[NFL] La vita in uno snap

La storia che vogliamo raccontarvi oggi tratta di altruismo e umiltà. Non sempre essere un atleta NFL significa avere fama, soldi e successo, qualche volta significa solo tanto duro lavoro e pochi riconoscimenti. Kendall Gammon per 14 anni ha vissuto in maniera stabile nella lega, lavorando costantemente ogni giorno per aiutare il suo team, ma è praticamente sconosciuto, pur potendo la sua storia essere d’esempio per tanti, atleti e non.

Gammon_00_DENGammon nasce nel 1968 e cresce con l’aspirazione di diventare un giocatore professionista di football americano. Nei suoi sogni vorrebbe correre in touchdown col pubblico che lo acclama a gran voce, non certo lanciare indietro una palla tra le gambe eseguendo gli snap. All’high school comincia come ricevitore e tight end, per via della sua buona abilità nell’afferrare la palla, ma al college inizia la transizione come offensive lineman, dato che il suo fisico diventa sempre più possente. Un giorno, durante gli allenamenti dei Gorillas della Pittsburgh State University, si interessa in maniera approfondita all’esecuzione degli snap e, inaspettatamente, viene notato dagli allenatori e spostato nella posizione che ha poi occupato a livello professionistico per 14 anni: il long snapper. Gammon viene scelto all’undicesimo giro del draft 1992 dai Pittsburgh Steelers, nei quali gioca per tre stagioni prima di andare ai New Orleans Saints per altrettante stagioni e spostarsi poi ai Kansas City Chiefs per il resto della carriera.

Si potrebbe pensare che Gammon non sia stato fortunato, ma, come lui stesso ha dichiarato nella sua biografia (che abbiamo letto)è fondamentale trovarsi al posto giusto nel momento giusto e la sua carriera NFL è stata sicuramente piena di emozioni. Una striscia di 218 partite consecutive giocate (la più lunga allora per un giocatore che non fosse un kicker), un apparizione al Super Bowl XXX con gli Steelers e una chiamata al Pro Bowl nel 2004 come membro dei Chiefs. Queste sono le più grandi soddisfazioni che Gammon si è tolto in carriera. I long snapper non vincono MVP e non segnano touchdown incredibili, ma sono uomini su cui i compagni possono sempre contare. Per Gammon il centro della sua attenzione è sempre stata la squadra e i compagni con cui si allenava ogni giorno. Un grande merito sportivo che ha avuto è stato quello di considerare il suo ruolo allo stesso livello di tutti gli altri, per Gammon essere il long snapper era tanto importante quanto essere il quarterback. Eseguire bene e con impegno il suo lavoro poteva permettere ad un compagno di essere la stella della squadra.

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Un episodio che Gammon ama spesso raccontare risale al 2003. Morten Andersen, kicker di Kansas City, ha appena realizzato il field goal della vittoria sugli Oakland Raiders per 27 a 24 ed è attorniato dai giornalisti. Gammon, insieme ai suoi due figli, imbocca la via degli spogliatoi e dice ai bambini: “Questo è quello che succede quando papà fa bene il suo compito. Esce dal campo senza che nessuno lo noti e gli dica una parola, mentre il kicker fa le interviste, ed è giusto così, perché ha fatto un ottimo lavoro. Se nessuno sa il mio nome e parla di me è perché ho fatto nella maniera corretta quello che dovevo fare e ho dato la possibilità ad un compagno di essere la stella.”

kendall_gammon_2004_11_06La NFL ha riconosciuto la posizione di long snapper solo nei primi anni duemila e Gammon è stato sicuramente parte di questo processo, il quale ha portato anche alla vera e propria specializzazione del ruolo. Quando entrò nella lega, nel 1992, era solo un backup degli uomini di linea, ma quando si ritirò nel 2006 ogni squadra nella lega aveva un long snapper nei 53 uomini del roster. Ora, grazie a lui e ai suoi colleghi, lo special team non è più solo il kicker e il punter, ma una triade: kicker, punter e long snapper.

Oggi Kendall lavora ancora intorno al mondo del football. E’ il commentatore della televisione dei Chiefs, direttore dello sviluppo per gli atleti della Pittsburgh State Universty, autore di due libri (Life’s a Snap e Leadership Lessons from the Best in the NFL), ma, soprattutto, è un padre. I suoi figli stanno seguendo le orme paterne: Blaise è un giocatore di basket al liceo e Drake gioca a football alle “nostre” medie.

Tutta la sua vita è stata incentrata sugli altri. In un periodo in cui troppo spesso si sente parlare di egoismi e avidità, la storia di Kendal Gammon e del suo lavorare ogni giorno ad ogni allenamento per il bene della squadra può sicuramente essere un buon motivo su cui riflettere.

Gabriele Balzarotti per Ballin’

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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