Hot Take: qualche (in)certezza sulla NFL – Episodio 12

Il football americano è lo sport più razionale e, in un certo senso, freddo che esista: ogni giocata, come ben saprete, altro non è che la traduzione di centinaia di segnacci disegnati su una lavagnetta da paranoiche controfigure di Professor X e provati migliaia di volte in allenamento.
Freddezza, troppa freddezza.
Fortunatamente, però, a rendere più mite il clima nel mondo NFL ci siamo noi tifosi – aiutati da analisti più o meno qualificati – con le nostre sparate a zero, o come direbbero nei paesi anglofoni “hot take” che stando a Wikipedia – inglese – significa « a hot take piece of deliberately provocative commentary that is based almost entirely on shallow moralizing»: deliberatamente provocatorio.

Una hot take non deve per forza essere ragionata, anzi, spesso altro non è che frutto dell’emotività del momento e del modernissimo bisogno di esternare su uno schermo ogni nostro pensiero: questa rubrica nasce proprio per questo, per dare spazio ai vostri pensieri “più irrazionali” e successivamente sviscerarli, razionalizzarli ed eventualmente bocciarli o approvarli.
Questa rubrica, in definitiva, altro non è che l’inevitabile sequel transmediale delle nostre discussioni su Telegram: parteciparvi è facilissimo, tutto ciò che dovete fare è apporre l’hashtag hot take dinanzi alla vostra hot take.

Senza dilungarsi ulteriormente…

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I Colts arrivano al Championship Game
I Colts hanno sicuramente il talento necessario per arrivare al Championship Game: questa premessa è fondamentale per permettermi di mettere le mani avanti in quanto sta per arrivare un gigantesco MA… ma credo non abbiano il quarterback giusto per farlo.
Rivers è un futuro Hall of Famer che per anni si è piazzato senza alcun problema nella top five della posizione più importante del gioco ma a questo punto della carriera, soprattutto in un roster così forte e completo, non mi sembra follia definirlo anello debole della catena: contro Green Bay, ad onor del vero, Rivers è stato autore di una buonissima prova – soprattutto nella seconda metà – nella quale non ha perso la testa nonostante l’immediata fuga dei Packers e, aiutato da un reparto difensivo sempre più di spessore, ha messo insieme un numero sufficiente di giocate per tenere in vita la squadra e completare la rimonta.
Emblematico di Rivers è però quanto – non – successo verso fine partita, quando un 3&26 nella metà campo dei Packers si è quasi trasformato in tragedia a causa di un fumble riportato in end zone dalla difesa ospite per un touchdown: fortunatamente per loro gli arbitri hanno bollato la giocata come incompleto e poi sappiamo com’è andata, ma tutto questo per dirvi che con Rivers il patatrac è veramente sempre dietro l’angolo.
Indianapolis ha indubbiamente un roster da Championship Game ma finché Rivers non mette la testa a posto faccio fatica ad immaginarli vincere le due partite di playoff necessarie per arrivare dove hai previsto: è un peccato poiché il lavoro svolto da Ballard in questi anni è stato veramente fenomenale.

Nonostante tutto Baltimore termina la stagione ad undici vittorie, una in più dei Cleveland Browns
Calendario dei Ravens: @Steelers, Cowboys, @Browns, Jaguars, Giants e @Bengals.
Calendario dei Browns: @Jaguars, @ Titans, Ravens, @Giants, @ Jets e Steelers.
Al momento Cleveland si trova in vantaggio di una partita che, considerando lo stato di forma dei Ravens attesi dagli Steelers questa notte, potrebbe “raddoppiare” già domenica: da lì in poi, però, il calendario dei Browns si complica assai, in quanto tre delle ultime cinque partite saranno giocate contro Titans, Ravens e Steelers, anche se a quel punto dell’anno gli Steelers potrebbero decidere di preservare i titolari per i playoff – Chiefs permettendo -: ho ragionevoli e legittimi motivi per credere che Baltimore riuscirà a vincere le ultime quattro partite di regular season – perciò almeno dieci vittorie dovrebbero raggiungerle – ed in definitiva a determinare l’esito della tua Hot Take sarà proprio il testa a testa a cui assisteremo fra un paio di domeniche.

James Robinson vince il premio di rookie dell’anno
Robinson è senza ombra di dubbio stato uno dei rookie più impressionanti fino a questo punto della stagione, ma il premio di rookie dell’anno non lo vincerà per due motivi piuttosto scontati: gioca in una squadra – tremendamente – perdente e non è un quarterback.
Certo, anche Justin Herbert gioca in una squadra perdente – men lies, numbers don’t – ma con ogni probabilità frantumerà ogni singolo record riguardante un quarterback rookie: Herbert, caro lettore, in una squadra con un record vincente ed aspirazioni da playoff sarebbe sicuramente in corsa per l’MVP.

