[NFL] Week 4: London Dungeon (Miami Dolphins vs Oakland Raiders 38-14)

TAILGATING – MAI FIDARSI DEI DELFINI

Gli Oakland Raiders arrivano alla sfida di Londra con ancora un lieve vantaggio nella serie contro i Miami Dolphins (16 vittorie, 15 sconfitte, 1 pareggio in regular season e 3-1 in post-season), ma da quando sono tornati ad Oakland nel 1995 hanno vinto solo 2 volte su 12 partite giocate nella regular season. L’ultima vittoria risale al 2007, sotto Lane Kiffin; un 35-17 a Miami grazie alla miglior prestazione in Silver and Black del QB Daunte Culpepper (2 TD pass per Jerry Porter e ben 3 TD su corsa).

PRE GAME WARMUPS – COME SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO

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Risultati della giornata precedente:
Raiders 9 – Patriots 16
Chiefs 34 – Dolphins 15

Nella vittoria della prima giornata contro i Patriots, i Miami Dolphins avevano concesso 2 touchdown all’anemico attacco di New England. Nella sconfitta subita a Buffalo anche i Bills avevano trovato la end zone due volte. Contro i Chiefs, domenica scorsa, i Dolphins (1-2) hanno concesso ben cinque TD. Sicuramente questa è musica per le orecchie di Dennis Allen e compagnia.
I Raiders (0-3) hanno tanti problemi, ma il più evidente è l’incapacità di segnare TD. Nella sconfitta di misura contro i Patriots gli unici punti sono venuti dal K Janikowski; nella umiliazione subita in casa dagli Houston Texans il TD su corsa di McFadden e il TD pass di Derek Carr per James Jones erano arrivati nel quarto periodo a risultato ormai acquisito per gli ospiti. L’unico TD segnato quando si era nel pieno della lotta è quello di Rod Streater contro i Jets nella prima giornata.
I Dolphins hanno messo a segno finora 9 sack (uno solo in meno dei leader NFL) e si trovano ad affrontare un rookie QB. I Raiders hanno però dimostrato nelle tre precedenti partite di essere capaci di difendere il proprio QB ed hanno concesso solo 2 sack. Questo è dovuto in parte alle prestazioni della linea d’attacco, in parte alla capacità di Carr di sfuggire alla pressione e lanciare in corsa e in parte agli schemi ultra-conservativi che per ora stanno caratterizzando l’attacco nero-argento, con chiamate che prediligono passaggi corti a RB e ricevitori in modo da far sì che Carr si liberi presto della palla. Dalle statistiche fornite da Pro Football Focus Derek Carr è al momento il settimo QB più pressato della lega, ma si piazza al secondo posto dietro al solo Andy Dalton dei Bengals per il minor numero di sack subiti in proporzione alla pressione ricevuta.

I Dolphins sono la settima squadra della NFL sulle corse, avendo finora guadagnato sul terreno 412 yard. Lamar Miller guida il gruppo di RB della squadra della Florida con 213 yard e una media di 5.8 yard/corsa. I Raiders invece sono penultimi con 193 yard per una media di squadra di 3.6 yard/corsa, media che scende ad un misero 3.3 per l’attuale leading rusher Darren McFadden.
Una cosa che accomuna Raiders e Dolphins sono gli errori di concentrazione dei ricevitori e dei tight end. Sempre secondo i dati di Pro Football Focus, i Dolphins sono secondi nella NFL con ben 11 drop.
Il QB di Miami Ryan Tannehill non sta rendendo come dovrebbe e la sua mira desta qualche preoccupazione (56.5% di completi), ma è anche vero che contro i Chiefs il TE Charles Clay e i WR Brian Hartline e Jarvis Landry hanno commesso qualche errore che ha impedito di muovere la catena ed ha fatto deragliare drive promettenti.
L’head coach Joe Philbin è sotto scrutinio per come finora ha gestito la pianificazione della partita durante la settimana, il play-calling durante la partita e soprattutto per come ha gestito il cronometro sul campo. Queste sono esattamente le stesse critiche mosse da più parti all’head coach dei Raiders Dennis Allen.

