[NFL] Parola all’Insider: Minnesota Vikings – Andrea Cresta

Ennesimo appuntamento con la rubrica “Parola all’Insider”, oggi tratteremo i Minnesota Vikings con Andrea Cresta.
Andrea, 36 anni da Bubbio, ha una passione sconfinata per il football, è il proprietario del sito Football Nation, giocatore di flag football nel tempo libero ed è stato uno dei primi redattori per PlayitUSA. 

Prima di iniziare a parlare della squadra, voglio chiederti perchè proprio i Vikings? Cosa ti ha affascinato della squadra del Minnesota??

E’ stato amore a prima vista, fin da piccolo acquistavo il Guerino (Guerin Sportivo ndr) e negl’anni ‘80 aveva sempre una parte di giornale dedicata agli altri sport, tra i quali, appunto, il football americano; una volta, leggendo un articolo dedicato alla NFL rimasi colpito da una foto in cui un giocatore che vestiva una divisa viola con bordi bianchi e gialli, ne impattava un altro. Allora non sapevo nemmeno come si chiamasse quel genere di azione, ne chi fosse l’atleta in questione, ma mi piacque subito l’abbinamento di quei colori. Un paio di anni dopo gli stessi li ritrovai su un bomber in vendita in un negozio sportivo vicino a dove abito, e vidi per la prima volta il logo della squadra che li indossava, un vichingo, come la cultura che mi aveva sempre affascinato; da quel momento l’acronimo Vikings aveva attirato la mia attenzione, poi lo step successivo è arrivato qualche lustro più tardi, quando grazie alla ragazza che sarebbe poi diventata mia moglie ho iniziato a seguire le partite che trasmettevano in differita su TelePiù, cui era abbonato suo padre. Vidi Minnesota giocare, guidata da un quarterback che nel frattempo avevo ritrovato anche sulla copertina di Madden, correva l’anno 2002, e con il diffondersi di internet tutto è diventato più facile, e quell’amore nato per caso, è diventate una vera e propria passione.

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Minnesota VikingsIniziamo a parlare del team. La prima cosa che vorrei chiederti riguarda il nuovo coaching staff. E’ arrivato un allenatore di impronta difensiva come Mike Zimmer che sarà aiutato da George Edwards per costruire la nuova difesa mentre a livello offensivo è stato preso Norv Turner, uno dei migliori Offensive Coordinator che erano sulla piazza. Sei fiducioso? Come credi che sarà il team con loro?

Fiducioso si, più che altro perchè ad ogni cambio di guida tecnica, in qualsiasi sport, si sente sempre nell’aria quell’odore di nuovo che è sintomo di cambiamento, di speranza, nel caso dei Vikes di invertire una rotta diventata un po’ una costante in questi ultimi anni. Zimmer mi piace, e mi intriga soprattutto il lavoro difensivo che è riuscito a fare a Cincinnati con prospetti scelti anche nei round più bassi del Draft, una cosa che potrebbe ripetere a Minneapolis, magari sfruttando la capacità di scegliere che in queste ultime stagioni ha dimostrato di avere Rick Spielman, che oltre alle cinque prime scelte negl’ultimi due, ha pescato molto bene pure in altri round. Il problema è che è mancato qualcuno in grado di trasformare tutti questi talenti, in giocatori finiti; si spera che il nuovo coach sia in grado di fare questo, e, che in attacco Turner riesca finalmente a costruire il quarterback del futuro.

Nel Draft 2011 al primo giro fu draftato Ponder, che fu identificato come QB del futuro per i Vikings. Dopo tre stagioni, causa infortuni e prestazioni di basso livello, la fiducia è finita e a settembre molto probabilmente il QB sarà uno tra Cassell e Bridgewater. Secondo te Ponder perchè non è mai esploso e chi sarà il QB titolare a settembre? Io ammetto di essere un ammiratore del rookie da Louisville.

Premetto che a me il Ponder uscito da Florida State non dispiaceva, anzi, ero convinto che potesse dare effettivamente di più a livello professionistico, invece tranne sporadici lampi, non è mai riuscito a dimostrare di meritare una maglia da titolare; nel suo fallimento, oltre agl’infortuni, forse arrivati proprio nel momento in cui stava per fare un salto di qualità, a limitarne l’esplosione è stata una serie di fattori, a partire dai target affidabili che gli mancavano nel primo anno fino ad arrivare ad un playbook offensivo che definire patetico è un complimento. Mi spiego, io credo che negl’ultimi anni abbiamo giocato un football che avrebbero intuito pure dei neofiti, palla a Peterson per almeno due down e al terzo, a volte, ci si affidava ai lanci del quarterback; mai una variante, sempre lo stesso leit motiv, e credo che con una condotta di gioco del genere, fosse facile per tutti gli avversari riallineare la difesa quando si intuiva che facilmente Minnesota avrebbe deciso di lanciare. Completare, o trovare la giocata, con una difesa schierata, è difficile per chiunque, anche per i QB migliori della lega, figuriamoci per Ponder, che in compenso, mi è sembrato più a suo agio quando ha dovuto mulinare le gambe sotto pressione che quando ha dovuto districarsi nella tasca e mettere l’ovale in aria; Frazier e le sue scelte estemporanee, per non parlare del playbook di Musgrave, che faceva sorridere qualsiasi commentatore che si trovava a seguire la partita dei VIkings, e non solo per le sue dimensioni risicati, non l’hanno di certo aiutato, Christian, dal canto suo, però, non è mai riuscito veramente ad incidere, mostrando limiti forse inattesi nel momento della sua chiamata al Draft 2012.

