[NFL] Week 2: Kansas City Chiefs vs Dallas Cowboys 17-16

Andy Reid si conferma bestia nera dei Cowboys, conquista la sua diciottesima vittoria contro i texani (nessuno meglio di lui fra i coach in attività) e soprattutto porta il suo nuovo team, i Kansas City Chiefs, ad un record di due vittorie e nessuna sconfitta, cioè lo stesso numero di doppie W che i capi indiani hanno totalizzato in tutta la passata stagione. A questo punto la domanda sorge spontanea: è vera gloria?
Ovviamente è presto per dirlo, dopo appena un paio di partite, anche perché una delle vittime dei Chiefs è stata Jacksonville, a occhio e croce il peggior team dell’intera NFL.

Alex Smith
Alex Smith

Lo scorso anno però, dopo 120 minuti di football, i Chiefs avevano incassato 75 punti; in questo 2013 il team del Missouri ha la terza difesa in assoluto come yard “subite”, posizione che migliora fino al secondo gradino per terreno concesso sulle corse. E proprio la strepitosa difesa contro il rushing game è stata una delle chiavi di lettura del successo 17-16 contro i Cowboys: i due defensive linemen Poe e l’ex Jets DeVito hanno reso difficilissima la vita a centro e guardie dei Cowboys e le 25 yard guadagnate in dodici tentativi dal runner Murray sono lì a dimostrarlo.
In più Poe ha coronato una grande prestazione generale, aggiungendo pure due sack. Nessun sack invece, ma tanta pressione sul regista avversario, è arrivata dall’altro linemen in maglia rossa, il defensive end Tyson Jackson che è stato una costante spina nel fianco dell’attacco di Dallas. La difesa sul passing game ha invece patito un po’ di più soprattutto contro la coppia Romo e Bryant, anche se una delle ricezioni “lunghe” dell’88 texano è arrivata in una azione che probabilmente era in realtà un passaggio incompleto (qui i Cowboys sono stati astuti a riprendere subito il gioco per evitare che coach Reid potesse vedere il replay e chiamare il challenge nel drive che si è concluso con l’unica meta di giornata per i ragazzi di coach Garrett).
Soprattutto il cornerback Flowers è stato “vittimizzato” ripetutamente da Bryant, ma anche il collega di reparto Sean Smith non ha fatto molto meglio.

In attacco si è ulteriormente vista la mano di Reid, discepolo del West Coast offense, visto che il leader quanto a ricezioni è stato il runner Charles, il quale ha chiuso con ben otto palle catturate per 48 yard e la meta che ha aperto le ostilità (in due gare il runner da Texas ha già ricevuto 11 palloni, mentre in tutto il 2012 le ricezioni furono appena 35).
Secondo nella graduatoria dei receiver, con quattro ricezioni per 56 yard impreziosite però dalla meta decisiva, c’è un Dwayne Bowe che per altro finora nel 2013 non ha certo fatto faville. Il regista Alex Smith ha invece confermato, nel bene e nel male, quelle che sono le sue peculiarità: alcuni lanci pregevoli alternati ad altri decisamente corti ed una propensione a commettere pochi errori ma anche a produrre pochissimi big play.
Con i due touchdown ai Cowboys infatti, Smith è arrivato a quota quattro mete senza ancora aver subito un intercetto, ma il guadagno più lungo su passaggio è stato di sole 31 yard. Contro Dallas per altro, l’ex 49ers ha fatto decisamente valere le sue qualità di runner visto che alla fine il leading rusher dei Chiefs con 57 yard guadagnate è stato proprio lui e, soprattutto il primo touchdown degli uomini in rosso, è arrivato al termine di un drive tenuto vivo grazie alle “gambe” del quarterback col numero 11.
Se Charles versione ricevitore ha dimostrato un buon feeling con Smith, quello versione runner ha invece confermato di non aver ancora pienamente digerito il nuovo sistema di Reid ed ha terminato con appena 55 yard guadagnate in 16 tentativi. A parziale scusante ci sono però da sottolineare le difficoltà della linea offensiva nel contenere i Cowboys, capaci come detto di contrastare egregiamente il temuto Charles e di atterrare per ben quattro volte, due con Ware, una con Hatcher e una con Carter, il buon Alex Smith.

