[NFL] International Series 2013, mercoledì

Dal nostro inviato a Londra (il racconto del martedì)

Determinazione. Voglia di rialzarsi. Consapevolezza che non sarà affatto semplice. E’ quel che si respira dopo aver varcato il cancello e attraversato il parco di The Grove, il lussuoso resort che fa da quartier generale dei Minnesota Vikings a Londra. I sorrisi non mancano, ma appena si parla di football il volto cambia.
Tutti sanno che domenica a Wembley non possono fallire se vogliono dare un senso alla stagione evitando di comprometterla dopo appena un mese di gioco. Tutti sanno che il compito è di quelli ardui, contro una squadra altrettanto disperata ma che non è certo i Clev… Ah, no dai Browns i Vikings hanno già perso domenica scorsa. E anche questo è ben presente sui visi di giocatori e staff.
Pittsburgh non è Jacksonville. Può mettere in difficoltà.

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Christian Ponder

E’ naturale perciò che venga difficile divagare sul fatto di essere a migliaia di chilometri di distanza. “E’ un viaggio di lavoro” è il mantra che ripete ossessivamente Cristian Ponder in conferenza stampa.
Pochi istanti prima coach Leslie Frazier aveva svelato che domenica scorsa contro i Browns il suo numero 7 aveva giocato gran parte della gara infortunato a una costola. “Oggi si allenerà in modo differenziato” il commento di Frazier. E così è stato. Le sue condizioni saranno monitorate fino a venerdì. “Solo allora prenderemo una decisione – continua l’allenatore vichingo –. Vediamo come reagisce in questi giorni”.
Più tranquillo il diretto interessato. “E’ accaduto a inizio partita, non ricordo bene quando – spiega –, quel che mi preoccupa di più sono i contatti, ma al college mi è già capitato due volte un infortunio simile e in entrambi i casi ho poi giocato la domenica. Al momento lancio normalmente e poi ho un cast che mi dà grande fiducia, a partire da Adrian”.
Quel Peterson cui Frazier ricorda: “Che non deve portarsi la squadra in spalla da solo, e nemmeno segnare ogni volta che tocca palla. Deve fidarsi dei compagni e della linea”. Non semplice quando tutto gira storto.

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Dà ancor meno soddisfazioni il bollettino che arriva dai defensive back.
La lista di infortunati è eterna e va da Cook a Sanford a Jefferson. Assenze che secondo coach Frazier mettono sotto pressione i backup e di conseguenza gli special team. “Stiamo tenendo sotto controllo i waiver”, rivela il general manager Rick Spielman. Guai a sbilanciarsi però: “Non escludo e non confermo niente” risponde a chi gli chiede di un eventuale ritorno di Antoine Winfield.
La conferenza stampa del gm è stata aggiunta al programma iniziale. “Di solito non parlo durante la stagione – evidenzia lui stesso –. Ma questo è un evento particolare e importante ed è giusto che ci sia un mio intervento”. Da qui ad avere valutazioni ce ne passa. “Discuteremo di ogni giocatore, compreso Ponder, a fine stagione quando tireremo le somme. Non intendo farlo qui adesso”, replica a chi domanda della crescita del quarterback.

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Mark Wilf

La trasferta londinese porta davanti ai taccuini anche il proprietario e presidente Mark Wilf. “Per noi è un’esperienza fantastica ed eccitante – racconta –. E’ una grandissima opportunità di rendere ancora più popolare il nostro brand e si tratta di un’occasione notevole anche per lo stato del Minnesota, che può farsi conoscere ed apprezzare”.
Wilf preannuncia anche l’ingresso nel calcio, ma non in Premier League. “E’ una grande lega ma noi rimaniamo concentrati sul Minnesota – puntualizza –. E in questo senso molto probabilmente porteremo una squadra di MLS a Minneapolis quando lo stadio nuovo sarà ultimato. Era uno dei punti dell’accordo”.

A proposito di accordo, presidente e general manager, suonano lo stesso spartito quando va definito l’inizio di stagione dei Vikings. “Deludente”. Lo sottolineano entrambi con vigore. D’altronde i giocatori lo sanno bene. “Non siamo qui in vacanza – ammonisce Adrian Peterson – siamo felici di essere in Inghilterra ma siamo 0-3 e vogliamo reagire. E’ tempo di vincere una partita”.
Se sia o meno già un ultima spiaggia per i playoff il running back non lo sa. “Non guardo così lontano. Di certo dobbiamo vincere. Anche perché formalmente è una partita casalinga”. Concentrazione, tanta. “Bisogna correggere le piccole cose che ci sono costate parecchi turnover. Dobbiamo eseguire meglio”. Guai però se non si trova lo spazio per una battuta. “Se il campo di Wembley potrà aiutarmi o no? Non lo so, lo testerò domenica ma… E’ in erba?” In tema di prati Peterson non è certo disturbato dal paesaggio bucolico. “Io arrivo dalla campagna dell’Alabama”.

La sede scelta dai Vikings per la trasferta inglese ha trasformato il viaggio in una sorta di ritiro. Un richiamo di training camp. “Di solito dopo gli allenamenti ognuno torna a casa sua dalle sue famiglie – racconta Spielman – qui siamo tutti uniti. Ieri ho visto un gruppo di giocatori parlare in giardino dopo cena, ci può aiutare a compattarci, siamo lontani da ogni distrazione. Siamo una famiglia”.

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