[NFL] Week 9: Miami Dolphins vs Cincinnati Bengals 22-20

Definizione di playmaker: uno sportivo che crea opportunità di segnare (Wiktionary). E, nella notte di Halloween, Miami ha ritrovato il suo miglior playmaker in difesa: Cameron Wake. La sua safety su Andy Dalton nell’overtime ha spezzato l’equilibrio e dato ai Dolphins una vittoria preziosissima soprattutto per il morale: è stata una classica “giocata importante in un momento importante di una partita importante”, patrimonio in ogni sport dei grandi giocatori.

Ryan TannehillLa partita infatti era importante per i Dolphins: contro un avversario difficile, in casa, nel mezzo delle polemiche e reduci da 4 sconfitte di fila (subirne un’altra avrebbe potuto avere conseguenze impensabili). Anche il momento era importante: 8 minuti nel supplementare, con l’attacco che per due volte ci aveva già provato ed aveva stentato, ottenendo un primo down solo grazie ad una ingenua pass interference degli avversari; i Bengals, invece, nella loro prima occasione di attacco dell’overtime si erano fermati solo ad un passo dalla distanza giusta per provare il field goal ed ora avevano di nuovo palla in mano; ma ora erano al terzo down, ed erano costretti a giocarselo dalle proprie 8 yards, con le spalle e ad un passo dalla propria end zone.

E la giocata, come volevasi dimostrare, è stata importante: snap, Dalton arretra entrando nella end zone con gli occhi fissi sul profondo a cercare un ricevitore, forse si rende conto di essere in zona pericolo e fa un passo in avanti ma non esce, la palla rimane all’altezza della goal line. In quel momento, dal nulla (“È stato abbastanza veloce” dirà poi Dalton in conferenza stampa) sbuca Cameron Wake che si abbatte sul quarterback e lo sbatte a terra in piena end zone. Gli arbitri chiamano subito la safety, che sarà confermata dopo il replay e che scatena i festeggiamenti dei Dolphins: l’incubo della quinta debacle consecutiva è sparito.

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Andy Dalton, BenJarvus Green-Ellis

Playmaker, si diceva. Anche i Bengals ne hanno, e più di uno. E, nonostante l’esito finale, contro i Dolphins si sono visti. AJ Green (11 ricezioni, 128 yards) si è confermato giocatore di una categoria a parte, quella in cui ci sono quelli capaci di fare con naturalezza cose che riescono solo a loro: per capirci, roba da Megatron, da Larry Fitzgerald, da Julio Jones. Il rookie Giovani Bernard ha portato 9 palloni (79 yards), ne ha ricevuto altri 4 (25 yards), ha segnato entrambi i touchdown di Cincinnati ma soprattutto ha illuminato la serata con una spettacolare corsa verso la end zone che a referto conta per 35 yards ma nella quale l’ex Tar Heel ne ha percorse almeno il doppio, dribblando avversari ed eludendo 4 tackles da una parte all’altra del campo: un highlight da vedere e rivedere. E peccato che Andy Dalton – un altro potenziale playmaker – sia incappato in una serata così così, dopo le buone prove fornite nell’ultimo periodo. Alla fine ha sì lanciato per 338 yards ma ha completato solo 32 passaggi su 53 e, soprattutto, ha lanciato 3 intercetti. In una partita giocata sull’equilibrio e decisa solo all’overtime quegli errori (anche se almeno due degli intercetti sono derivati anche da ottime giocate difensive) hanno pesato parecchio: 10 dei punti di Miami sono stati segnati come conseguenza degli intercetti.

L’andamento della gara è stato, per i Dolphins, simile a quello dell’ultima partita contro i Patriots. Dopo il field goal che ha dato ai Bengals il primo vantaggio, all’inizio del secondo quarto Miami ha pareggiato con una sneak di Ryan Tannehill e, sul finire del primo tempo, ha aggiunto un calcio per andare al riposo sopra 10-3. Poi, a metà del terzo quarto, il cornerback Brent Grimes ha intercettato Dalton riportando il pallone direttamente in touchdown con una corsa di 92 yards e, a quel punto, il punteggio era sul 17-3: lo stesso punteggio registrato all’intervallo della partita a Foxboro. Tutti si chiedevano: succederà di nuovo? I Dolphins riusciranno stavolta a chiudere la partita o si faranno rimontare di nuovo? Per citare Corrado Guzzanti, “la seconda che hai detto”.

I Bengals hanno accorciato subito le distanze nel drive successivo al touchdown di Grimes: la prima delle due marcature di Giovani Bernard (corsetta da 3 yards a chiudere un bel drive da 5 minuti e mezzo, 12 giochi e 80 yards) ha iniziato subito a far inquietare i fan sugli spalti. E dopo altri 5 minuti circa sempre Bernard con il touchdown spettacolo già raccontato ha pareggiato la partita ammutolendo lo stadio. Da lì in poi i Dolphins hanno chiuso un solo primo down in attacco, non riuscendo a capitalizzare neanche sul terzo intercetto di Dalton, mentre Cincinnati riusciva, a 1’29” dalla fine, a infilare un field goal da 54 yards e ad issarsi sopra 20-17. Il successivo primo gioco dei Dolphins si chiudeva con il terzo sack subito da Tannehill nella serata (aggiornamento del totale stagionale: 37) e, a quel punto, il Sun Life Stadium era gelato. Ma, proprio lì, Miami ha avuto un colpo di reni e affidandosi solo al braccio di Tannehill, è riuscita a portare rapidamente Sturgis a distanza sufficiente per mettere, a 16 secondi dalla fine, il calcio da 44 yards che valeva l’overtime. E come è andata a finire poi, si sa.

Cameron Wake Andy DaltonPer i Dolphins la vittoria, come detto, ha valore soprattutto psicologico. I problemi rimangono e la necessità di lavorarci sopra anche, ma buone notizie arrivano dal running game che inizia a ingranare (ieri Lamar Miller è andato sopra le 100 yards per la prima volta in carriera) e in parte anche dalla linea offensiva che sembra aver beneficiato dall’innesto di Bryant McKinnie. Il calendario ora dovrebbe aver esaurito la parte più dura e le prossime partite potrebbero essere un po’ più abbordabili.

Per i Bengals la sconfitta ha valore invece soprattutto di classifica, non tanto per la division dove il vantaggio sulle altre è cospicuo quanto per il posizionamento in vista playoffs. La squadra, infatti, è cosciente delle sue capacità ed è senza dubbio attrezzata per puntare almeno alla postseason. Certo, una sconfitta all’overtime può anche essere catalogata come incidente di percorso e probabilmente coach Lewis avrà cura di prendere tutte le contromisure necessarie affinchè sia digerita come tale: la trasferta a Baltimore della prossima settimana richiederà per le tigri dell’Ohio tutta la concentrazione possibile.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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