Undefeated ovvero i Manassas Tigers 2009/10

Daniel Lindsay e T.J. Martin hanno seguito la stagione 2009-2010 dei Manassas Tigers di Memphis, il loro documentario, prodotto da Rich Middlemas, è diventato una sorta di romanzo di formazione che ha visto protagonisti tre ragazzi della scuola e della sua squadra di football, risorta dopo anni di stagioni deludenti.
Il documentario è apparso così ben riuscito da meritarsi addirittura l’oscar come migliore documentario nel 2012; oltre ad avere un rating altissimo su Rotten Tomatoes, il noto rapper e produttore (ed altre mille cose che fa) Sean Combs ha dichiarato nello stesso febbraio di voler realizzare assieme alla Weinstein Company, detentrice dei diritti, una versione cinematografica.

UndefeatedUndefeated, il titolo del documentario di 113 minuti, ripercorre la stagione di high school che va da agosto 2009 ad aprile 2010, cercando rimanere nell’ombra dell’azione per meglio cogliere ogni momento dell’adolescenza dei ragazzi e dei rapporti che intercorrono soprattutto con lo staff e con la scuola.
La storia del documentario trae ispirazione inevitabilmente dal successo del film “The blind side” dello stesso 2009, e prende il via dalla storia di O.C. Brown, un ragazzo afroamericano impegnato nel suo sogno di avere una borsa di studio per una università, che conduce una vita divisa tra casa della famiglia e casa di uno degli assistenti volontari della squadra della scuola, a sua volta bianco.
Giunti sul luogo per scoprirne di più, i due registi ed il produttore scoprono che la vicenda è più complessa, ed è legata agli sforzi per rendere la squadra competitiva, soprattutto da parte dell’uomo d’affari Bill Courtney.

Dal 2004, quando la squadra contava diciassette ragazzi in tutto come roster, si giunge al progetto 2009-2010 anche grazie alla staffetta di Jim Timpton, impiegato di Courtney, che si era fatto portavoce delle difficoltà della scuola, trovando orecchio nel suo capo. Una squadra di ragazzi neri, aiutata da volontari bianchi, che annovera soprattutto quattro figure-chiave: il già citato O.C. Brown, il suo omonimo Montrail “Money” Brown, left tackle decisamente sottomisura, Courtney stesso, e Chavis Daniels, di ritorno tra i banchi dopo 15 mesi di istituto di correzione per minori.

Pubblicità

La critica accosta il documentario, per temi ed estetica, al celebre Friday Night Lights, specialmente per la scelta di una scuola frequentata da ragazzi di bassa estrazione sociale, e personalmente credo sia un bello spottone per lo stesso Courtney, dipinto come un instancabile grimaldello che vuole scardinare la visione che la scuola e la società che gli sta attorno ha nei confronti del programma di football.
Dai, un po’ all’americana, ma ogni tanto ci vuole qualche storia “salvifica”, tuttavia dimenticatevi di vederlo in italiano. Figuriamoci.

Amazon.it – Play.com – IMDB

Tratto da “The Greatest Game Ever Played

Merchandising Merchandising

Articoli collegati

7 Commenti

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.