[NFL] Top (e Flop) della stagione 2013: Carolina Panthers

Alzi la mano chi avrebbe detto, ad inizio stagione, che i Panthers sarebbero entrati nei playoff dalla porta principale, senza passare per il wild card game, al secondo posto in NFC subito dietro i poi campioni al Super Bowl, quei Seahawks che hanno inflitto la prima sconfitta stagionale proprio a Carolina, all’esordio.
I pochi che si sarebbero aspettati una simile sorpresa devono però ammettere che non avrebbero confermato il loro pronostico dopo le prime quattro partite giocate, con i Panthers vincenti solamente contro i Giants a fronte di tre KO. Eppure, ciò che nemmeno il più ottimista tra i tifosi si sarebbe augurato, è successo.

Ted Ginn, Steve Smith
Ted Ginn e Steve Smith

La forza di questo team è stata una difesa straordinaria, invalicabile, precisa ed efficace in ogni situazione. Se la retroguardia ha iniziato a darsi da fare egregiamente già contro il temibile attacco condotto da Russell Wilson, che è riuscito comunque a decidere la partita con una magia al lancio per Jermaine Kearse, altrettanto non ha fatto l’attacco, che ha prodotto solamente sette punti e pochissimi pericoli degni di nota nella sua prima uscita stagionale.
Male, malissimo hanno fatto i Panthers contro i Bills, soprattutto nel contenere C.J. Spiller. Un unicum per la seconda miglior difesa della Lega, al termine della regular season, nel contenere le corse avversarie. Se, contro i Giants, Cam Newton ha scaldato i motori tanto al lancio quanto, soprattutto, palla alla mano, ecco che contro i Cardinals l’attacco ha tirato nuovamente i remi in barca, fermato dalla grande difesa di Arizona. Colpa soprattutto del numero 1 di Carolina, che ha lanciato tre intercetti e nessun passaggio in end zone nella sua peggiore prestazione stagionale.
Con tre sconfitte nelle prime quattro uscite, con i Saints lanciati dai quattro successi ottenuti senza defezioni e con i Falcons ancora ritenuti un papabile pericolo, la situazione non si metteva certo bene per le Pantere.

Poi, il miracolo. Dapprima quattro vittorie consecutive, sempre con più di 30 punti segnati e con 15 o meno punti subiti. Vikings, Rams, Buccaneers e Falcons vengono spazzati via da un Newton incredibilmente preciso (81/112 complessivamente con 7 TD pass e 2 INT), dinamico (128 yard su corsa e 3 touchdown) e decisivo. La vittoria contro i 49ers è, invece, un capolavoro della difesa dei Panthers che, sotto 9-0, chiude ogni spazio, ogni linea di passaggio, ogni corsa immaginabile dagli avversari. Sono solamente 151 le yard conquistate complessivamente dall’attacco di San Francisco nell’arco del match e Carolina recupera il gap, vincendo la quinta partita consecutiva.

Pubblicità
DeAngelo Williams, Eric Reid
DeAngelo Williams

Newton vince da vero Superman anche la successiva sfida contro i Patriots e le seguenti affermazioni su Dolphins e Buccaneers portano le Pantere allo scontro diretto, che sembra poter già decidere le sorti della NFC South, contro i Saints con un bottino otto vittorie consecutive, nove complessivamente. L’attacco gira a meraviglia sotto il comando di Newton, che alterna alla grande i suoi ricevitori, trovando buon gioco anche dalle corse, che siano sue o di DeAngelo Williams poco importa. La difesa, comandata dal Defensive Rookie of the Year in carica, quel Luke Kuechly che sembra già una stella assoluta del panorama NFL, è tra le migliori della Lega. I presupposti per sopravanzare New Orleans (9-3 come Carolina), ci sono tutti.

Qualcosa però va per il resto sbagliato, l’attacco non è fluido e la difesa non tiene le avanzate di Drew Brees e compagni. La sconfitta è netta, inequivocabile. Carolina vede addirittura i playoff a rischio, vista la risalita prepotente di 49ers e Cardinals. Ci pensa però Kuechly a lanciare i suoi verso la post-season. Nelle ultime partite, che coincidono con altrettante affermazioni dei Panthers contro Jets, Saints e Falcons, il linebacker mette a segno la bellezza di 20 tackle in solitaria e 23 assistiti, per uno spaventoso totale di 43 in tre partite, di cui 24 nella seconda e decisiva sfida contro New Orleans, a un solo tackle dal record assoluto di Brian Urlacher in un singolo match. Ad essi aggiunge un sack ed un intercetto e, complice anche l’inaspettata sconfitta dei Saints contro i Rams, Carolina si prende la vetta della NFC South.

Non solo. Grazie alle undici vittorie nelle ultime dodici partite giocate, che hanno portato la squadra ad un record meraviglioso (12-4), i Panthers si prendono la seconda posizione assoluta di Conference e si regalano i playoff senza passare dal wild card game. Dalla porta principale, come nemmeno il più ottimista tra i tifosi si sarebbe augurato.