NATIONAL ANTHEM – TANTO RUMORE PER NULLA

Cheerleader RaidersA inizio settimana l’head coach dei Dolphins Joe Philbin ha ovviamente ricevuto tante domante riguardo le prestazioni di Ryan Tannehill; in tutte le occasioni si è rifiutato di dire se il QB sarebbe stato titolare a Londra contro i Raiders. La risposta a tutte queste domande è sempre stata che lui e i suoi assistenti avrebbero messo in campo i 46 migliori giocatori:

“We’re going to choose the best 46 guys we think will help us win a football game and we’re going to go from there”.

Iniziati gli allenamenti, mercoledì, è subito parso chiaro che Tannehill fosse ancora il titolare; questa impressione è stata poi confermata dagli stessi giocatori. Il backup Matt Moore ha addirittura affermato che nel corso dell’allenamento non aveva ricevuto neanche uno snap con i titolari. Tannehill, parlando con i cronisti, ha detto che privatamente Philbin gli ha comunicato che sarà lui il titolare ed ha fatto capire senza mezzi termini di non aver gradito il modo con cui il suo coach ha affrontato la situazione, accusandolo di aver creato una inutile distrazione nello spogliatoio. Per la cronaca Philbin si è ancora una volta rifiutato di ufficializzare la notizia.

COIN TOSS – SPIA O SOLUZIONE A LUNGO TERMINE?

L’anno scorso Tyvon Branch aveva subito un infortunio nella seconda partita della stagione ed era finito nella Injured Reserve. Il suo posto come titolare era stato preso da Brandian Ross e il defensive back si era dimostrato una delle peggiori safety della NFL. Quest’anno Ross non aveva superato i tagli di fine preseason ed era finito nel roster dei Dolphins. Il 23 settembre Miami ha annunciato di aver tagliato Ross per far posto al defensive tackle Deandre Coleman. Guarda come è curioso il caso, contro i Patriots lo sfortunato Branch si è fratturato un piede e l’infortunio richiede un intervento chirurgico. Branch infortunato, Ross liberato dai Dolphins… era facile fare 2 più 2… Usama Young per ora è il titolare, ma resta da vedere se Dennis Allen ha intenzione di affiancare Ross a Woodson nel proseguo della stagione come ha fatto l’anno scorso, se lo ha richiamato solo come riserva di Young o se l’acquisizione è più che altro legata alle informazioni di prima mano che Ross può dare sui prossimi avversari dei Raiders.

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KICKOFF – SI COMINCIA

Dolphins Inactives: Knowshon Moreno, Mike Pouncey, Koa Misi, Chris McCain, Shelley Smith, Billy Turner, Randy Starks
Raiders Inactives: QB Matt Schaub, WR Denarius Moore, LB Nick Roach, LB Sio Moore, G Tony Bergstrom, T Matt McCants and WR Rod Streater

Denarius Moore non è infortunato, ma non giocherà per i troppi drop commessi finora. Dopo la preseason Allen pensava che Moore avesse trovato continuità, ma così non è stato ed ora il WR è ai margini della squadra, superato nella depth chart da Andre Holmes, Brice Butler e dal nuovo arrivato Vincent Brown.

