[NFL] I Pittsburgh Steelers ritirano il numero di Joe Greene

Domenica 2 novembre i Pittsburgh Steelers ospiteranno i Baltimore Ravens all’Heinz Field per il Sunday Night Game. Nell’intervallo della partita si terrà una cerimonia in onore del leggendario defensive end “Mean” Joe Greene, durante la quale verrà ritirato ufficialmente il suo numero 75.

Il numero di Greene non è più stato assegnato a nessun giocatore dal ritiro dell’Hall of Famer alla fine della stagione 1981, e sarà solo il secondo numero di maglia ritirato ufficialmente dalla franchigia della Pennsylvania dalla fondazione come Pittsburgh Pirates nel 1933. L’unico altro caso risale a cinquant’anni fa; nel 1964 la famiglia Rooney concesse infatti questo onore ad un’altra leggenda, il defensive tackle Ernie Stautner, ritirando il suo numero 70.

UN ONORE PIU’ CHE MERITATO

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Mean Joe merita questo onore per quello che ha fatto in campo e per quello che rappresenta per la città dell’acciaio; nessuno può mettere in dubbio che Greene sia stato il giocatore più rappresentativo della squadra, in un momento d’oro per la franchigia e per la città di Pittsburgh.

“Joe was the cornerstone of the Steel Curtain. This isn’t something you can do for everyone. He was a catalyst and to retire his number is something we feel is a special thing. I am so happy we are honoring Joe this way.” (Steelers Chairman Dan Rooney)

Scelto al primo giro (quarta scelta assoluta) dagli Steelers nel Draft del 1969, Charles Edward Greene fece sentire da subito la sua presenza nella NFL tanto che conquistò, a fine anno, il titolo di Rookie of the Year. Grazie alla sua leadership ed al suo talento il front four degli Steelers divenne leggendario; la “Steel Curtain” (che oltre a lui comprendeva anche L. C. Greenwood, Dwight White e Ernie Holmes) diede un contributo essenziale per la vittoria di ben quattro Super Bowl negli anni 1970.

Steelers Steel Curtain

Nei suoi 13 anni di carriera Greene vinse due volte il titolo di NFL Defensive Player of the Year (nel 1972 e nel 1974), venne nominato 5 volte come All-Pro (1972-74, 1977, 1979) e ricevette l’invito a ben 10 Pro Bowl.

I NUMERI PRIMA O POI FINIRANNO

Il ritirare i numeri di maglia dei campioni più importanti è una tradizione radicata per molte squadre dei vari sport americani, anche se sempre più spesso ci si scontra con la realtà dei fatti: con le rose moderne sempre più numerose (in preseason una squadra NFL arriva ad avere fino a 90 giocatori) i numeri non bastano più. Ci si ritrova quindi davanti al dilemma “ritirare o non ritirare?”.

Seattle_Seahawks_Retired_NumbersLe squadre con più tradizione, in generale, hanno ritirato più numeri, ma ci sono anche squadre abbastanza giovani che hanno deciso di percorrere questa strada di recente. I Bears, con i loro 94 anni di storia (la squadra fu fondata da George Halas come Decatur Staleys nel 1920), sono nella NFL quelli che hanno ritirato più numeri (14), ma anche i giovani Seahawks (stagione d’esordio 1976) ne hanno già ritirato diversi ed i Buccaneers (1976) hanno incominciato a ritirarne di recente (anche perché nei primi anni di esistenza la squadra non era molto ricca di talenti).

FACCIAMO UN PO’ DI CONTI

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Ecco l’elenco delle squadre NFL con indicato il numero di maglie ritirate ufficialmente e l’anno di esordio (nella NFL dove non specificato altrimenti)

14 – Chicago Bears (1920)
12 – New York Giants (1925)
12 – San Francisco 49ers (1946 nella AAFC)
10 – Kansas City Chiefs (1960 nella AFL)
9 – Philadelphia Eagles (1933)
8 – St. Louis Rams (1937)
7 – Indianapolis Colts (1953) – in attesa che Peyton si ritiri
7 – New England Patriots (1960 nella AFL)
6 – Detroit Lions (1930)
6 – Tennessee Titans (1960 nella AFL)
6 – Minnesota Vikings (1961)
5 – Arizona Cardinals (1920)
5 – Green Bay Packers (1921) – Favre presto dovrebbe essere il sesto
5 – Cleveland Browns (1946 nella AAFC)
5 – New York Jets (1960 nella AFL)
4 – Seattle Seahawks (1976) – incluso il numero 12 ritirato in onore del pubblico
3 – Denver Broncos (1960 nella AFL)
3 – San Diego Chargers (1960 nella AFL)
3 – Miami Dolphins (1966 nella AFL)
3 – Tampa Bay Buccaneers (1976)
2 – Pittsburgh Steelers (1933)
1 – Washington Redskins (1932) – solo il numero di Sammy Baugh è ritirato ufficialmente
1 – Buffalo Bills (1960 nella AFL) – i Bills hanno ritirato ufficialmente solo il numero di Jim Kelly ma diversi altri numeri sono “intoccabili”
1 – Cincinnati Bengals (1968 nella AFL)
1 – Carolina Panthers (1995) – Sam Mills, nel 2005
0 – New Orleans Saints (1967) – sembrerebbe che anche i Saints non ritirino ufficialmente i numeri
0 – Oakland Raiders (1960 nella AFL)
0 – Dallas Cowboys (1960)
0 – Atlanta Falcons (1966) – i Falcons non ritirano ufficialmente i numeri
0 – Jacksonville Jaguars (1995) – il numero 71 di Tony Boselli non è ufficialmente ritirato ma è “fuori circolazione”
0 – Baltimore Ravens (1996)
0 – Houston Texans (2002)

