[NFL] Week 17: Vikings ai playoff con la vittoria sui Packers

Probabilmente neppure il più sfegatato tifoso dei Minnesota Vikings avrebbe osato sognare tanto: un anno dopo aver chiuso la stagione 2011 con un terribile record di 3 vittorie e 13 sconfitte, domenica scorsa i Minnesota Vikings si giocavano in casa contro i Green Bay Packers la possibilità di accedere ai playoff. E 53 settimane dopo aver subito un devastante infortunio al ginocchio, il runner Adrian Peterson era a 207 yards da uno dei record più ambiti della storia della NFL: quello del maggior numero di yards corse in una stagione, detenuto dal 1984 dal formidabile Eric Dickerson.
Dall’altra parte però c’erano appunto i Packers che pur essendo già campioni di Division non potevano mollare la presa pena, in caso di sconfitta, la perdita della testa di serie numero due nei playoff che sarebbe andata a San Francisco in caso di vittoria, quasi scontata, contro i derelitti Arizona Cardinals.

Ne è venuta fuori una gara bellissima, tirata fino all’ultimo, che ha visto alla fine prevalere 37-34 i Vikings, che in caso di sconfitta avrebbero visto la post season davanti alla televisione.
VikingsIl punto esclamativo sul successo dei padroni di casa è arrivato allo scadere grazie al calcio in mezzo ai pali del rookie Blair Walsh, una delle tante “meraviglie” scovate dal coaching staff dei Vikings in questo 2012. Ma all’esito della sfida di Minneapolis non erano interessati solo i 49ers, i quali, per la cronaca, hanno battuto Arizona conquistando il seed numero 2, ma anche, anzi, forse soprattutto, gli Chicago Bears, che poche ore prima avevano piegato i Detroit Lions, e dunque in caso di k.o. dei padroni di casa, avrebbero agguantato i playoff per il rotto della cuffia.
Il successo degli uomini con le corna sul casco ha naturalmente mandato in frantumi le speranze di post season degli Orsi, e a farne le spese è stato l’head coach di Chicago Lovie Smith, licenziato poco dopo il successo di Minnesota nonostante i Bears abbiano terminato la stagione con un record di dieci vittorie e sei sconfitte, lo stesso dei Vikings.
In questi casi, è sempre difficile sostenere che una squadra che si è aggiudicata oltre il 60% delle gare non avesse diritto a disputare la post season; però a ben guardare fra Bears e Vikings sono stati proprio questi ultimi a meritare l’accesso alla fase ad eliminazione diretta.
Minnesota è comunque stata capace di battere i San Francisco 49ers, gli Houston Texans a domicilio ed i Green Bay Packers in quest’ultimo turno. Chicago invece ha pagato soprattutto i k.o. interni contro Houston e Green Bay, e proprio la sconfitta del Soldier Field contro le “teste di formaggio” alla fine ha fatto pendere la bilancia a favore di Minnesota, che ha eliminato i Bears grazie al numero di vittorie nelle sfide interne alla division (quattro contro le tre dei blu dell’Illinois).
Ed anche la questione infortuni aggiunge un’ulteriore nota di merito a Minnesota: i Vikings hanno giocato metà della regular season senza la loro migliore arma offensiva dopo Peterson, il ricevitore-ritornatore Percy Harvin. Anche Chicago ha perso per strada un uomo importante, cioè il linebacker Brian Urlacher, ma l’assenza del linebacker è stata meno duratura nel tempo e soprattutto, per quanto forte possa essere il difensore col numero 54, il peso specifico di Harvin nell’attacco di Minnesota è sicuramente maggiore di quello di Urlacher in una difesa che anche senza uno dei suoi leader rimane fortissima.

OK, direte voi, e il record del buon Peterson? Beh il detto “non tutte le ciambelle riescono col buco” calza alla perfezione in questo caso: mentre Minnesota riusciva nell’impresa di agguantare i playoff, All Day (uno dei tanti soprannomi del runner col numero 28), metteva a ferro e fuoco la difesa dei Packers, ma si fermava a 199 yards, cioè a -8 dal record di Dickerson.
Naturalmente a fine partita Peterson si dichiarava soddisfatto della vittoria e cercava di minimizzare il fallimento della sua impresa; dubito un po’ che il buon Adrian fosse sincero quando ha detto di non essere concentrato sul possibile record, però insomma una piccola bugia la si può ampiamente perdonare ad un uomo che in questo 2012 ha stupito tutti nella NFL e non solo con il suo recupero sovrumano e le sue imprese sul campo.

