[NFL] Wild Card: i bisbetici Seahawks e la caduta di Griffin

C’e` una statistica in cui i Redskins, uno dei primi attacchi ed una delle prime difese sulle corse della Nazione, non eccellono. E’ la conversione di terzi down, forse una delle più importanti e quella più correlata all’esito delle partite. Per le caratteristiche di Robert Griffin III tale dato è innaturale, ed è proprio sul filo di ciò che è naturale o innaturale che la partita di Playoff contro i Seahawks si deciderà.

Marshawn Lynch, London Fletcher, Ryan KerriganE cos’hanno di naturale gli Hawks? Primo l’entusiasmo. Secondo Marshawn Lynch, talmente forte da correre come mai in carriera in un anno, questo, il primo di un contratto multimilionario. Terzo l’istinto ed il quoziente intellettivo del piccolo Russell Wilson, la sorpresa dell’anno in cabina di regia di Seattle.
Ed il matchup tra due squadre che fanno della naturalezza un modo per vincere non poteva che dipanarsi, soprattutto lontani dal CenturyLink Field, in un confronto equilibrato.

Che inizia con un manto erboso che definire tale è un’esagerazione. L’erba non c’è ma Alfred Morris inizia a macinare yarde (è il giocatore con più corse sui primi down in stagione). Proprio dall’esito delle corse dipende la risucita dell’attacco capitolino: contro la option offense Seattle ha sempre fatto bene, quindi i guadagni terreni prevengono la necessittà di creare situazione da option.
[pullquote]Robert Griffin III 7,5
Lui da leader dice al coach che “una cosa è provare dolore, un’altra essere infortunato”. Che “vuole andare a giocare la partita che ha meritato di giocare”. Ma un ragazzo di poco più di vent’anni va anche fatto ragionare.

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Tutte le pagelle[/pullquote] Il punteggio va subito quindi sul 7 a 0. Per RGIII e` facile trovare Evan Royster in End Zone per la ricezione corta del vantaggio Washington.
Come qualche minuto dopo, con la fine del primo quarto ancora lontana, è facile il passaggio per Logan Paulsen. 14 a 0. Altro che confronto equilibrato. Nel frattempo Griffn viene colpito duro sul ginocchio malandato, fa qualche smorfia ma sembra poter continuare a giocare. Divinamente come fatto fin lì.
Intanto Russell Wilson cerca di mischiare le carte in tavola. Una bella corsa, un ottimo screen per Lynch. Purtroppo gli manca la grande vena in Red Zone della stagione, e rischia un intercetto per poi accontentarsi di un calcio.

Il secondo quarto serve a capire da che parte stanno guardando gli dei del football. Griffin peggiora, lanciando un intercetto, mentre Wilson va sempre meglio ed i suoi recuperano lo svantaggio chiudendo con 150 yarde offensive (contro 11) ed il 13 a 14 che riapre l’incontro nei pressi dell’intervallo lungo.
Nel secondo tempo i Seahawks aumenteranno la pressione, RGIII curerà il ginocchio e la sua zoppìa ed il resto del suo supporting cast tenterà di non appesantire la serata del capitano dei Redskins.

La partita si fa epica quindi nella seconda parte. Marshawn Lynch perde un pallone a tre centimetri dalla End Zone avversaria, riaprendo l’inerzia di una partita che vedeva Seattle in preponderante crescita.
In seguito contribuirà anche il lancio sbagliato di Wilson, che manca un Doug Baldwin lanciato in meta in modo inesplicabile. Lo scoreboard non riesce a muoversi mentre il cronometro segna la fine del terzo quarto con incredibilmente i pellerossa ancora davanti.

All’origine di questo una difesa sempre più` asfissiante, capace di forzare molteplici sack contro un QB molto mobile. E’ grazie ad essa che a dieci minuti dalla fine, con Robert Griffin in palese difficoltà ed il fisico di Seattle a creare sempre più problemi agli avversari, Washington guida ancora.
Pete Carroll risponde affidando la palla in tracce veloci al suo runningback. Lynch apre in due la difesa un paio di volte, e la seconda è quella decisiva. 19 a 14 e conversione da due punti in vista. Wilson per Zach Miller (buona partita la sua): 21 a 14 ed un touchdown di distanza che sembra impossibile da recuperare per un QB su una gamba sola che nonostante sforzi strappalacrime non può garantire molto del suo gioco sopraffino.

Robert Griffin IIIE come in un vecchio film mitologico, la fine dell’eroeè vicina. Lo snap è bassissimo, Robert Griffin si abbassa ma non coglie l’ovale, che gli sfugge. Si gira allora, fulmineo, ed il piede affonda nella polvere del FedEx Field. Il ginocchio fasciato cede, lui va al suolo senza tentare di recuperare il pallone che finisce agli avversari a pochi metri da un altro TD.
Il numero 10 rimane giù, gli tolgono il casco, poi quando si alza i tifosi, i Redskins ed anche gli avversari applaudono il giovane campione che questa volta non tornerà in campo. Uscendo abbraccia Mike Shanahan, da un’ultima occhiata al suo popolo e si esilia negli spogliatoi. Lo rivedremo a settembre.
[pullquote]Marshawn Lynch 7,5
Una giocata su tutte: il fumble raccolto al volo a una mano e trasformato in un ampio guadagno. Senza quella perla la partita avrebbe potuto prendere un’altra piega. Un campione, troppo spesso sottovalutato.

Tutte le pagelle[/pullquote]

Intimidatori, rissosi, i Seahawks vincono la partita 24 a 14. Lo fanno grazie a Lynch tanto quanto grazie a Bruce Irvin, linebacker bistrattato in sede di draft quando fu scelto nel primo giro. E’ una storia di rivalsa quella degli Hawks, che continuerà contro gli Atlanta Falcons. Ma l’entusiasmo si e` ormai trasformato in qualcosa di piu`, qualcosa di vicino a una non lucida euforia. Che questo caratteraccio dia agli uomino del nordovest qualcosa in più? Russell Wilson è sembrato poco preciso, dovrà esserlo molto di più tra una settimana, quando la sua linea dovrà proteggerlo meglio. Questa rimane una vittoria contro una squadra che dopo il primo quarto è completamente sparita dal campo.

Reed Doughty e Perry Riley hanno giocato una gran partita, ma non e` bastato ai Redskins. Ormai in NFL le partite le vincono gli attacchi, ed a lungo andare anche quello di Seattle vi e` riuscito. Il prossimo anno gli Shanahan tratteranno forse meglio il loro gioiello, non forzandolo a giocare con un ginocchio messo male, e forse andranno ancora più avanti.

Nel frattempo ci hanno regalato una serata davvero leggendaria, una partita forse scorretta lontano dal pallone, forse poco pregna di tecinicismi ma giocata ad armi pari tra un guerriero ferito ed un avversario meno celebrato ma altrettanto piacevole da vedere.

Che ha vinto perchè, se chi doveva vincere doveva farlo naturalmente, anche chi ha perso si è arreso naturalmente. L’istinto ha fatto la differenza per le due franchigie quest’anno, e nella notte di Washington i fattori si sono annullati lasciando spazio ad uno spettacolo emozionante.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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