[NFL] Top (e Flop) della stagione: Indianapolis Colts

L’intera stagione dei Colts potrebbe essere racchiusa in una sola partita, il Wild Card Game giocato contro i Chiefs. Una stagione fatta di pazzia, alte e basse maree, giocate straordinarie e flop altrettanto inaspettati, ma, soprattutto, una stagione fatta di coraggio, talento e tanto tanto cuore. Quella che due anni fa era l’ultima franchigia del lotto, con sole due vittorie in regular season, oggi si candida ad essere una conferma per diverse stagioni tra le prime della classe. Guidata da colui che ha preso la squadra in mano e, con il giusto insieme di genio e sregolatezza, l’ha portata fuori dal tunnel.

Andrew Luck in tuffo
Andrew Luck in tuffo contro i Chiefs

Si, stiamo parlando proprio di Andrew Luck. La sua stagione regolare ha subito un brusco calo di rendimento dalla partita contro i Broncos in poi. Il motivo? L’infortunio di Reggie Wayne, il miglior receiver della squadra, oltre che uomo d’esperienza e straordinario atleta. Wayne, in sette partite, ha ricevuto per 501 yard su 58 lanci catturati (13.2 yard di media), con due touchdown. È vero che T.Y. Hilton è esploso in questa stagione con 82 ricezioni per 1.083 yard (13.2 yard di media), portando alla causa 67.7 yard a partita oltre a cinque segnature, e che Coby Fleener si è dimostrato un ottimo tight-end, ricevendo per 608 yard e quattro touchdown. È anche vero, però, che Wayne, giocando meno della metà delle partite, è stato il terzo miglior receiver del team e, durante la sua assenza, una sua vera e propria alternativa non si è trovata.

Anche il runningame non è stato eccellente, nonostante l’acquisizione di Trent Richardson. Il runningback ex Browns era tra i migliori prospetti di tutta la NFL nel ruolo ed era arrivato per dare nuova linfa all’atttacco dei Colts, potenziandolo ulteriolmente. In 157 attacchi, però, la misera cifra di 458 yard guadagnate, 2.9 di media (1.5 meno della media di squadra), con tre touchdown e due fumble, è lontanissima dall’essere utile a guadagnarsi anche solo una sufficienza. Molto meglio ha fatto, quando è stato impiegato, Donald Brown, con 102 portate per 537 yard (5.3 di media), che ha anche aggiunto sei viaggi in end zone alla sua ottima annata. Luck è stato uno dei migliori quarterback quando si è ritrovato a portare palla alla mano: 63 volte per 377 yard, 6 di media, con quattro touchdown. Soprattutto a causa della debacle di Richardson, però, il gioco di corse ha funzionato in maniera fin troppo poco efficiente, tanto da guadagnarsi soltanto il ventesimo posto assoluto nella Lega con 1.743 yard guadagnate (108.9 a partita).

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Tornando a parlare di Luck, la sua stagione, all’apparenza, potrebbe sembrare poco esaltante: 343 lanci completati su 570 tentati, con la discreta media del 60.2%,  per 3.822 yard (6.71 di media). Ciò che sorprende, per un quarterback al secondo anno in NFL, è una costanza assoluta di rendimento e un’intelligenza tattica da veterano, unita alla spregiudicatezza tipica della sua età. Sono stati 23 i suoi passaggi da touchdown in regular season, a fronte di soli 9 gli intercetti (1.6% dei lanci), per un totale più che discreto di 87.0 come quarterback rating medio. Peyton Manning in tredici stagioni in maglia Colts è sceso solo una volta sotto i dieci intercetti, Luck l’ha già raggiunto. Inoltre, grazie alle 8.196 yard raggiunte dopo soli due anni nella Lega ha distrutto il record di Cam Newton tra i novizi in NFL.

Jerrell Freeman
Jerrell Freeman

La difesa, come l’attacco, ha avuto un leader assoluto, un grande campione che ne ha guidato le gesta. Robert Mathis ha aggiunto 59 tackles (44+15) e otto fumble forzati al miglior dato di tutta la NFL in termini di sack, ben 19.5 per 121 yard di perdita avversaria, un vero incubo per i quarterback a lui opposti. La retroguardia è stata la tredicesima per quanto riguarda la difesa sui passaggi, con 3.711 yard subite, anche se preoccupa il dato di 7.4 yard lasciate a giocata agli avversari, davvero molto alto. Il rapporto tra touchdown subiti (21) e intercetti (15) è nella media, mentre è ottimo in termini di sack totali (42, di cui due safety), grazie soprattutto allo splendido lavoro di Mathis. Il leader in termini di tackle è stato Jerrell Freeman con 126 (83+43), che ha anche aggiunto sei pass deflected, due intercetti, sei fumble forzati e due recuperati, in una stagione per lui ottima ed esaltante. Sul profondo Darius Butler è stato una garanzia: quindici pass deflected e quattro intercetti, di cui uno riportato in touchdown, un unicum nella stagione di Indianapolis. Dovrà migliorare invece la difesa sulle corse avversarie, 26° totale, che ha concesso ben 2.002 yard totali (125.1 a partita) ai runningback opposti ai Colts.

