[NFL] Week 13: che fatica per i Broncos

E sono dodici. Grazie al successo casalingo di domenica scorsa sui Tampa Bay Buccaneers per 31-23, i Denver Broncos sono campioni della AFC West per la dodicesima volta, e con un calendario piuttosto agevole (sulla carta l’unico impegno ostico dovrebbe essere la trasferta sul campo dei Ravens) gli uomini di John Fox potrebbero conquistarsi una bella settimana di vacanza al primo turno di playoff.
I Buccaneers, ancora in lotta per un posto nella post-season, sono stati bravi a giocare alla pari con un avversario di valore, ma pagano a caro prezzo i tanti piccoli errori commessi e soprattutto sei minuti di amnesia collettiva che hanno consentito ai Broncos di piazzare un parziale decisivo di 21-0.
Per una buona metà gara infatti i Buccaneers erano riusciti ad imbrigliare Payton Manning e soci tolto un primo drive in cui Denver aveva macinato tranquillamente 65 yards. La meta siglata dal defensive end Unrein su passaggio da 1 yard di Manning, la prima di un defensive linemen nella storia di Denver, era infatti l’unico vero acuto di un attacco che vedeva sfumare due drive a causa di penalità ed uno perché prima il runner Hillman quindi Manning su lancio, non riuscivano a convertire un secondo e poi un terzo down e corto.
In realtà, nei primi trenta minuti era soprattutto il gioco sulla corsa dei Broncos a faticare: a parte una portata da 16 yards di Moreno, nelle altre dieci corse i padroni di casa “ammassavano” appena 26 yards.
Decisamente meglio, pur non essendo certo esplosivo, andava invece il passing game: con due safety praticamente sempre piazzate sul profondo,  Manning iniziava nel primo tempo una sistematica opera di demolizione con i passaggi corti soprattutto all’ex compagno nei Colts Tamme.
I Bucs avevano anch’essi un rendimento nettamente diverso fra corse e passaggi: il runner rookie Martin era molto meno devastante delle ultime uscite e chiudeva la prima frazione con appena 48 yards guadagnate in quindici tentativi, mentre Freeman non completava molto, appena otto passaggi, ma quando il numero 5 metteva palla in aria per il secondario dei Broncos erano dolori, visto che cinque di quei otto passaggi superavano abbondantemente le 10 yards di guadagno.

Così dopo la meta di Denver, arrivavano il field di goal di Barth da 31 yards ed il passaggio da touchdown con cui  Freeman trovava un’altra vecchia conoscenza di Payton Manning: quel Dallas Clark che in maglia Colts col regista da Tennessee in campo aveva ricevuto quasi 400 palloni per 4500 yards e 44 mete.
Dopo i fuochi di artificio del primo quarto, il secondo si chiudeva invece senza segnature, ed i Bucs andavano al riposo avanti 10-7. In avvio di secondo tempo sembrava che il copione del primo dovesse proseguire tale e quale: i Broncos, grazie ai passaggi di Manning, arrivavano fino alle 33 di Tampa ma qui il drive si interrompeva.
Dopo il punt, i Buccaneers dovevano però partire dalle loro 8 e l’ennesima palla non ricevuta da un pessimo Underwood li costringeva al calcio di allontanamento. Sul punt, il temibile ritornatore dei Broncos Holliday portava la palla fin sulle 48 di Denver e da questo momento iniziavano i già citati cinque minuti o poco più di follia dei Bucs che decidevano l’incontro.

Due completi di Manning a Thomas per 13 yards e a Tamme per 15 più una penalità di pass interference del corner back Leonard Johnson, portavano la palla sulle 8 degli ospiti da dove Manning trovava sul fondo della end zone Thomas che riceveva nonostante l’ottima difesa ancora del povero Johnson.
Questo TD pass, il ventottesimo per l’ex regista dei Colts, consentiva a Manning di stabilire il nuovo record dei Broncos per passaggi da touchdown in una sola stagione. Il drive seguente di Tampa Bay era rovinato dall’ennesima penalità (alla fine saranno ben 11 i fazzoletti gialli contro i Bucs) ed i Broncos iniziavano un nuovo drive quasi a metà campo.
Questa volta l’attacco di Denver era più bilanciato: due cose di Hillman per un totale di 15 yards, più tre completi di Manning, e i Broncos si trovavano primo and goal sulle 9. Qui, dopo una corsa di Moreno fermata benissimo dal promettente rookie David, Manning pensava bene si mettere la palla in cassaforte: lancio verso Thomas che riceveva correndo una traccia centrale e Denver saliva a +11.
Ma il peggio per i Bucs doveva ancora venire: al secondo gioco del terzo drive, Freeman cercava Jackson, ma il braccio del regista ex Kansas State veniva toccato dal defensive end Unrein: ne usciva una pallone corto che il linebacker Von Miller intercettava e riportava in meta.
Il parziale del terzo quarto diceva così Denver 21 Tampa 0, dato assolutamente sorprendente se si tiene conto che in tutta la stagione gli uomini di Schiano avevano subito nel terzo quarto appena 24 punti.
Prima della fine della frazione Denver aveva ancora a diposizione un possesso, ma finalmente Tampa dava nuovamente segni di vita: David intercettava un pallone diretto a Tamme e ridava il possesso ai Bucs. Gli ospiti facevano poca strada ma anche solo la chiusura di un down era sufficiente a Barth per mettere a segno un field goal da 50 yards.

