[NFL] Week 14: Philadelphia Eagles vs Detroit Lions 34-20

Questa era Philadelphia ieriSarò sincero: dopo pochi secondi dall’inizio del collegamento con il Lincoln Financial Field di Philadelphia, l’impulso è stato quello di cercare un match alternativo da commentare. Se non avete visto la partita o una delle tante foto che impazzano su Facebook, vi descrivo rapidamente la scena: tormenta di neve stile inverno siberiano, con vento forte, fiocchi formato maxi e manto bianco alto almeno una quindicina di centimetri che copriva il campo.
Memore di un terribile match fra Cleveland e Buffalo di qualche anno fa giocato in condizioni meno estreme, e terminato con un eloquente 6-3, l’idea era quella di seguire un match che non fosse una triste sequenza di “three and out” o di errori incredibili. Poi iniziava la partita e al primo gioco dopo il kickoff, Stafford provava un lancio a Durham da quasi trenta yards. Il pallone cadeva incompleto, ma era un chiaro segnale che Detroit e Philadelphia, incuranti del clima terribile, si sarebbero giocate le loro chance sfruttando tutte le armi a disposizione e onestamente due squadre impegnate in un match tanto delicato, in condizioni così difficili, meritavano di essere seguite.

Alla fine, l’hanno spuntata le Aquile di coach Kelly con un 34-20 che però non rispecchia l’andamento di un match che ha visto Detroit avanti fino all’avvio dell’ultimo quarto. Il preziosissimo successo permette agli Eagles di staccare in vetta alla NFC East i Dallas Cowboys, battuti nel Monday Night a Chicago, mentre Detroit è stata risucchiata dalle inseguitrici in una NFC North che ora vede gli stessi Lions, i Bears ed i Packers racchiusi in mezza partita. Il finale non rispecchia, come detto, l’incertezza del match, ma il successo degli Eagles non fa una piega, anche nelle proporzioni.

DeSean JacksonIn avvio gli uomini di Kelly sono sembrati più in difficoltà dei loro avversari nel gestire la situazione meteorologica (cosa stranissima tenendo conto che i Lions giocano al chiuso del Silverdome), ma dopo che la difesa li ha tenuti in partita nel primo tempo, nel secondo sono esplosi anche in attacco, conquistando un meritato successo. Dominatore assoluto della sfida è stato il runner LeSean McCoy che sembrava volare sulla neve. Nonostante un terreno da rally svedese, il runner col numero 25 ha corso per 217 yards, stabilendo il nuovo record di franchigia per yards corse in una partita, record che durava dal lontano 1949 allorchè l’Hall of Famer Steve Van Buren guadagnò 205 yards contro gli Steelers. “Shady” come viene soprannominato il prodotto da Pittsburgh, ha faticato anche lui all’inizio del match, poi si è scatenato negli ultimi venti minuti, mettendo a segno due mete con corse da 40 e 57 yards e, soprattutto nella prima quando ha “dribblato” la safety Delmas, ha fatto vedere ancora una volta perchè è uno dei runner più elusivi del torneo.

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Altro ingrediente fondamentale per la vittoria dei verdi di casa è stato il ricevitore Cooper, una delle rivelazioni della stagione in casa Eagles. Con un attacco in evidente difficoltà, il buon Riley si inventava una grandissima ricezione da 44 yards a metà del terzo quarto, poi un’altra che propiziava la meta del 14-14. Alla fine arrivava la ciliegina sulla torta: il catch in punta di dita della trasformazione da due (calciare il field goal era praticamente impossibile viste le condizioni del terreno) del 22-20. E, a proposito di sorprese stagionali, come non citare il regista degli Eagles Nick Foles: il quarterback da Arizona arrivava al match con Detroit con un rating di 125,2, il migliore della NFL, e con un rapporto mete-intercetti di 19-0. Contro i Lions, Foles ha subito il primo intercetto stagionale, ed è stato meno efficace del solito, ma ha comunque chiuso 11 su 22 per 179 yards con una meta ed un intercetto, facendo oltre a tutto meglio del suo collega Stafford nella categoria passaggi lunghi (due su cinque per 63 yards per Foles contro l’uno su quattro per 33 di Stafford).
In linea di attacco, giornata da incorniciare per il tackle Peters, ma in realtà tutta la parte sinistra della offensive line ha disputato un’ottima partita, mentre a destra la coppia Herremans e Johnson è andata troppo a corrente alternata. In difesa eccellente il lavoro dei due end Thornton e Cox che hanno quasi annullato il rushing game dei Lions, aiutati anche dai linebacker Barwin e Ryans. La pass rush dei verdi si è invece smarrita nella neve, visto che in tutto il match Stafford è stato colpito appena tre volte ed il solo Trent Cole è riuscito a mettere un minimo in difficoltà la linea avversaria.

Lions Eagles FootballDetroit ha invece pagato una lunga sequenza di errori in avvio dell’attacco, poi una difesa che non è riuscita in nessun modo a contenere lo strapotere della linea offensiva degli Eagles e di McCoy. OK le condizioni estreme, ma l’attacco dei Lions ha totalizzato 7 fumbles, tre dei quali persi. E sì che per quasi due terzi di gara erano stati i Lions a trovare un minimo di efficacia in attacco (dopo 40 minuti il computo delle yards era 180 a 111 per gli ospiti), ma i due drive più promettenti a cavallo fra primo e secondo quarto, venivano cancellati da due fumble di Bell all’interno della red zone avversaria.
Senza Reggie Bush, k.o. nel riscaldamento prepartita per un problema al polpaccio rimediato scivolando sul terreno innevato, il rushing game è gravato interamente sulle spalle di Bell che, protetto poco e male da una linea in balia dei difensori di Philadelphia, ha portato a casa appena 69 yards in 23 tentativi, più i due fumble. Lo stesso Bell è stato il leading receiver con 4 palle catturate per 48 yards, mentre il fenomenale Calvin Johnson si è fermato a 3 ricezioni per 49 yards. Stafford è invece rimasto ben al di sotto del 50% di completi (10 su 25 per 148 yards) ha faticato per tutto il pomeriggio a tenere gli snap che arrivavano dal centro Raiola, e si è letteralmente sciolto nell’ultimo quarto in cui ha completato un passaggio sugli otto tentati ed ha perso un fumble.

