[NFL] Parola all’Insider: Philadelphia Eagles – Enrico Bottura

Nuovo appuntamento con “Parola all’Insider”! La Stagione si sta avvicinando, i Training Camp sono nel loro vivo e tutti gli appassionati di Football non vedono l’ora di vedere le squadre in campo. Oggi con noi abbiamo Enrico Bottura, tifoso fino al midollo dei Philadelphia Eagles. Ex Giocatore dei Bolzano Jets come Left Tackle e tutt’ora è un libero professionista. Enrico gestisce anche una pagina Facebook interamente dedicata alla squadra della città dell’amore fraterno, Eagles Pride Nation.

Prima canonica domanda, perchè hai deciso di tifare i Philadelphia Eagles?
Ron Jaworski Philadelphia EaglesEra l’anno 1981, quando vidi la prima partita di Football NFL. Un’autentica eternità rispetto a oggi.
Si trattava del XV Super Bowl, quello disputato al Louisiana Superdome di New Orleans (LA.) e vinto per 27 a 10 dagli Oakland Raiders di Jim Plunkett sui Philadelphia Eagles di Ron Jaworski.
Uno sport che mi colpì subito per l’atmosfera che si respirava sul campo, per la fisicità dirompente e l’atletismo presenti in ogni sua fase, lo spirito di squadra, la bellezza di elmetti e uniformi e quell’indubbio ‘americanismo’ che trasudava da ogni dove.
Da quel giorno, un ragazzo poco più che sedicenne, a torto o a ragione, per fortuna e per sventura, scelse di andare oltre, di interessarsi per provare lui stesso quelle medesime emozioni, direttamente da giocatore (in Italia) e di schierarsi da tifoso per tutte le successive partite di quel fantastico campionato che è sempre stata la National Football League, da quel giorno in avanti.
A Bolzano esistevano 2 squadre, i ‘Giants’ (giallo-neri all’epoca, ora rosso-blu) e i ‘Jets’ (bianco-rossi), ed io per ragioni di mera opportunità, scelsi i secondi, nati da poco ed ancora con un organico da formare.
Quanto al Football NFL, da puro cultore dell’estetica quale son sempre stato, mi lasciai guidare dal gradimento per quello che ho sempre ritenuto essere l’elmetto dalla livrea più ‘americana’ e intrigante tra tutte le contenders della Lega.. quello delle ‘aquile’ guidate dall’allora Head Coach, Dick Vermeil.
Fu cosi, amici di ‘Huddle Magazine’ che ebbe inizio l’avventura (o la disavventura, dipende dai punti di vista) di uno tra i più datati e incalliti Eagles Fans italiani, probabilmente il più integralista e, tra tutti (mi si perdonino autoproclamazioni e presunzione), quello piu’ ossessivamente attaccato a una delle maggiormente datate (1931-33) e storiche franchigie del Football ‘Made in USA’, nonostante la scarsa propensione alla vittoria per titoli assoluti conquistati (3 NFL Championships, 1948/1949/1960 e ancora nessun Super Bowl).. i PHILADELPHIA EAGLES!

Chip Kelly entra nel secondo anno alla guida degli Eagles. Lo scorso ha fatto vedere tantissime cose nuove proponendo un sistema offensivo mai visto in NFL. Quest’anno dovrà dar continuità al progetto, così come i suoi assistenti. Chi sicuramente sarà sotto esame è il Defensive Coordinator Billy Davis, che dovrà costruire una difesa degna dell’attacco. Hai fiducia in lui o pensi che non sia lui l’uomo adatto?
Chip Kelly Philadelphia EaglesChi si ubriaca troppo di NCAA, palesando poi pure non adeguate conoscenze in fatto di Football NFL, si sarebbe aspettato da Coach Chip Kelly un primo anno tutto ‘Spread Offense’ ed integralismi tattici in perfetto stile ‘Ducks’ ed invece l’ex (o ‘former’, per chi ha maggiore familiarità con l’idioma anglo-americano) Capo Allenatore di Oregon, confermando tutta l’arguta intelligenza e il sano realismo di un tecnico fino ad allora vincente, trasferisce dall’esaltante esperienza dei Colleges, maturata fino a poco tempo prima, lo stretto trasferibile necessario, per il semplice motivo che i PHILADELPHIA EAGLES mai sarebbero stati gli OREGON DUCKS e il FOOTBALL NFL mai sarebbe stato (e per fortuna, dico io) il FOOTBALL NCAA.
Prova provata di indubbia e grande saggezza quella fornita dall’Head Coach degli Eagles in questo suo rimanere con i piedi ben saldi a terra, teso a migliorare il migliorabile, senza voler stupire con effetti speciali, dimostrando tutto a tutti e sin da subito
Un Attacco, quello di Philadelphia nel primo anno dell’ ‘ERA KELLY’, che pur senza apparire debordante e spumeggiante come tanta stampa si sarebbe aspettata, ha consegnato agli occhi di fans e critica un gioco assolutamente variegato negli schemi, mai ripetitivo e, soprattutto, dico io, l’unico possibile per gli uomini a disposizione fino a quel momento.
Il tutto accompagnato dalle indiscutibili quanto inaspettate (non per lo scrivente, però) e contemporanee esplosioni di QB Nick Foles (6-6/243, Arizona Wildcats) e WR Riley Cooper (6-4/230, Florida Gators.)

