[NFL] Week 17: Power Ranking

radiobonanzaTRASPE il numero 17 arrivò, implacabile e senza sosta le settimane non si sono fermate e la regular season ha chiuso i battenti. Da una parte ora ci aspetta il football di gennaio e, per pochissimi eletti, quello di febbraio che come ogni anno sono sicuro regaleranno emozioni forti, dall’altra invece c’è chi pensa al Black Monday, al draft 2015, ai rimpianti e con nostalgia inizia a rimetter sul Gamepass le partite della week 1 per illudersi di aver ancora davanti 4 mesi di football NFL. Per questo il Power Ranking sarà un po’ diverso dal solito, infatti sarà stagionale e avrà le prime 12 posizioni “locked” occupate dalle squadre ai playoff ordinate secondo un metodo scientifico analitico preso direttamente dal delirio dei miei neuroni. E poi come si dice…ogni tanto si riguarda al film della stagione appena trascorsa, no? E allora perché non associare ad ogni squadra una pellicola cinematografica. Sarà una sfida ardua, ma la Bonanza non si tira mai indietro. Here we go. Per l’ultima volta. E lo scrivo con un pizzico di malinconia.

Smiler of the Regular Season – Arizona Cardinals

Rosiker of the Regular Season – New Orleans Saints

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Bonanza Favorite – P I T T S B U R G H S T E E L E R S

https://youtube.com/watch?v=xGZWcFc6P6g

1) New England Patriots (124)Crank. Questo è un bellissimo film d’azione con un sublime Jason Statham. In sintesi: Chev Chelios è un sicario a cui viene iniettato un potente veleno che lo può portare alla morte, a meno che, per sopravvivere, non faccia uso di potenti dosi di epinefrina che tengono alto il livello di adrenalina. Chev nella nostra regular season è Tom Brady dopo la batosta contro i Chiefs. Da lì è proprio andato su di giri e con lui la squadra. Non hanno accennato a diminuire, nosssssignori. Se poi i loro playoff andassero come nel secondo film “High Voltage” semo appposto.

2) Seattle Seahawks (124)Fight Club.Prima regola dei Seahawks: non parlate mai dei Seahawks. Seconda regola dei Seahawks: non dovete parlare mai dei Seahawks con Riccardino Sherman. Terza regola dei Seahawks: se qualcuno grida basta, si accascia, è spompato, tipo Harvin lo si caccia via. Quarta regola: si combatte con una sola Legion of Boom per volta. Quinta regola: un Marshawn Lynch alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe, solo Russell Wilson a danzare. Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima stagione ai Seahawks…dovete combattere!”

Pete Carroll è Tyler Durden. Ve lo diciamo noi.

3) Green Bay Packers (124)Il Padrino. Molto semplicemente: Aaron Rodgers per questi Packers ha giocato in modo talmente determinante come solo la prestazione e il ruolo di Marlon Brando nella saga di Coppola riesce forse a eguagliare per importanza. Il Padrino non è Il Padrino senza Brando, i Packers non sono i Packers senza Rodgers.

4) Denver Broncos (124)Il Divo. “Nel corso degli anni mi hanno onorato di numerosi soprannomi: il Divo Peyton, l’ Undicesima-lettera-dell’-alfabeto, il Fronte Alta, il Calcolatore, il Papa John, l’Eternità, l’Uomo-dell’-Ultimo Drive; ma non ho mai sporto querela, per un semplice motivo, possiedo il senso dell’umorismo. Un’altra cosa possiedo: un grande archivio di tutte le difese NFL, visto che non ho molta fantasia, e ogni volta che viviseziono questo archivio chi deve perdere, come d’incanto, inizia a perdere.”

5) Dallas Cowboys (124)Ritorno al Futuro. Perché Doc e Marty McFly in verità sono giunti ad Arlington e portato i Cowboys a una dimensione consona ai domini del 1992, 1993 e 1995. Non svegliate Romo, Bryant e Murray loro credono di essere in realtà Aikman, Irvin e Emmitt Smith.