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Dez Bryant Cowboys
Dez Bryant

In casa Cowboys, dopo la buona prestazione contro i Giants, l’attacco ha fatto un deciso passo indietro, a partire da un rushing game praticamente nullo, visto che a parte le 25 yard guadagnate da Murray, il resto del tabellino delle corse dei Cowboys recita 4 portate per 12 yard. Romo non è sembrato risentire dei problemi alle costole derivanti al match con i Giants ma curiosamente, come già fatto contro New York, ha disputato un primo tempo decisamente migliore del secondo; non tanto staticamente, ma come efficacia con, oltre a tutto, un sanguinoso fumble perso in avvio di ultimo quarto.
In generale comunque, di Romo è soprattutto piaciuta l’ottima distribuzione fra i suoi terminali offensivi, visto che ben sei Cowboys hanno chiuso con 3 o più ricezioni. A livello di wide receiver, Dez Bryant dopo una prima giornata in sordina ha messo il turbo in questa seconda, chiudendo la gara con ben 9 ricezioni per 141 yard. Come il suo quarterback però, Bryant è sembrato finire la benzina nel secondo tempo: dopo aver ammassato 100 yard nei primi 30 minuti di football, il numero 88 è riuscito ad agguantare un solo pallone nel decisivo ultimo quarto, droppando oltre a tutto un gran lancio di Romo in una azione che avrebbe potuto cambiare l’inerzia della gara.
Decisamente sotto tono invece il veteranissimo tight end Witten che ha portato a casa appena 12 yard, mentre ha dato incoraggianti segni di vita il rookie Williams che ha catturato tutti e tre i palloni lanciati dalla sua parte per 28 yard.

Cambiando lato del campo, c’è da sottolineare come il front four dei Cowboys si stia rivelando un reparto di valore assoluto: alla certezza Ware, che si è adattato con sorprendente rapidità al ruolo di end, fanno da contraltare un Selvie bravissimo nel rushing game ed un Hatcher che sta facendo altrettanto bene sul la pass rush. Nella sfida di Kansas City ha invece deluso il gruppo di linebacker: Durant se l’è ancora cavata, ma Bruce Carter, nonostante qualche buona giocata, è ampiamente sotto la sufficienza, così come il middle linebacker Lee, in decisa difficoltà a coprire contro il passing game del team locale.

Eric Berry, Akeem Jordan
La difesa dei Chiefs

La particolarità di un match dal punteggio decisamente basso è stata che, da un punto di vista offensivo, la sfida dell’Arrowhead era iniziata sotto i migliori auspici, visto che nel primo quarto le squadre andavano a segno in tre drive su quattro.
Apriva le danze Kansas City con un passaggio di due yard di Smith a Charles che coronava un drive lunghissimo di quasi sette minuti. I Cowboys però rispondevano due volte, prima con una gran cannonata di Bailey da 51 yard poi con la ricezione da sei punti di Bryant.
Improvvisamente però nel secondo quarto, si spegneva la luce, fra sack (di Dallas), e passaggi incompleti. L’unico sussulto arrivava in conclusione della frazione, col kicker dei Chiefs Succop che tentava un field goal da distanza siderale (57 yard) e Dallas che riusciva addirittura a bloccare l’ovale grazie a Scandrick.
Il terzo quarto si apriva come il primo ma a squadre invertite: Dallas metteva in piedi un chilometrico drive da oltre 8 minuti ma arrivati ad un terzo e goal sulle 4 dei Chiefs, i texani prima si vedevano cacciati indietro da una penalità di Leary, poi una chiamata assolutamente discutibile in quella zona del campo, vale a dire un passaggio laterale di Romo a Williams, vedeva il rookie da Baylor ricevere per poi essere prontamente sommerso dai difensori di casa, col risultato che Dallas doveva accontentarsi del field goal del 13-7.
I Chiefs rimettevano il naso avanti nel drive seguente grazie soprattutto alla coppia Fasano-Bowe, con quest’ultimo che riceveva da Smith la palla del 14-13 sfruttando un incrocio proprio con Fasano. Poco dopo i Chiefs allungavano grazie al field goal trasformato da Succop che coronava un drive iniziato sulle 31 di Dallas per cortese omaggio del runner texano Dunbar, sfortunato autore di un fumble nel tentativo di strappare qualche yarda extra dopo aver ricevuto un passaggio corto da Romo.

Dallas iniziava l’ultimo quarto perdendo un altro fumble, stavolta di Romo, poi bissava il tutto con un tre e fuori. L’ultimo assalto degli uomini con la stella sul casco iniziava con oltre sei minuti e mezzo da giocare, ma si arenava dopo tre passaggi incompleti di Romo. Il conseguente field goal di Bailey da 53 yard riportava i texani a -1, ma una difesa che fino a quel momento aveva retto la baracca, non aveva più il fiato per contenere Charles. Il runner numero 25 portava la palla 9 volte per 54 yard e quando finalmente Dallas riusciva ad arginarlo e a riavere la palla era sulle sue 4 con sedici secondi da giocare, quando cioè i titoli di coda erano ormai già scesi da un pezzo.

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