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Il PRIMO (#9)
A parte chi scrive e uno sparuto manipolo di temerari lungimiranti, davvero in pochi avrebbero infatti scommesso su una stagione di queste proporzioni da parte del #9 di Phila. Un giocatore, a differenza del fortunatamente accantonato M-Vick (il mio sviscerato amore per lui credo sia cosa ben nota a tutti), dalla bassissima propensione all’intercetto e ai ‘turnovers’ in generale, sempre presente a se stesso sul terreno di gioco e con una notevole capacità nel saper guidare i restanti 10 effettivi dell’Attacco in ‘MidNight Green Jersey’ (perché un QB questo deve sempre fare.. vanificare MAI gli sforzi dei compagni e saperli condurre con raziocinio, il maggiore possibile, anche quando avversità e colpi degli avversari ti impediscono di essere lucido e tranquillo!). Tutto questo accompagnato da un braccio con sufficiente ‘accuracy’ e potente il giusto (solo i TOP QBs, della Lega meglio di lui in questo fondamentale, a mio avviso), ma, questo si, va detto, una capacità di muoversi dentro e fuori dalla tasca con una disinvoltura del tutto perfettibile rispetto a quanto messo in mostra sino ad ora.

IL SECONDO (#14)
Per ‘Coop’ come affezionatamente viene chiamato dai fans di South Philly, basta dire che con la sua potenza fisica, il suo non sapersi tirare indietro nei momenti topici di un match, le indubbie skills nella verticalizzazione del gioco, fondamentali per spaccare in due la partita quando l’esigenza lo richiede, è riuscito, in un sol colpo a non fare assolutamente rimpiangere Jeremy Maclin (6-0/198, Missouri Tigers), assente per tutta la scorsa stagione a causa di guai fisici importanti, e a convincere il Coaching Staff di una sostituibilità del tutto possibile e per niente azzardata (ne sono convinto) di un personaggio fine a se stesso, mai decisivo nei momenti importanti (‘Do or Die’ Games), seppur dotato di spunti tecnico-atletici dalla comprovata eccellenza, come DeSean Jackson (5-10/178, California Golden Bears), ora ai Redskins di Washington.