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Le speranze di rientrare in partita di Tampa duravano però poco: i Broncos mettevano in piedi un drive fiume da quasi sette minuti e mezzo, chiudevano due terzi down e corto grazie ai passaggi di Manning e si riportavano a +18 grazie al field goal di Prater. Lo stesso kicker poco dopo sbagliava un altro calcio dalle 29 e Tampa, scampato il pericolo, iniziava una improbabile rimonta: prima Barth si superava mettendo a segno un field goal da ben 55 yards, poi iniziava il Freeman-Williams show: quattro passaggi consecutivi dal regista al ricevitore Mike Williams che dopo il primo lancio incompleto portava a casa 53 yards e la meta del 23-31.
A quel punto mancavano due minuti e mezzo alla fine, e i Bucs provavano un onside kick che però veniva ricoperto dal receiver Decker e a Manning e compagni bastava chiudere un down per mettere  segno la settima  doppia W consecutiva: striscia che non si registrava dal 1998.

Inutile dire che anche contro i Bucs, Manning è stato autore di una prestazione maiuscola: contro due safety perennemente sul profondo, Payton ha sfuttato il gioco di passaggi corti terminando 27 su 38 per 242 yards, tre mete ed un intercetto, per un QB rating di 103,2.
Il tight end Tamme è stato di gran lunga il terminale più cercato da Manning ed ha portato a casa 89 yards in nove ricezioni, una in più di Demaryius Thomas che però ha messo insieme 99 yards frutto di otto palle catturate più due mete.
Da dimenticare invece un gioco sulla terra che ha faticato tremendamente, confermando la difficoltà dei Broncos nel sostituire il titolare McGahee, fuori per un problema al ginocchio. E le statistiche sono piuttosto impietose soprattutto per il titolare Moreno, in grado di guadagnare appena 69 yards in venti portate, mentre Hillman se la cavava meglio (5 corse, 29 yards) ma con un utilizzo decisamente inferiore.
A questo riguardo però c’è da registrare un dato interessante: la media di yards guadagnate dai Broncos con corse all’esterno dei tackle è stata di ben 5,9, mentre quella delle portate interne scende ad appena 2,8, e sicuramente non è estraneo a questa statistica il fatto che domenica il miglior uomo della linea offensiva dei Broncos sia stato il tackle Clady. La difesa ha invece disputato una buonissima partita soprattutto grazie a cornerback e linebacker.
Il solito, formidabile Von Miller (autore di un sack, tre hurries e quattro tackle) è stato supportato benissimo da Woodyard e dal veteranissimo Brooking, ma anche le riserve Williams e Trevathan hanno offerto il loro contributo. Meglio ancora ha fatto la coppia di cornerback Bailey e Harris. I due, praticamente agli antipodi dello spettro dei giocatori NFL in fatto di età, hanno concesso veramente le briciole: il trentaquattrenne Bailey ha quasi annullato il pericolosissimo Vincent Jackson, ricevitore che ha una media a ricezione di oltre 20 yards, mentre Chris Harris, al secondo anno NFL, se si eccettua un ottimo lancio di Freeman da 40 yards, ha tenuto i wideout avversari ad appena 14 yards.

In casa Buccaneers il regista Freeman ha giocato un buon match quando la linea è riuscita a tenere lontana la temibile pass rush dei locali (15 su 26 per 216 yards e una meta), ma appena i Broncos sono riusciti a mettere un minimo di pressione il regista da Kansas State ha mostrato poca tranquillità nella tasca completando appena tre lanci su tredici per 26 yards.
Fra i suoi ricevitori, il marcatissimo Jackson ha portato a casa appena 55 yards in tre ricezioni, mentre la parte del leone l’ha fatta Wiliams con 6 palle catturate per 93 yards e la meta della speranza. Inguardabile invece come detto Underwood riuscito a fare suo un solo ovale sui sei lanciatigli da Freeman. Anche sulla sponda Bucs il gioco sulla terra ha decisamente segnato il passo, con la linea che con l’eccezione del tackle Penn ha faticato a creare corridoi per l’ottimo rookie Martin il quale si presentava alla partita secondo nella graduatoria NFL per yards guadagnate complessivamente.
Il runner riusciva comunque a guadagnare quasi 100 yards (56 su corsa in diciotto portate e 42 su pass) ma, soprattutto con la palla in mano non era costante come in altre occasioni.
In difesa Tampa non riusciva a creare anche solo un minimo di pressione su Manning, con l’end Bennett ed il tackle McCoy che a Denver hanno fatto quasi solo atto di presenza. Decisamente meglio in tutti gli aspetti del gioco è andato il linebacker David, uno dei candidati al titolo di rookie of the year difensivo, che ha messo insieme dieci tackle, tre dei quali per perdita di terreno, due passaggi deviati e soprattutto un intercetto nel momento peggiore per Tampa, che ha tenuto i Bucs vivi fino all’ultimo.
Bene nel secondario il corner back Biggers e della ageless wonder Barber, spesso impiegato contro lo slot receiver dei Broncos. Alla fine dunque ai Bucs rimane sicuramente l’amaro in bocca per essere stati a lungo in partita su un campo decisamente ostico, ma contenendo al minimo gli errori mentali,  leggi penalità (e non dubito che il sanguigno Schiano lavorerà su quello), i Bucs potranno sicuramente dire la loro nella lotta per la post season.

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