[NFL] Week 9: Falcons imbattuti anche contro i Cowboys

Curioso: domenica al Georgia Dome gli Atlanta Falcons hanno sconfitto 19-13 i Dallas Cowboys mantenendo così la loro imbattibilità stagionale (sono l’unico team NFL ancora senza sconfitte a metà stagione) ma nei giorni a seguire i titoli di giornali e siti erano tutti per i texani.  La spiegazione dell’anomalia, a ben vedere, è semplice: mentre i Falcons ed il loro presidente Arthur Blank preferiscono volare basso e “fuori dai radar”, i Cowboys del vulcanico Jerry Jones sembrano costruiti apposta per creare clamore. Mentre infatti gli uomini di Mike Smith quasi nemmeno festeggiavano il successo nel post partita, il buon Jones, adiratissimo dopo il k.o. subito, prima cercava di buttare giù la porta dello spogliatoio del suo team (chiusa a chiave da non si sa bene chi…) volendo assolutamente entrare per scatenare la sua ira. Poi il giorno dopo confessava candidamente che se un general manager avesse fornito gli scarsi risultati che ha ottenuto lui recentemente (sì, Jones non è solo proprietario, ma anche general manager del team con la stella sul casco) l’avrebbe già fatto licenziare da tempo.

cowboysIl tutto mentre montano le voci di un interessamento dei Cowboys per Sean Payton, head coach dei New Orleans Saints, sospeso fino a fine anno dopo lo scandalo delle taglie sui giocatori avversari. Inutile dire che purtroppo per i tifosi dei Cowboys, durante l’intervista del lunedì, Jones ha anche aggiunto che di mollare il posto di GM non ci pensa minimamente  (per la serie i soldi ce li metto io e solo io decido cosa fare) adducendo che la franchigia ha avuto grande successo in passato e che visto il tempo che impiega a ricoprire quel ruolo, il suo modo di agire è il migliore. Vero, sotto Jerry Jones i Cowboys hanno vinto tre Superbowl, però giova anche ricordare che negli ultimi quindici anni i Cowboys si sono aggiudicati un solo incontro di playoff.  “Credo di sapere come funziona questa organizzazione” sono state le parole del padre-padrone dei Cowboys, “e io conosco il modo migliore per prendere le decisioni. E questa è la via da seguire. Questo è ciò che mi motiva come proprietario e che mi spinge a fare il miglior lavoro possibile”. Dubito che a questo punto sia di qualche utilità far notare a Jones che evidentemente “il miglior lavoro possibile” non è sufficiente.

Tornando al football giocato, e al match di domenica, c’è da riconoscere che anche in una gara in cui i Falcons hanno faticato, sono riusciti a portare a casa un successo prezioso che li mantiene a +4 sull’inseguitrice Tampa Bay. E in questo sta forse il vero segreto del team di quest’anno, su cui per altro gli addetti ai lavori sembrano mantenere un silenzioso scetticismo . “Io conosco il perché.” ha detto il tight end e futuro Hall of Famer Tony Gonzalez alla domanda su come mai, nonostante il record di 8-0, i Falcons ricevano scarsa attenzione “In realtà non abbiamo ancora fatto nulla. Siamo stati ai playoff in passato e abbiamo perso (subito ndr). Capisco perché se ne parli poco. Ma se continueremo ad andare là fuori e a fare ciò che stiamo facendo, alla fine tutti dovranno notarci”. Il riferimento del formidabile tight end è naturalmente alla stagione 2010, in cui i Falcons dopo aver chiuso la regular season con il record di 13-3, il migliore della NFC, persero clamorosamente al primo turno dei playoff dai Packers, ed anche allo scorso anno quando, nonostante il vantaggio del fattore campo, furono annullati 24-2 dai futuri campioni dei Giants.

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Nel match con i Cowboys, soprattutto nel primo tempo, il poderoso attacco dei georgiani ha faticato non poco, portando a casa, complice anche un sorprendente errore del solitamente affidabile kicker Bryant, appena 6 punti. Inesistente il gioco sulla terra, Ryan ha dovuto cantare e portare la croce, chiudendo comunque  i primi trenta minuti di football con un ottimo 12 su 17 per 155 yards nonostante la buona pressione portata da Ware e compagni. Anche in una fase in cui l’offense faticava, si è però vista l’attitudine di questa edizione 2012 dei Falcons: dopo un punt di Dallas, Atlanta si è trovata col pallone sulle proprie 12 con appena 63 secondi da giocare prima dell’intervallo. A Ryan però ne bastavano sessanta per completare quattro passaggi per 52 yards, correre una volta lui con un guadagno di 8 yards e consentire a Bryant un calcio non certo proibitivo dalle 28 dei Cowboys ad appena 3 secondi dallo scadere. E sul finire del match la situazione si ripeteva: con 5:21 da giocare e Atlanta avanti 16-13, “Matty Ice” come viene soprannominato Ryan, chiudeva due terzi down su passaggio e un altro primo down arrivava grazie ad una penalità di pass interference su White. Poi le corse di Turner facevano il resto e quando Bryant calciava fra i pali l’ovale del 19-13, a Dallas restavano appena 17 secondi; veramente pochi per sperare di percorrere 80 yards per la meta della vittoria.

