[NFL] Tutti possiamo essere eroi, anche per un giorno solo

Domenica, 18 gennaio 2015 – CenturyLink Field, Seattle (WA)

Sono circa le sei di un pomeriggio piovoso, i Seattle Seahawks stanno perdendo la finale della National Football Conference contro i Green Bay Packers.

I Packers sono in difficoltà. Dopo un vantaggio iniziale di 16-0 a fine primo tempo stanno subendo la rimonta dei Seahawks che a due minuti e nove secondi dalla fine della partita segnano il touchdown del 19-14 con una corsa di Russell Wilson, il quarterback che ha sulla coscienza quattro intercetti.

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Manca poco tempo e serve un altro touchdown alla squadra di casa e quindi è scontato il ricorso all’onside kick, calcio corto per cercare di recuperare il pallone. I Packers schierano il cosiddetto “hands team”, composto da ricevitori e defensive back, giocatori  con mani buone per recuperare quel pallone e ipotecare la vittoria.

Il kicker di Seattle Steven Hauschka calcia il pallone sulla propria destra facendolo colpire per terra per ottenere che la palla si impenni e togliendo alla squadra avversaria la possibilità di chiamare un fair catch. I giocatori di Green Bay applicano lo schema, la prima linea deve bloccare i giocatori avversari per creare un cuscino al prescelto per l’importante ricezione, il ricevitore Jordy Nelson.

Tutti bloccano tranne uno: Brandon Bostick.

Brandon è il terzo tight end dei Packers, ha visto pochissimo il campo in questa stagione e pur essendo stato schierato in tredici partite ha ricevuto solo due volte per tre yard e un touchdown all’attivo.

Vogliamo immaginare Bostick che mentre pensa a recuperare quel pallone ha in mente “Heroes” di David Bowie, magari dopo aver visto il touchdown finale del film “The Replacements” (Le Riserve in italiano).

We can beat them, just for one day
We can be Heroes, just for one day

Questa è il suo momento per battere i Seahawks, per essere un eroe, almeno per un giorno.

Il tight end salta, allunga le mani per ricevere il pallone che invece passa in mezzo ai guanti,  rimbalza sul suo casco e viene recuperata da Chris Matthews, proprio l’avversario che doveva marcare.
I compagni sono sotto shock, lo si vede da come escono dal campo, il volto di Nelson è pietrificato perchè  era pronto a ricevere il pallone.

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L’eroe adesso diventa un ricevitore rookie da Kentucky che in stagione regolare è entrato in campo solo in tre partite senza nessuna ricezione a referto. Adesso forse è lui ad avere in mente la canzone.

And the shame was on the other side
Oh we can beat them, for ever and ever
Then we could be Heroes,
just for one day

Eh si, la vergogna è proprio sull’altra sideline, quella di Brandon Bostick che puntando all’azione della vita si trova tra le mani non il pallone della vittoria, ma un incredibile fallimento in diretta nazionale.

La partita continua, Seattle segna il touchdown del sorpasso e con una rocambolesca trasformazione da due punti si porta avanti di tre. Ma Aaron Rodgers, seppur claudicante per i problemi muscolari che lo hanno infastidito in questi playoff, ha abbastanza tempo per portarsi in raggio da field goal e uno stupendo Mason Crosby segna il quinto field goal su altrettanti tentativi. Supplementare.

Nell’overtime i Seahwks vincono il sorteggio, ovviamente decidono di partire in attacco e soprattutto non imitano Matt Hasselbeck che nella wild card della stagione 2003, sempre contro i Packers, vinse il coin toss e disse al microfono dell’arbitro: “vogliamo la palla e andremo a segnare”. Nel secondo drive dell’overtime Harris intercetta Hasselbeck e riporta il pallone in endzone per la vittoria.

Seattle si porta sulle proprie trenta, 70 yard per segnare e vincere questa incredibile partita. Wilson per Baldwin e 35 yard di guadagno, Wilson per Kearse, il ricevitore riesce a resistere alla pressione del difensore e riceve in endzone per il touchdown che vale il Super Bowl.

jermaine-kearse-seahawks-packers

Gli ultimi due eroi.

Il primo si chiama Russell Wilson. Durante la partita Joe Buck (al commento con Troy Aikman per la Fox) aveva citato una sua statistica incredibile: il quarterback era sempre stato in vantaggio almeno una volta in tutte le partite che aveva disputato tra college e pro.
Wilson gioca un primo tempo orribile con tre intercetti (tutti lanci su Kearse) più un quarto che arriva a 5 minuti dalla fine della partita e sembra la pietra tombale, non stiamo a dirvi a chi era diretto il pallone perchè lo potete immaginare. Il quarterback da Wisconsin, forte anche della fiducia dei compagni, prima segna di corsa e poi decide all’overtime ed esce dal campo in lacrime.

Il secondo eroe è Jermaine Kearse che si trova coinvolto in tutti e quattro gli intercetti subiti dai Seahawks e fino a quel momento ha ZERO ricezioni all’attivo. Poi arriva quella palla con i giri giusti, il difensore è si vicino, ma dietro rispetto a lui, allunga le mani e la palla gli cade perfetta tra le braccia. Quando si alza sfoga tutta la tensione lanciando la palla sugli spalti. I Seattle Seahawks battono i Green Bay Packers, andranno a giocare il secondo Super Bowl consecutivo e sembrano veramente imbattibili.

We can beat them, for ever and ever
Oh we can be Heroes,
just for one day

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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