[NFL] Wild Card: Cincinnati Bengals vs Indianapolis Colts 10-26

Il sogno di Cincinnati di rompere finalmente l’incantesimo che la vuole perdente nelle partite di postseason dall’ormai lontano 1990 (sebbene con una lunga pausa tra il 1990, appunto, ed il 2005 quando ai playoff proprio non ci sono mai andati), dura solamente il primo tempo. Al rientro dagli spogliatoi con uno svantaggio di soli tre punti nei confronti degli Indianapolis Colts, gli uomini di Marvin Lewis hanno lasciato campo completamente libero ai padroni di casa, che hanno messo al sicuro il risultato e poi hanno gestito la partita senza particolari problemi, grazie anche ad un Andrew Luck in particolare stato di grazia capace di completare 31 passaggi su 44 per un guadagno di 376 yard ed un touchdown.

Rex Burkheas BengalsAl contrario Andy Dalton, il cui soprannome è oramai ufficialmente “Una vaccata in attesa di succedere”, ha disputato l’ennesima partita senza verve della sua carriera, fallendo qualsiasi possibilità di tenere i Bengals in partita in un match che comunque sembrava essere alla sua portata.
Non ha certamente giovato alla causa di Cincinnati l’abbandono repentino e, a parer nostro, abbastanza inspiegabile del gioco di corsa che, ad inizio partita, aveva permesso ai Bengals di muovere bene la palla, sfruttando soprattutto una grande superiorità fisica sulla parte sinistra della linea d’attacco. Proprio da quel lato arrivavano dei discreti guadagni sia da parte di Burkhead che da parte di Bernard, ma dopo il touchdown di Hill a fine primo quarto che andava a pareggiare quello messo a segno da Herron per i Colts, i Bengals decidevano di mettere la palla in aria in undici delle successive 15 azioni, continuando poi con la stessa tattica per tutto il secondo tempo.

E dire che il punteggio, grazie al field goal di Nugent allo scadere del primo tempo da ben 57 yard che rispondeva ai due calciati da Vinatieri, era ancora tale da non obbligare i Bengals al bombardamento aereo. Non è la prima volta che vediamo un offensive coordinato abbandonare il gioco di corsa troppo in fretta per affidarsi solamente o quasi al gioco aereo, e solitamente l’esito di tale tattica non è mai favorevole alla squadra che la attua.

Pubblicità

L’attacco dei Bengals non ha fatto eccezione a questa regola, e nel secondo tempo Dalton inanellava ben quattro three-and-out consecutivi, che non diventavano cinque solo perchè all’inizio del quarto periodo un primo down riusciva a conquistarlo (per poi andare al punt tre azioni dopo), e quando finalmente riusciva a mettere in piedi un drive decente, a 4:25 dalla fine della partita ed indietro nel punteggio 26-10, arrivava la “vaccata” che tutti aspettavano fin dall’inizio della partita. Questa volta si trattava di un sack con fumble, ovviamente recuperato dalla difesa dei Colts, che metteva la parola fine alla partita.

Dan Herron ColtsLa decisione di Lewis (o del suo offensive coordinator Hue Jackson) di affidarsi ai lanci di Dalton appare ancor più dubbia se si pensa che i Bengals non potevano disporre di Green e Gresham, cioè 69 e 62 ricezioni in stagione per rispettivamente 1041 e 460 yard totali, cioè una cifra molto vicina al 50% dell’intera produzione via aerea dei Bengals nella stagione 2014.
Quello che non è riuscito a fare Dalton l’ha invece fatto, e molto bene, Luck. Nonostante un paio di drop assassini di Hilton ed un fumble di Herron, il quarterback dei Colts non ha smesso un attimo di mettere i propri compagni in condizioni di procurarsi dei buoni guadagni di yard semplicemente facendosi trovare al posto giusto dove poter ricevere una palla perfetta sulle mani.

È stato così anche per il touchdown che ha rotto in due la partita nel terzo quarto di gioco. Con la palla sulle 36 yard offensive, la tasca che stava collassando e Carlos Dunlap che lo stava sotterrando, Luck riusciva a mantenere la lucidità necessaria a lanciare una palla perfetta nelle mani di Moncrief per il touchdown del 20-10. Una traiettoria perfetta, con la palla messa là dove solo il ricevitore poteva prenderla, impedendo ogni possibilità di intervento da parte del defensive back.

[jwplayer mediaid=”19112″]

Da menzionare, per i padroni di casa, l’ottima prova della difesa, anche se l’attacco di Cincinnati non è perso proprio essere un banco di prova attendibilissimo. In ogni caso, quando c’è stato bisogno dell’intervento risolutivo questo è arrivato senza tanti problemi, e la secondaria ha retto bene l’impatto con i ricevitori avversari, distinguendosi anche in un paio di giocate degne di nota come, ad esempio, il perfetto tempismo con cui Toler impediva la ricezione a Brandon Tate su una flea-flicker che stroncava il tentativo di risposta dei Bengals al touchdown di Moncrief.

Mentre i Bengals se ne tornano mestamente a casa un’altra volta, e meditano se continuare a dare fiducia al duo Marvin Lewis – Andy Dalton, che comunque ai playoff la squadra riescono sempre a portarla (si tratta solo – fosse facile – di fare il passo successivo), i Colts si preparano per l’ennesima sfida che li vedrà di fronte al loro passato recente. Saranno infatti i Broncos di Peyton Manning i prossimi avversari di Indianapolis la prossima settimana. Nell’incontro di inizio stagione Denver ha avuto la meglio 31-24, ma qui siamo ai playoff e, come si sa, tutto può succedere.

[jwplayer mediaid=”19115″]
Merchandising Merchandising

Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

Articoli collegati

4 Commenti

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.