[NFL] Super Bowl: dalla panchina dei 49ers

SB XLVIIE’ finità così la caccia dei San Francisco 49ers al sesto Super Bowl della loro storia; con le immagini consuete ma non per questo meno commoventi dei giocatori sconsolati, e quelle meno consuete di un Jim Harbaugh che in modo molto “calcistico” inseguiva qualsiasi casacca “zebrata” e pietiva una penalità di holding sul ricevitore Crabtree nell’azione che avrebbe potuto regalare il titolo ai californiani.
C’era la famosa penalità? Non c’era? Mah forse sì, ma il buon Harbaugh, nonostante la tirata post partita contro gli arbitri, in cuor suo sa benissimo che non è lì che i suoi ragazzi si sono visti sfilare da sotto il naso il primo Super Bowl perso dai 49ers nella loro storia.
No, non è per quella chiamata che i californiani hanno dovuto dire addio ai sogni di gloria: l’essere stati in letargo per più di un tempo, soprattutto in attacco, con il contorno di due palle perse, la, giustamente, celebrata difesa dei 49ers che subisce 27 punti (7 sono arrivati dallo special team) e 367 yards dall’attacco dei Ravens o una linea offensiva che impiega quasi tre quarti ad aprire varchi decenti ai runner.
Ecco, qui è più corretto cercare i motivi della sconfitta dei 49ers, un k.o. reso ancora più cocente dalla convinzione che, almeno a livello di talento puro, i ragazzi di Harbaugh junior fossero superiori a quelli di Harbaugh senior.

San Francisco 49ers
Colin Kaepernick

Ancora una volta i 49ers hanno scherzato col fuoco ma stavolta sono rimasti bruciati: ci avevano già provato contro i Falcons ma lì la compagine californiana si era svegliata sotto 0-17 ed aveva compiuto una prodigiosa rimonta. Domenica invece i 49ers sono andati sotto di ventidue punti in avvio di terzo quarto e, anche se alla fine sono quasi riusciti ad agganciare gli avversari, hanno trovato una difesa esperta ma soprattutto un attacco dei Ravens che non si è fermato a specchiarsi come quello dei Falcons.
Di più: l’impressione che si era avuta nel primo quarto e mezzo del match di Atlanta era che i Falcons avessero giocato in modo sublime, mentre stavolta nel primo tempo certamente Baltimora ha disputato un buon match, ma la non presenza in campo di San Francisco è stata ugualmente palese. Proprio per questo è onestamente difficile analizzare la prestazione dei rossi della California se non si divide in giudizio in due parti: fino all’ormai celeberrimo blackout che ha interrotto il gioco per mezz’ora in avvio i terzo quarto, i 49ers erano parsi una pallida controfigura del team che aveva dominato la gara con Green Bay e rimontato alla grande in casa dei Falcons.
La difesa veniva tartassata in lungo ed in largo da un grande Flacco il quale terminava i primi trenta minuti di football con un notevole 13 su 21 per 192 yards e tre mete, l’ultima delle quali segnata grazie ad una volata di Jacoby Jones che si beveva Culliver e riceveva un pass da 56 yards nonostante per catturare il pallone abbia dovuto fermarsi e aspettare l’ovale stesso. Molto meglio andava la difesa sulla terra, che riusciva a mettere la museruola sia a Rice che a Pierce come avrebbe continuato a fare durante tutto l’arco del match.

La vera delusione arrivava dall’attacco: inguardabile Gore (11 portate, 29 yards) complice una linea incapace di dargli un minimo di luce, l’intero reparto giungeva a metà partita con 183 yards guadagnate, il che di per sé non era neppure male, ma il tutto era condito da due palle perse, un fumble di James ed un intercetto di Kaepernick, oltre a due sack e ad un terribile uno su cinque come trasformazioni al terzo down.
In avvio di secondo tempo con un match ancora assolutamente recuperabile (i 49ers erano sotto 21-6, dunque un “two possessions game” per dirla all’americana), uno special team che aveva brillantemente bloccato una finta di field goal nel secondo quarto, combinava la frittata, facendosi infilare dal ritorno di kickoff di Jacoby Jones da 109 yards, nuovo record NFL. Sul drive seguente San Francisco si trovava subito ad affrontare un terzo e tredici, gentile omaggio del sack di Arthur Jones, quando arrivava il celeberrimo blackout.
Forse perché avevano già dovuto affrontare l’esperienza di un prolungato stop da blackout l’anno scorso nella sfida con Pittsburgh, forse perché finalmente realizzavano che il match che stavano giocando non era esattamente un incontro qualsiasi, quando le luci si riaccendevano i 49ers diventavano di nuovo la macchina schiacciasassi che tanto aveva fatto sognare i tifosi: Kaepernick e Vernon Davis trascinavano un attacco che con Crabtree e Gore segnava due touchdown nel breve volgere di due minuti e ventitré secondi, mentre la difesa recuperava finalmente un pallone strappandolo a Rice. E qui c’era un primo punto di svolta, con San Francisco che non riusciva a sfruttare il momentum favorevole e doveva accontentarsi del field goal che la portava comunque a -5.

