[NFL] Week 10: Detroit Lions vs Chicago Bears 21-19

I Lions sbancano il Soldier Field, i Packers senza Aaron Rodgers crollano in casa e Detroit è sola in testa alla NFC North col terzo record di conference. Chi l’avrebbe mai detto solo un mese fa? Certo, nella NFL di oggi succede questo ed altro ma il primato dei Lions non è certo bugiardo; le difficoltà di Bears e Packers (dovute soprattutto ai malanni dei loro quarterback) hanno senz’altro influito, ma dietro ai successi della squadra della Motown c’è anche un bel po’ di sostanza.

La partita di Chicago inizia col botto: Devin Hester ritorna il kickoff per 40 yards e a Jay Cutler servono solo tre passaggi (da 17, 12 e 32 yards) per pescare Brandon Marshall in end zone e portare subito i Bears avanti dopo neanche due minuti e mezzo. I fans si esaltano, ma i Lions non si lasciano impressionare e Matthew Stafford inizia la giornata lavorativa: un po’ di Reggie Bush, un po’ di Calvin Johnson, un pizzico di Brandon Pettigrew e dopo altri 6 minuti e mezzo il quarterback ex-Georgia pesca Kris Durham con un passaggino da 5 yards per il touchdown del pareggio. Due drives, due touchdown e con due quarterback così già ci si pregusta lo shootout.

Calvin Johnson, Charles Tillman
Calvin “Megatron” Johnson

Niente di tutto questo: per vedere la prossima segnatura bisognerà attendere fino al terzo periodo, quando il premiato tandem Stafford-Johnson dà ai Lions il vantaggio sul momentaneo 14-7. Fra i due touchdown di Detroit, solo un lungo periodo di tira e molla, con una partita che andava assumendo le sembianze di quello che in fondo era: una classica e sentita sfida intra-divisionale.
Tre drives di Chicago e due di Detroit con le difese protagoniste, diversi errori ma nessuno decisivo, tensione in campo e fra i giocatori ma nei limiti del normale. La sensazione che si ha è che i Lions abbiano più potenziale ma che sia più probabile che alla fine i Bears possano prevalere; però, nel contempo, Chicago sembra una squadra molto più legata agli umori del suo quarterback di quanto non appaia invece Detroit.
Un punto di svolta avrebbe potuto essere il lungo drive dei Bears che ha occupato la seconda metà del secondo quarto ma alla fine, col pallone sulla linea delle 4 yards avversarie, il passaggio di Jay Cutler viene deviato da Ndamukong Suh ed intercettato in end zone da DeAndre Levy: non un bel modo di andare al riposo.

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La ripresa, iniziata per i Bears anche peggio con il drive che porterà Detroit a segnare il 14-7, vive sulla stessa sensazione di equilibrio e su errori da ambo le parti. Dopo il touchdown già detto di Megatron ed un paio di 3&out reciproci Chicago infila un big play (connection Cutler-Marshall da 44 yard) ma poi non riesce a portare a casa dal drive più di un field goal e si va 14-10; nel quarto quarto prima Stafford si fa intercettare da Chris Conte, poi i Bears segnano un touchdown con Matt Forte che viene annullato per una holding e si devono nuovamente accontentare di un field goal che li riporta sotto di un solo punto, 14-13.
I Lions tornano in attacco, fra alti e bassi arrivano quasi in red zone ma lì si fermano e David Akers sbaglia pure il field goal. A 6 minuti dalla fine per i Bears sembra il momento di stringere ma tutto quello che arriva è un 3&out rapido e parecchio brutto. A questo punto Detroit forse capisce di potercela fare e con 5 minuti e mezzo sul cronometro ne impiega poco più di tre per lanciare Calvin Johnson in end zone per il 21-13. Finita? Eh no, non ancora.

Brandon Marshall, Darius Slay
Brandon Marshall riceve per un td

Coach Trestman decide di lasciare fuori per l’ultimo drive un malconcio Cutler e di affidarsi a Josh McCown. Mancano 22 secondi al two minute warning e i Bears ripartono dalla proprie 26 yards. Una grossa mano gliela dà subito Nick Fairley regalandogli 15 yards con una stupidissima penalità (rifacendosi poi con un sack sul gioco immediatamente successivo) ma il resto lo fa McCown completando passaggi su 4 ricevitori diversi fino a trovare Brandon Marshall in end zone a 47 secondi dalla fine. Touchdown, 21-19 e Chicago deve provare ad andare per i due punti. Il passaggio per il TE Dante Rosario fallisce… ma c’è l’ennesimo errore stupido e una penalità contro i Lions per un colpo ritardato dà ai Bears una seconda e ultima chance di pareggiare. Stavolta però è ancora Nick Fairley a bloccare sul nascere il tentativo di Matt Forte e per il Lions è vittoria in trasferta, primato in classifica… e festa.

Come detto, Detroit forse “ne ha di più” rispetto a Chicago. O forse è l’effetto delle individualità di spicco che costellano il roster a disposizione di Jim Schwartz, da Matthew Stafford a Reggie Bush, dall’immenso Calvin Johnson ad una linea di difesa che quando gioca secondo le sue potenzialità fa oggettivamente paura.
Non che ai Bears manchino i buoni giocatori ma, giudicando dallo scontro diretto, i Lions sembrano avere un leggero margine. Esattamente come in classifica: con Aaron Rodgers fuori per un bel po’ di tempo i Packers fanno molta meno impressione e i giochi nella NFC North sono aperti per tutti (vabbè, a parte i Vikings che comunque sono riusciti a vincere la loro prima partita dell’anno in suolo americano). Domenica prossima i Lions andranno a difendere la loro partita di vantaggio a Pittsburgh mentre a Chicago scenderanno i Ravens e Green Bay andrà a New York a sfidare i malandati Giants di quest’anno.
A sette partite dalla fine, si inizia a fare sul serio.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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