A tutto questo han fatto seguito manovre chirurgicamente mirate, tanto in sede di Free Agency, quanto di NFL Draft, tali da conferire all’Attacco parecchia completezza e tanto talento in più, un buon 30% in aggiunta a quanto presente nella stagione precedente direi (ma se ne parlerà in occasione di una delle domande successive) e alla Difesa un indubbio e sensibilmente concreto miglioramento soprattutto in tema di Linea Secondaria con gli innesti della FS Malcolm Jenkins (6-0/204, Ohio State Buckeyes), del CB Nolan Carroll II (6-1/205, Maryland Terrapins), del CB Jaylen Watkins (5-11/194, Florida Gators) e della FS Ed Reynolds (6-1/207, Stanford Cardinals).
Note liete, a mio personalissimo giudizio, pure dagli OLBs, dove l’aggiunta, quasi a sorpresa, del 1st round pick (i miopi, affetti da scorpacciate di pregressi Mock Drafts, appassionanti quanto deleteri, qualora non se ne contestualizzasse per bene l’intrinseco e reale significato, si limitano a definirlo a tutt’oggi unicamente un ‘monster reach’), Marcus Smith II (6-3/251, Louisville Cardinals) ai già noti Connor Barwin (6-4/264, Cincinnati), Trent Cole (6-3/270, Cincinnati) e Brandon Graham (6-2/265, Michigan Wolverines) ha conferito alla rotazione degli effettivi una continuità davvero solida e promettente, per l’intera durata di una singola partita (con poche debolezze e altrettanto pochi punti morti).
Una Difesa che par comunque rimanere non altezza di altri NFL Teams maggiormente accreditati per la vittoria finale, soprattutto guardando a una Linea di Difesa, massiccia, esperta nelle singole unità, ma ancora non sufficientemente attrezzata quanto a capacità di penetrazione e talento distruttivo e che necessiterà di un grande lavoro, motivazionale e sul campo di allenamento, da parte di Coach Bill Davis e dell’assistente di reparto Jerry Azzinaro (D-Line Coach).
Ma quanto già messo in mostra l’anno passato dal Defensive Coordinator di Phila lascia ben sperare, soprattutto considerando con quale Secondary Line lui era partito, poi sensibilmente migliorata anche per l’ottimo lavoro a supporto del DBs Coach John Lovett (former Texas Tech Red Raiders) e con quali statitische iniziali aveva esordito, per poi migliorare progressivamente, partita dopo partita, senza che il materiale a disposizione potesse francamente definirsi di primissima estrazione.
Quindi motivata, ragionata e ragionevole fiducia in un uomo, capace di partorire scelte logiche, sensate e credibili in Off-Season e allo stesso tempo abituato a fare del lavoro sul campo uno dei suoi principali marchi di fabbrica, a fari spenti e senza troppi proclami (così come deve essere)..

“FAITH IN BILL DAVIS, EAGLES FANS!!”

Nick Foles arriva da una una stagione strepitosa, dove è subentrato a stagione in corsa. Quest’anno per lui sarà l’anno della conferma e dovrà dimostrare di essere un QB di alto livello. Pensi che sarà lui il QB per il Super Bowl degli Eagles? Sanchez-Barkley, chi la spunterà?

Nick Foles Philadelphia EaglesDel mio gradimento e della mia convinzione su Nick Foles ho fatto già cenno in precedenza, evidenziandone la scarsa propensione all’errore (intercetti e fumbles) e le capacità di guidare un Attacco, non a parole (come altri.. vero, Mr. Michael Vick?) ma sul prato verde di un campo da Football e durante un incontro ufficiale.
Questo mi piace di lui, la leadership che sa dimostrare dove davvero è richiesta e necessaria (il ‘field’) ed il coraggio di sapersi prendere un sack, umiliante, doloroso, pericoloso per la salute quanto si vuole, ma sacrificio inevitabile e percorso inderogabilmente obbligato pur di non consegnare mai (o quasi mai) palla e inerzia della partita nelle mani dell’avversario.Grande Quarterback lui, in tutto questo!
Migliorabile certamente nei movimenti dentro e fuori dalla tasca, lo ribadisco, qui Nick Foles davanti ne ha ancora parecchi, e migliorabile pure nei sincronismi con l’estro e la vivicità di un campione vero dal talento purissimo come RB LeSean McCoy (5-11/208, Pittsburgh Panthers).
“Se sarà l’anno della riconferma?” “Se sarà lui il QB del primo SB di Philadelphia?”
Al primo interrogativo rispondo si, con miglioramenti tali da catapultarlo stabilmente tra i primi 8 QBs della Lega, checchè ne dicano e scrivano quei ‘soloni’ (vero, Mr. Chris Wesseling?) che lo vedono relegato al 19mo posto dietro autentici ‘fenomeni di cartone’ come Tony Romo (Dallas Cowboys) e Matthew Stafford (Detroit Lions).
Al secondo interrogativo rispondo di nuovo si! Un ‘SI’ del tutto condizionato a quando tutta la squadra della Pennsylvania sarà in grado di poter ambire a tanto (il Super Bowl), perchè allo stato attuale, seppur notevolmente migliorata in parecchi punti, tutto questo mi pare francamente prematuro.