I capitani delle due squadre scendono in campo per il lancio della monetina davanti a 83,436 spettatori paganti; per i Raiders si presentano davanti agli arbitri l’idolo di casa Menelik Watson, Darren McFadden e il rookie Khalil Mack, a cui si aggiungono i capitani onorari Tim e Willie Brown, mentre per i Dolphins ci sono Ryan Tannehill, Cameron Wake e Jason Trusnik accompagnati dalle leggende Dan Marino e Bob Griese.

lamar miller dolhpinsSono i Dolphins a vincere il “testa o croce” e scelgono di rimandare la decisione al secondo tempo; è quindi l’attacco dei Raiders ad iniziare la partita dopo che Latavius Murray riporta il kickoff fino alle proprie 26. Diversamente dal solito i Raiders si affidano ai passaggi e Carr cerca subito James Jones, che compie una delle sue spettacolari ricezioni con una sola mano per un guadagno di 30 yard. Dopo due corse cortissime di McFadden, ancora via aria e Carr regala la prima ricezione all’ex Chargers Vincent Brown che converte un terzo e 8. Ancora un terzo down, 6 yard da guadagnare, e siccome già si capisce che le corse non funzioneranno neanche stavolta Carr cerca Andre Holmes e conquista 14 yard e un altro set di down. McFadden conquista 12 yard con la corsa più lunga della sua stagione, ma poi dalle 3 di Miami viene fermato senza guadagno dal muro difensivo; Carr allora riprende a lanciare e trova Brian Leonhardt in end zone. I Raiders finalmente hanno iniziato forte.
Se siete tifosi dei Silver & Black potete anche smettere di leggere qui, perché la partita degli uomini di Dennis Allen si è conclusa con questo TD, il resto è stato uno show dei Dolphins

Un calcio corto di Janikowski e un buon ritorno di Williams fanno partire i Dolphins dalle 30. Con uno swing pass per Brandon Gibson Tannehill guadagna 9 yard. L’Offensive Coordinator di Miami Bill Lazor è bravo ad allargare il campo, schierando due ricevitori e il jolly Charles Clay raggruppati sulla destra in modo da tagliar fuori dal gioco due DB e il LB Miles Burris; Lamar Miller sfrutta lo spazio e buoni blocchi e guadagna 21 yard. Nel gioco successivo Tannehill e Miller non si capiscono, il QB accenna l’handoff ma il RB sta andando a bloccare un Miles Burris in blitz, e per poco il LB non atterra il signal caller che è costretto a sfuggire alla pressione e lanciar via la palla. Miami inizia i giochetti con la read-option offense; Tannehill finge l’handoff, finge di tener palla ma poi lancia a lato a Landry che è libero di guadagnare 15 yard e un primo down. Sul più bello però l’attacco si inceppa e i Dolphins vanno al FG; Sturgis centra i pali e accorcia le distanze, 3-7.

Una buona corsa di McFadden e un passaggio per Rivera regalano altri quattro down a Carr, facendo credere al pubblico che i Raiders marceranno ancora verso la end zone avversaria. Cinque yard per via aerea con Reece e 4 con McFadden dalla Wildcat formation e siamo al terzo e 1… e i Raiders vanno in stallo e iniziano a precipitare. Il FB Jamize Olawale non converte il down e si va al punt, per Oakland finisce qui.
Dopo il bel punt di King i Dolphins hanno le spalle al muro e devono percorrere 91 yard; lo faranno in 8 giocate e tre minuti e quarantasei secondi. Tannehill trova Landry con un passaggino veloce e il ricevitore si divora 18 yard, per Oakland Kaluka Maiava ha già abbandonato il campo dopo un solo drive lasciando i Raiders con soli tre LB sani, e in questo gioco si fa male Usama Young, il neoacquisto Brandian Ross deve avere bambole voodoo nel suo armadietto… Per fortuna l’infortunio di Young non è serio e la safety torna in campo dopo poco. Corsetta di Miller e poi Tannehill lancia lungo per Hartline guadagnando 35 yard. I Raiders iniziano a mostrare difficoltà a chiudere i placcaggi e Miller ne rompe sei o sette anche se il guadagno è minimo. In generale Tannehill si libera della palla in fretta, ma quando serve ha tutto il tempo per aspettare che i suoi ricevitori si liberino, nessuna pressione da parte dei Raiders. La difesa nero-argento preme il bottone dell’autodistruzione quando Tannehill manda tre ricevitori da un lato che si trovano di fronte soltanto un CB (come vedete nella foto); bubble screen ed è facile per Wallace ricevere indisturbato e correre in end zone travolgendo Young e Woodson. Tannehill chiude il drive con 6 completi su 6 lanci effettuati, Miami passa in testa ed inizia il massacro.