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6) Pittsburgh Steelers (115)Taxi Driver. La stagione di Big Ben insieme a quella di Leonida Bell e Antonio Brown ha più cazzima di Robert DeNiro che parla da solo davanti allo specchio nella perla di Scorsese. E ha trascinato gli Steelers ai playoff con il giusto mood che da sempre ha contraddistinto gli acciaieri.

“Finito a me? Finito a me? Finito a me? Ehi, con chi stai parlando? – Big Ben a un giornalista”

7) Detroit Lions (115) Il Re Leone. Dai questa è un po’ una Balianata. Loro giocano un po’ su un leone cerberesco a tre teste. Una a forma di Simba, l’altra a forma di Mufasa e un’ultima che ricorda Scar. Questi playoff ci mostreranno di che pasta saranno fatti dopo una regular season stranamente solida. Strana perché un po’ tutti rimangono interdetti leggendo 11 W. Dico solo che un finale alla Musafa non è contemplato, potrei andare a lacrime per 10/15 anni buoni.

8) Cincinnati Bengals (1051)La Cosa. Nell’horror di Carpenter c’è quest’entità aliena che prende le sembianze di tutti gli esseri viventi con cui viene a contatto, ecco così sembra essere Dalton, più volte è apparso impossessato da una creatura in grado di farlo apparire come un mediocre game manager che si è dovuto affidare a Green – Bernard – Hill. Che dite, forse non era posseduto? Dai, io concedo il beneficio del dubbio.

9) Baltimore Ravens (106)The Prestige. Nemmeno il viscerale dualismo fra i due protagonisti Alfred Borden e Robert Angier sarebbe riuscito a creare un trucco di prestigio così sorprendente come l’apparizione dei Corvi in post-season dopo una regular season condotta senza picchi qualitativi evidenti. Abracadabra.

10) Indianapolis Colts ( 115)Match Point.Preferisco avere Andrea Fortuna che talento” Pagano percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti Andrea Fortuna nei Colts. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla in un FG colpisce il palo e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po’ di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde.


Newton, Rivera e Kuechly che cercano di salire per il treno della Wild Card.

11) Carolina Panthers (781) Il treno per il Darjeeling. I film di Wes Anderson son noti per esser saturi e carichi di colori, variopinti ed eclettici, ecco l’annata Panthers allo stesso modo è stata piena e zeppa di eventi. Dal fallimento, al pensare al licenziamento di Rivera, fino alla speranza e alla W di Division. Nel film citato c’è una scena in cui i tre fratelli riescono a prendere il treno in partenza all’ultimo secondo, rincorrendolo, questa è la sintesi della caccia ai playoff dei Panthers.

12) Arizona Cardinals (115)Scarface. Citeremo: “Infortuni? Tu dai a me infortuni? Amigo, l’unica cosa a questo mondo che conta davvero sono le palle, tu ce l’hai le palle? Eh?” – Arians alla Dea Bendata che di fatto ha minato la splendida stagione Cards.

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BEST OF THE REST

13) Philadelphia Eagles (106) Bastardi Senza Gloria. Insomma il tenente Aldo Raine aka Chip Kelly è riuscito a piazzar un deciso colpo al mondo NFL e si è dimostrato anche in questa seconda annata un HC che sul piano del gioco può dar tanto al mondo dei Pro, ma purtroppo non c’è stato lo step ulteriore che molti s’aspettavano, soprattutto a livello di personale. La gloria dunque non è arrivata. Dovrà attendere.

14) Kansas City Chiefs (97) Solaris. Questo è un capolavoro della fantascienza sovietica del Maestro Tarkovskij, però capite è targato 1972, dura 167 minuti e l’unica volta che l’ho visto in vita mia avevo 13 anni. Non so manco come diavolo feci a vederlo, ma l’unica cosa che ricordo sono: DUE COCOMERI TREMENDI. Più o meno lo stesso pensiero che mi è affiorato in mente a ogni drive offensivo dei Chiefs quest’anno.