Per il futuro prossimo, credo proprio partiremo con Cassel dietro al centro, dando il tempo a Bridgewater di prendere confidenza con il nuovo playbook e mettere su qualche chilo per sopperire ai colpi che potrebbe ricevere dai difensori avversari; a me Teddy non dispiace, assolutamente, però sarei stato molto curioso di vedere uno come Johnny Manziel nei miei Vikes.

Adrian Peterson - VikingsAdrian Peterson, dopo un 2013 pieno di infortuni, tornerà in campo come perno del vostro sistema offensivo, infortuni permettendo. Turner ha detto che verrà usato molto spesso pure come ricevitore. Quante stagioni secondo te ha ancora ad altissimo livello? E la linea offensiva attuale può essere ritenuta abbastanza competitiva per aprire i varchi al numero 28?

Quando hai uno come All Day in squadra, beh, speri davvero che possa essere eterno, ma dovendo essere consapevoli che ogni cosa bella, prima o poi, finisce, credo che almeno un paio di stagioni di buon livello le può ancora garantire, d’altronde lo si è visto nel 2012 come è ritornato in campo dopo l’infortunio peggiore della sua carriera; logico, rispetto al recente passato, mi aspetto molte più varianti di gioco ed un QB che sia capace di tenere impegnate maggiormente le difese avversarie e quindi concedergli, allo stesso tempo, di rifiatare, cosa che gli è assolutamente mancata l’anno passato, quando l’ho visto davvero molto stanco verso fine regular season. Per quanto riguarda il suo impiego fuori dal backfield, penso che Adrian abbia dimostrato nel corso della sua carriera che sa essere un target affidabile, nonchè un’opzione di tutto rispetto quando si desidera scaricare sul medio-corto, dove spesso è stato chiamato a ricevere i palloni, sia fungendo da valvola di sicurezza, sia come prima scelta per lo sviluppo dell’azione; è sempre stato un valido all-purpose player, anche se la sua predilizione è quella di accumulare yards sfidando continuamente le difese avversarie, nonostante linee offensive non sempre all’altezza della situazione. In questo senso, quest’anno, credo che dovremmo ritrovare una certa quadratura, soprattutto all’interno, dove mi attendo un buon impatto da parte del rookie David Yankey, molto valido come run blocker.

Jared Allen lo avresti tenuto? E Griffen potrà sostituirlo? Il contratto dice dice che sarà un sostituto all’altezza.

La sensazione è che il tempo di Allen ai Vikings si era esaurito, i segnali c’erano tutti, soprattutto per come ha giocato nell’ultima parte della stagione, sembrava avesse comunque già deciso di fare le valigie; detto questo forse un anno glielo avrei ancora concesso, anche perchè ritengo che Robison ha fatto quello che ha fatto, come Ray Edwards prima di lui, perchè aveva Jared sul lato opposto, il che significa maggiori attenzioni della linea offensiva indirizzate verso il 69 e lui più libero di portare pressione al backfield. Griffen come intensità, esplosività, potenza, sembra aver tutte le carte in regola per non far rimpiangere Allen, ma sul lato opposto ho qualche preoccupazione, il già citato Robison e il nuovo arrivato Corey Wooton possono dare un discreto contributo, ma non di certo pari a quello cui ci eravamo abituati negl’ultimi anni; per questo avrei tenuto Jared almeno un’ altra stagione, magari anche per fare da chioccia a Scott Crichton, talento interessantissimo che credo possa dare molto al team nel prossimo futuro.

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Minnesota VikingsA livello difensivo io vedo solo due ruoli scoperti: MLB e SS. Brinkley, Cole e Mauti per un motivo o per l’altro non mi paiono in grado di poter assumere i ruoli da starter. Mentre come SS il livello mi pare abbastanza basso e non vedo nomi interessanti, mentre come FS c’è un giocatore fenomenale come Harrison Smith secondo me. Tra i CB vedo molta gioventù ma nessun CB principale, forse l’unico che potrebbe diventare tale è Rhodes. Te come la vedi?

