalifica di un anno per abuso di alcolici. Senza il suo talento di spicco, senza un quarterback all’altezza, il reparto delude le attese. Sorprende Taylor Gabriel, in grado di macinare 621 in appena 36 ricezioni (17.3 di media!), non si comporta male Andrew Hawkins, che mette insieme 824 yard e 13 giocate da oltre 20 yard, mentre alle loro spalle davvero pochi spunti, a partire da Jordan Cameron, il quale, nelle dieci partite giocate, si prodiga in appena 24 ricezioni per 424 yard.

I soli 12 touchdown su ricezione, con Travis Benjamin unico a festeggiarne almeno 3, sono parte di una stagione offensivamente arida di soddisfazioni per Cleveland, che ha segnato appena 299 punti totali, 18.7 a partita, e macinato 324.6 yard a partita, 5.1 a giocata. A livello difensivo sono stati, invece, 337 i punti subiti in totale, 21.1 di media, a fronte di 366.1 yard a partita guadagnate dagli avversari. I Browns hanno subito il maggior numero di scrimmage plays in tutta la NFL (1.118) e concesso la bellezza di 239 terzi down agli avversari, di cui 90 trasformati. Se per un solo tackle i Buccaneers superano la franchigia dell’Ohio al primo posto nella statistica (1.164), altrettanto bene non si può dire dei soli 31 sack messi a segno dalla difesa di Cleveland sui quarterback avversari. I Browns sono primi per numero di pass deflected (115) e secondi dietro i Niners (23) per numero di intercetti messi a segno (21), da cui hanno guadagnato 333 yard e 2 touchdown. Non è un caso che abbiano lasciato strada per appena 224.5 yard a partita e 22 touchdown ai lanci avversari. Assolutamente non all’altezza, invece, la difesa sulle corse, che ha donato 2.265 yard agli sforzi dei runningback opposti ad essa, ben 4.5 di media per ognuna delle 500 portate totali. Altre 13 segnature e soli 8 fumble recuperati si uniscono al derelitto conteggio.

In termini individuali, la grande delusione è stata l’ottava scelta assoluta dello scorso Draft, quel Justin Gilbert che sembrava in grado di spostare gli equilibri della secondaria dei Clevelnad Browns. Per lui appena 29 tackle, 8 pass deflected ed 1 intercetto, per lo meno riportato in touchdown per 23 yard. Non ha deluso, invece, il duo Joe Haden – Buster Skrine, che ha messo insieme la bellezza di 140 tackle, 38 pass deflected e 7 intercetti, oltre ai due fumble recuperati da Haden. Fenomenali anche il leader in termini di sack, Paul Kruger (11), e di intercetti, Tashaun Gipson (6), capace di guadagnare 158 yard extra per Cleveland, con un touchdown. Se, come abbiamo visto, la secondaria ha retto ottimamente l’urto degli avversari, è stato sul breve raggio che sono sorti i problemi maggiori per il team di Mike Pettine.

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La stagione dei Browns, nella sua prima metà abbondante, aveva sorpreso per qualità di rendimento e talento dimostrato dai suoi elementi. Il duo West-Crowell si trova alla grande già dall’esordio, ma Ben Roethlisberger, accompagnato dai prodi Antonio Brown e Le’Veon Bell, costringe Cleveland alla prima sconfitta stagionale. Gipson e il suo ritorno, con touchdown annesso, di intercetto per 62 yard lancia la rimonta contro il prepotente Jimmy Graham, prima che la secondaria dei Saints vada a farfalle, anziché coprire Hawkins, ed il buon Bill Cundiff metta la parola fine sulla sfida allo scadere. L’italico, almeno di nomea, Lorenzo Taliaferro guida i Ravens oltre l’ostacolo Browns. È, però, un Hoyer alla miglior prestazione stagionale quello che stende i Titans con una rimonta disperata, ma vincente. Tate si regala due viaggi in end zone contro gli Steelers e Cleveland può prendersi la propria vendetta, oltre al record positivo, prima che la squadra butti tutto al vento, facendosi battere dai Jaguars, ancora senza successi fino a quel momento. Fortuna che almeno i Raiders fanno strada, prima che Gabriel regali un’altra gioia contro i Buccaneers. A quota 5 vittorie e 3 sconfitte, la prima parte dell’anno poteva dirsi di ottima fattura.

defense brownsE non finisce qui, perché Andy Dalton vive una notte da incubo ed il trio di running-back vola integralmente in touchdown, per un altro successo contro i Bengals. Gli aggettivi per J.J. Watt si sprecano e i Texans hanno ragione dei Cleveland Browns, prima che un ancora scatenato Crowell ed un decisivo Cundiff, nuovamente allo scadere, mettano una pietra sopra i Falcons. È il periodo migliore per Cleveland, che spera seriamente nei playoff, pur in una Division incandescente. La doccia gelata arriverà, di settimana in settimana, a partire da questo momento fino al termine della stagione. I Bills passeggiano, i Colts si trovano di fronte la peggior versione del già di per sé osceno Hoyer, Cincinnati non ha difficoltà a sbarazzarsi di Manziel e la sua combricola, ridotta senza alcun punto a tabellone allo scadere, i Panthers hanno fretta di volare ai playoff e non si lasciano sorprendere, prima che, per chiudere nel peggiore dei modi la striscia di cinque sconfitte consecutive che ha ridotto la stagione in sfacelo, Baltimore pieghi ogni velleità di Cleveland, anch’essa per guadagnarsi un ticket verso la post-season. Quel periodo mitologico dell’anno entro il quale, per un motivo o per l’altro, i Browns non arrivano mai a far parte.

E le cose non cambieranno, molto probabilmente, nemmeno l’anno prossimo. L’acquisizione di Josh McCown, Brian Hartline e Dwayne Bowe non basterà a riportare in auge la franchigia, soprattutto considerando la squalifica di Gordon e la partenza di Cameron in direzione Miami. Servirebbe un miracolo, ma anche due o tre, al prossimo Draft. Un miracolo sportivo, però. Non economico o di costume. Ogni riferimento è puramente casuale.

Sui Cleveland Browns abbiamo pubblicato un articolo sul nuovo logo e di quando vinsero il titolo nel 1950.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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