[NFL] Week 1: New England Patriots vs Miami Dolphins 20-33

Solo perché hai 11 ragazzi che indossano lo stessa maglia non vuol dire che sono un’unità coordinata

Queste parole pronunciate da Bill Belichick danno un’idea della sconfitta patita dai New England Patriots in quel di Miami contro i Dolphins, per 33-20
Che cosa ha determinato questa battuta d’arresto che nelle cifre e nelle dimensioni, ha creato  a Boston polemiche e disappunto tra i fans e gli addetti ai lavori? 100 yard di penalità, 191 run yard corse,  la offensive line e il front 7 (Defensive Line e Linebackers) dominati e fatta a pezzi dai Dolphins con Moreno e Miller, i runningbacks dei padroni di casa che hanno dato il colpo di grazia.
I Dolphins, hanno vinto con pieno merito, non facendosi abbattere dal tremendo e pessimo primo tempo anzi la loro defense, che ha generato preoccupazioni alla vigilia di questa partita  poi confermate, con il punto di forza l’ottimo Cameron Wake, ha maltrattato Tom Brady.

Gronkowski PatriotsL’incontro non e stato ben giocato dalle due formazioni, che ancora non hanno i meccanismi, ben oliati, ma è stato intenso e piacevole dal lato agonistico. L’inizio e devastante per i Patriots, dopo il primo drive, sul conseguente punt, brutto snap di Danny Aiken appena rifirmato da New England, per sopperire alla mancanza di un long snapper. E’ lo stesso Aiken che riesce coprire la palla a ridosso delle 15 yard nella redzone dei Patriots. Drive ben giocato da Tannehill e Lamar Miller e touchdown Miami, 7-0.
I Patriots reagiscono come se avessero preso una doccia gelata, sono una furia, in men che non si dica l’offense riprende a macinare yard, Brady cerca i suoi preferiti Edelman e Gronkowski, rientrato dopo un lungo infortunio che lo ha tenuto a lungo lontano dai campi da gioco ma che ha ancora da recuperare di condizione a cui si aggiungono i 2 runningback Ridley e Vereen, con il primo completamente rigenerato dalla scorsa stagione (buona la sua prova).
E’ proprio Vereen che realizza il td del pareggio 7-7. Anche la defense dei Patriots inizia a giocare,  placcano Tannehill e il conseguente fumble viene prontamente ricoperto da Mayo. Palla ai Patriots.
Ed e qui che la gara sembra avere la svolta. Ancora una volta i Patriots giocano un ottimo drive, ottenendo però solo un field goal che li porta sul 10-7, ma qui viene fuori l’oscuro lavoro della difesa di Miami che piano piano inizia lo sgretolamento della offensive line bostoniana e che porterà molte soddisfazioni nel secondo tempo.

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Sono i Patriots che stanno dando il ritmo e tutto lascia presagire il dominio della partita. Un intercetto di Dennard su Tannehill, il fumble ricoperto successivamente da Revis, che  riesce bloccare nella prima frazione di gioco il pericoloso  Wallace, il touchdown di Gronkowski, che da fiducia e gioia all’87 dei Patriots e il field goal di Gostkowski, portano il punteggio della partita sul 20-10 per gli ospiti, senza dimenticare un field goal realizzato da Sturgis per i Dolphins.
Si va negli spogliatoi con i Patriots sereni e fiduciosi di poter controllare e portare a casa la partita. Dolphins obbligati a portare gli aggiustamenti dovuti, primo fra tutti colpire dove maggiormente la difesa di New England ha trovato difficoltà, cioè nelle corse devastanti di Moreno e Miller, che sono stati le uniche note positive del primo tempo e di continuare a fare pressione sulla linea d’attacco dei Patriots che iniziava a mostrare segni di cedimento.

Moreno DolphinsI Patriots di solito nella ripresa diventano devastanti, ma questa volta pare che siano rimasti negli spogliatoi e abbiano mandato i loro cloni per di più scarsi. Soprattutto, viene a mancare, colui che è il leader incontrastato, colui che l’anno scorso tirò fuori la squadra dai guai maggiori, cioè Tom Brady: due fumble e solo 48 yard di pass danno un idea del suo pessimo secondo tempo.
I Dolphins si scatenano iniziano a macinare gioco, e con le corse devastanti di Moreno, che spezza il front 7 dei Patriots e un Wallace che comincia a liberarsi della marcatura asfissiante di Revis, segnano due touchdown  a cui si aggiungono 3 field goal di Sturgis. I Patriots crollano, Brady  subisce 4 sack, la linea d’attacco viene schiacciata, un attacco di solito devastante viene disinnescato.
Il risultato alla fine dice New England Patriots vs Miami Dolphins 20-33.

E ora? A Boston è iniziato il processo dopo la sconfitta, soprattutto sulla scelta di “tradare” il forte uomo di linea Mankins per il tight end Wright (che ha fatto il suo), la sua faccia nel dopo partita diceva tutto. Complimenti ai Dolphins per la vittoria e via ad analizzare cosa non è andato, a lavorare in silenzio senza farsi prendere dal panico, sui problemi da risolvere.
In primis la offensive line, troppe penalità per loro. Non sono andata giù le penalità di pass interference dei ricevitori, che hanno pregiudicato alcune chiusure di down. Si deve risistemare la linea di difesa e i linebacker in vista del prossimo incontro contro i Vikings di Peterson, ma soprattutto è il pessimo secondo tempo di Tom Brady a preoccupare: Belichick, e lui lo sa, non ha mai guardato in faccia a nessuno, non lo ha fatto in passato e non lo farà in futuro. L’unica nota positiva viene dalla secondaria che ha retto bene, nonostante tutto.

Per i Dolphins, una vittoria che cercavano da tempo, che da vigore e carica per il futuro, per tentare finalmente di scalzare dal trono della division i Patriots. La squadra c’è, una difesa molto forte e un offense che deve cercare equilibrio e stabilità, ma vincere aiuta a vincere.

Per i Patriots questa sconfitta ricorda molto quella del 2003, il famoso 31-0 contro i Bills, dove vennero umiliati, schiacciati; sembrava la fine, ma non avevano fatto i conti con il carattere e la mentalità di Coach Belichick: “lavorare in silenzio, con disciplina, tecnica e leadership”. Verrà il giorno in cui New England dovrà cedere lo scettro della division, ma come è nello stile Patriots lotteranno fino alla fine.

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