TRE APPROCCI DIVERSI

In generale possiamo identificare tre approcci diversi:

1) ritiro ufficiale del numero
2) numero non assegnato anche se non ufficialmente ritirato
3) numero assegnato al primo pirla che arriva in squadra

L’opzione numero uno, il ritiro definitivo, è stata alcune volte ammorbidita per permettere a giocatori particolarmente importanti di continuare ad utilizzare il numero indossato durante tutta la carriera, nel momento in cui essi si trovavano a cambiare squadra per andare in una che aveva ritirato ufficialmente quel numero. Due casi eclatanti sono stati Jerry Rice, che ha giocato nel 2004 col “suo” 80 nei Seattle Seahawks (il numero era stato ritirato in onore del WR Steve Largent) o più recentemente Peyton Manning che ha mantenuto il suo famoso 18 quando è passato ai Denver Broncos, nonostante il numero fosse stato ufficialmente ritirato in onore del primo QB della squadra Frank Tripucka.

 

L’opzione numero due è utilizzata da diverse squadre; come abbiamo visto gli Steelers non avevano più assegnato il numero 75 dal ritiro di Joe Greene, e allo stesso modo i Packers non hanno più assegnato i numeri 1, 5 e 4, rispettivamente appartenuti a Curly Lambeau, a Paul Hornung e a Brett Favre. Ma è proprio vero? In realtà i Packers, durante la preseason, tendono ad assegnare anche alcuni dei numeri “sacri” a giocatori che con tutta probabilità verranno poi tagliati prima dell’inizio della stagione regolare. Il numero 5 di Hornung, per dirla tutta, nonostante fosse ritirato non ufficialmente dal 1967 venne assegnato nel 1987 al rookie QB Don “Majik Man” Majkowski, che però stufo del confronto continuo con la leggenda dei Packers decise di passare al numero 7 l’anno successivo.

La strada numero tre, infine, è quella percorsa per esempio dai Raiders. Al Davis, famoso aver coniato slogan leggendari, ha sempre ripetuto “the greatness of the Raiders lies in its future”, ed è quindi logico che non abbia mai ritirato il numero di nessuna delle leggende della squadra. Ovviamente fa uno strano effetto vedere un Donald Hollas o un Darrius Heyward-Bey (nella sua stagione da rookie) indossare il glorioso numero 12 di Ken Stabler, o un Irvin Phillips (chi?! appunto!) con addosso il 25 di Fred Biletnikoff, ma l’idea di base è giusta per quanto mi riguarda: diamo ai giovani la possibilità di accrescere la storia e il valore di un numero che per la franchigia ha un significato importante. Se volete fare un tuffo nella storia dei Raiders numero per numero potete fare il conto alla rovescia dal 99 allo 00 di Jim Otto, l’unico numero dei Raiders ufficialmente non assegnabile, non per una scelta del team ma per via delle regole NFL sulla numerazione delle maglie a seconda del ruolo dei giocatori.

GUARDA COME TI FREGO IL POLLO

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Abbiamo parlato delle maglie ufficialmente ritirate ma poi tolte dalla naftalina e “prestate” ad altri campioni arrivati in città dopo aver reso lo stesso numero leggendario altrove. In un modo o nell’altro questo è successo con il benestare del campione onorato, quindi la squadra è stata “autorizzata” a rimettere in circolazione il prezioso numero, ma ragionandoci un po’ mi sono persuaso che non sia giusto “forzare la mano” al legittimo proprietario del numero ritirato. Ovviamente, nel caso di Manning ai Broncos, Tripucka si è detto onorato che la leggenda dei Colts potesse indossare la sua maglia numero 18, ma che cosa avrebbe dovuto rispondere: “NO, NO E NO, IL 18 E’ MIO E ME LO TENGO IO”? L’anziano QB era un signore e non lo avrebbe mai fatto, ma è stato giusto metterlo davanti a quella scelta?

Un caso ancora più particolare è quello legato al passaggio di Jerry Rice ai Seahawks, che come detto avevano già ritirato il numero 80 in onore della loro leggenda Steve Largent. In questa occasione si è trattato proprio di un raggiro con i fiocchi orchestrato dall’allora presidente della squadra Bob Whitsitt.

“[Whitsitt] mi chiamò e mi disse che Jerry [Rice] avrebbe voluto usare il numero 80 ma voleva prima chiedere il mio permesso” ha ricordato Largent. “Insomma, Jerry Rice stava chiedendo di poter usare il mio numero, come avrei potuto dire di no, e così ho detto ‘Certo, non c’è problema’. Quello che fece [Whitsitt] poi fu chiamare Jerry Rice dicendo ‘Hey, Steve Largent vuole che tu usi la sua maglia quando arriverai a Seattle’. Quindi Jerry ha detto ‘Allora va bene, userò il numero 80; credevo fosse ritirato, ma se Steve vuole che lo usi, lo farò’. E così [Whitsitt] ci ha fregati entrambi per assicurarsi che Jerry Rice avesse il numero 80 e [Whitsitt] potesse vendere una marea di magliette con l’80 o cose del genere, ma certamente è stato un raggiro sia nei miei confronti che nei confronti di Jerry Rice”.

ncaa alphanumericE SE FINISCONO I NUMERI?

Ma cosa succederà se un giorno i numeri non dovessero essere sufficienti perché troppi ne son stati ritirati?
Si sarà costretti a rimettere in circolazione i numeri degli “eroi” del passato, si passerà ai numeri a tre cifre o si cambierà sistema di identificazione?
In fondo nel college football sono stati già sperimentati diversi codici alfanumerici in passato.

In conclusione chiediamo il vostro parere sul ritiro dei numeri, rispondete al nostro sondaggio 🙂

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Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

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