15) San Diego Chargers (97)Memento. La loro storia è simile a quella di Leonard Shelby. Un attimo sono forti, subito dopo dimenticano come si giochi in modo decente e fanno ribrezzo, cambio di scena e con lei anche la realtà con una squadra, di fatto, enigmatica e spaesata. Troveranno il loro John G? Boh, hanno già scordato come si fa.

16) Houston Texans (97)Io Vi Troverò. JJ Watt è stato la stagione dei Texans. E Geigei è la personificazione a DE di Liam Neeson:

“Io non so che QB siete, che QB volete essere, ma vi cercherò, vi troverò e vi butterò a terra”

17) Buffalo Bills (97) L’Ultimo Samurai. L’epopea del veterano Nathan Algren (novello Tom Cruise) in Giappone è assimilabile alla chiamata venuta a Orton nel cuore della stagione, per raddrizzare scelte di management che lasciano perplessi come quella di EJ Manuel. Lui ha risposto con il giusto spirito e il suo ritiro è struggente quasi quanto il personaggio di Katsumoto nel film.

18) San Francisco 49ers (88)Elephant. Per carità, non si è scelto il riferimento per gli atroci fatti accaduti alla Columbine, ma per via della metafora “elefante nella stanza” che dà il titolo al film. Un problema talmente evidente e predominante (Jim Harbaugh e il rapporto con il front office) che però si cerca di ignorare. Ecco, questo ha compromesso pure la stagione di una talentuosa (ma sfortunata) franchigia.

19) Miami Dolphins (88) Mulholland Drive. David Lynch è un regista che stimo moltissimo quindi quando in semiotica del cinema te lo citano come esempio di intreccio narrativo non puoi che rimanerne ulteriormente affascinato. Prendete Mulholland Drive un film che in pratica non ha né capo né coda, però ti rapisce. Proprio come la stagione dei Dolphins: ti cattura, ma ti lascia stordito dal no-sense.

20) Minnesota Vikings (79) Valhalla Rising. No, dai non c’è Zimmer in veste di perfezionista alla Nicolas Winding Refn. E Mads Mikkelsen non è Norv Turner. Semplicemente il finale di stagione è stato in crescendo e Teddy B. si è dimostrato un QB solido e con ampi margini di miglioramento, mostrando a tratti dei buonissimi segnali. Insomma più che una citazione “Valhalla Rising” è un auspicio per il futuro!

21) Cleveland Browns (79) Il Signore degli Anelli: Trilogia Completa. Pensavano (pensano) che Manziel fosse il loro Frodo, custode dell’anello del sacro ruolo QB. E invece è andato tutto a sud, precipitato come la credibilità di Sauron. Che l’anno prossimo Cleveland possa assomigliare meno a Mordor? Glielo auguriamo.

22) St.Louis Rams (610) Il Principe cerca Moglie. Raggiungono con facile compagnia i Browns e i Rams si travestono nel Principe di Zamunda Akeem che giunge nel Queens per scovare la sua futura moglie. Non so dove debbano andare a cercare il loro QB i Rams, forse ancora Bradford? Quel che è palese è che di talento in difesa ce ne è a profusione, ma è l’ennesima stagione stagione sprecata per via di un attacco insufficiente.

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23) New Orleans Saints (79) Matrix. Eh, a inizio stagione quando tutti e 53 gli uomini a roster più coaching staff han deciso di ingurgitare la pillolina di Morpheus pensavano di entrare finalmente nella realtà giusta, che li permettesse di raggiungere il Super Bowl, invece si sono infilati nel più becero tugurio del finto mondo di Matrix. E non ne sono più usciti.