TD Wallace Dolphins

Prima di una lunga serie di decisioni sbagliate di Latavius Murray sul kickoff dei Dolphins; la palla è calciata profonda nella end zone, non ci sono spazi ma lui anziché inginocchiarsi e far partire l’attacco dalle 20 tenta il ritorno e viene fermato sulle 13. Oakland in attacco… Carr per evitare un sack rischia un intercetto, poi il sack lo subisce lo stesso, da Derrick Shelby, l’azione successiva… three-and-out… buon punt di King che si sta già meritando una game ball.
Dopo un encroachment del Ninja Antonio Smith, Tannehill trova Clay per un guadagno di 15 yard, poi due corse di Thomas da 15 e 10 yard rispettivamente fanno girare la testa ai tifosi dei Silver & Black, che già rimpiangono di aver fatto sacrifici pur di acquistare il biglietto. L’unico brivido, per i Dolphins, arriva su una reverse, con Mike Wallace che perde palla nel contatto con Carlos Rogers; Clay recupera il fumble e Miami torna alla carica. La difesa contiene l’attacco pinnato e forza un quarto e inches, ma i Dolphins sanno che di fronte non hanno un avversario capace di fermarli e vanno alla mano; facile per Lamar Miller, 9 yard e TD e i mammiferi prendono il largo mentre la barca nero-argento è in secca. 17-7 Miami.
Fesseria numero due di Latavius Murray che ancora una volta sceglie di riportare il kickoff e viene fermato sulle proprie 12… a bordo campo c’è per caso un coach degli special team che per favore vuole spiegare al ragazzo il significato di “posizione di campo sfavorevole”?
Oakland in attacco… three-and-out… King va al punt… non c’è proprio speranza di vedere una partita di football… ma… Landry riceve la palla calciata dal punter di Oakland e cerca spazio per guadagnare terreno, il TE di riserva dei Raiders Brian Leonhardt (autore anche del TD e quindi meritevole della seconda game ball) provoca il fumble che viene ricoperto dal long snapper Jon Condo.

Andre Holmes RaidersL’attacco dei Raiders ha quindi una seconda chance dalle proprie 43 e deve capitalizzare se vuole rientrare in partita… e infatti ecco che arriva il drive più patetico della gara. Carr sotto pressione commette un intentional grounding che costa 17 yard e la perdita di un down, Vincent Brown perde una yard su passaggio corto del rookie QB e commette anche un fumble che però viene recuperato da James Jones. Non si capisce se gli arbitri hanno visto o meno il fumble o se hanno giudicato erroneamente il ricevitore down by contact, e così i Raiders chiamano un timeout, tanto per dare eventualmente il tempo ai Dolphins di vedere il replay e eventualmente chiamare un challange… durante il timeout Carr e Greg Olson hanno sicuramente pensato allo schema più efficace per convertire un terzo e 28… Carr lancia verso Vincent Brown e la palla percorre in aria appena 5 yard… il ricevitore, tanto per limitare la figuraccia ne guadagna altre 10 con le sue gambe e si va al punt. Altro bel calcio di King e Landry chiama il fair catch sulle proprie 10.

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I Dolphins tornano in attacco e percorrono le 90 yard che li separano da un altro touchdown in 9 azioni: 5 passaggi (tutti completati) e 4 corse, di cui tre di Tannehill, che nei pochi casi in cui non trova ricevitori liberi ha sempre spazio per correre. Da segnalare che i Raiders non hanno soluzioni contro la read-option offense e inoltre non chiudono un placcaggio… tanti tentativi di arm tackle rotti dai giocatori di Miami. Tannehill trova il TE Sims in end zone e i Dolphins si portano sul 24-7.