Tom Brady, Greg Hardy
Greg Hardy

Prima di analizzare la sconfitta contro i Niners in post-season, fermiamoci un attimo sulla stagione regolare. Partiamo dalla difesa, vero punto di forza di questa squadra.
Se i Seahawks hanno fatto meglio dei Panthers nel computo complessivo delle yard concesse per gara (273.6 a 301.2) è solo perché Seattle è stata straordinaria nella difesa sui passaggi (172 yard di media). Non altrettanto Carolina (209), che ha concesso un’alta percentuale di completi (375/563 per il 66.6%), ma ha avuto un ottimo score complessivo tra touchdown subiti e intercetti (17/20, secondo miglior dato complessivo dietro i Falchi Marini) e, soprattutto, in termini di sack portati al quarterback avversario (60, leader assoluta della Lega). I Panthers finiscono dietro ai campioni NFL anche in termini di punti subiti di media (14,4 a 15,1), ma sono assolutamente migliori per quanto concerne le yard concesse su corsa (86.9 a 101.6). Le meno di 87 yard concesse sono il secondo miglior dato della Lega dietro la difesa dei Cardinals (84.4) e si accompagnano ai 5 fumble portati agli attacchi avversari.
Non è un caso che Kuechly sia stato eletto Defensive Player of the Year, con pieno merito per aver guidato la retroguardia dei Panthers tanto egregiamente. È il primo inside linebacker a vincere da Urlacher nel 2005 e, a soli 22 anni, il ragazzo si è regalato una stagione da sogno (156 tackles, 93+63, 2 sack, 7 pass deflected e 4 INT). Accanto a lui un Thomas Davis dai grandi numeri (123 tackles, 85+38, 4 sack, 8 PD, 2 INT e 1 forced fumble), un Greg Hardy da 15 sack, Charles Johnson da 11 e molti altri elementi decisivi per questa difesa straordinaria.

Cam Newton
Cam Newton

L’attacco, però, non è stato da meno. Cam Newton ha compensato il discreto guadagno al lancio (3.379 yard complessive), con un grande rapporto touchdown / intercetti (24-13), ma, soprattutto, con il suo gioco di corse da 111 portate per 585 yard (5.3 di media) di guadagno e 6 touchdown. Se pensate che il leader assoluto per yard su corsa nella Lega, LeSean McCoy, ha tenuto una media di 5.1 yard con 9 touchdown all’attivo, è facile capire quanto il numero 1 dei Panthers sia stato eccezionale. DeAngelo Williams è calato nel finale di stagione, ma ha portato comunque 843 yard alla causa e qualche segnatura decisiva, come quella contro San Francisco in regular season. Da non dimenticare anche il lavoro sporco del fullback Mike Tolbert, tra i migliori della Lega e leader nei touchdown (5) per il ruolo. Se tra i receiver Carolina non ha un vero e proprio leader, è anche vero che ha portato ben quattro giocatori oltre le 500 yard ricevute al lancio. Tra Greg Olsen, Steve Smith, Brandon LaFell e Ted Ginn sono 2744 le yard portate alla causa, con 20 touchdown e ben 32 giocate da oltre 20 yard, per altro senza alcun fumble lasciato agli avversari. Niente male.

ron rivera panthers
Ron Rivera

Le note positive per i Panthers, purtroppo per loro, finiscono qui. Punita da due touchdown a cavallo dell’intervallo di Vernon Davis e Colin Kaepernick e dall’arcigna difesa dei 49ers (5 sack e 2 INT), che ha messo alle corde un ancora acerbo Cam Newton non dandogli scampo, Carolina ha lasciato i playoff già al suo esordio, nel Divisional, davanti al proprio pubblico. Una grande partita di San Francisco, non altrettanto per gli uomini di Ron Rivera.
L’head coach, che si è guadagnato il titolo di Coach of the Year dopo la splendida cavalcata in regular season, avrà ancora da lavorare per trovare la giusta intensità, che non sfoci in rabbia insensata e prodiga solo di flag come contro Frisco, e la mentalità vincente da un roster che, per il resto, sembra già tra i migliori della Lega. Dal Draft si auspica di trovare un offensive tackle e un’offensive guard che possano proteggere ancor meglio Newton, oltre a un receiver che possa essere finalmente un leader nel ruolo e aiutare il suo quarterback nei momenti di difficoltà. Da non dimenticare anche un innesto tra safety e cornerback, zona in cui i Panthers sono sembrati abbastanza scoperti per alcuni tratti della stagione. Con gli accorgimenti giusti, questa squadra potrà volare lontano, molto lontano.

[jwplayer mediaid=”10268″]

Tutte le puntate della nostra rubrica

Merchandising Merchandising

Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

Articoli collegati

7 Commenti

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.