[NFL] Week 15: Dallas Cowboys vs Green Bay Packers 36-37

Incredibile. Non credo ci sia espressione migliore per descrivere la delicatissima sfida fra i Dallas Cowboys ed i Green Bay Packers, terminata 37-36 a favore delle “teste di formaggio” che però, alla fine del primo tempo, erano sotto 26-3. I verdi di coach McCarthy hanno così ottenuto la prima vittoria in quel di Dallas dal 1989 ed eguagliato la più grande rimonta nella storia della franchigia; un -23 che i Packers erano riusciti a rimontare nel 1982 contro gli allora Los Angeles Rams, battuti 35-23.

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Parlare di gara dai due volti credo sia riduttivo: Dallas ha letteralmente dominato la prima metà sia in attacco che in difesa mentre i Packers, che nei primi 30 minuti di gioco avevano fatto mero atto di presenza, hanno segnato una meta in tutte e cinque i possessi del secondo tempo. E sì che i Cowboys avevano tutti i motivi per essere super “gasati”: nel pomeriggio infatti i rivali nella corsa al titolo della NFC East, i Philadelphia Eagles, erano stati clamorosamente sconfitti dai Vikings senza Adrian Peterson. Dunque un successo contro i Packers, oltre a tutto ancora privi di Rodgers, avrebbe permesso ai texani di agganciare nuovamente le Aquile in vetta alla division, avendo inoltre a disposizione lo scontro diretto nell’ultimo turno, fra le mura amiche.
Grazie all’insperato successo invece, i Packers hanno scavalcato i Lions, k.o. in casa contro Baltimore, nella NFC North, e sono a mezza gara di ritardo dalla capolista Chicago, con in programma, anche qui, un ghiottissimo scontro diretto in casa dei Bears nella giornata conclusiva.

La palla del match, almeno in attacco, per Green Bay va equamente suddivisa fra il runner rookie Lacy ed il regista Flynn. Il primo è stato il protagonista di una fantastica corsa da 60 yards in avvio di secondo tempo che ha propiziato il primo touchdown di Green Bay ed ha cambiato l’inerzia del match. Il secondo ha sfruttato al meglio il break favorevole dato dalla corsa di Lacy per far vivere a giocatori e tifosi di Dallas, un secondo tempo da incubo. Lacy ha terminato la partita con 141 yards guadagnate in 21 tentativi, mentre Flynn, texano di nascita e tifoso dei Cowboys da ragazzino, ha totalizzato 299 yards e ben 4 mete.
Il leading receiver per gli ospiti è stato Jarrett Boykin, autore di 6 ricezioni per 83 yards, le stesse dell’ottimo tight end Quarless fermatosi però a 66 yards più una meta. Anche Nelson ha offerto un contributo importante con 5 palloni catturati per 61 yards più un altro touchdown. E’ giusto però menzionare anche una linea di attacco che grazie soprattutto alla grande prova di Sitton ha dominato, nel complesso, la line of scrimmage e ha di fatto annullato il temibile Demarcus Ware.

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La difesa dei verdi del Wisconsin è stata invece letteralmente polverizzata nel primo tempo, allorquando i Cowboys hanno ammassato la bellezza di 332 yards. Poi nel secondo i Packers si sono un po’ aggiustati, e mentre linea difensiva e linebacker hanno continuato a soffrire il rushing game dei Cowboys, il secondario trascinato da un Shields in grande forma, ha dapprima limitato Romo, poi gli ha inflitto un paio di intercetti risultati fatali ai texani.

Miles Austin, Dez Bryant, A.J. Hawk, M.D. Jennings
Dez Bryant,

I Cowboys hanno invece buttato alle ortiche un’altra partita, dopo quella clamorosamente persa a Detroit, ma questa volta i texani sono riusciti in una frittata molto più grossa ed indigesta di quella del Ford Field. Normalmente le scelte tecniche di coach che lavorano 13, 14 ore al giorno in regular season, sono difficilmente opinabili, ma il perché con un cospicuo vantaggio ed un rushing game inarrestabile, il coaching staff dei Cowboys abbia deciso di fare leva solo sul gioco aereo, rimarrà un mistero.
Lo stesso Troy Aikman, ex grandissimo quarterback proprio dei Cowboys dei tre Superbowl vinti, non si capacitava in telecronaca della scelta che alla fine è costata carissima agli uomini con la stella sul casco. Il runner Murray è stato letteralmente devastante, guadagnando 134 yards in diciotto portate (media quasi 7 yards e mezzo), peccato però che nell’ultimo quarto, con Dallas ancora avanti, il prodotto da Oklahoma abbia portato la palla appena tre volte a fronte di 14 passaggi tentati.
Visto come si è conclusa la partita, con due intercetti negli ultimi tre minuti, Romo è sembrato dar ragione ancora una volta ai suoi detrattori, che lo accusano di andare in crisi quando la partita è in bilico. Questa volta oltre a tutto, il regista ci ha messo ancor di più del suo, visto che in realtà l’azione del primo intercetto doveva essere una corsa, ma Romo ha cambiato lo schema sulla line of scrimmage. Prima del finale da dimenticare, Romo aveva giocato un match dai due volti, con un’ottima prestazione nel primo tempo, chiuso con 250 yards lanciate, ed una impalpabile nel secondo, con poco più di 100 yards guadagnate ed una meta, frutto però più di una ricezione da circo di Bryant che non della precisione del lancio.

