[NFL] International Series 2013, giovedì

Dal nostro inviato a Londra (il racconto di martedì e mercoledì)

Ponder o non Ponder, questo è il dilemma. I Vikings londinesi possono prendere in prestito Shakspeare.
A tre giorni dalla partita con i Pittsburgh Steelers (un grande match a Wembley tra due squadre senza vittorie, come scherzano su alcuni siti prendendo in giro chi deve promuovere la settima partita delle International Series) non è per nulla chiaro se il quarterback titolare dei gialloviola potrà essere della gara.
Coach Leslie Frazier nella conferenza stampa del mattino è stato piuttosto cauto. “Ci aspettavamo di più ieri – ha detto riferendosi all’allenamento di mercoledì – vedremo oggi concedendogli più snap rispetto a Matt Cassel come risponde l’infortunio. Ieri gli faceva male”.

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I maligni hanno sottolineato come potrebbe essere un buon “movente” per panchinare Ponder senza… panchinarlo, perché tecnicamente sarebbe infortunato. Frazier rimanda al mittente. “Noi faremo di tutto perché giochi Cristian e perché prosegua nella sua crescita. Certo abbiamo un veterano alle sue spalle che ha già fatto il backup di un futuro hall of famer come Tom Brady e che quando ha fatto il numero uno ha portato i Kansas City ai playoff. Perciò sa cosa deve fare se viene chiamato in causa”.
A preoccupare coach Frazier sono però soprattutto le secondarie. Cook e Sanford non rientreranno. Il solo Jefferson, ha qualche speranza di farcela. E non stiamo parlando di Revis. “Se nemmeno Jefferson ce la farà dovremo per forza attivare qualche giocatore della practice squad. Non possiamo certo presentarci alla sfida di domenica con tre soli defensive back di riserva. Di sicuro questa situazione complica parecchie cose, perché aggiunge pressione ai backup e agli special team”.
Frazier ribadisce poi che il “ritiro” londinese può far bene in un momento difficile come questo. “Per creare un legame, un’amicizia che poi resta”.

Non è dello stesso parere Jared Allen. “Per cementare il gruppo c’è già stato il training camp. Non abbiamo bisogno di situazioni simili, non siamo all’high school o al college. Siamo professionisti pagati per vincere le partite. Specialmente in un momento come questo, in cui dobbiamo raddrizzare la barca, le distrazioni di un viaggio all’estero non servivano. Ma c’è e bisogna sfruttarlo nel migliore dei modi. Dipende tutto da come lo gestiamo ”.
Allen è chiaro quando evidenzia come “amo i miei compagni però mi piace andare a casa dalla mia famiglia dopo gli allenamenti”. Ovvio che chiedendogli se una franchigia in Europa un giorno sarà possibile si va incontro a un muro. “Probabilmente potrà esserlo. Ma logisticamente è molto impegnativa. Perché significa avere sempre trasferte di tre-quattro giorni e poter stare davvero poco con la famiglia. Magari ci arriveremo ma se mi chiedete se firmerei per quella franchigia, beh, no io non firmerei”.
Più chiaro di così è impossibile. Come è chiaro che domenica ci siano poche alternative alla vittoria. “Non è tutto da buttare via quello che è stato fatto finora. Non siamo stati spazzati via nelle sconfitte. A prescindere da come sono arrivate però siamo 0-3 e bisogna vincere”.

minnesota vikingsPer stemperare la tensione infila un paio di battute, prima di passare il microfono a un Chad Greenway altrettanto affamato di riscatto. “Contro però avremo i Pittsburgh Steelers. Sono una squadra che dà sempre problemi. A prescindere dal talento che possono avere in quel momento o dalla situazione. Hanno esperienza e tradizione vincente, con una difesa capace di fare i giochi che contano. Non mi lascio ingannare dal fatto che non abbiano ancora ottenuto un turnover”.
Suona uno dei telefonini posti di fronte a lui per registrare e ne approfitta per stemperare l’atmosfera. “Probabilmente prenderemmo sempre parte delle gare che abbiamo giocato sino ad ora. Questo non basta comunque. Bisogna completare il lavoro fino in fondo. Perché possiamo essere bravi finché vogliamo ma siamo 0-3”.

Sul campo i coach sono partiti come sempre dagli special team. Punt, field goal, kickoff, onside kick. Poi è toccata ad attacco e difesa, con tanto di simulazione della folla. Surreale sentire le urla dei tifosi provenire dal nulla più assoluto. “Di solito lo fanno quando giocano fuori casa – ragguaglia un collega americano – ma domenica non sarà la partita casalinga abituale”.
No, non lo sarà. Sarà una partita particolare in un momento delicato. E nonostante la calma apparente traspare una certa apprensione per come risponderà la squadra. Naturalissimo. “Perché vincere le partite è la nostra vita”. Jared Allen è uno che non ci gira intorno, non solo quando attacca i quarterback.

Note a margine. Ponder ieri è stato l’unico a parlare del calcio come football anziché soccer. A proposito di calcio, il buon Blair Walsh a differenza del suo quarterback gioca al fantasy football. La sua squadra “E’ partita male come noi: 0-3, i running back quest’anno sono davvero difficili da gestire” parole sue, di tifoso del Manchester United. Dell’Italia invece conosce solo Buffon.

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