[NFL] Week 2: i Browns scavano la buca ai Saints (New Orleans Saints Vs Cleveland Browns 24-26)

Rarissimo pomeriggio di entusiasmo a Cleveland. I Browns, guidati da un Paul Kruger incredibile e da un Brian Hoyer preciso battono con notevole merito una versione imperfetta dei New Orleans Saints, che vanno 0-2 e vedono la strada mettersi in salita per quanto riguarda questa stagione. Nella cronaca vedremo che solo la strapotenza di un singolo ha evitato che il passivo fosse peggiore, e due grosse penalità difensive hanno definitivamente affossato le speranze dei santi.

paul kruger brownsMa, procedendo con ordine, dobbiamo iniziare dall’uomo che abbiamo già menzionato poc’anzi. Il defensive end ex-Ravens, campione del Mondo con questi ultimi nel 2013, ha subito fatto capire, placcando Drew Brees a pochissimi centimetri dalla sua End Zone, che sarebbe stato il mattatore di una partita speciale. Un’intelligenza fuori dal comune, un’esperienza che gli ha fatto evitare i blocchi come un ballerino e una forma fisica spettacolare hanno dato la giusta scintilla ai suoi Browns, che l’avrebbero utilizzato per totalizzare numeri da capogiro a scapito di uno degli attacchi più forti dell’ultima decade.
Poi veniamo alle due penalità commesse dalla difesa Saints: dapprima Patrick Robinson, defensive back dei gigliati, copre male su un terzo down e commette pass interference, poi quando Billy Cundiff spedisce sul palo un facile field goal, la linea difensiva va in offside. Due fazzoletti gialli che contribuiscono a una shockante 0-10 nella prima frazione, in cui i “fantastici Saints” totalizzano 9 (nove) yard su passaggio.

L’incremento di volume determinato da Kruger e il resto della D-line in marrone e arancio non si quieta nel secondo periodo: Karlos Dansby fa mangiare le mani ai tifosi di Arizona con dei placcaggi che il 90% dei linebacker si sogna. Christian Kirksey da una mano, così come il resto dei linebacker. Il sottoscritto ha iniziato a pensare in quegli istanti che tra Browns, Ravens e Steelers quest’anno avremmo visto delle partite difensive eccellenti.
Ma un minimo di fiducia Brees e i suoi la riprendono: Mark Ingram mostra che il modo di battere questi Browns è correre, e lo fa ottimamente in un paio di occasioni per dei primi down fondamentali. Cleveland difende bene anche in Red Zone, limitando i danni.
Sul seguente drive l’errore di Brees, anche fin troppo bravo a non commetterne fino a quel momento: palla altissima tra le mani di Tashaun Gipson, che porta una maglia diversa dal 9 di New Orleans e che riporta l’ovale in zona di meta dopo una corsa lunga una sessantina di yard. 3-16 perchè sullo snap del punto addizionale i Browns commettono un errore. Uno dei pochi del pomeriggio in cui hanno battuto i Saints.
Con 8 secondi sul cronometro del primo tempo, Jimmy Graham (il singolo strapotente che vi menzionavamo a inizio cronaca) levita in cielo e prende una palla dedicata a lui e nessun’altro per il 10-16 che, anche troppo generosamente, mantiene assolutamente in partita i suoi.

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Jimmy Graham, Buster Skrine, Donte WhitnerLa segnatura del tight end viene bissata a inizio terzo quarto: grazie a lui e a un piccolo cedimento della difesa di casa, New Orleans prende il primo dei due vantaggi che avrà in partita. Graham è troppo anche per Joe Haden, uscito malconcio dal confronto con l’ex cestista, e fisicamente fuori da questo matchup. In questa fase si ha la netta sensazione che i Saints possano segnare a ogni possesso, dopo essere stati arginati nei primi quattro.
Dall’altra parte Miles Austin, che già avevo ricevuto un TD nella prima metà di gioco, si fa trovare su un terzo down, e Hoyer trova anche Andrew Hawkins con una certa scioltezza. Fa 17-23 dopo la corsa di Terrance West per la meta.
Il rookie mette insieme 19 corse per 68 yard e 2 ricezioni ognuna per 11 yard. Ottimo quindi il suo esordio da titolare a causa dell’infortunio di Ben Tate. Il più classico dei “change of pace back”, Isaiah Crowell fa ancora meglio: 11 per 54 ma un paio di corse lunghe che gli fanno raggiungere un’ottima sufficienza. Chissà cosa ne sarà di Tate, a questo punto, una volta che sarà sano…

Il quarto decisivo è l’ultimo. Ancora una grande ricezione di Graham, e la seguente segnatura di Ingram con camminata in End Zone. Sembra finita sul punt successivo di Cleveland, come a dire “Browns, ci avete creduto ma ancora non siete pronti”. E invece no. A smentire questa frase è Dansby, che su un terzo down umilia la sconfortante linea offensiva gigliata e si fionda su Brees che va gambe all’aria per la seconda volta in questa cronaca. Sono le sette yard perse che fanno desistere dal field goal del +4 gli uomini di uno Sean Payton che, sulla sideline, non trova di meglio da fare che farsi beccare dalle telecamere mentre rimprovera Rob Ryan, suo coordinatore difensivo.
Brian Hoyer, nativo dell’Ohio, parte dalle sue quattro. Dovrà affrontare 3 terzi down, e un quarto down. Una volta lo aiuta Austin, un’altra… ancora l’ex Cowboys. Sul quarto down, Gary Barnidge effettua la presa più importante della stagione (ne risentiremo parlare del TE da Louisville).
Questa volta le mani dello snapper e dell’holder non tremano, Cundiff regala a Mike Pettine, suo giovane head coach, una vittoria a suo modo storica per il lignaggio dell’avversario e le modalità con cui è arrivata. 24-26, 50 punti scolpiti nella storia dei Browns.

Può essere che la prossima estate quello con il 23 e la palla a spicchi in mano faccia dimenticare alla città di Cleveland la sua storia di mediocrità sportiva. In attesa di quel giorno, però, nella città dell’Ohio molti si ricorderanno di quel giorno in cui Hoyer e Kruger, Dansby e Austin, West e Cundiff fecero salire l’entusiasmo della folla come poche volte si era visto.

Nota a margine: Johnny Football è entrato. Tre giocate, in due non ha toccato la palla e l’unico passaggio, lento, un compagno l’ha lasciato cadere. Tutto ciò per dovere di cronaca, non ci aspettiamo il numero 2 rivesta un ruolo più importante nello svolgimento della stagione.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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