[NFL] Perchè può essere importante un OTA per un giocatore

In questi giorni i vari team stanno ospitando i primi Training Camp facoltativi (Organized Team Activity), momento importante dato che per la prima volta i veterani delle squadre e i rookie potranno allenarsi insieme. Essendo facoltativi alcune squadre non sono a pieno regime, molte difatti si presenteranno senza alcuni elementi, anche molti importanti come Andre Johnson, Justin Houston, Brandon Flowers, Alex Boone, Marshawn Lynch per fare alcuni nomi. Alcuni sono assenti per “capriccio” perchè vogliono un nuovo contratto sostanzioso, altri perchè non convinti del nuovo regime in atto nella squadra e altri per motivi personali.

Questi OTA sono importanti perchè da le possibilità al Coaching Staff di avere un primo impatto con il roster quasi al completo e pone le basi per la formazione dello spogliatoio con l’amalgamento dei nuovi e dei vecchi. I giocatori iniziano ad imparare il playbook cercando di applicarlo sul campo dando riscontri importanti ai vari Coach.

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Per alcuni però questi OTA sono fondamentali e l’impegno è massimo, come se fosse una partita di PlayOff e non un allenamento qualsiasi. Non parlo di quei 25/30 giocatori, forse sono troppi, che hanno il posto assicurato a roster ma di tutti gli altri giocatori che quel posto devono conquistarlo con i denti. Si fa riferimento ai rookie draftati nel 3° giorno, ai giocatori che vengono dalle PS, a quelli firmati tra Gennaio e Febbraio con contratti futuri, a quelli che son stati riserve l’anno primo, a quei giocatori che non hanno mantenuto le aspettative. Per tutti questi giocatori gli OTA sono il primo evento fondamentale per il proseguo della stagione e per guadagnarsi lo spot nei 53 a Settembre devono cercare di impressionare lo staff in tutti i modi.

Ai camp si Detroit Lions Rookie Minicamppresentano in 90, a Settembre devono essere 53, questo vuol dire che 37 di loro verranno tagliati, alcuni finiranno in Practice Squad altri invece rimarranno disoccupati. Ogni snap lo giocano come se fosse l’ultimo, con tutta la grinta possibile perchè sanno che non è assolutamente facile battere la concorrenza di altre 36 persone. Molti entrano nella stagione con un contratto non garantito e in caso di taglio non riceveranno un neanche dollaro, motivo che li spinge ad allenarsi al 110%. Questo può essere anche applicato a quei giocatori che entrano con i gradi di riserva e cercano di conquistarsi il ruolo da starter provando a scalzare un compagno di reparto più titolato. Gli stessi rookie devono conquistarselo il posto a roster, molte persone pensano che essere stati scelti vuol dire essere in squadra sino a fine stagione, la realtà è diversa, soprattutto per quelli scelti nel 3° giorno. Ogni anno tanti rookie vengono tagliati alla scrematura dei 53 perchè non risultano abbastanza competitivi o non dimostrano talento.

Ogni allenamento è fondamentale per questi giocatori, definirlo un allenamento magari è riduttivo, però sanno che ogni minimo errore può essere fatale per il loro proseguo e spezzare il loro sogno. Troppo spesso ci si dimentica di questi giocatori e si pensa che la vita di un giocatore NFL sia facile come nei film, la verità è che per stare in NFL è difficilissimo e basta pochissimo per uscire dal giro e non ricevere più un contratto.

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Luca Domenighini

24 anni, amante dello sport a stelle e strisce. Appassionato fino al midollo di football, sia quello NFL che quello NCAA. Tifoso dei Denver Broncos da una calda mattina di Agosto di metà anni 2000 quando ESPN Classic ripropose il primo Super Bowl di Elway. Tifo sfegatato per i Duke Blue Devils, sì esiste una squadra di football a Durham.

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