Ti dovevamo credere mannaggia, perdonaci!

24) New York Giants (610) Sognando Beckham. È un po’ quello che è avvenuto a Coughlin per sperare di salvare il posto di lavoro: sognare che Beckham facesse una gran stagione. E in effetti ne ha fatta una proprio da metter già negli annali e salvare per le generazioni future per dire: “noi c’eravamo”.

25) Atlanta Falcons (610) Black Hawk Down. Nomen Omen, no? Anche se Falcon sarebbe stato più corretto. Atroce finale di stagione che si è concluso nel più classico dei Black Monday con l’addio a Mike Smith che ha trascinato Atlanta in una spirale di mediocrità impressionante in queste ultime due stagioni, quando invece si doveva fare il salto di qualità.

26) Chicago Bears (511) Into the Wild. Ovviamente con il tabula rasa fra GM, HC e presto coordinator Jay Cutler (se rimarrà a Chicago) dovrà intraprendere una scelta di vita alla Christopher McCandless per riscoprire se stesso, abbandonando Kristin Cavallari, il capitalismo occidentale, il denaro e vivere a stretto contatto con la natura, per rivitalizzare gli istinti che possano farlo giocare con serenità. Poi sigaretta con aghi di pino e fiori di sambuco vuoi mettere?

27) Washington Redskins (412) Requiem for a Dream. Al di là che la colonna sonora di Clint Mansell è il perfetto coronamento del dramma di una franchigia che proprio non riesce a uscire dalla melma, c’è da aggiungere la particolarità che il film è strutturato su tre stagioni: Estate – Autunno – Inverno. Non arriva la Primavera, simbolo della rinascita. Tutto rimane freddo e congelato, destinato a morire. Proprio come i Redskins.

https://youtube.com/watch?v=hiNvk4xizc0

“Tu esci dallo spogliatoio del FedEx Field e senti questa in loop, proprio bella martellante”

28) New York Jets (412) L’Aereo più pazzo del mondo. Se non è folle una franchigia che chiude l’annata con Geno Smith a un passo dal perfect rating, Decker a 220yd, sempre Giiiiniiiuuus che pensa di essere da Pro Bowl, una difesa da top della lega che però ha un Mr.Hyde in un attacco che è orrendo quasi quanto Malgioglio con la maschera di cetrioli, ditemi voi. E nella follia non ci saranno più Rex e Idzik cacciati, ma la fine di Ryan era scritta come quella di John Coffey nel “Miglio Verde”.

29) Oakland Raiders (313) Alien. Quando uscì al cinema nel 1979 l’horror di Scott ebbe questa tagline: “In space no one can hear you scream”. Al posto di “space” metteteci “Coliseum” e la ricetta è pronta. Almeno i draft di Mckenzie sembrano un barlume di speranza.

30) Jacksonville Jaguars (313)The Tree of Life. Malick è un regista che gioca sull’esistenza e il trascendentale, andando a riscoprire i legami umani che ci lacerano nell’intimo e che crescono con noi nel corso della vita. Oltre a un non troppo nascosto rigore nell’analizzare la profondità della psiche. Perché sto scrivendo questo? Perché per imbroccare una stagione decente Jacksonville deve sperare che accada qualcosa di spirituale, altroché.

31) Tampa Bay Buccaneers (214) Blade Runner. Sostanzialmente la si riassume così l’annata Bucs:

32) Tennessee Titans (214) =AlbaKiara. Sto film l’ho scoperto per caso girovagando nel trash della rete. Immaginatevi il peggior Moccia strafatto in endovena di propositi alternativi e di denuncia che decide di far recitare in un film il figlio di Vasco Rossi, piazzarci la colonna sonora del padre ovunque e Raz Degan come antagonista. Lo schifo che ne esce è il 2014 dei Titans.

Au Revoir amici!
Buone feste a tutti, spero che vadano bene. Non come a questi stronzoni:

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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