[NFL] Big Man Dan

Lo chiamano Big Dan. Ha 21 anni, viene da Raleigh, è alto 201 cm e pesa 160 kg. È il giocatore più grosso ad essere stato scelto all’ultimo Draft. È Daniel McCullers.

Ora, molti di voi penseranno ad un ragazzone magari obeso e buono solo a far massa in linea. Sbagliato. Dan è si grosso, ma ha dei muscoli scolpiti e la sua percentuale di grasso corporeo è appena del 20%. Al mini camp dei Pittsburgh Steelers, dai quali è stato scelto con la chiamata 215 dell’ultimo draft, ha dato immediatamente un’ottima impressione di sé, ma la sua adolescenza non è stata facile.

Daniel McCullersCresciuto in North Carolina, Dan, come tanti giovani americani, non aveva la capacità di controllare la sua alimentazione e, a 12 anni, il suo peso era di 180 chili. Provò ad entrare nella squadra di football della scuola, ma il primo giorno di allenamento venne escluso con la scusa che il team era già al completo. Ovviamente Dan sapeva il reale motivo. Sua sorella maggiore Deonica, in un’intervista, ha affermato che nessuno, fino all’high school, diede a Dan un’opportunità. A scuola, gli altri ragazzini lo prendevano costantemente in giro per il suo peso e, a casa, la situazione era ancora peggiore. La madre era in libertà condizionata per il furto e il possesso di droghe; il padre passava più tempo dietro le sbarre che in libertà e subì ben 15 condanne per possesso di stupefacenti. Dan, Deonica e la loro sorellina Dakita vivevano dai nonni ed era l’unico luogo nel quale potevano essere felici. Deonica era il centro della famiglia, il modello a cui Dan guardava, era lei ad accompagnarlo a scuola e in chiesa.

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Forse per aiutare Dan a sentire meno la mancanza dei genitori, la nonna lo coccolava col cibo, tanto cibo. Preparava tre pasti al giorno e, in tavola, c’era pollo fritto, pollo arrosto, patate dolci, insalata di cipolle, patate bollite, spremute varie, maccheroni al formaggio, tacchino, lasagna, spaghetti, bistecche, alette di pollo fritto, pane, torta al cioccolato, torta all’ananas e molto altro. Tra i pasti, poi, Dan non si lasciava sfuggire anche un pacchetto di patatine e qualche caramella. Il nonno non voleva che Dan giocasse a football, ma fu grazie a Deonica, la quale oltre ad essere il punto di riferimento per il fratello, era anche una bella cheerleader, che Dan provò per la squadra del liceo. Già al primo allenamento stupì i coach, ma il problema era che non spiaccicava parola.

Daniel McCullersCon molta pazienza, il suo coach di reparto, Marvin Burke, gli diede fiducia e minuti in campo, fino a renderlo sicurò di sé e meno timido coi compagni, i quali iniziavano ad apprezzare il suo apporto sul terreno di gioco. Finito i liceo, molti college lo snobbarono perché era ancora troppo grosso e, dicevano, poco motivato. Con una borsa di studio raggiunse il Georgia Military college, durante l’estate fu sottoposto ad una dieta rigida e riuscì a perdere chili. Grazie ad un cambio di alimentazione ed un rigido impegno fu notato da Derek Dooley, head coach dei Tennessee Volunteers, che lo portò ad assaggiare il football della Division I NCAA. Nel 2012, alla sua prima stagione in maglia arancio, da nose tackle in una 3-4, giocò ad ottimi livelli, ma l’anno dopo, con l’arrivo Butch Jones e della sua 4-3, ebbe qualche problema ad essere utilizzato dai coach. Questo non gli impedì di farsi notare in allenamento e in partita.

Durante una sessione primaverile, in un confronto uno vs uno in un drill di contatto, shockò i suoi compagni spingendo indietro di ben 25 yard il rivale e mandandolo gambe all’aria. Chi ha giocato con lui sa che Dan parla poco e agisce tanto, come ha constato Gabe Jackson, ex guardia di Mississippi State ora agli Oakland Raiders. Durante la partita tra Bulldogs e Volunteers, McCullers è riuscito, unico in tutta la nazione, a spostare Jackson e a batterlo ripetutamente.

La storia di Dan in NFL è solamente all’inizio, ma la sua vicenda ci ha fatto conoscere un ragazzo che ha un autentico amore per il football. La passione per questo sport lo ha portato ad uscire da una situazione ad alto rischio, oggi Dan è il vicino di spogliatoio di Troy Polamalu e può aspirare a sentire il suo nome gridato da tutto l’Heinz Field. La sua forza di volontà, la sua grande voglia di raggiungere i suoi obbiettivi, pur partendo da una situazione sfavorevole, può insegnarci tanto.

Continua così Dan!

 

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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