L’eroe di giornata in casa Lions è stato così il ritornatore Jeremy Ross che ha segnato sia su ritorno di punt da 58 yards che su ritorno di kickoff da 98 (era dal 1977 con Eddie Payton contro Minnesota, che un giocatore dei Lions non segnava due touchdown su ritorno nello stesso match). Quando subisci 299 yards di corsa su un campo al limite della praticabilità, è chiaro che tutta la difesa ha le sue colpe, anche se domenica il tackle Suh si è ampiamente conquistato la sufficienza. Il problema è stato che attorno a lui si aprivano della autentiche praterie dove si sono infilati i vari McCoy, Polk e Brown.
Soprattutto il “gemello” di Suh, cioè l’altro tackle Fairley, è stato assolutamente inefficace contro la corse dei padroni di casa. E la cosa veramente sorprendente è che la difesa dei Lions arrivava da un periodo felicissimo: nelle 6 gare precedenti la sfida con gli Eagles, Detroit aveva concesso una media a partita di appena 40 yards su corsa agli attacchi avversari, con una media di nemmeno due yards per portata. In più quando l’attacco degli Eagles, riusciva a superare Suh, trovava poi vita facile, perché il middle linebakcer Tulloch si faceva costantemente chiudere dalla linea offensiva avversaria e la safety Delmas era perennemente fuori posizione o attaccava i runner degli Eagles con angoli che rendevano difficilissimo il placcaggio.
Curiosa invece era la prestazione del cornerback Mathis che dopo aver giocato benissimo, soprattutto in copertura, nel primo tempo, ha sulla coscienza il passaggio lungo a Cooper che ha ridato vita all’attacco degli Eagles e la prima delle galoppate di McCoy in touchdown.

Pulizia pre-calcioIn un match dove non sono naturalmente mancate le scene curiose (memorabile è quella in cui sette giocatori dei Lions più due inservienti cercano di pulire la piazzola dove Akers proverà l’unica trasformazione, poi non riuscita, della giornata) sono stati come detto i Lions a partire meglio e infatti mentre Philadelphia impiegava un quarto e mezzo per chiudere un primo down, Detroit costruiva due ottimi drive da 6 e 4 minuti, ma in entrambi i casi Bell perdeva l’ovale e dunque il punteggio rimaneva sullo 0-0 fino a poco dopo l’intercetto di Foles, arrivato tre minuti all’interno del secondo quarto. Sul drive che seguiva l’intercetto di Houston, Bell si redimeva, almeno in parte, con una buona ricezione da 10 yards e poi segnando la meta dell’8-0.
Sul finire del primo tempo, finalmente, Philadelpia riusciva ad infilare una serie di buone giocate soprattutto grazie alle corse di McCoy e Polk, ma sulle 10 di Detroit, gli Eagles si trovavano a dover affrontare un quarto e 7. Coach Kelly non si fidava a far calciare Henery, e optava per il gioco alla mano, ma il passaggio di Foles a Cooper veniva difeso benissimo da Delmas e si andava all’intervallo sull’8-0.

A metà del terzo quarto poi le cose per gli Eagles sembravano precipitare: su un punt di Jones, Ross infilava il corridoio giusto e trovava la meta dopo una corsa da 58 yards. Quando sembrava però che i padroni di casa fossero con le spalle al muro, ecco finalmente le reazione: un Foles che fino a quel punto aveva lanciato per 35 yards, trovava sul profondo Cooper per un passaggio di 44 yards, poi in end zone Jackson per la meta del 6-14. Il drive seguente dei Lions non approdava a nulla e sul rovesciamento di fronte iniziava il McCoy show con una fantastica corsa da 40 che fruttava il 14-14.
Per i tifosi della “città dell’amore fraterno”, non c’era però tempo per gioire: sul kickoff seguente ancora Ross riusciva prendere la sideline e a battere tutti i giocatori di Philadelphia per il 20-14. Ormai però l’offensive coordinator degli Eagles aveva capito che Detroit era in grossa difficoltà a tenere il suo runner quindi, lo sfruttava in modo deciso, e McCoy rispondeva alla grande con una corsa che grazie ad un grande taglio verso il centro del campo, regalava ai padroni di casa altri sei punti. Con la trasformazione di Cooper su ricezione, il punteggio si fissava sul 22-20, ma a quel punto, anzichè cercare di reagire, Detroit spariva dal campo. Tre incompleti di Stafford ridavano la palla agli Eagles che ormai avevano in pugno il match: ancora sfruttando le corse, Philadelphia arrivava sulla 1 yarda di Detroit dove Foles si incaricava di siglare la meta del 28-20.
Mancava ancora più di mezzo quarto, ma al quinto fumble della giornata, Stafford perdeva il pallone prontamente recuperato da Philadelphia. Il sigillo sulla partita, gli Eagles lo mettevano poco dopo quando Polk si travestiva da McCoy: corsa da 38 yards, meta del 34-20 e gara virtualmente chiusa con Stafford che riusciva produrre solo più quattro incompleti.

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