[NFL] Il problema di Robert Griffin III
Solamente un anno fa si parlava di Robert Griffin III come del più sensazionale giocatore apparso su un campo da football. Le sue doti atletiche e la sua capacità di infiammare il pubblico con giocate incredibili lo hanno da subito proiettato tra i nomi più chiacchierati nella lega. In estate, durante il periodo riabilitativo in seguito al brutto infortunio al ginocchio, è sempre stato tra i cinque argomenti più discussi. Il mondo del football non vedeva l’ora di rivedere Griffin in campo e di assistere al suo gioco al limite dell’incosciente. Peccato che, molte persone, abbiano scordato un piccolo (se così vogliamo chiamarlo) particolare: RGIII non è Superman.
La rottura del legamento crociato è uno dei più seri infortuni che possano capitare ad un atleta ed incide molto sulle capacità fisiche e, ancor di più, mentali. Un ragazzo giovane come Griffin, con tutta la carriera davanti, è ben più soggetto alla preoccupazione post-operatoria ed, in questa stagione, si nota bene come la fiducia nel suo ginocchio sia diminuita e, di conseguenza, anche la sua corsa sia molto più cauta e meno spavalda.
Nella prima metà del 2012, ha eseguito 24 scramble per un guadagno medio di 12 yard. Nello stesso periodo di tempo in questo 2013, ha eseguito 18 scramble per un guadagno medio di 5.7 yard, ma, soprattutto, il numero di altre corse è sceso sotto il 30%. Segno di come l’esplosività e la velocità dei cambi di direzioni siano calati rispetto al suo anno da rookie. Fin qui però nulla di cui stupirsi.
Il problema inizia quando si analizzano le decisioni che prende il numero 10 dei Redskins. Lavorando molto di più nella tasca notiamo come debba ancora migliorare moltissimo sotto il profilo della intelligenza di gioco. Non riesce a comandare il suo attacco nella maniera più efficace, subendo troppi colpi che potrebbe benissimo evitare se riuscisse a comprendere meglio i movimenti sia dei compagni che dei difensori. Sapendo dei problemi che avrebbe avuto nel correre, l’head coach Mike Shanahan e l’offensive coordinator Kyle Shanahan hanno costruito un sistema su più livelli che non si basa più solamente sul gioco di corse e sugli scramble. Griffin però non è ancora pronto per riuscire a giocare in questo modo. Non possiede le doti per vagliare, nel miglior modo e il più velocemente possibile, tutte le sue opzioni.
Lo scorso anno se il giocatore A era coperto, lui correva subito e spesso con successo. Ora se A è coperto, dovrebbe controllare anche se B o C sono liberi, ma si fissa sulla sua prima decisone e perde l’occasione di poter lanciare a ricevitori smarcati, semplicemente perché non li vede. I grandi quarterback sanno leggere benissimo il campo e tutti i conseguenti movimenti della difesa in base alle tracce seguite dai loro ricevitori che aprono il terreno di gioco in un certo modo. Gli schemi chiamati sono un insieme di movimenti atti a creare separazioni e varchi che il quarterback deve capire ancora prima che il giocatore sia arrivato in quel punto, perché quando vi arriverà dovrà già aver ricevuto il pallone per guadagni maggiori.
Griffin non è in grado di vagliare velocemente le sue opzioni e aspetta, aspetta e aspetta che il giocatore a cui ha deciso di lanciare sia libero e nel frattempo non vede altre due o tre opzioni validissime di passaggio che potrebbero portarlo molto più avanti. Non deve attendere che il receiver sia smarcato, deve leggere la difesa e capire che il buco lasciato da questa è il suo lasciapassare per il completamento del passaggio e il guadagno della squadra. Quando A non è fattibile, un grande quarterback sa già tutto quello che deve sapere sulle altre possibilità e agisce di conseguenza.
Griffin è essenzialmente quarterback attendista, uno che aspetta troppo e non riesce ad anticipare le tracce dei ricevitori per capire se saranno liberi o marcati. Si fissa sulla sua scelta iniziale e sbaglia. La conseguenza dell’attendere sono, a parte il non procedere della manovra, i colpi violenti, a volta anche intenzionali e viziosi, che i difensori li rifilano, causando una serie di danni al suo non proprio possente corpo.
Molti giovani quarterback fanno fatica nella tasca. Saper leggere bene una difesa non è un compito facile, ma Griffin ha il potenziale per essere un grande giocatore e, in futuro, dovrà essere molto più furbo e intelligente come “pocket passer” e non solo come runner. La sua carriera è ancora lunga, spetta solo a lui dimostrare che questa stagione è solo un periodo di apprendimento e non una costante del suo gioco.
[jwplayer mediaid=”9463″]Gabriele Balzarotti per Ballin’
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