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A parte quest’ultimo deludente caso, è difficile trovare qualche altro dato o statistica in cui Indianapolis è stata tra le ultime nel complesso della NFL. Proprio su questa continuità e costanza la squadra di Chuck Pagano ha costruito tutti i suoi successi quest’anno. Favorita dal trovarsi nella peggior Division della Lega, unica con tre squadre sotto il 50% di vittorie, e con un primo posto mai davvero in discussione, la franchigia ha comunque portato a casa undici successi a fronte di sole cinque sconfitte. Titans (7-9), Jaguars (4-12) e Texans (2-14) poco hanno potuto di fronte allo strapotere Colts. Houston era l’avversaria più temibile, addirittura tra le papabili per arrivare in fondo alla vigilia, ed ha cominciato la stagione con due vittorie contro Chargers e Titans. Indianapolis, dopo l’affermazione sofferta sui Raiders, ha perso una sanguinosa partita contro i Dolphins e si accingeva a giocare la terza contro una delle migliori squadre della Lega, i Niners. Non proprio un inizio incoraggiante.

Chuck Pagano
Chuck Pagano

Contro San Francisco, però, la difesa ha fermato ogni assalto e l’attacco è stato cinico al punto giusto. I Texans hanno perso la prima delle loro quattordici partite consecutive e la loro stagione, di fatto, si è chiusa qui. Il successo, sembrato una formalità, sui Jaguars ha fatto da preludio alla prima, grandissima affermazione dell’anno dei Colts, in casa contro i futuri campioni NFL, i Seahawks. Fantastica la prestazione di Luck e compagni d’attacco, fautori di 34 punti contro una compagine che ne ha subiti 14.4 di media in stagione e che è ricordata, prima di tutto, per la sua Legion of Boom. Lo stop contro i Chargers ha fatto da vigilia ad una seconda impresa, questa volta contro gli altri finalisti del recente Super Bowl, i Broncos. Il quarterback dei padroni di casa ha risposto alle celebrazioni per il ritorno di Peyton Manning in quello che è stato per una vita il suo stadio, con una prestazione straordinaria: 21/38 per 228 yard con tre touchdown pass e nessun intercetto. Alla bye week i Colts arrivano sul 5-2, sempre più convinti della loro forza.

La settimana di riposo, tuttavia, apre un periodo a dir poco altalenante in casa Indianapolis. Vittoria risicata  contro i Texans, sconfitta nettissima contro i Rams (-30), nuovo successo di misura sui Titans, nuova debacle contro i Cardinals (-29). La successiva affermazione sui Titans fa da preludio a un terzo stop contro i Bengals. La squadra, senza il suo leader Wayne, sembra aver perso fluidità in attacco e ogni tipo di sicurezza. I playoff non sono a rischio, ma il futuro non è più così limpido. Le tre vittorie finali contro Texans, Chiefs e Jaguars, convincenti e fatte di soli 20 punti totali subiti a fronte dei 48 messi a tabellone, servono almeno a rialzare i Colts e a spingerli verso i playoff con più convinzione e voglia di far bene. Poi, ecco il capolavoro.

T.Y. Hilton
T.Y. Hilton segna contro i Chiefs

Luck comincia il suo secondo Wild Card Game in carriera con un drive da 7/7 per 74 yard, ma il tutto è destinato a degenerare. Complice uno scatenato Alex Smith, che guida splendidamente l’attacco dei Chiefs, e una difesa che procura un fumble sulla prima portata nella carriera di Richardson ai playoff, oltre a due intercetti al quarterback di Indianapolis, Kansas City vola sul 38-10. Finita? Neache per sogno. Nonostante un terzo intercetto, Luck chiuderà la partita a 98.7 di quarterback rating. Questo perché, grazie a un grandissimo Hilton al suo fianco (13 ricezioni per 224 yard e 2 touchdown), la sua partita terminerà con un fantastico 29/45 per 443 yard con quattro touchdown pass, oltre a 7 portate per 43 yard e un touchdown palla alla mano. Straordinario. I Colts si chiudono in difesa, dopo aver recuperato i 28 punti di scarto, secondo most incredible come back nella storia dei playoff, e vincono 45-44 una partita storica per i 99 punti e le 1.049 yard complessive macinate dalle due squadre.

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La sconfitta nel Divisional contro i Patriots, per quanto netta, era pronosticabile e non ha lasciato particolari strascichi nel computo finale della stagione dei Colts. Lasciato andare Donald Brown ai Chargers, si spera che Richardson torni ad essere quello fantastico di Cleveland ed esploda anche in maglia biancoblu. Nel caso, comunque, Ahmad Bradshaw è stato confermato in sede di free agency, così come il cornerback Vontae Davis e il defensive end Arthur Jones, oltre al kicker Adam Vinatieri. Il grande acquisto è stato il receiver Hakeem Nicks dai Giants. Certamente è un’incognita dopo l’ultimo, deludente anno a New York, ma sicuramente una pedina fondamentale per implementare il gioco di Luck. Dal draft serviranno un paio di innesti tra cornerback e safety, oltre ad un altro wide receiver e una piccola aggiunta anche nell’offensive line.

Tutto ruoterà, ancora, intorno ad Andrew Luck. Una volta portati i Colts fuori dall’Inferno e passati attraverso il Purgatorio di queste ultime due stagioni, si sa, il passo successivo dovrebbe essere l’ingresso in Paradiso. Per entrare nell’olimpo, però, serve mostrare almeno un anello al dito all’entrata. È il momento di conquistarlo.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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