[NFL] Detroit Lions 2013

Grazie agli amici di “Quel che passa il convento”  ecco la presentazione della stagione NFL 2013 squadra per squadra.
Trentunesima squadra analizzata i Detroit Lions.

Ai tempi di Barry Sanders i Detroit Lions erano una squadra bellissima da vedere, grandi talenti, soprattutto in attacco, gioco spumeggiante, alti punteggi, ma poi, alla fine, non raccoglievano nulla perché gli veniva sempre a mancare il proverbiale centesimo per fare la lira (o adesso si dovrebbe dire l’euro?). Ecco, l’impressione che si ha adesso guardando questi Lions dall’esterno è più o meno la stessa, con magari anche meno talento assoluto, con una guida più incerta ma con l’identica, sgradevole, sensazione che c’è nel gruppo un giocatore di livello assoluto, di quelli che ne nascono uno ogni 20 anni, che riscriverà, anzi ha già iniziato, il libro dei record ma che, come quel Barry Sanders, rischierà di veder “sprecata” (e le virgolette non sono certo messe a caso) la propria carriera senza poter vincere il massimo trofeo del football (non scrivo il nome perchè se ancora non lo avete capito vi conviene passare a leggere altro).
L’anno scorso c’è stato un netto passo indietro rispetto alla bella cavalcata di 2 anni fa, con numerosi infortuni che hanno minato la, poca, profondità del roster, ma in tanti hanno puntato il dito più sull’organizzazione e la gestione della squadra per giustificare le brutte prestazioni del 2012, avanzando anche l’idea che l’anomalia sia stata più quell’ottima annata che non questa. Difficile dire dove stia tutta la verità, ma che la squadra non sia traghettata nella giusta direzione e che diverse scelte organizzative siano sospette sono giudizi che trovano diversi sostenitori in giro per la lega.

Se nel resto dell’NFL tutto l’attacco gira intorno al proprio quarterback (ok, va bene, ci sono anche i Vikings che sono Peterson-centrici), quello dei Lions gira sostanzialmente intorno al proprio ricevitore numero 1, numero 2 e anche numero 3: quel Calvin Johnson di cui parlavamo all’inizio. Raddoppiato, triplicato e occasionalmente anche con quattro difensori ad occuparsi di lui, CJ non si fa troppi problemi a farsi trovare pronto a ricevere, e le quasi 2000 yard fatte registrare nell’infausto 2012 fanno capire che ci troviamo di fronte ad un vero “scherzo della natura”. l’anno scorso ha fatto segnare qualche drop di troppo, ma comunque era lui l’unico in grado di far muovere l’attacco dei Lions nonostante tutta la difesa si concentrasse su di lui e quindi gli si può pure perdonare qualche passaggio a vuoto ogni tanto.

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Se “Megatron” fa registrare quei numeri, bisogna ovviamente dare un po’ di merito anche al suo QBMatthew Stafford. Dopo la straordinaria annata 2011, in cui veramente l’ex Georgia Bulldogs si è comportato da prima scelta assoluta, il buon Matthew ha fatto riaffiorare tutti i dubbi che si avevano su di lui ai tempi del college: grande talento, grandissimo braccio, ma una lettura delle difese avversarie rivedibile e una tendenza a “sbarellare” nei momenti difficili. Il passaggio da giocatore talentuoso a stella non è certo semplice e forse Stafford non sarà mai in gradi di farlo completamente, ma i mezzi tecnici per essere la giusta guida per quest’attacco ce li ha e dev’essere in grado di farli fruttare per far sì che i Lions tornino stabilmente in zona playoff.

Altro perno dell’attacco dovrebbe essere il tight end Brandon Pettigrew, ma i cali di concentramento che ne hanno contraddistinto i primi anni in NFL non permettono di considerarlo uno dei punti fermi dell’attacco di Detroit, ed è veramente un peccato perchè, anche qui, il talento è di quelli 5 stelle lusso. Intorno a questi 3 nomi però, almeno fino ad adesso, c’era ben poco: i problemi fisici di Nate Burleson e Ryan Broyles (rookie che prima d’infortunarsi stava mostrando ottimi progressi) fanno sì che manchi un vero WR n.2 (e pensare che giocare dall’altro lato di Calvin Johnson offre grandi vantaggi), mentre i numerosi tentativi di trovare un gioco di corse decenti sono naufragati da infortuni, guai fuori dal campo e prestazioni inconsistenti.

Ora è stato firmato Reggie Bush, giocatore che sta cercando di rifarsi una carriera dopo le delusioni di New Orleans e che nella sua fermata a Miami ha dimostrato di poter dire la sua anche in NFL (ovviamente non ai livelli cui ci aveva abituato al college). Paradossalmente, o anche no, l’ex Trojan può diventare devastante in quest’attacco non tanto come runner puro ma piuttosto come ricevitore fuori dal backfield grazie alla sua abilità in campo aperto e sfruttando l’attenzione calamitata da “Megatron”. Alle sue spalle scalpita sempre l’ex Illinois Mikel Leshoure, giocatore che prometteva tanto appena arrivato in NFL ma che finora si è fatto notare più per le sue disavventure fuori dal campo che per quello mostrato con casco e paraspalle (e si ritorna al discorso iniziale sulle scelte gestionali…).

A livello di linea offensiva poi il discorso si fa ancora più particolare: da una squadra che punta molto sul gioco di passaggio ci si aspetterebbe che fosse forte nei tackle e meno al centro no? Ed invece per i Lions il discorso è opposto: il veteranissimo centro Raiola (molto buono il suo 2012 dopo qualche anno incerto, ma comunque l’anagrafe fa segnare 35 anni), le guardie Sims (0 sack concessi nel 2012) ed il terzo giro Larry Warford (dominatore del Senior Bowl) fanno dormire sogni tranquilli, mentre i 2 tackle rimasti dopo il ritiro di Backus e l’addio per i Colts di Cherilus sono il mestierante Hilliard a destra ed il 2° annoRiley Reiff sulla cui lunghezza delle braccia si sprecano mille battute. Il discorso rimane comunque molto semplice: o i tackle (a destra potrebbe spuntarla anche Jason Fox come titolare) tirano fuori una stagione decente o Stafford rischia di passare più tempo per terra o a far registrare intercetti (non è mai stato troppo famoso per la capacità di fare le giuste letture sotto pressione).

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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