“EAGLES’ QBs Depth”
Dietro di lui Mark Sanchez (6-2/225, USC Trojans), 1st round pick del 2009 e Matt Bakley (6-2/227, USC Trojans), 4th round pick del 2013.
Direi parecchio sottostimato (visto il talento che gli riconosco) il primo, anche se quanto fatto vedere per lunghi tratti a N.Y. (sponda Jets) fatica ad indurre all’ottimismo, ancora tutto da verificare il secondo, reduce da un ‘rookie year’ a dir poco sconcertante. Avanti tutta con M-Sanchez, quindi.. che dietro ‘wildcat’ Nick, son personalmente convinto che saprà farsi trovare pronto, ogni qualvolta le circostanze dovessero richiederlo (facendo ricredere piu’ di qualcuno)!

A livello offensivo gli Eagles potenzialmente potrebbero essere i migliori della lega. Il running game con Sproles è migliorato e a livello di WR, con le rifirma di Cooper e Maclin e gli inserimenti via Draft di Matthews e Huff, il reparto è molto migliorato. Però Huff e Matthews son comunque due rookie e McLin rientra da un ACL, non è che il vero potenziale potrebbe nascondersi quest’anno perchè molti avranno bisogno di tempo per adattarsi?
Jordan MatthewsIl vero plus del secondo anno dell’ ‘ERA KELLY’. Un ATTACCO qualitatvo, completo in ogni sua parte, variegato come nessun’altro nelle caratteristiche tecniche e fisiche, con una ‘depth’ davvero ampia e rassicurante. In assoluto quello pìù ‘potenzialmente performante’ mai visto a Philadelphia dal 1981 a oggi!
Il miglior RBs Corp della intera NFL (nessun roster puo’ contare contemporaneamente su elementi del calibro di LeSean ‘Shady’ McCoy, Darren Sproles, Chris Polk, Henry Josey e David Fluellen), un gruppo di TEs importante, esperto e completo in entrambe le fasi del ruolo (bloccaggio e ricezione), pur non annoverando ‘stand-out’ players della levatura di Rob Gronkowski o Jimmy Graham e una pattuglia di ricevitori capace di garantire al proprio Quarterback una serie inesauribile di soluzioni (Passing Game corto, nel traffico.. Passing Game lungo, in campo aperto.. Red Zone Game..). Il tutto senza comunque sottacere di una O-Line performante e affiatata, garanzia irrinunciabile della necessaria tranquillità  per chi deve lanciare e dei necessari blocchi per chi deve correre.
“Se J-Matthews e J-Huff potranno rappresentare un fattore sin da subito?” “Se J-Maclin avrà la necessaria consistenza fisica?”
Quanto ai primi due, lasciatemi celebrare il trionfo personale da analista ‘fatto in casa’, in materia di NFL Draft.
Sin dall’ormai lontano novembre 2013, mentre analizzavo i vari prospetti per la FB Page che dirigo e in cui scrivo, “EPN Eagles Pride Nation”, mi resi subito conto, senza dubbio alcuno, per le connotazioni fisiche e le skills tecniche e di movimento, dell’assoluta necessità, per l’Attacco dei Philadelphia Eagles, di avere un ricevitore delle caratteristiche di Jordan Matthews (6-3/212, Vanderbilt Commodores). Io proprio lui volevo, premonizzandone l’acquisizione in ‘midnight green jersey’ e lui è puntualmente arrivato!
Con la partenza di DeSean Jackson fui poi altrettanto convinto che il talento di Vandy (J-Matthews) non sarebbe bastato e che il Front Office avrebbe avuto la necessità di draftare pure un secondo ricevitore, omologo nell’interpretazione di tracce e ruolo sul campo, proprio dell’uscente #10, ora a Washington.

Josh Huff (5-11/206, Oregon Ducks) il prescelto da Chip Kelly, in questo secondo caso!
Quanto alla loro capacità di essere un fattore per Philadelphia sin dalla prima stagione di NFL, io credo che l’importante sia averli a disposizione, perché il successo arriva sempre quando hai la possibilità di contare sugli interpreti giusti per talento, tipologia dei movimenti e taglia fisica.
Quando hai tutto questo, poco importa che tu sia ‘veterano’ o ‘rookie’, perché se la qualità esiste e l’organico è quello ideale per metterla in mostra, tu il tuo spazio saprai andare a ritagliartelo, sempre!
Quanto alla durabilità di Jeremy Maclin, dopo la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, solo le stelle potranno aiutarci a saperne di più e qui il discorso mi porta a quanto piu’ io temo in una stagione di NFL Football..
Gli infortuni durante i ‘Training Camps’ estivi. Speriamo bene.

