[NFL] Week 4: Houston Texans vs Seattle Seahawks 20-23

Houston – Seattle di domenica scorsa verrà sicuramente citata nel manuale del suicidio (sportivo) perfetto, perché perdere una partita come hanno fatto i Texans è davvero incredibile, e ci si sono dovuti mettere d’impegno in molti, per riuscirci.

Per capire quel che è successo, sempre che sia possibile farlo, partiamo dalla fine. O meglio: partiamo dal minuto 12:09 del quarto periodo, quando i Texans stanno conducendo 20-13 sui Seahawks dopo aver letteralmente dominato la partita in ogni settore del campo.
Il tentativo di rimonta di Seattle, tardivo ma efficace, si è appena spento con l’intercetto di Wilson ad opera di Joseph, che restituisce palla a Houston con poco più di cinque minuti sul cronometro.
Per tutta la giornata Matt Schaub ha fatto quasi quello che ha voluto con la difesa dei Seahawks, distribuendo palloni per oltre 300 yards , aiutato anche dalle scorribande del solito Arian Foster. Muovere la palla non è stato un grosso problema, anche se alla fine i Texans hanno raccolto molto meno di quanto avrebbero dovuto, essendo costretti un paio di volte ad accontentarsi dei tre punti. Nella situazione in cui si trovano i Texans il manuale è piuttosto chiaro: palla a terra, snap al limite del delay of game e conquista di un paio di primi down, tanto per far passare il tempo sul cronometro in relativa sicurezza.

Richard Sherman
Richard Sherman intercetta touchdown

Invece succede l’imprevisto, quello che ti fa venir voglia di essere un neurone all’interno del cervello dell’offensive coordinator dei texani per capire da che parte contorta della sua materia grigia viene partorita l’idea del gioco che manda in campo per Schaub.
Terzo e quattro sulle quaranta offensive, con Seattle con due timeout. Non dovesse venir fuori il primo down con la solita corsa di Foster si può sempre ricacciare i Seahawks vicino alla loro end zone e dargli un campo intero da percorrere in due minuti per cercare il pari. E invece no, ecco la genialata dello screen laterale verso Daniels, che viene ovviamente intercettato da Sherman e riportato in touchdown in tutta tranquillità forzando la partita all’overtime.

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Chiunque abbia visto più di due partite di football sa perfettamente che lo screen laterale, o il lancetto nella flat sono azioni pericolosissime, perché mettono il difensore, nel malaugurato caso di un intercetto, nella posizione migliore per segnare un touchdown indisturbato. Oltre a non chiamarlo in situazioni “irrecuperabili” come quella di Houston, bisogna anche eseguirlo nel migliore dei modi, lanciando al ricevitore una palla protetta, cioè tutto il contrario di quello che Matt Schaub ha fatto.
Come sempre accade, poi, la squadra che rimonta prosegue sullo slancio dell’adrenalina, mentre chi viene rimontato si abbatte moralmente nel vedere sfumare una vittoria che sentiva già sua, e nonostante una timida resistenza da parte di Houston, nell’overtime Seattle ha la meglio, piazzando il field goal del 23-20 a tre minuti e mezzo dalla fine.

J.J. Watt
J.J. Watt

E pensare che per tre quarti della partita i Seahawks erano a malapena esistiti. In tutto il primo tempo erano riusciti a giocare la miseria di quindici azioni offensive guadagnando solo 88 yards, di cui 43 con una sola corsa di Lynch nell’unica azione degna di nota dei primi trenta minuti di gioco. Per il resto era stato un monologo di Schaub, che piazzava un 17/27 per 266 yards e due touchdown, numeri che molti quarterback non raggiungono nemmeno a fine partita.
La difesa di Houston aveva letteralmente annichilito l’attacco di Seattle, mettendo le mani addosso a Wilson spesso e volentieri, lasciandosi sfuggire Lynch una sola volta e, in generale, distruggendo all’origine i giochi avversari con una penetrazione in linea che ne rendeva difficile, se non impossibile, lo sviluppo.
Ed anche nel quarto periodo, quando i Seahawks avevano rialzato la cresta accorciando le distanze prima con un field goal di Haushka e poi con una corsa di Lynch, i Texans sembravano comunque in grado di portare a casa la partita, perché non davano idea di aver perso il controllo del gioco.
Fino a quella sciagurata chiamata a 2:51 dalla fine che cambiava l’esito finale di un incontro fin lì a senso unico.

Vittoria a parte, i Seahawks escono un po’ ridimensionati dal Reliant Stadium, avendo scampato la prima sconfitta stagionale in maniera piuttosto avventurosa. Certamente non potrà andare sempre in questo modo, quando le difese avversarie prenderanno le misure a Wilson e Lynch come hanno fatto i Texans. E, soprattutto, non sempre gli offensive coordinator avversari avranno la propensione al suicidio sportivo mostrata da quello di Houston…

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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