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PackersLa partita? Beh quella è stato uno spettacolo vietato ai deboli di cuore: in avvio Minnesota è sembrata poter tranquillamente portare a casa la preziosissima vittoria senza troppo penare. Poi c’è stato il gran ritorno di Green Bay che a cavallo fra la fine del terzo e l’avvio del quarto parziale ha recuperato dieci punti in quattro minuti, poi però i Vikings hanno trovato la forza di allungare altre due volte.
I Packers sono riusciti dapprima a pareggiare nuovamente, poi le grandi giocate di un Peterson alla disperata ricerca del record ed un bel passaggio di Ponder a Jenkins hanno consentito a Walsh di centrare i pali da posizione favorevole allo scadere del tempo.
In realtà comunque la partita del Mall of America Field, come è chiamato ora il Metrodome, ha detto che sì, Peterson è l’arma di gran lunga più pericolosa dell’attacco dei Vikings, ma non più l’unica, come è stato invece soprattutto nella fase centrale della stagione.
Ponder non avrà mai le statistiche di un Brees o di un Manning, però nell’ultimo mese la capacità decisionale dell’ex regista di Florida State è notevolmente migliorata, così come la sua intesa con il trio di ricevitori Wright, Simpson e Jenkins.
Anche qui, nessuno dei tre è un fenomeno, e si avvicina anche solo lontanamente a Harvin, ma Wright è un rookie molto interessante con la capacità di essere un giocatore temibile sul profondo, e la magnifica ricezione da 65 yards nel momento più difficile del match contro i Packers è lì a dimostrarlo.
Jenkins è invece il ricevitore con le mani più sicure del trio, mentre Simpson è un enigma: capace di mancare una palla facilissima poi, nell’azione successiva, di sfoderare una ricezione da circo. Il tutto senza dimenticare un’altra opzione a disposizione di Ponder: il tight end Rudolph, spesso cercato dal quarterback nelle vicinanze della end zone. Contro Green Bay, Ponder ha completato sedici passaggi su ventotto per 234 yards e tre mete.
La distribuzione è stata ancora una volta piuttosto equa: tre palloni a Simpson, Jenkins e Wright, due a Gerhart e Rudolph, ma proprio Wright ha fatto la parte del leone a livello di yards, con 90, cui va aggiunta la meta del 20-7 quasi alla fine del primo tempo.
La difesa ha giocato invece un match in chiaro-scuro. Ancora una volta Everson Griffen, sulla carta un panchinaro, ha giocato una grandissima partita con tre sack e tre hurries, cui vanno aggiunti un altro sack del solito Allen ed uno di Robison con annesso fumble perso da Rodgers, azione che ha dato il là al drive del 27-17.
Molto meno bene è andato un secondario che ha patito oltremodo l’infortunio che ancora nel primo tempo ha tolto di mezzo Winfield, sicuramente il più forte defensive back a disposizione del coach di reparto Alan Williams. Il suo sostituto Sherels è stato costantemente preso di mira dal passing game ospite, e alla fine il giovane cornerback ha concesso nove ricezioni per 162 yards.

In un match comunque importante per Green Bay, Rodgers ha dimostrato perché è uno dei più forti registi in circolazione: senza quello che in stagione è stato il suo bersaglio preferito, Randall Cobb, il regista da California è partito lentamente, poi però ha torchiato il secondario dei Vikings completando ventotto passaggi su quaranta per 364 yards e quattro mete. E le statistiche dei suoi ricevitori sono ugualmente impressionanti: Jennings ha terminato con 8 ricezioni, 120 yards e due mete, Finley con 8 palle catturate per 72 yards e Jones con 6 per 62 yards.
Nelson si è invece fermato a tre ricezioni, ma ha il merito di essere stato il terminale di un tremendo siluro di Rodgers che il wide receiver da Kansas State ha trasformato in un guadagno da 73 yards, preludio al TD pass ricevuto da Jones per 7 yards che sul finire del terzo quarto ha riaperto completamente il match. Tutto sommato per Green Bay, non è andato male neppure il gioco sulla terra, con DuJuan Harris che ha chiuso con 14 portate per 70 yards.
VikingsLa difesa dei Packers ha invece ancora una volta mostrato limiti preoccupanti, soprattutto tenendo conto che ormai è tempo di playoff: Il trio della linea difensiva Wilson, Pickett e Raji ha giocato una buona gara anche nel contenere Peterson , ma appena il runner superava la prima linea erano dolori, con un secondario che sembrava trovare sempre l’angolo peggiore per andare a placcare AP.
L’unico sack della giornata è arrivato dal solito Matthews, ma la coppia di cornerback Williams-Shields è stata costantemente messa sotto pressione dal passing game di Minnesota, e questo non è sicuramente un buon segno.

Sabato comunque ci sarà la resa dei conti, visto che Vikings e Packers saranno nuovamente di fronte per il primo turno di playoff, stavolta però in quel di Green Bay. Due delle chiavi saranno sicuramente la presenza del cornerback di Minnesota Winfield, che nonostante un indice rotto dovrebbe riuscire ad essere della partita, ed il ritorno dell’espertissima safety Woodson, ferma per un infortunio dal 17 di ottobre. La partita vivrà anche su una sorta di duello a distanza fra Rodgers e Peterson ed i Packers rimangono comunque favoriti, ma attenzione: nelle ultime sei partite di playoff in casa, Green Bay ne ha vinte solo due, e l’ultima vittoria esterna nei playoff dei Vichinghi risale al 2004 e fu un 31-17 proprio al Lambeau Field.

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