Dan Fouts in telecronaca, volontariamente o meno, prende in giro i Raiders nel commentare le poche penalità finora fischiate dagli arbitri contro i difensori nero-argento [diversamente dal solito quest’anno i Silver & Black sono penalizzati poco – uno dei pochi aspetti positivi di questo inizio di stagione]: “la cosa incredibile è che non ci sono state flag. Vediamo così tante azioni di passaggio dove vengono chiamati illegal contact o holding contro i defensive back [nella NFL in questa stagione], ma i Raiders non riescono a stare abbastanza vicini ai ricevitori dei Dolphins da farsi fischiare contro nessuna di queste due penalità”
Oakland in attacco… la notizia è che il drive dura più di tre azioni, ma il risultato è lo stesso: punt (ancora dentro le 10 di Miami). Tannehill si inginocchia e si va al riposo.

HALFTIME

Mentre Dennis Allen sicuramente sta mettendo a punto tutti gli accorgimenti per ribaltare la partita nel secondo tempo (come è tipico dei Raiders, famosi per i loro comeback…), analizziamo le statistiche della prima metà del massacro.
Per Tannehill 14 passaggi completati di fila in un primo tempo concluso con un incredibile 17 su 19 per 204 yard e 2 TD, che gli son valsi un passer rating di 146.5.
Nel primo tempo l’attacco di Miami ha avuto palla quattro volte, e ad un primo drive concluso con un FG sono seguiti 3 touchdown. Tannehill ha mosso la palla senza problemi, conquistando 15 primi down contro i 7 conquistati da Carr (5 dei quali nel primo drive)
I Dolphins hanno corso 13 volte per 80 yard (6.2 di media) contro le 10 corse per 29 yard dei Raiders (la media la ricavate facilmente…) e hanno lanciato per 204 yard contro le 106 degli avversari; nel football non c’è il secondo a bordo campo che lanci l’asciugamano per decretare la resa e far sospendere il match come accade nella boxe?

SECONDO TEMPO

Il primo drive del secondo tempo è la quintessenza della stop-stop-boom defense messa in campo da Oakland; i difensori limitano l’attacco (aiutati anche dalle penalità e dalla mancanza di concentrazione dei giocatori in bianco), ma quando devono dare il colpo decisivo per costringere l’avversario al punt concedomo il big play spacca schiena. Tre big play di seguito per l’esattezza, e i Dolphins si portano in un lampo sulla linea delle 4 yard, a un passo dalla meta. La goal line defense di Oakland (una delle poche note positive di una difesa allo sbando) regge ancora una volta, e Pat Sims causa un fumble di Miller che Charles Woodson ricopre in end zone per un touchback.

I Raiders tornano in attacco pronti a rimettere in carreggiata la partita… three-and-out, starete pensando voi… SBAGLIATO!… sul terzo e 10 Carr lancia sotto pressione e si fa intercettare da Grimes e il DB riporta la palla sulle tre di Oakland, togliendo a Marquette King il piacere di calciare l’ennesimo punt.
Lamar Miller si fa perdonare e in due tentativi entra in end zone; 31-7.

NFL: International Series-Miami Dolphins at Oakland RaidersDerek Carr non si tira mai indietro, e dopo aver completato un lancio da 16 yard per James Jones cerca di conquistare un altro primo down con le sue gambe; mentre va a terra e subisce il placcaggio gira la caviglia sinistra ed ha una brutta torsione del ginocchio. Il rookie stringe i denti, si rialza, zoppica verso i compagni e chiama tra le smorfie lo schema successivo, uno splendido passaggio per Brice Butler sulla sideline di destra. Purtroppo il dolore è troppo per proseguire e al suo posto entra il sempre combattivo Matt McGloin. Distorsione alla caviglia e al legamento collaterale mediale per Carr, alla beffa di una partita-farsa si aggiunge il danno della perdita della promettente matricola. Al secondo snap dopo il cambio del QB succede però il patatrac… Wisniewski sbaglia lo snap e la palla schizza via; è Finnegan a raccoglierla dopo uno spalla a spalla con McGloin, e il DB di Miami riporta il fumble 50 yard per altri 7 punti. 38-7 Dolphins, 38 punti consecutivi senza reazione da parte dei Silver & Black.