Gli Eagles per riprendersi devono fare piazza pulita e cambiare sia il GM che l’allenatore
Doug Pederson, come detto in Scusate il Disturbo di qualche giorno fa, è stato ufficialmente dichiarato il colpevole – di cosa non so, ma in ogni caso è colpa sua – di ogni fallimento dei Philadelphia Eagles: ad onor del vero il play-calling di Pederson negli ultimi tempi è stato tutto fuorché brillante e si può sicuramente dire che non abbia messo il proprio quarterback nella posizione ideale per aver il successo che un talento del genere non dovrebbe faticare a riscuotere, ma, pure in questo caso c’è un ma.
I Philadelphia Eagles, molto semplicemente, sono perseguitati dalla sfortuna e dagli infortuni, infortuni che hanno di fatto decimato la linea d’attacco, il reparto attorno al quale è costruita l’intera squadra: Pederson ha circondato Wentz di ricevitori – sempre acciaccati – in grado di correre e fare razzie sul profondo ma, come facilmente immaginabile, è difficile vedere risultati soddisfacenti se il proprio quarterback non dispone mai del tempo necessario per far sviluppare gli schemi costruiti tanto minuziosamente da Pederson.
Non saprei esprimermi sull’allenatore degli Eagles e, sinceramente, nemmeno su Roseman, autore sì di mosse alquanto controverse – Jalen Hurts al secondo round dell’ultimo draft per esempio – che non possono però mettere in ombra quanto di buono fatto: gli Eagles sono una squadra iper-fisica costruita attorno a linea offensiva e difensiva che se solo il Dio della salute decidesse ogni tanto di guardare dalla loro parte molto probabilmente avrebbe raccolto risultati post-Super Bowl ben differenti.
In definitiva credo che Pederson sia sulla proverbiale hot seat mentre Roseman, per la gioia dei sempre pacati tifosi Eagles, non ancora: alcuni contratti sono sì scandalosi – Jeffery su tutti – ma non mi sento di essere troppo severo con uno degli artefici della miracolosa cavalcata al Super Bowl di un paio d’anni fa.

Con una squadra attorno un po’ più solida Lock l’anno prossimo potrebbe portare i Broncos ai playoff
Qua mi cogliete decisamente impreparato in quanto di Drew Lock non ci ho ancora capito niente: il campione dell’anno scorso è troppo esiguo per esprimere un giudizio fondato mentre quello di quest’anno è indiscutibilmente sfalsato dagli infortuni.
Durante l’offseason avevo amato alla follia le mosse di Denver, mosse il cui fine ultimo era quello di mettere il proprio promettente quarterback nella posizione di non dover fare gli straordinari per raccogliere vittorie e confermarsi franchise quarterback – perché fidatevi, il più grande desiderio di Elway è proprio quello di poter finalmente dire di averne trovato uno – per il futuro ma gli infortuni, fra cui quello patito anche dallo stesso Lock, hanno di fatto deragliato la stagione dei Broncos impossibilitandomi ad esprimere un parere: immagino che senza infortuni – ergo una squadra più solida – Lock starebbe giocando meglio… ma meglio da portarli ai playoff in questa AFC? Non lo so.

I Cowboys vincono la NFC East
I Cowboys visti domenica scorsa, nonostante una difesa sempre e comunque inadeguata, hanno tutte le carte in regola per vincere quell’obbrobrio chiamato NFC East, ma attenzione, analizziamo velocemente le possibilità delle contendenti con un sacrosanto elenchino puntato:

  • I Philadelphia Eagles possiedono il talento – sulla carta – per prendere fuoco da un momento all’altro e vincere un numero di partite sufficiente per aggiudicarsi la division;
  • La squadra di Washington non ha un quarterback ma la cosa più importante nella scala dei valori NFL dopo esso, ovverosia un pass rush in grado di annichilire qualsiasi attacco: se Alex Smith dovesse trovare un po’ di ritmo credo che Washington, trascinata dalla propria difesa, potrebbe trovare il modo di rimanere a galla e sgattaiolare ai playoff;
  • I New York Giants al momento mi sembrano la squadra con più possibilità di farcela poiché nelle ultime settimane il loro reparto difensivo si è espresso su buonissimi livelli, anche se dovranno trovare un modo per salvare Daniel Jones da sé stesso, impresa sicuramente non facile.

I Cowboys possono senza dubbio vincere la NFC East, il problema è che chiunque altro può affermare altrettanto: certo che per essere una division di squadre a tre vittorie sanno intrattenerci più che decentemente.

Nonostante tutto Baltimore domenica batterà Pittsburgh di due possessi
No.

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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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