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Difensivamente si è investito molto quest’anno però la sensazione è che il roster manchi ancora di un elemento in grado di poter essere un leader e di trascinare la squadra. Molti buoni giocatori ma nessun fenomeno. Hai la stessa sensazione o la situazione è diversa?
Malcolm Jenkins Philadelphia EaglesPurtroppo una squadra al secondo anno di un nuovo ciclo deve fare delle scelte e Coach Chip Kelly, da certificato ’Offensive Guru’ quale lui certamente è, ha inteso puntare sulla cementificazione di un Attacco che possa durare nel tempo.  Le grandi squadre e le ‘dynasties’ (ammesso e non concesso che si riesca a crearle) vanno costruite comparto dopo comparto, con paziente e ponderata programmazione, senza mai scordare l’imperativo categorico di non sbagliare la qualità del materiale impiegato e il momento dello ‘step’ decisivo in Difesa per gli Eagles penso sarà il 2015.
Eppoi non nascendone uno a stagione, di Brian Dawkins (FS, Clemson Tigers) o di Reggie White (DE. Tennessee Volunteers), ritengo assolutamente sensata e condivisibile la scelta del Front Office di Philadelphia di garantirsi una potenzialità offensiva di livello assoluto e un notevole miglioramento nella qualità dei Defensive Backs (Safeties & Cornerbacks). Dopotutto di un leader difensivo, spesso e a torto sottovalutato (mia personale convinzione), gli Eagles già ne dispongono uno con l’Inside LB DeMeco Ryans (6-2/246, Alabama Crimson Tide) e un altro, ne sono moderatamente fiducioso, lo hanno or ora arruolato con la firma della nuova FS Malcolm Jenkins.
‘EAGLES DEFENSE’ comunque certamente migliorata, come piu’ sopra adombrato, nella Secondaria e nella rotazione degli OLBs, ma ben lontana, a tutt’oggi, dal poter essere definita una retroguardia da titolo
Soprattutto la D-Line di Bill Davis appare non ancora del tutto adeguata per la giusta (almeno per come la intendo io) pressione che un reparto come questo deve saper esercitare sulla Linea d’Attacco avversaria e anche oltre (backfield).. Una componente dello schieramento difensivo che pure in un allineamento a tre sole unità (Front-3) appare del tutto imprescindibile, senza che si possa pensare ad un Pass Rush affidato all’unico movimento del LBs esterni.
Se si prescinde dall’incessante, continua e progressiva spinta degli Interior D-Linemen (NTs/DTs), se si prescinde dalle percussioni a stringere dei DEs e dai varchi da loro aperti, a nulla serve, alla lunga, disporre di OLBs di valore nella caccia al Quarterback che ci si trova di fronte..
Qui, in questa precisa porzione di campo, a Philadelphia manca del talento.. Un deficit che solo la grande motivazione dei singoli, unita ad affiatamento e strenuo lavoro sul campo di allenamento potrà mitigare gli effetti negativi di un roster buono, collaudato (tanti degli effetti sono i medesimi della passata stagione), ma personalmente lontano dal potersi definire dominante..
Staremo a vedere.