Ryan (24 su 34 per 342 yards) sta sicuramente giocando alla grande, ma è anche aiutato da un corpo di ricevitori di prim’ordine: White (7 ricezioni per 118 yards), Jones (5-129) e Gonzalez (4-36) sono atleti che raramente falliscono l’appuntamento col pallone, e contro Dallas, non bastasse questo trio terribile, ci ha messo lo zampino anche il runner Jacquizz Rodgers che a fine gara totalizzerà 4 ricezioni per 53 yards. Ma soprattutto, il runner da Oregon State si ergeva a protagonista nel famoso ultimo drive: su un terzo e 5 riceveva la palla dietro alla linea di scrimmage e qui veniva subito affrontato dal cornerback di Dallas Scandrick. Se il difensore fosse riuscito nel placcaggio, i Cowboys avrebbero avuto la palla in una posizione di campo molto favorevole con un sacco di tempo per orchestrare il loro drive. Invece Rodgers evitava il maldestro tentativo di placcaggio di Scandrick e trasformava un potenziale gioco negativo in un enorme guadagno di 31 yards. Anche il runner Michael Turner, dopo un primo tempo da dimenticare, ha fatto la sua parte andando oltre il muro delle 100 yards (102 per l’esattezza) in venti tentativi, aiutato in questo dalla buona prova dei tackle Clabo e Baker e del centro McClure.

La difesa ha invece avuto un rendimento molto diverso fra rushing game e passing game. Arrivato alla sfida con Dallas essendo fra i peggiori della Lega contro la corsa, il reparto arretrato dei Falcons se l’è cavata alla grande contro una Dallas che ha confermato per altro di non poter assolutamente fare a meno del runner titolare Murray. Appena 65 le yards guadagnate dalla coppia Jones e Dunbar in diciotto portate, ma quasi la metà sono arrivate in due sole corse. E il merito è soprattutto di un Babineaux che è sembrato essere veramente dappertutto, e di un Biermann che dopo aver perso l’anno scorso il posto da titolare, sembra ora tornato quello del 2010. La difesa sul passaggio è stata invece torchiata per bene da un Romo che ha giocato una grande gara: 321 sono state le yards lanciate dal regista texano contro una difesa che con Abraham in ombra, non è riuscita a costruire una pass rush decente ed ha faticato anche in copertura con la coppia Robinson e Samuel.

cowboysI Cowboys hanno invece giocato un match solidissimo, soprattutto con la difesa, ma alla fine hanno dovuto cedere ad un team che è sembrato avere più fame. Tante sono state le voci difensive, a partire dal coordinatore Rob Ryan, che si sono “autoincolpate” per non essere riusciti a fermare quell’ultimo drive che farà passare ancora molti incubi ai difensori texani. Ora, sicuramente i due errori di Scandrick (il placcaggio mancato su Rodgers e una sanguinosa penalità poco dopo) saltano clamorosamente all’occhio, ma a mio parere la difesa non ha troppe colpe: l’aver tenuto i Falcons nel proprio Dome a 19 punti è un notevole successo. Certo che se poi l’attacco non collabora, vincere partite come quella di domenica diventa un’impresa titanica. Intendiamoci, Romo non ha affatto demeritato (25 su 35 per 321 yards con una meta), ma con un rushing game assolutamente inguardabile, anche a causa dell’inettitudine della coppia di guardie Livings e Bernadeau, gli uomini di coach Garrett sono stati costretti a fare troppo affidamento sul passing game e i risultati alla lunga si sono visti. Tutti i ricevitori hanno fatto la loro parte (Austin ha totalizzato 7 ricezioni per 76 yards, Witten 7-51, Ogletree 3-96 ed una meta), ma Austin si è anche reso protagonista di una palla droppata che avrebbe potuto cambiare l’esito del match.

La difesa è invece crollata nel finale e nel secondo tempo ha subito troppo le corse di Turner, però Ware, Hatcher ed un Ratliff non in perfette condizioni hanno reso la vita difficile a Ryan, mentre Spencer e Sims hanno disputato un ottimo match contro la corsa. Due parole vanno però anche spese per l’inside linebacker Bruce Carter: il prodotto di North Carolina, al secondo anno di NFL, ha ereditato il difficilissimo compito di comandare la difesa dal titolare Sean Lee quando quest’ultimo è andato k.o. per tutta la stagione e sta guidando il reparto da vero veterano, oltre ad aver mostrato doti di copertura sul passaggio veramente notevoli. E quando tornerà Lee, Dallas potrebbe trovarsi una coppia di inside linebacker veramente formidabile. In questo 2012 comunque  i Cowboys sono ancora in lizza per un posto nei playoff (nel nono turno anche gli altri tre team di una NFC East sempre più deludente hanno perso), ed il rientro che sembra imminente del runner Murray  aiuterà sicuramente, ma la squadra nel suo insieme dovrà aumentare il livello di gioco e limitare al minimo le tante piccole sbavature che nei match che si decidono sul filo di lana ti portano inevitabilmente a perdere.

Ok, ma alla fine qual’é la via per rimettere in carreggiata i Cowboys ? Boh chiedetelo a Jerry Jones…

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