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San Francisco 49ers
Il “famoso” quarto down

Nel drive seguente la difesa dei 49ers non riusciva a fermare l’attacco avversario se non sulla linea della 1 yarda e si era di nuovo a -8. Ma ormai l’attacco aveva trovato ritmo e Kaepernick con una corsa da 15 yards segnava il touchdown del 29-31, con la rimonta che però non si completava perché la trasformazione da due veniva fallita con un pass incompleto.
Poi altro drive lungo dei Ravens ed altro field goal che costringeva i 49ers a dover segnare una meta per vincere. I californiani riuscivano ad arrivare fino ad un secondo e goal sulla linea delle 5 dei Ravens ma tre incompleti sancivano la fine dei loro sogni di portare nuovamente il titolo all’ovest. Kaepernick è stato sopraffatto nel primo tempo dal torpore generale dei 49ers, perché se è vero che il prodotto da Nevada ha lanciato per 139 yards è anche vero che si è visto intercettare un pallone e le sue corse non sono state un fattore. 

Nel secondo tempo le cose sono però decisamente cambiate: 163 yards lanciate, una meta, e 46 yards guadagnate su corsa più un altro touchdown, per una prestazione nel complesso positiva, anche perché era onestamente difficile pensare che un atleta con poca esperienza potesse caricarsi sulle spalle il peso dell’attacco in una gara così delicata. Fra i suoi ricevitori, Crabtree e Vernon Davis sono andati oltre le 100 yards, con il primo che ha dimostrato di essere ormai fra i migliori della Lega nel suo ruolo. Davis si è confermato arma importante, ma ha sulla coscienza un passaggio a lunga gittata “droppato” sul famoso ultimo drive.
Gore è stato invece una sorta di dottor Jekyll e mister Hyde, con un primo tempo impalpabile ed un secondo in cui ha messo a ferro e fuoco la difesa dei Ravens. La linea offensiva ha vissuto invece una giornata strana: il tackle Pro Bowler Staley ha giocato alla grande e bene ha fatto anche il suo collega Davis, mentre il trio Goodwin, Iupati e Boone, cioè centro e due guardie, ha faticato non poco con la specialità della casa, cioè i blocchi sulla corsa, e infatti San Francisco ha spesso perso la battaglia in mezzo alla trincea.

San Francisco 49ers
Sack della difesa

La difesa è invece piaciuta solo a tratti: con un Justin Smith menomato dall’infortunio al tricipite, Aldon Smith non ha trovato le solite autostrade per andare a braccare il regista avversario e la pass rush dei rossi è stata pressochè inesistente a parte qualche buona sortita dell’end McDonald culminate con un sack, imitato più tardi da Brooks.
Storia molto diversa invece per la difesa sulla corsa: la linea ha giocato una gara senza infamia e senza lode mentre la coppia di linebacker Willis e Brooks è sembrata essere dappertutto ed ha messo assieme quattordici placcaggi. E proprio Brooks ha dimostrato che Willis e Bowman sono i più celebrati del reparto, ma ormai pure lui è al livello dei suoi illustri colleghi.
Senza una pass rush degna di questo nome il secondario ha faticato non poco a contenere le tante armi a disposizione di Flacco, anche perché i rossi non sono riusciti a trovare una risposta ad un Boldin scatenato. Così Tarell Brown è stato decisamente il migliore dei defensive backs mentre Culliver dopo aver giocato tutto sommato un buon primo tempo, ha concesso la ricezione lunga da touchdown a Jones e nel secondo tempo è stato un peso per tutta la difesa.

Nelle dei 49ers c’è un misto di delusione e di convincimento che alla fine loro fossero la squadra più forte: “I Ravens hanno vinto, ma in realtà ci siamo battuti da soli” è stato il commento a fine gara del linebacker Brooks, “abbiamo commesso troppi errori e abbiamo perso”.
Ancora più perentoria l’analisi del runner Gore “E’ dura. Io credo che noi fossimo la squadra più forte. Oggi hanno vinto loro, ma abbiamo dimostrato di essere la squadra migliore. Sono contento di come abbiamo continuato a lottare e abbiamo fatto vedere a tutti che tipo di atleti abbiamo a roster, che tipo di guerrieri siamo. Alla fine poche giocate a loro favorevoli hanno deciso il match”.
Vernon Davis invece pensa già al futuro “Abbiamo lo sguardo in avanti” ha detto il numero 85 “credo che qui si sia costruito qualcosa di importante”. E onestamente sono convinto abbia ragione: ci sono voluti 18 anni per rivedere i 49ers al Gran Ballo, dubito fortemente ce ne vorranno altrettanti per la prossima apparizione.

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3 Commenti

  1. diciamo pure che ci si può lamentare poco per un holding, quando ad essere stati favoriti in finale di conference furono proprio i 49ers, non ricevendo una flag per pass interference a poche yards dalla loro end zone… chissà, se magari quella giusta flag fosse stata lanciata ( visto che l’interferenza c’era ), magari avremo visto atlanta al suo primo superbowl… chissà… certo è che il coach dei 49ers ha ancora molto da imparare da suo fratello, che gli ha dedicato la vittoria, forse per sfregio e forse sinceramente

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