In futuro ci sarà sicuramente da migliorare il front seven, soprattutto nei tre mani a terra. Quali sono secondo te i ruoli in cui gli Eagles dovranno mettere mano in maniera importante??
Contrariamente all’impostazione della domanda, ritengo che la preservazione dell’attuale livello, tutt’altro che scarso, della Linea d’Attacco imponga, considerata la centralità del reparto e l’anagrafe media degli effettivi, l’utilizzo di un Top Pick (1st or 2nd round) al Draft 2015 per garantire una continuità d’eccellenza tra OTs e OGs.
Solo dopo ci si potrà dedicare al ’Front Seaven’ indicato dall’interlocutore, guardando in special modo a un ILB capace di raccogliere l’eredità del già citato DeMeco Ryans, con la giusta sagacia nelle letture tattiche, tanto importanti per un LB interno da ‘3-4 D’ e quella leadership da ‘pure fighter’, assolutamente trascinante per tutti, compagni di squadra e fans, che al Lincoln Financial Field (Home dei Philadelphia Eagles) non si vede più dai tempi di Jeremiah Trotter (former #54, ‘The AxeMan’) e Brian Dawkins (former #20, ‘Weapon X’). Due autentiche icone dell’intera ‘Bleed Green Nation’, pur trattandosi, riferendosi al secondo, di un giocatore ricoprente altra posizione di campo (Free Safety).
Che poi le ‘aquile’ soffrano la mancanza di elementi di spicco nella loro Linea di Difesa appare chiaro a tanti osservatori, e penso sarà l’ulteriore e ultimo passaggio della costruzione di un progetto che dovrebbe portare Philadelphia a lottare, consapevolmente, per il titolo tra un anno. Non subito a mio modo di vedere, ma tra un anno Philadelphia sarà pronta e ci sarà per rimanerci per piu’ di una stagione.
Il Coaching Staff è forte, le idee ci sono, chiare, precise e suffragate dalla consapevolezza di una crescita progressiva ed esponenziale (gli scettici si ricrederanno, mano a mano, uno ad uno), in sintonia con un Front Office deciso a pesare e difendere ogni scelta intrapresa, in piena osservanza di quanto condiviso assieme a un Coach che tanti impareranno sempre piu’ a conoscere e apprezzare.

Concludo chiedendoti un pronostico per la stagione e chi vedi come maggiori antagonisti in division e nella conference?
Ripetersi in NFC EAST con una seconda, consecutiva affermazione penso debba ritenersi un tragitto obbligato, oltre che assolutamente alla portata, per questi Philadelphia Eagles, magari questa volta attraverso un maggiore controllo della Division (un raggruppamento questo, ‘aquile’ a parte, che non pare eccellere per talento e potenzialità delle contendenti), sin da subito e con un record di 11-5 (rapporto W/L) al termine della Regular Season.
A quest’ultimo proposito la conferma di quanto riportato da ‘USA TODAY’ nei giorni passati, mi rinfranca e avvalora la mia tesi.
Del parere poi che il Team di Chip Kelly possa ambire a disputare un Play-Off da protagonista, pur battezzando come del tutto ‘eccessivo’ l’azzardo di un pensiero al titolo o a una semplice partecipazione al SB (..but never say never, Football Fans!).
Philadelphia a tutto questo ci è vicina, molto vicina, e se la Dea Bendata dovesse preservarci da infortuni eccellenti, ritengo che in Post-Season le ‘aquile’ di partite ne disputeranno più di una e forse, sorte e avversari permettendo, pure più di due.
Ma si dovrà fare i conti con una NFC uscita ‘miglioratissima’ da Free Agency ed NFL Draft..
Una NFC dove a parte le scontatissime Green Bay (mia personale favorita per il SB), Seattle e San Francisco, oltre a Philadelphia, pure New Orleans, Chicago (e forse anche i Vikings di Minnesota) potranno recitare un ruolo da protagoniste. In quale ordine queste contenders riusciranno poi a dislocarsi nel ranking finale, come sempre in NFL, a dirlo saranno lo stato di salute degli effettivi, la forma del momento, quando il momento sarà quello del ‘Do or Die’ Game e la ‘chemistry’ che i rispettivi Coaching Staff saranno stati in grado di conferire ai propri Teams.

“MA PHILADELPHIA C’E’..

E, PRESTO O TARDI, OGNI AVVERSARIO SE NE ACCORGERA’..

NESSUNO ESCLUSO!!”

Ringrazio Enrico per questa intervista fiume molto interessante in cui ha analizzato qualsiasi aspetto della sua squadra. Lo ringrazio e lo saluto, ricordando di passare dalla sua pagina Facebook EPN, e vi do l’appuntamento per la prossima uscita!

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Se qualcuno volesse essere protagonista di una intervista sulla sua squadra, può contattarmi tramite i metodi Facebook e Twitter che trovate nel riquadro “About the Autor” sotto.

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Luca Domenighini

24 anni, amante dello sport a stelle e strisce. Appassionato fino al midollo di football, sia quello NFL che quello NCAA. Tifoso dei Denver Broncos da una calda mattina di Agosto di metà anni 2000 quando ESPN Classic ripropose il primo Super Bowl di Elway. Tifo sfegatato per i Duke Blue Devils, sì esiste una squadra di football a Durham.

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