Cole come MLB ha giocato degnamente nell’ultimo scorcio di regular season 2013, ma non so se ha le capacità per essere uno starter di lungo corso a livello professionistico; Brinkley è un ritorno, in parte gradito per quanto fatto a Minneapolis prima di trasferirsi ai Cardinals la scorsa offseason, ed in parte no proprio per il suo fallimento in Arizona, dove era arrivato per giocarsi lo starting spot ed invece ha trovato pochissimo spazio. Da riserva di E.J. Henderson non mi era dispiaciuto, ma il suo 2013 mi ha insinuato parecchi dubbi, e sinceramente non so se i Vikings hanno fatto bene a riprenderselo; certo, il giocatore conosce l’ambiente, ma nel frattempo il coaching staff, e quindi il playbook, sono cambiati. Vedremo, forse se Mauti fosse meno injury prone, quella maglia potrebbe essere sua, non nascondo che comunque mi sarei aspettato uno sforzo maggiore durante l’offseason, o via free agency, o al Draft, magari andando a pescare un potenziale boom nel secondo giorno di scelta.

Sforzo che non c’è stato nemmeno per la strong safety, da anni un need per i Vikings, eppure nemmeno quest’anno vi è stato posto rimedio, forse perchè si ritiene che uno tra Sanford e Sendejo sia finalmente pronto a fare il salto di qualità definitivo; personalmente ci credo poco, entrambi hanno mostrato limiti evidenti quando sono scesi in campo, resi ancora più visibili quando è uscito di scena per infortunio Harrison Smith, che li dietro una pezza, enorme, ce la mette sempre. Si preannuncia un altro anno difficile, anche se dai primi rumors che arrivano dai camp volontari, pare ci sia una mezza idea di utilizzare come strong Antone Exum, ragazzo che se riesce a stare lontano dagl’infortuni può dare un grande supporto sul profondo.

captain munnerlinSulle sideline, ti do sicuramente ragione su Rhodes, questo, per lui, sarà l’anno fondamentale, ma non sottovaluterei l’innesto di Captain Munnerlyn, giocatore giovane ma comunque già abbastanze esperto, che l’anno scorso è stato uno dei più produttivi del ruolo in NFL, e che nelle mani di Zimmer rischia di diventare qualcosa di devastante; sa difendere piuttosto bene sia sui passaggi che sulle corse, e non si fa problemi se deve colpire gli avversari, cosa che faceva già benissimo quando ancora vestiva la divisa di South Carolina, in NCAA.Una belva assetata di tackle, che con un po’ di fortuna potrebbe ripercorre la straordinaria carriera di Antoine Winfield nei Vikings..

Concludo chiedendo se i tuoi Vikings potranno giocarsela con Packers e Bears per la division e una tua previsione per la stagione.

Giocarcela con Packers e Bears la vedo dura per quest’anno, anche perchè si preannuncia come la classica stagione di transizione, in cui andranno sistemate un po’ di cose e dato il tempo a tutti i giocatori di imparare i nuovi playbook; credo che proveremo comunque a puntare ad un record che ci permetta di rimanere in corsa fino all’ultimo per una wild card, anche per chiudere in maniera onorevole la prima stagione con Zimmer al timone, ma centrare il traguardo playoff, per la season 2014, la vedo dura.

Sulla carta, direi che i Packers godono ancora dei favori del pronostico, hanno perso due target importanti come James Jones e Jermichael Finley, ma hanno investito bene prendendosi al Draft Davante Adams e Richard Rodgers, due prospetti che nelle mani di A-Rod possono essere fin da subito incisivi, e decisivi; un passo indietro Chicago, che se riesce a sistemare i problemi difensivi della scorsa stagione, ha tutto per insidiare Green Bay, d’altronde non tutti i team possono presentare uno starting lineup con Jay Cutler, Matt Fortè, Brandon Marshall e Alshon Jeffery.

Più indietro i Lions, fino a qualche anno fa una squadra che pareva sempre sul punto di svoltare, zeppa di giovani interessanti, ma che non è mai riuscita a trasformare in reale, in concreto, quanto di buono fatto in termini di programmazione; ora ripartiranno da Caldwell, che personalmente, anche tenendo conto del suo fallimento a Indianapolis, non credo sia stata la scelta giusta per il dopo Schwartz.

Ringrazio Andrea per l’esaustiva e interessante intervista e consiglio di passare dal suo sito e dalla sua pagina FB Football Nation. Speriamo di aver introdotto a voi lettori una maggiore conoscenza dei Vikings e vi aspetto per la prossima puntata!

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Se qualcuno volesse essere protagonista di una intervista sulla sua squadra, può contattarmi tramite i metodi Facebook e Twitter che trovate nel riquadro “About the Autor” sotto.

 

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Luca Domenighini

24 anni, amante dello sport a stelle e strisce. Appassionato fino al midollo di football, sia quello NFL che quello NCAA. Tifoso dei Denver Broncos da una calda mattina di Agosto di metà anni 2000 quando ESPN Classic ripropose il primo Super Bowl di Elway. Tifo sfegatato per i Duke Blue Devils, sì esiste una squadra di football a Durham.

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