Oakland è di nuovo in attacco con McGloin alle redini. Dopo una corsa da zero yard di Jones-Drew, il QB lancia per Holmes che porta a casa 15 yard e un primo down. McGloin cerca ancora Holmes ma la palla è un po’ alta, il WR non riesce a controllarla e Wilson mette a statistica un intercetto.
Miami questa volta non approfitta del turnover dei Raiders e, dopo due penalità (una delle quali annulla un TD di Thomas), Tannehill si fa intercettare da TJ Carrie.
McGloin torna in attacco e finalmente possiamo tornare a dirlo… three-and-out… ci mancava… e King calcia ancora un bel punt dentro le 10 di Miami.

Inizia l’ultimo quarto ed è pieno garbage time al Wembley Stadium. I Raiders regalano yard ai Dolphins neanche fosse Natale, ma i Dolphins non ne approfittano e alla fine son costretti al punt, il primo della partita per Miami.
McGloin guida i Raiders verso la end zone avversaria, complice il jet lag che finalmente ha colpito i giocatori dei Dolphins. Un passaggio da 22 yard in end zone per Andre Holmes spezza il dominio  degli uomini della Florida. 38-14 Miami.
Entrano le riserve per i Dolphins, Matt Moore sostituisce Tannehill e dopo poco si va al punt. Nel drive successivo McGloin si fa intercettare da Aikens ed il resto è spazzatura che non vale la pena neanche descrivere.

Risultato finale: Dolphins 38 – Raiders 14

POST GAME

Raiders rule number 1: ad una prestazione appena decente segue sempre una prestazione indegna.
Raiders rule number 2: i Raiders sono un toccasana per le squadre in crisi.

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I Dolphins arrivavano a Londra con un sacco di problemi: Tannehill era stato impreciso e incostante, i ricevitori commettevano troppi drop e c’era parecchio malumore nello spogliatoio. Dopo l’elisir Raiders a Miami vanno tutti d’amore e d’accordo, Tannehill è il nuovo Dan Marino e Joe Philbin, come detto sotto scrutinio per la sua gestione della squadra dentro e fuori dal campo, ora è il nuovo Don Shula. Ovviamente questi effetti positivi potrebbero non durare a lungo, magari dopo la bye week i Dophins torneranno ad essere una squadra modesta, ma questa domenica i fumi allucinogeni provenienti da Oakland fanno sembrare tutto speciale, come in un sogno psichedelico.

I Raiders con questa partita hanno allungato a 10 la striscia di sconfitte consecutive, sono sullo 0-4 per la prima volta da 2006 (l’anno di Art Shell 2.0) e il record di Dennis Allen come head coach dei Silver & Black è 8-28

PRESS CONFERENCE – DENNIS ALLEN LICENZIATO

Al ritorno da Londra i vertici dei Raiders hanno comunicato a Dennis Allen la decisione di licenziarlo. La mossa non ha certo sorpreso chi ha seguito la squadra di Oakland in questo primo quarto di stagione. Mark Davis voleva vedere progressi, invece c’è stata una preoccupante involuzione, voleva vedere partite combattute e invece in tre partite su quattro i Raiders sono stati completamente dominati.
Martedì è stato annunciato che fino a fine stagione l’head coach sarà l’allenatore della linea offensiva Tony Sparano, che ha anche alle spalle un’altra esperienza da capo allenatore nella NFL (proprio con i Dolphins).

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Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

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