[NFL] Il rapido declino di Ed Reed

Immaginatevi di essere, a 35 anni, un futuro Hall of Famer, uno dei migliori defensive back che abbiano mai calcato un campo da football. Immaginatevi di aver giocato per 9 volte il Pro Bowl e di aver vinto un Super Bowl nemmeno un anno fa. Immaginatevi di essere stato per anni un vero incubo per ogni quarterback che giocasse contro di voi. Bene, ora immaginatevi di essere rilasciati a metà stagione dalla vostra nuova squadra, come un giocatore qualunque, di medio livello, che vive ogni giorno nella lega come se fosse l’ultimo.

Come vi sentireste? La risposta possiamo ipotizzarla, ma la verità la conosce solamente l’autentico protagonista della vicenda: Ed Reed.

NFL: Houston Texans at Baltimore RavensLeggenda vivente dei Baltimore Ravens, in estate ha deciso di abbandonare la franchigia nella quale ha militato fin dal suo ingresso nella lega per cercare nuove fortune altrove. La destinazione scelta sono stati gli ambiziosi Houston Texans, che lo hanno convinto con un bel triennale da 15 milioni di dollari. Fin qui tutto bene, i problemi sono iniziati poco dopo la firma del contratto, ai primi allenamenti estivi. Reed deve andare sotto i ferri per ricucire una lacerazione al tendine dell’anca. Il destino vuole che il rientro in campo sia previsto per il 22 settembre, a Baltimore, contro i “suoi” Ravens. E’ l’inizio della fine per lui e i Texans.
Houston perde la gara 30 a 9, la prima di una serie di sette sconfitte consecutive (ancora in corso), e Reed sembra aver perso ogni goccia del suo talento.

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Le sue statistiche di questo scorcio di stagione sono veramente ingloriose. 7 gare giocate, di cui 5 da titolare, e appena 16 tackle. Un giocatore lontanissimo da quello che per anni ha terrorizzato gli attacchi avversari, attualmente è classificato come la 144esima safety dall’importante sito di analisi Pro Football Focus. La sua valutazione totale è di meno 6.5 punti, ha giocato solo il 62.9% degli snap difensivi disponibili e, nelle rotazioni, è finito dietro a Shiloh Keo e D.J. Swearinger, due giovani che non hanno nemmeno un quarto dell’esperienza di Reed.
Durante l’anno è stato utilizzato spesso come giocatore situazionale, nei cosiddetti sub-package, e anche se il coach ad interim Wade Phillips ha affermato che la differenza tra essere uno starter e non esserlo è minima, l’elemento da sottolineare è che Reed non influenza più sul gioco.

Il punto di rottura con la sua ormai ex squadra è stata la recente gara contro gli Arizona Cardinals. Dopo aver visto tutta la partita seduto in panchina, pur essendo infortunato Danieal Manning, strong safety titolare, Reed ha sfogato la sua delusione e la sua amarezza ad una televisione di Houston. Ha usato parole forti, con le quali ha accusato il coaching staff di incapacità e i suoi compagni di squadra di essere poco produttivi. Decisamente troppo per Houston, che ha masticato amaro per i soldi versatigli in estate, ma che ha deciso di tagliarlo e lasciarlo in cerca di una nuova sistemazione.

Miami Dolphins v Houston TexansSistemazione trovata solo qualche ora fa, quando Rex Ryan e i Jets hanno deciso di puntare sulla sua esperienza per provare a rincorrere i playoff. Reed, dall’alto della sua storia personale, sarà capace di accettare un ruolo di secondo piano? E’ ineluttabile che non sia più il giocatore che era in passato, è lento, spento, spesso impreciso, forse però ha ancora qualcosa da dare alla lega, magari facendo da chioccia ai suoi nuovi compagni di squadra.

E’ dunque questo il finale della grande carriera di Reed? Fare il maestro a dei giovani ambiziosi di ripercorre le sue orme? Un grandissimo dubbio che si lega alla domanda più grande, che abbraccia il discorso ampio della fine della carriera di un grandissimo campione. A questo punto non era forse meglio ritirarsi in maglia Ravens o rimanere nel Maryland? Forse si, il rischio di macchiare gli ultimi scampoli di carriera con prestazioni opache, pallidi ricordi di quello che è stato forse il più grande “ball hawk” della NFL è grande. Reed ha deciso di provarci ancora, ma, probabilmente, l’ultima partita giocata dal “vero” Ed Reed l’abbiamo vista a febbraio e si era conclusa nel migliore dei modi.

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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