Proprio Bryant ha proseguito questa sua stagione dai due volti, visto che sul campo è stato il dominatore fra i ricevitori di Dallas con 6 ricezioni per 102 yards (dietro a lui c’è Witten fermatosi a 38 yards) mentre fuori ha combinato l’ennesimo pasticcio. Il numero 88 si è infatti allontanato dal terreno al secondo intercetto di Romo, quando però mancava da giocare quasi un minuto e mezzo. Questa volta però direi che il super “emozionale” receiver da Oklahoma State possa essere, almeno in parte, scusato: dopo aver fatto più volte ammenda, ha confessato di essersi allontanato perché non ce la faceva a vedere i Packers inginocchiarsi e vincere una gara che i Cowboys avevano nettamente in pugno e che una volta negli spogliatoi ha pianto a lungo.
Nota lieta in una giornata tutto sommato infelice per Dallas, la prestazione di una linea offensiva che ha confermato di essere nettamente migliorata rispetto all’anno corso: il tackle Tyron Smith ha gestito senza problemi un pass rusher pericoloso come Clay Matthews, che però a dire il vero non è ancora a posto fisicamente, mentre il centro rookie Frederick ha portato a spasso un cliente scomodo come la nose tackle Pickett aprendo delle voragini per le corse di Murray.

La difesa dei Cowboys, ancora una volta senza il playmaker e leader Sean Lee k.o. per un problema muscolare ad una coscia, ha retto bene nel primo tempo, in cui i Packers sono stati limitati ad appena 3 punti, 31 yards di corsa, 117 di passaggio con un intercetto ed un sack. Poi, nella seconda frazione, all’assenza di Durant, infortunatosi nel primo tempo, si è aggiunta quella di Sims, tutti e due per guai alla coscia, e con in campo i rookie Lawrence e Holloman, per Dallas in difesa è stata notte fonda. Anche il resto del reparto di coach Kiffin non ha però certo brillato: un Ware in precarie condizioni è stato l’ombra di se stesso e la coppia di tackle Hayden e Hatcher è stata quasi sempre sovrastata dagli interior linemen dei Packers.
Fra i titolari del front seven, l’unico a salvarsi è stato Selvie, decisamente efficace contro la corsa e autore di uno dei due sack. Nel secondario il solo Carr ha cercato di tenere in piedi la baracca e nel primo tempo ci è anche riuscito, prima del naufragio del secondo. Nota di merito va infine anche al cornerback Sterling Moore, che pur partendo dalla panchina si è distinto con un intercetto e due passaggi difesi.

Eddie Lacy, Nick Hayden
Eddie Lacy

Come eloquentemente raccontato anche dall’andamento del punteggio, la gara è da dividere in due spezzoni. Nel primo tempo in campo c’erano solo i Cowboys trascinati da un buon Romo e da un grande Murray. I padroni di casa aprivano le danze con due drive lunghi che travolgevano la difesa dei Packers. Gli ospiti riuscivano però a serrare i ranghi vicino alla end zone e le due serie terminavano con altrettanti field goal. In mezzo i Packers trovavano l’unico sussulto dell’intero primo tempo, con Crosby che infilava un grande field goal da 57 yards. Al terzo tentativo finalmente i Cowboys andavano a segno con la meta di Witten, bravo a sfruttare la presenza di una sola safety dei Packers in copertura sul profondo.
Nel secondo quarto, Dallas colpiva ancora due volta col kicker Bailey, poi all’interno del two minutes warning, Romo trovava prima Bryant con un passaggio da 32 yards, poi Austin per 15 e quindi ancora Bryant per 16. La corsa da 1 yard di Murray che sanciva il 26-3 sembra quasi far scendere i titoli di coda sul match.

Al primo gioco dalla line of scrimmage del secondo tempo però, Lacy infilava una corsa da 60 yards e per i tifosi dei Cowboys iniziava l’incubo. Poco dopo Flynn trovava in end zone Nelson per la prima segnatura “pesante” dei Packers. Dallas sembrava poter rispondere subito per le rime ed arrivava fino sulle 25 di Green Bay, ancora grazie a Romo, ma qui una penalità costringeva i Cowboys ad un nuovo field goal. L’inerzia del match era però clamorosamente mutata: Green Bay percorreva 80 yards in poco meno di cinque minuti e mezzo e grazie alla segnatura di Quarless il vantaggio di Dallas si riduceva a dodici punti. Un sack in coabitazione fra Matthews e Datone Jones ed un ottimo ritorno di punt di Hyde, restituivano poi l’ovale ai Packers sulle 22 di Dallas, e da qui con tre passaggi Flynn trovava la meta del -5.

La gara era così completamente riaperta con quasi un quarto ancora da giocare. Un attacco di Dallas ormai solo più votato al passaggio, trovava con Bryant il touchdown che sembrava dare il colpo di grazia ai Packers che con 8 minuti da giocare si ritrovavano sotto 36-24. Flynn però, imitando alla perfezione il titolare Rodgers, non faceva una piega e gli uomini di McCarthy non mollavano: il quarterback ex Oakland completava cinque passaggi su sette per 58 yards e pescava in meta Jones per il 31-36. Sul drive seguente Romo sembrava riprendere a macinare yards, ma un suo passaggio corto veniva intercettato da Shields sulle 45 di Dallas. L’occasione era ghiotta per un clamoroso sorpasso, e Green Bay non se la lasciava sfuggire: un bel passaggio di Flynn a Quarless e le corse di un inarrestabile Lacy, portavano gli ospiti sulla 1 di Dallas, da dove ancora Lacy si incaricava di segnare il touchdown del clamoroso 37-36. La trasformazione da due non riusciva, ma poco importava: al secondo passaggio del drive successivo, Tramon Williams intercettava Romo, gelando l’AT&T Stadium e regalando ai Packers un successo decisivo per continuare a sperare nella post season.

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